Il problema del male e la sua trasformazione con l’aiuto del Cristo

O.O. 178 – Il mistero del doppio – 19.11.1917


 

Sommario: Il problema del male e la sua trasformazione con l’aiuto del Cristo. La libertà dell’uomo nei confronti del mondo spirituale. L’Irlanda e la cristianizzazione dell’Europa. Il doppio e la libertà.

 

Ho in generale definito come compito per l’umanità del quinto periodo

quello di confrontarsi con il male quale impulso nell’evoluzione del mondo.

Abbiamo ripetutamente parlato di che cosa significhi.

• L’unica possibilità è che gli uomini del quinto periodo con la loro fatica conquistino per l’umanità le forze

che, operando nel luogo sbagliato, appaiono come male,

così che con tali forze del male possa avere inizio qualcosa di proficuo per il futuro di tutta l’evoluzione.

 

Il compito di questo quinto periodo di civiltà è perciò particolarmente difficile.

L’umanità si troverà di fronte a innumerevoli tentazioni,

e man mano che scendono in campo le potenze malvagie,

l’uomo sarà naturalmente molto più disposto ad abbandonarsi al male in tutti i campi piuttosto che lottare

affinché ciò che gli appare come male sia posto al servizio della giusta evoluzione del mondo.

 

D’altra parte proprio questo deve accadere: il male deve essere posto fino ad un certo grado al servizio del bene.

Altrimenti non potremo entrare nel sesto periodo postatlantico, che avrà poi un compito del tutto diverso:

quello di fare in modo che l’umanità, benché ancora legata alla Terra,

viva in una continua visione del mondo spirituale, entro impulsi spirituali.

Proprio in relazione al compito del quinto periodo nei confronti del male,

può verificarsi un certo oscuramento della personalità.

 

Sappiamo che dal 1879 gli Spiriti delle tenebre più vicini all’uomo, che appartengono al regno degli Angeli, sono passati in quello degli uomini perché sono stati cacciati dal mondo spirituale nel regno umano, ed ora sono presenti dentro gli impulsi umani, attraverso i quali agiscono.

Proprio perché esseri così vicini all’uomo agiscono in lui in modo invisibile, tenendolo lontano dalla possibilità di riconoscere con la ragione l’elemento spirituale (cui è collegato il compito del quinto periodo) attraverso le forze del male presenti in lui, proprio a causa di tutto ciò vi saranno nel quinto periodo postatlantico tante possibilità di cadere negli errori più oscuri.

 

• In un certo senso l’uomo deve acconsentire in questo periodo di civiltà

a comprendere con la ragione l’elemento spirituale.

E già divenuto manifesto: dopo che nel 1879 gli Spiriti delle tenebre furono sconfitti,

dal mondo spirituale potrà scorrere sempre di più sapienza spirituale.

Solo rimanendo su nei regni dello spirito, gli Spiriti delle tenebre avrebbero potuto ostacolare quel flusso spirituale

che d’ora in avanti non riusciranno più ad impedire; possono però creare disordine, possono offuscare le anime.

 

E di quali occasioni si serviranno per farlo l’abbiamo già in parte descritto.

Abbiamo anche accennato alle misure adottate per impedire agli uomini di sperimentare la vita spirituale.

Tutto questo non può essere motivo di angoscia, deve anzi rinvigorire le forze e le energie dell’anima rivolte allo spirito.

 

• Se nel quinto periodo postatlantico l’uomo riuscirà a trasformare in senso positivo le forze del male,

raggiungerà nello stesso tempo qualcosa di immenso,

e questo periodo di civiltà sarà per tutta l’evoluzione più grandioso degli altri periodi dell’epoca postatlantica,

anzi di qualunque epoca precedente.

• Nel quarto periodo ad esempio apparve il Cristo nel mistero del Golgota,

• ma solo il quinto periodo è in grado di comprenderlo con l’umana ragione.

 

Nel quarto periodo gli uomini sapevano di trovare nell’impulso del Cristo

qualcosa che avrebbe condotto le loro anime oltre la morte;

questo era già divenuto sufficientemente chiaro attraverso il cristianesimo paolino.

• Ma ancor più significativo per l’evoluzione sarà il quinto periodo,

in cui le anime sapranno che nel Cristo hanno un aiuto per trasformare le forze del male in bene.

 

A questa caratteristica del quinto periodo è legato qualcosa che ogni giorno va scritto nuovamente nell’anima,

qualcosa che non va dimenticato, anche se forte è la tendenza ad ignorarlo,

e cioè che l’uomo del nostro tempo deve essere un lottatore per lo spirito;

egli deve sperimentare che le sue forze si indeboliscono se non le domina continuamente,

utilizzandole per la conquista del mondo spirituale.

 

Nel quinto periodo postatlantico l’essere umano deve poggiare in massima misura sulla sua libertà!

Questo va portato a compimento.

In un certo senso bisogna verificare di continuo

che tutto quanto riguarda l’uomo del quinto periodo sia fondato sulla libertà.

Se le forze umane si indeboliscono, tutto potrebbe volgersi al peggio.

