Il mondo morale come fonte di creatività universale

O.O. 202 – Il Ponte tra la spiritualità cosmica – 18.12.1920


 

Il grande problema di cui ci stiamo occupando da diverse settimane,

come abbiamo cercato ripetutamente di riconoscere,

è il problema cardinale della visione umana del mondoqual è il rapporto

• tra la moralità, tra l’ordinamento morale dell’universo    • e l’ordinamento fisico dell’universo?

 

L’abbiamo già detto spesso: l’odierna visione del mondo, per quanto riguarda il mondo dei sensi a noi esterno si basa sulla scienza naturale e, se si tratta della vita psichica nella sua vastità (quindi non compresa più nell’ambito della psicologia), si rifà alle antiche confessioni religiose; perciò questa visione del mondo non offre alcun ponte.

Secondo questa visione del mondo da un lato si vede il mondo fisico proveniente da una nebbia primordiale. Da lì si è condensato tutto; e tutto quanto ritornerà in una specie di poltiglia universale. Questa è l’immagine esteriore offertaci dagli indirizzi scientifici contemporanei nell’ambito di tutto quanto il divenire; unica realtà, in sostanza, che può manifestarsi a uno scienziato onesto dell’epoca odierna. In questa immagine non c’è nessun posto per la moralità, per l’ordinamento morale dell’universo. Quest’ultimo sta per conto suo.

 

Nella sua anima l’uomo riceve gli impulsi morali come impulsi psichici. Ma se le cose stanno come dice la scienza, allora tutto ciò che vive proviene dalla nebbia primordiale, quindi anche l’uomo: nell’uomo poi nascono gli ideali morali. Quando poi tutto l’universo sarà ritornato allo stato di poltiglia, ci sarà anche un grande cimitero per tutti gli ideali morali. Essi saranno spariti.

 

Non si può creare un ponte e, quel che è ancora peggio da parte della scienza odierna,

non si può nemmeno, se non a scapito della coerenza dell’uomo,

ammettere la reale moralità dell’ordinamento universale.

• Solo una scienza priva di coerenza può far valere l’ordinamento morale del mondo.

• Se essa rimane coerente, non lo può accettare in realtà.

 

Tutto quanto dipende dal fatto che in sostanza

si ha solo una specie di anatomia del solido  e non si considera che l’uomo porta in sé anche

• una organizzazione liquida,  •  un’organizzazione aeriforme  •  ed anche un’organizzazione di calore.

 

Formiamoci questa rappresentazione: allo stesso modo in cui abbiamo in noi stessi l’organizzazione del solido configurata fin nelle ossa, fin nei muscoli, fin nei fasci nervosi, abbiamo anche un’organizzazione del liquido, dell’aeriforme, anche se fluttuante, mobile in sé; poi abbiamo un’organizzazione del calore. Allora capiremo meglio quanto debbo esporre in base a osservazioni scientifico-spirituali.

 

Supponiamo che l’uomo venga entusiasmato da un alto ideale morale. L’uomo si può davvero entusiasmare interiormente, animicamente per un ideale morale, per l’ideale della benevolenza, per l’ideale della libertà, della bontà, dell’amore e così via. In casi concreti si può entusiasmare per le indicazioni fornite da questi ideali. Ma che l’entusiasmo originale dell’anima vada nelle ossa o nei muscoli, così come ossa e muscoli vengono considerati dalla fisiologia odierna o dalla anatomia odierna, non se lo può naturalmente immaginare nessuno.

 

Se però riflettiamo bene e in modo ordinato, arriveremo facilmente alla seguente rappresentazione

(e le cose stanno veramente così): se l’uomo si entusiasma per un alto ideale morale,

l’entusiasmo esercita interiormente un influsso nell’organismo del calore.

E lì si è già nel fisico, pur essendo partiti dall’anima!

 

Riprendendo l’esempio possiamo dire:

gli ideali morali si manifestano con un aumento del calore nell’organismo del calore.

L’uomo non si riscalda solo animicamente, anche se non lo si può facilmente dimostrare con strumenti fisici,

egli si riscalda veramente nel suo interno grazie agli ideali morali.

• Quindi gli ideali morali agiscono stimolando l’organismo del calore.

 

Dobbiamo immaginarlo come un processo concreto: entusiasmo per un ideale morale e ravvivamento dell’organismo del calore. L’organismo del calore si vivacizza quando un ideale morale accende l’anima. Ma il tutto non rimane senza conseguenze anche per il resto dell’organizzazione umana.

