Il passaggio del mondo dei pensieri dalle Exusiai alle Archai

O.O. 222 – Azioni e impulsi delle potenze spirituali – 16.03.1923


 

Sommario: Il governo delle forze di pensiero cosmiche spettante alla gerarchia delle Exusiai nell’epoca greca. Il passaggio di tale governo alle Archai nel quarto secolo dopo Cristo come causa del mutamento della coscienza nell’umanità.

 

Che i pensieri siano stipati solo nella testa

è un pregiudizio caratteristico dell’umanità sedicente illuminata del nostro tempo.

Non otterremmo alcuna esperienza delle cose per mezzo dei pensieri,

se questi pensieri fossero solo nella testa degli uomini.

Chi crede che i pensieri risiedano soltanto nella testa degli uomini

è vittima, per paradossale che possa sembrare, dello stesso pregiudizio

di chi fosse convinto che il sorso d’acqua con cui spegne la sete

gli sia sgorgato sulla lingua, anziché essergli fluito nella bocca dal bicchiere.

 

Sostenere che i pensieri nascono nella testa dell’uomo

è in fin dei conti altrettanto ridicolo quanto lo sarebbe se io

– mentre placo la sete bevendo l’acqua che è contenuta nel mio bicchiere –

dicessi che l’acqua mi è sgorgata direttamente in bocca.

Infatti, quel che è assolutamente certo è che i pensieri sono disseminati nel mondo.

Sono le forze agenti nelle cose.

 

E il nostro organo del pensiero altro non fa, per l’appunto,

che attingere dal serbatoio cosmico delle forze di pensiero, altro non fa che incamerare i pensieri.

Non dobbiamo, dunque, parlare dei pensieri

come se fossero qualcosa che appartiene solamente all’uomo.

Dobbiamo parlarne con la consapevolezza che essi sono

le forze universalmente dominanti, sparse per ogni dove nel cosmo.

 

Non per questo, tuttavia, i pensieri circolano movendosi liberamente in volo,

poiché sono sempre portati, manovrati da una qualche entità.

E, quel che più conta, le entità che li portano non sono sempre le stesse, non sono sempre le medesime entità.

 

• Volgendoci al mondo soprasensibile, scopriamo, con l’investigazione soprasensibile,

che i pensieri attraverso i quali gli uomini si rendono comprensibile il mondo

venivano portati fuori nel cosmo – potrei anche dire che vi erano emanati:

i termini terreni sono inadeguati a esprimere processi e realtà di tanta elevatezza -,

scopriamo dunque che questi pensieri erano portati, erano emanati (fin nel quarto secolo dopo Cristo)

dagli esseri di quelle gerarchie che noi indichiamo col nome di Exusiai, o Esseri della forma .

 

Quando un antico greco, basandosi sulla scienza dei suoi misteri, voleva spiegarsi donde in realtà gli venissero i pensieri che aveva, era inevitabile che dicesse così a se stesso:

▸ “Io levo il mio sguardo spirituale a quegli esseri che mi vengono rivelati dalla scienza dei misteri quali Esseri della forma, quali Esseri ovvero Forze della forma. Ecco, sono questi i portatori dell’intelligenza cosmica, sono questi i portatori dei pensieri cosmici. Essi fanno fluire i pensieri attraverso gli eventi del cosmo, e questi pensieri umani li consegnano all’anima, che se li rende presenti nell’esperienza vissuta.”

 

In quegli antichi tempi della vita greca, chi mai si fosse familiarizzato con il mondo soprasensibile in virtù di una speciale iniziazione, e avesse ottenuto di conoscere gli Esseri della forma per propria esperienza, nel contemplarli non avrebbe potuto evitare, per farsene la giusta immagine, l’idonea immaginazione, di associare loro a mo’ di attributo i pensieri luminosamente circolanti nel cosmo.

L’antico greco poteva vedere questi Esseri della forma emettere, quasi come dalle proprie membra, luminose forze di pensiero, che s’inserivano poi nei processi cosmici e seguitavano ad agirvi quali potenze intellettive universalmente creatrici.

Egli diceva più o meno così:▸ “Nell’universo, nel cosmo, sono le Forze della forma, le Exusiai, quelle che hanno l’incarico di effondere i pensieri fra i processi cosmici.”

 

E, come la scienza sensibile descrive l’agire degli uomini,

annotando le tali o tal altre cose ch’essi fanno da soli o insieme,

così una scienza soprasensibile, ove prenda in esame l’attività delle Forze della forma nell’epoca di cui si è detto,

dovrebbe descrivere come questi esseri soprasensibili

si rilascino l’un l’altro le forze di pensiero, come l’uno dall’altro le ricevano,

e come in un simile rilasciare e ricevere siano incorporati quei processi cosmici

che poi, esteriormente, si presentano all’uomo come fenomeni naturali.

 

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A un certo punto nell’evoluzione dell’umanità si è giunti al quarto secolo dopo Cristo.

E, per il mondo soprasensibile, questo ha comportato il fatto straordinariamente importante

per cui le Exusiai – le Forze, le Entità della forma – hanno rimesso le proprie forze di pensiero alle Archai,

ovvero alle forze primordiali o princìpi primordiali.

 

In quel tempo, i princìpi primordiali, le Archai, subentrarono nell’incarico che prima era stato esercitato dalle Exusiai. Fatti di questo genere sono caratteristici del mondo soprasensibile. Fu un evento cosmico della massima rilevanza.

 

Le Exusiai, gli Esseri della forma, si riservarono da allora in poi

esclusivamente il compito di regolare le percezioni sensibili esteriori,

e dunque di dominare con specifiche forze cosmiche tutto ciò che esiste al mondo in fatto di colori, di suoni e così via.