In quest’epoca l’uomo non è più nella condizione di essere guidato come un bambino.

 

Vi sono confraternite per le quali l’ideale è condurre gli uomini come bambini, come ancora avveniva nel terzo o nel quarto periodo; la loro azione è profondamente scorretta, perché non fanno nulla di ciò che deve compiersi per l’evoluzione dell’umanità.

 

In quest’epoca, chi parla del mondo spirituale deve costantemente ricordare

che il mondo spirituale va presentato agli uomini

in modo che lo accettino o lo rifiutino sulla base della loro libertà.

Per questo nel quinto periodo determinate cose vanno solo dette,

ma dirle è ora importante come altre cose lo furono in epoche diverse.

Vorrei darne un esempio.

 

In questo nostro tempo sono fondamentali le comunicazioni sulla verità,

si potrebbe addirittura dire, le conferenze sulla verità; poi ognuno si regola sulla base della propria libertà.

Non si dovrebbe andare oltre la conferenza, la comunicazione della verità:

il resto dovrebbe seguire per libera decisione, come si seguono le decisioni prese partendo dagli impulsi del piano fisico.

Questo si riferisce anche alle cose dirette e guidate solo dal mondo spirituale.

 

Lo comprenderemo meglio entrando nel dettaglio.

Nel quarto periodo postatlantico la situazione era ancora tale che altre cose andavano prese in considerazione oltre la pura lettera, oltre la sola comunicazione.

Osserviamo un caso ben preciso: quella che oggi chiamiamo Irlanda ha caratteristiche molto peculiari che la distinguono dal resto del pianeta. Ogni regione della Terra si differenzia dalle altre per determinati aspetti, in questo non vi è dunque nulla di speciale; intendo solo mettere in evidenza la differenza relativamente forte che emerge dal confronto fra l’Irlanda e altre zone geografiche.

 

Nell’evoluzione della Terra è possibile (come ho indicato nella Scienza occulta) risalire ai vari influssi ed eventi la cui realtà può essere tratta dal mondo spirituale. Risalendo fino a quella che chiamiamo epoca lemurica e a quel che è avvenuto da quel tempo in poi, conosciamo lo svolgersi degli avvenimenti, l’evoluzione delle cose. Ho ricordato ieri come la Terra, nella sua globalità, vada considerata un organismo che nelle differenti regioni irradia influssi diversi sugli abitanti. Tale irraggiamento ha una particolarissima influenza sul doppio di cui ieri ho parlato nella conclusione della conferenza.

 

In tempi antichi, le popolazioni che conoscevano l’Irlanda espressero le sue peculiari caratteristiche sotto forma di fiabe e leggende. Una leggenda esoterica descriveva la natura dell’Irlanda nell’organismo terrestre, narrando come un giorno l’umanità, sedotta da Lucifero, venisse scacciata dal Paradiso: da allora fu dispersa in tutto il resto del mondo che esisteva già nel momento in cui l’uomo venne esiliato. Vi fu dunque una distinzione, così continua la leggenda, fra il Paradiso con Lucifero e il resto della Terra dove l’umanità era stata ricacciata.

 

Ma l’Irlanda non fa parte in identica maniera del resto della Terra

perché prima che Lucifero entrasse nel Paradiso,

sulla Terra prese forma una copia del Paradiso e divenne l’Irlanda.

 

Comprendiamolo bene: l’Irlanda è dunque quel lembo di terra in cui Lucifero non ha parte alcuna,

che non ha con lui alcun rapporto.

Quel che venne staccato dal Paradiso perché fosse possibile ricrearne un’immagine sulla Terra,

avrebbe ostacolato l’ingresso di Lucifero nel Paradiso.

Secondo la leggenda dunque, l’Irlanda era quella parte che si separò dal Paradiso

e che, se non si fosse staccata, avrebbe impedito a Lucifero di entrarvi.

Solo quando l’Irlanda si separò dal Paradiso, Lucifero potè farvi il suo ingresso.

 

La leggenda esoterica, che ho riassunto in modo molto incompleto, era di grande bellezza.

Lungo i secoli servì a molti per comprendere quale compito speciale spettasse all’Irlanda.

 

Nel primo dei miei misteri drammatici si trova quel che abbiamo spesso descritto, come cioè la cristianizzazione dell’Europa sia partita dai monaci irlandesi. Quando San Patrizio portò il cristianesimo in Irlanda, in quel luogo si giunse alla più elevata religiosità cristiana. In un’altra versione della leggenda, l’Irlanda venne chiamata “isola dei santi” a causa della devozione religiosa che regnava nei suoi monasteri cristiani, nell’epoca in cui i migliori impulsi per le forze del cristianesimo europeo provenivano dall’Irlanda, che per i Greci era Ierne e per i Romani Ibernia, dagli iniziati irlandesi, pieni d’amore nel cristianesimo.

Questo è legato al fatto che le forze di cui ho parlato,

le forze legate al territorio che salendo dalla terra raggiungono il doppio umano,

sono in quest’isola le migliori in assoluto.