Oltre all’organismo del calore, in certo qual modo il più elevato organismo fisico, l’uomo ha anche l’organismo aeriforme. Inspira ed espira l’aria, e fra inspirazione ed espirazione l’aria è al suo interno. L’aria è internamente in movimento, in fluttuazione; anche questa è un’organizzazione, è un vero e proprio organismo aeriforme, che vive nell’uomo allo stesso modo dell’organismo di calore.

Il calore, una volta ravvivato da un ideale morale, agisce a sua volta sull’organismo aeriforme, essendo presente in tutto l’organismo, in tutti gli organismi. Ma questa azione sull’organismo aeriforme non è solo un’azione di riscaldamento: il calore, attivato nell’organismo del calore, agisce sull’organismo aeriforme dell’uomo e gli trasmette qualcosa che non posso definire altrimenti se non una sorgente di luce.

 

• In certo modo dei germi di luce si trasmettono all’organismo aeriforme;

quindi gli ideali morali, agendo attivamente sull’organismo del calore,

suscitano delle sorgenti di luce nell’organismo aeriforme.

• Queste sorgenti di luce non appaiono luminose alla coscienza esteriore,

alla percezione esteriore, ma appaiono nel corpo astrale dell’uomo.

 

Se mi è permesso adoperare un’espressione della fisica esse sono tenute legate dall’aria stessa che l’uomo porta in sé. Sono in certo qual modo ancora una luce oscura, così come il germe di una pianta non è ancora la pianta completamente sviluppata.

 

L’uomo invece, potendosi entusiasmare per ideali morali o per processi morali,

porta in sé una sorgente di luce.

 

Poi abbiamo in noi l’organismo liquido.

Il calore agisce nell’organismo del calore e, partendo dall’ideale morale,

suscita nell’organismo aeriforme quella che si può chiamare una sorgente di luce,

che rimane a tutta prima legata, nascosta;

poi, come ho già detto, dal momento che tutto nella organizzazione umana è collegato,

nasce nell’organismo liquido quello di cui ho parlato ieri, che sta in realtà alla base dei suoni esteriori.

 

L’aria è solo il corpo del suono, ho detto ieri,

e chi cerca l’essenza del suono nelle vibrazioni dell’aria e non parla di altro,

parla dei suoni così come si può parlare dell’uomo parlando solo del corpo visibile esteriore.

L’aria con le sue onde vibratorie non è altro che il corpo per il suono.

 

•  Nell’uomo il suono, il suono spirituale, non nasce nell’organismo aeriforme,

ma nell’organismo liquido tramite l’ideale morale.

• Qui dunque si hanno le sorgenti del suono.

 

Consideriamo poi l’organismo solido come l’organismo più solido di tutti,

quello che sostiene e porta tutti gli altri organismi.

Anche in esso si suscita qualcosa, così come era successo nelle altre organizzazioni;

nell’organismo solido nasce quel che possiamo chiamare germe di vita:

è un germe di vita eterico, non fisico

come quello che si distacca con la nascita dall’organizzazione umana femminile,

ma un germe di vita eterico quello che viene suscitato.

 

• È un germe di vita eterico che si trova nelle profondità del subcosciente;

così anche le sorgenti di suono e in un certo senso anche le sorgenti di luce.

• Sono nascoste alla coscienza ordinaria, ma sono nell’uomo.

 

Immaginiamo tutte le inclinazioni della nostra anima verso idee morali vissute nella nostra vita, sia che abbiamo trovato simpatici gli impulsi morali, concependoli soltanto sotto forma di idee, sia che li abbiamo visti in altre persone, sia che noi stessi cercando di metterli in pratica abbiamo provato una sorta di soddisfazione interiore nelle nostre azioni, avendole lasciate pervadere dagli ideali morali: tutto ciò passa nell’organizzazione aeriforme creando sorgenti di luce, nell’organizzazione liquida creando sorgenti di suono, nell’organizzazione solida creando sorgenti di vita.

 

Tutto ciò si distacca in certo modo dalla vita cosciente dell’uomo.

Ma l’uomo lo porta in sé e lo libera poi quando con la morte si spoglia della sua organizzazione fisica.

 

Gli impulsi suscitati in questo modo nella nostra organizzazione dai nostri ideali morali, dalle idee più pure, rimangono a tutta prima infruttuosi.

Le idee morali diventano fruttuose per la vita fra nascita e morte fintantoché rimaniamo nella vita delle idee e proviamo una certa soddisfazione nel vedere quel che abbiamo compiuto in base a princìpi morali.

Ma sono cose che in sostanza hanno a che fare con il ricordo, che nulla hanno a che fare con quel che penetra nell’organizzazione avendo trovato simpatici degli ideali morali.