 

In rapporto all’epoca sorta dopo il quarto secolo, chi penetra con lo sguardo in queste cose dovrà dire perciò

di vedere come i pensieri universalmente dominanti vengano rimessi alle Archai, ai princìpi primordiali,

e come ciò che gli occhi vedono e gli orecchi odono costituisca, nella molteplicità delle sue formazioni mondane,

nel suo costante processo di metamorfosi, il tessuto che le Exusiai sono intente a tessere,

quelle Exusiai che un tempo avevano procurato agli uomini i pensieri, e che ora procurano loro le sensazioni,

mentre i pensieri, adesso, vengono procurati agli uomini dai princìpi primordiali.

 

Ora, questa vicenda del mondo soprasensibile si rifletteva quaggiù, entro il mondo sensibile,

e con ciò dava origine al fatto che, in tempi come quelli per esempio in cui erano vissuti gli antichi greci,

i pensieri venissero percepiti nelle cose in modo oggettivo.

Come noi, oggi, crediamo di percepire il rosso o il blu nelle cose stesse,

così il greco giudicava che un pensiero non venisse semplicemente concepito dalla sua testa,

ma gli pervenisse irradiandosi dalle cose, precisamente nel modo in cui si irradiano il rosso o il blu.

 

Nel mio libro Gli enigmi della filosofia io ho descritto in effetti ciò in cui consiste quest’altro lato, il lato umano direi, della vicenda. Negli Enigmi della filosofia troverete sicuramente la descrizione di come questo importante processo del mondo soprasensibile si rifletta nel mondo fisico-sensibile. Lì, certo, vengono usati termini filosofici, poiché il linguaggio dei filosofi è un linguaggio adeguato al mondo materiale, mentre invece, quando il discorso è basato sul punto d’osservazione interno al mondo soprasensibile, occorre parlare anche dei fatti soprasensibili, nel nostro caso del fatto che l’incarico delle Exusiai è passato alle Archai.

 

Fatti come questo si preparano in seno all’umanità nel corso di intere epoche.

Sono associati a cambiamenti di fondo dell’anima umana.

 

Ho detto che questo fatto soprasensibile si è compiuto nel quarto secolo dopo Cristo, benché si tratti in verità di una datazione soltanto approssimativa; infatti, il quarto secolo è solo un momento centrale, per così dire, mentre il passaggio di consegne si è svolto appunto in un lungo arco di tempo. Si era già preparato prima dell’era cristiana, e solo fra il dodicesimo e il quattordicesimo secolo dopo Cristo poteva dirsi concluso. Abbiamo indicato il quarto secolo, che definisce in certo senso il momento centrale, per avere un punto di riferimento preciso nel divenire storico dell’umanità.

 

Ora, ci troviamo con ciò al tempo stesso in quel momento dell’evoluzione dell’umanità nel quale lo sguardo sul mondo soprasensibile, per la generalità degli uomini, comincia a offuscarsi del tutto. La coscienza dell’anima cessa di vedere, di percepire soprasensibilmente, in concomitanza con il votarsi dell’anima umana al mondo. Questo forse si renderà presente alla vostra anima ancor più intensamente se lo chiariremo da un altro lato.

In che cosa propriamente consiste, infatti, ciò che voglio imporre così intensamente all’attenzione? Consiste nel fatto che gli uomini sempre più si avvertono nella loro individualità.

 

• Con il passaggio del mondo dei pensieri dagli Esseri della forma ai princìpi primordiali, dalle Exusiai alle Archai,

l’uomo sente maggiormente i pensieri come appartenenti alla sua stessa entità,

poiché le Archai vivono un gradino più vicino a lui delle Exusiai.

• E, se l’uomo comincia a vedere soprasensibilmente, la sensazione che ne trae è la seguente. Dice:

▸ “Ecco, qui dunque c’è il mondo che mi si presenta allo sguardo come mondo sensibile.

Questo (giallo nel disegno) è il lato rivolto ai miei sensi, quest’altro (rosso nel disegno) è il lato ormai nascosto,

quello rivolto dalla parte opposta ai sensi.” .

 

La coscienza ordinaria è completamente all’oscuro della situazione di cui stiamo parlando. Invece, la coscienza soprasensibile ha nettissima questa percezione:

• se l’uomo è qui (si veda lo schema), • allora gli Angeli, gli Arcangeli e le Archai si trovano

fra l’uomo e le impressioni dei sensi, sono effettivamente di qua dal mondo sensibile.

• Non li si vede certamente con gli occhi ordinari, ma in realtà si trovano fra l’uomo e tutta quanta la coltre del senso.

• Mentre le Exusiai, le Dynameis, le Kyriotetes si trovano effettivamente solo al di là; sono celate dalla coltre dei sensi.

 

L’uomo che ha una coscienza soprasensibile, quindi, avverte che i pensieri, una volta passati alle Archai, gli si fanno come più vicini. Sente come se fossero più all’interno del suo mondo, adesso, mentre prima avevano sede dietro i colori, dietro il rosso o il blu, che sono insiti nelle cose, e gli pervenivano in certo qual modo attraverso il rosso o il blu, o anche attraverso il suono del do diesis, o del sol. Da quel passaggio in poi, l’uomo sente di avere una più libera corrispondenza col mondo dei pensieri. Ma proprio di qui nasce anche l’illusione che sia egli stesso a produrli.

 

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Anche l’uomo, d’altra parte, solo evolvendosi nel corso del tempo è giunto a portare in certo modo al proprio interno ciò che prima gli si presentava come mondo oggettivo esteriore. Soltanto a poco a poco si è arrivati a questo nell’evoluzione dell’umanità.