Il periodo del kamaloka; deposizione del corpo astrale.

O.O. 108 – Risposte a enigmi della vita – 02.12.1908


 

…… Dopo la deposizione del corpo eterico,

inizia per l’uomo il tempo, lo stato del kamaloka.

 

Per farvi un’idea chiara di questo stato, dovete tenere presente

che l’essere umano, dopo avere lasciato dietro di sé i corpi fisico ed eterico,

conserva ancora due delle sue quattro parti costitutive, il corpo astrale e l’io.

E a questo punto si pone per noi una domanda:

capire le condizioni cui andrà incontro il corpo astrale, insieme al quale l’io sta entrando nel kamaloka.

 

Il corpo astrale è il portatore di gioie e dolori, di piaceri e di brame,

che non cessano, perciò, con la deposizione del corpo fisico;

solo la possibilità di soddisfarli cessa, dato che non è più disponibile

quello che è lo strumento per il soddisfacimento delle brame, cioè il corpo fisico.

• Non cessa di esistere tutto ciò che l’uomo è stato come entità senziente entro il corpo fisico.

• L’essere umano conserva tutto ciò nel suo corpo astrale.

 

Consideriamo quello che è un desiderio normale, ad esempio la voglia di un cibo gustoso. Questa voglia risiede nel corpo astrale, non nel corpo fisico, ed è per questo che resta, che non viene deposta con il corpo fisico, il quale non è stato che lo strumento con cui questa voglia poteva essere soddisfatta. Prendiamo ad esempio un coltello; si ha un coltello perché se ne ha bisogno per tagliare, è lo strumento per tale operazione, e se si mette da parte il coltello, non per questo si perde la capacità di tagliare.

 

Con la morte si depone solo lo strumento del piacere.

Per questo motivo l’uomo viene dapprima a trovarsi in uno stato

in cui sono presenti tutte le sue brame, che ora deve superare –

sarebbe meglio dire che l’uomo deve prima imparare a superarle.

• Il tempo in cui questo superamento avviene, è il periodo del kamaloka.

È un periodo di prova,

un tempo molto positivo ed importante per l’ulteriore evoluzione dell’essere umano.

 

Immaginate di avere sete e di trovarvi in un luogo in cui non c’è acqua e, naturalmente, nemmeno birra o vino, dove le bevande proprio non esistono. Voi, di conseguenza, soffrite una sete ardente che non può essere placata. Similmente, è una sorta di sete quella che l’uomo soffre quando non ha più l’unico strumento capace di soddisfare i suoi ardenti desideri.

 

Il kamaloka è per l’essere umano un periodo di disassuefazione,

perché per potere accedere al mondo spirituale, egli deve necessariamente spogliarsi delle proprie brame.

 

La permanenza nel kamaloka può essere relativamente lunga o relativamente breve, a seconda del tempo necessario alla disassuefazione dalle brame. Importante è al riguardo come l’individualità si sia abituata già nella vita a disciplinare i propri desideri, e come nella vita abbia imparato sia a godere che a rinunciare. Vi sono, però, piaceri e desideri di natura inferiore e di natura superiore.

 

I piaceri e i desideri

per la soddisfazione dei quali il corpo fisico non è lo strumento giusto,

noi li definiamo superiori, e sono quelli che non rientrano

tra i desideri e i piaceri che l’uomo deve rigettare da sé dopo la morte.

L’uomo resta nella vita astrale del periodo del kamaloka

solo finché ha ancora in sé qualcosa che lo attrae verso l’esistenza fisica.

• Dopo il periodo di disassuefazione, quando nulla lo attira più verso il basso,

egli è divenuto capace di vivere nel mondo spirituale, e allora dall’uomo esce un terzo cadavere.

La permanenza dell’uomo nel kamaloka dura circa un terzo della vita trascorsa.

 

Si tratta, perciò, di vedere a che età l’individuo muore, ossia quanto tempo è vissuto nel corpo fisico. Tuttavia, il periodo del kamaloka non è affatto sempre orripilante o sgradevole; esso conduce in ogni caso ad acquisire una maggiore indipendenza dalle brame fisiche.

Più l’individuo si è reso indipendente già nella vita, acquisendo interesse per l’osservazione di cose spirituali, più sarà lieve per lui lo scorrere del tempo nel kamaloka. Il periodo di tempo che l’uomo trascorre nel kamaloka lo rende più libero, ed egli, perciò, ne sarà grato.

 

Il senso di privazione che si prova nella vita fisica, si trasforma in beatitudine nel periodo del kamaloka.

Si determinano, dunque, i sentimenti opposti,

perché nel kamaloka si trasforma in godimento tutto ciò cui nella vita si è rinunciato volentieri.

 

Quando poi, come già rilevato, esce dall’uomo il terzo cadavere, svanisce con esso, cioè con il corpo astrale,

tutto ciò che in seguito, nel mondo spirituale, all’uomo non potrà servire.

 

• Il chiaroveggente è in grado di vedere questi cadaveri astrali, i quali per dissolversi impiegano venti, trenta, quarant’anni. Essendo questi cadaveri astrali costantemente presenti, accade talora che attraversino i corpi dei viventi, dunque i nostri corpi, specie durante la notte, quando nel sonno i nostri corpi astrali sono separati dai corpi fisici. Certi influssi nocivi che l’uomo può recepire sono da attribuirsi a questi cadaveri astrali.

 

Come dopo l’uscita del cadavere eterico ne resta all’uomo un estratto, una certa essenza per tutta l’eternità,

così anche dopo l’uscita del cadavere astrale gli rimane per tutta l’eternità una certa essenza

quale frutto dell’ultima incarnazione.