 

Vediamo dunque che in realtà

tutta la nostra organizzazione, partendo dall’organismo del calore,

viene compenetrata dagli ideali morali.

 

• Quando con la morte liberiamo dall’organizzazione fisica

il nostro corpo eterico, il nostro corpo astrale, il nostro io,

queste parti costitutive superiori della natura umana sono compenetrate dalle impressioni della vita.

• Eravamo col nostro io nel nostro organismo di calore,

quando gli ideali morali ravvivarono la nostra organizzazione del calore.

• Eravamo nel nostro organismo aeriforme

e lì nacquero le sorgenti di luce che dopo la nostra morte usciranno con noi nel cosmo.

• Nel nostro organismo liquido abbiamo suscitato il suono:

esso diventerà musica delle sfere e con essa risuoneremo nel cosmo.

Portiamo con noi della vita, quando attraversiamo la soglia della morte.

 

A questo punto si intravede già che cosa è in realtà la vita sparsa per tutto il mondo.

Dove sono le sorgenti della vita?

• Sono in quel che suscita gli ideali morali,

quegli ideali che agiscono nell’uomo con la forza dell’entusiasmo.

 

• Arriviamo a doverci dire che, se noi oggi ci accendiamo per ideali morali,

questi ultimi susciteranno vita, suono e luce e diventeranno fonte di creazione universale.

Noi suscitiamo dei momenti di creazione universale e la loro fonte è la moralità.

 

Considerando l’uomo intero, troviamo un ponte

fra gli ideali morali e quel che nel mondo fisico agisce vivificando, anche chimicamente.

È il suono ad agire chimicamente,

a collegare fra di loro le sostanze e a separarle l’una dall’altra con procedimenti di analisi.

La luce nel mondo ha la sua sorgente negli stimoli morali,

negli organismi del calore degli uomini.

 

Guardiamo nel futuro, lì si formano raffigurazioni universali.

• Come per la pianta dobbiamo ritornare al seme,

• così per i mondi futuri che si verranno a configurare

dovremo ritornare ai germi presenti in noi stessi come ideali morali.

 

• Consideriamo adesso le idee teoriche in contrapposizione agli ideali morali.

Le cose stanno in modo del tutto diverso con le idee teoriche, per importanti che esse siano.

Nel caso di idee teoriche dobbiamo infatti segnalare una diminuzione di attività,

un raffreddamento dell’organismo del calore.

Quindi dobbiamo dire: le idee teoriche agiscono raffreddando l’organismo del calore.

 

Così si ha un’azione differente sull’organizzazione umana.

Idee morali o orientate secondo princìpi di morale religiosa,

quelle che ci fanno entusiasmare e diventano impulsi per le nostre azioni,

agiscono in questo modo creando il mondo.

 

Idee teoriche agiscono innanzi tutto diminuendo l’attività, raffreddando l’organismo del calore.

Agendo in modo da raffreddare l’organismo del calore,

paralizzano l’organismo aeriforme e paralizzano la sorgente di luce, la nascita della luce.

• Inoltre agiscono soffocando il suono universale e spegnendo la vita.

 

Quel che è stato creato nel mondo prima di noi trova una fine nelle nostre idee teoriche.

Quando afferriamo delle idee teoriche, in esse si spegne un universo.

Portiamo in noi la morte di un universo e l’inizio di un universo.

 

 

Qui è anche il punto in cui chi è iniziato nei misteri del mondo non può parlare, così come oggi fanno molti,

della costanza dell’energia o della costanza della materia.

 

Non è vero che la materia rimane costante.

La materia svanisce fino al nulla.

L’energia svanisce fino al nulla nel nostro stesso organismo quando pensiamo in modo teorico.

D’altra parte non saremmo uomini

• se non pensassimo teoricamente, • se l’universo non morisse di continuo entro di noi.

Grazie alla morte dell’universo, in realtà, siamo uomini autocoscienti, in grado di arrivare a pensieri sull’universo.

 

Però nel momento in cui l’universo « si pensa » entro di noi è già cadavere.

Il pensiero sull’universo è il cadavere dell’universo.

Solo come cadavere l’universo ci diventa cosciente e ci fa uomini.

Quindi in noi muore un mondo passato fino alla materia, fino all’energia.

Solo perché subito nasce un nuovo mondo

non ci accorgiamo che la materia sparisce e nasce di nuovo.

 

Nell’uomo la materialità giunge al suo termine con i pensieri teorici;

la materialità e l’energia universali vengono richiamate a nuova vita dai suoi pensieri morali.

