Il più grande ideale di Arimane

O.O. 205 – Il divenire dell’uomo, l’anima e lo spirito del mondo – I – 28.06.1921


 

È il più grande ideale di Arimane:

annientare l’uomo nella sua individualità, renderlo impersonale,

rinchiudere le forze pensanti che egli possiede nella rete delle forze terrestri

e fare finalmente della Terra un grande cadavere.

Questo sarà tutto impregnato delle forze che l’uomo ha inoculato nella Terra attraverso l’esercizio della logica.

 

La Terra sarà come una grande tela di ragno,

nella quale i 70 elementi della chimica moderna saranno totalmente polverizzati,

e i pensieri umani vi saranno invischiati come in gigantesche ragnatele

assumenti le volute dei loro filamenti e del loro infeltrimento,

sul modello esatto del pensiero astratto.

 

Tale è l’ideale che Arimane vorrebbe raggiungere:

distruggere nell’uomo ciò che è individuale,

al fine di trasformare la Terra a partire dal pensiero umano

e farne un tessuto di enormi ragnatele di pensieri, di ragnatele reali.

 

Questo lo scopo di Arimane,

al quale bisogna che l’umanità sfugga compenetrandosi interamente delle parole:

«Non io, ma il Cristo in me», così che l’Io autentico divenga vivente in lui:

l’Io immortale capace di afferrare quest’altra parola:

«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»

— la saggezza non perirà, perché è una realtà,

perché include la realtà grazie alla quale,

una volta che la Terra sarà divenuta un cadavere,

la natura intera dell’essere umano si trasmetterà ad una nuova esistenza.

 

L’Apocalisse vi allude parlando della «Nuova Gerusalemme».

Ma bisogna che queste cose siano nuovamente comprese.

Ciò che più si oppone a loro, sono le teorie come quelle di Einstein:

tutta questa terribile sete di astrazione che invade il mondo.

 

Tutto questo non può che favorire sempre più l’inclinazione alla decadenza.

L’uomo può trovare la propria salvezza solo utilizzando le forze di rinnovamento,

le vere forze spirituali del suo corpo, della sua anima e del suo spirito.