Quanto accade entro la pelle dell’uomo s’inserisce in questo modo nello scomparire e nascere di mondi.

Così si articolano insieme moralità e natura.

La natura sparisce nell’uomo; nella moralità sorge una nuova natura.

 

Non volendo guardare queste cose si è trovata l’idea della costanza dell’energia e della materia. Se l’energia fosse costante, se la materia fosse costante non ci sarebbe un ordinamento morale del mondo. Oggi lo si vuole nascondere, e l’odierna visione del mondo ha ogni motivo per nasconderlo, perché in realtà dovrebbe cancellare l’ordinamento morale del mondo, così come succede quando si parla della legge della costanza della materia e dell’energia. Se la materia in qualche modo si mantiene, se l’energia in qualche modo si mantiene, l’ordinamento morale del mondo non è altro che una illusione, una chimera.

 

• Si arriva a comprendere tutto il cammino dell’universo

solo se si vede come sorgano nuovi mondi partendo da questa « chimera »

(e tale è a tutta prima, vivendo nel pensiero) dell’ordinamento morale del mondo.

• Sono tutte cose a cui non si arriva considerando solo le componenti solide dell’organizzazione umana;

vi si arriva attraverso l’organismo liquido e l’organismo aeriforme, procedendo fino all’organismo del calore.

• Si comprenderà il rapporto dell’uomo col mondo solo seguendo in certo modo il fisico fino a quell’assottigliamento,

fino a quella diluizione in cui la vita dell’anima può inserirsi direttamente nel fisico diluito, come nel caso del calore.

• Così si troverà il rapporto tra il corporeo e l’animico.

 

Possono venir scritti ancora tanti manuali di psicologia: se prendono le mosse dalle considerazioni dell’anatomia e della fisiologia odierne, con corpi pensati solidi o solido-liquidi o molli-sodi non si potrà trovare alcun passaggio per la vita dell’anima, vita che non si manifesta affatto animicamente. Seguendo invece il corporeo fino al calore si potrà gettare un ponte tra il calore che esiste nei corpi e le azioni esercitate dall’anima sul calore del proprio organismo umano.

 

Il calore è nei corpi esterni, il calore è all’interno dell’organismo umano:

essendo organizzato nell’uomo, l’anima, l’animico-spirituale può intervenire nell’organismo del calore.

Attraverso il calore intervengono tutte le nostre esperienze morali interiori.

 

Naturalmente col termine moralità non intendo quella che s’immaginano i filistei, ma intendo l’insieme di tutta la moralità, quindi ad esempio anche gli impulsi che ci vengono suscitati da una considerazione della magnificenza del cosmo, quando ci diciamo: siamo nati dal cosmo, siamo responsabili di quel che succede nel mondo quando ci facciamo entusiasmare dalla prospettiva di agire sul futuro in base alle conoscenze della scienza dello spirito.

 

• Considerando la stessa scienza dello spirito come una fonte di moralità,

possiamo entusiasmarci al massimo per quel che è morale:

allora un entusiasmo di tal genere, agendo in base a una conoscenza scientifico-spirituale,

diventerà al tempo stesso una sorgente della moralità intesa nel senso più alto.

• Quel che di solito si definisce morale è solo una sottosezione della moralità in generale.

 

Tutte le idee che ci facciamo sul mondo esterno, sugli ordinamenti del mondo naturale sono idee teoriche. Per quanto fortemente in modo matematico-meccanico possiamo rappresentarci una macchina, per quanto fortemente in modo matematico-meccanico possiamo rappresentarci l’universo nel senso del sistema copernicano, tutte le idee teoriche che ne deriviamo sono in noi stessi forze di morte, sono quel cadavere di tutto l’universo che esiste in noi come pensiero, come rappresentazione.

 

Queste cose permettono di comprendere sempre di più la totalità del mondo. Non ci sono due ordinamenti l’uno accanto all’altro, un ordinamento naturale e un ordinamento morale, ma si tratta di una cosa sola. L’uomo dell’età contemporanea ha bisogno di queste conoscenze, altrimenti si dirà sempre: che cosa faccio con i miei impulsi morali in un mondo che ha soltanto un ordinamento naturale? Il problema che pesava terribilmente sugli animi del secolo diciannovesimo e dell’inizio del ventesimo suonava così: come si può pensare un passaggio dalla natura alla moralità e dalla moralità alla natura? Null’altro potrà contribuire alla soluzione di questo problema fatale se non la comprensione scientifico-spirituale della natura da un lato e dello spirito dall’altro.