 

Si potrebbe giungere alla conclusione che gli irlandesi siano migliori di tutti gli altri uomini. Nel mondo però le cose non vanno in questo modo. Da una regione si emigra in un’altra, gli emigrati hanno poi dei discendenti, e così via.

L’uomo non è semplicemente il prodotto della zona della Terra in cui è inserito.

Le caratteristiche degli uomini possono essere in contrasto con quanto sale dalla terra.

Quel che si sviluppa realmente nell’essere umano non va ricondotto

alle caratteristiche dell’organismo terrestre in quella particolare regione,

altrimenti si ricadrebbe ancora una volta nel mondo delle illusioni.

Possiamo però affermare che il suolo irlandese è del tutto particolare.

 

Da quanto abbiamo detto fluisce fra gli altri un fattore che può fruttuosamente condurci oggi a idee sociali e politiche;

bisognerebbe tenerne conto.

Quel che ho detto dell’Irlanda è un fattore che va considerato.

Tutti questi elementi andrebbero collegati in una scienza che studi la struttura dei rapporti dell’uomo con la Terra.

Finché questo non avverrà, non vi sarà alcun vero risanamento nel campo delle questioni pubbliche.

Le comunicazioni che provengono dal mondo spirituale dovrebbero fluire nelle decisioni che vengono prese.

 

Per tale motivo ho detto in conferenze pubbliche quanto sia importante che coloro che si occupano della cosa pubblica, gli uomini di stato e così via, ne siano al corrente, perché solo così possono comprendere la realtà. Solo che non lo fanno, finora non l’hanno fatto; tuttavia la necessità esiste.

 

Per rispettare i compiti del quinto periodo postatlantico, oggi è importante parlare, comunicare;

le decisioni vanno prese in base agli impulsi che provengono dal piano fisico.

Così però non era in passato: allora si poteva ancora agire in modo diverso.

 

In un determinato momento del terzo periodo postatlantico, vi fu una confraternita che prese l’iniziativa di inviare in Irlanda un gran numero di colonizzatori dall’Asia minore. Quei coloni abitavano nella stessa zona dell’Asia che più tardi diede i natali al filosofo Talete, di cui ho parlato nel mio libro Gli enigmi della filosofia. Talete era originario di quella regione, anche se nacque più tardi, nel quarto periodo postatlantico. Dal medesimo ambiente, dalla stessa sostanza spirituale in cui più tardi crebbe Talete, provenivano i colonizzatori che in un tempo precedente gli iniziati inviarono in Irlanda. Come mai? Perché quegli iniziati conoscevano la particolarità della terra irlandese, sapevano che cosa significasse la leggenda esoterica di cui ho parlato.

 

Sapevano che l’azione delle forze trasmesse dalla Terra attraverso il suolo irlandese

aveva uno scarso influsso sul senso dell’intellettualità, o dell’egoismo, o sulla capacità di prendere decisioni.

 

Ben lo sapevano gli iniziati che là inviarono i colonizzatori, scegliendoli per le loro particolari disposizioni karmiche che li rendevano adatti ad accogliere proprio gli influssi della terra irlandese.

Tuttora in Irlanda vi sono i discendenti di quelle antiche popolazioni, allora trapiantate dall’Asia Minore;

esse non svilupparono l’intellettualità, né il raziocinio o la capacità decisionale,

al contrario fecero emergere qualità d’anima tutte particolari.

 

A lungo e con cura venne preparata la pacifica diffusione del cristianesimo in Irlanda, il quale poi conobbe uno sviluppo tanto glorioso e da cui si irraggiò la cristianizzazione dell’Europa. La preparazione fu lunga e accurata. I conterranei del futuro Talete avevano inviato persone adatte a diventare quei monaci che avrebbero saputo agire come abbiamo descritto. Fatti del genere avvenivano spesso nei tempi antichi; quando nella storia exoterica riportata da storici incapaci di comprenderla, benché dotati di grande intelligenza (del resto l’intelligenza oggi la si può persino raccattare per strada), vengono narrate antiche colonizzazioni, si deve aver sempre presente che dietro tali avvenimenti risiedeva una saggezza capace di vedere nel profondo;

le colonizzazioni vennero condotte e guidate tenendo conto di quanto doveva verificarsi nel futuro,

e delle caratteristiche dell’evoluzione terrestre in quell’epoca.

Era un modo diverso di portare la saggezza spirituale nel mondo.

 

Chi oggi segue il giusto cammino, non lo potrebbe più fare, non potrebbe più comandare le persone contro la loro volontà per ottenere che si ripartiscano sulla Terra; lo scopo della sua azione sarà invece di dire la verità, in base alla quale le persone potranno orientarsi in piena autonomia.

Vediamo così il reale progresso dal terzo, quarto periodo postatlantico fino al quinto; dobbiamo tenerlo ben presente davanti ai nostri occhi.

 

È necessario sapere come l’impulso della libertà debba compenetrare

tutto ciò che domina il quinto periodo postatlantico.

Infatti proprio alla libertà dell’anima si oppone l’avversario di cui ho detto

che, come suo doppio, accompagna l’uomo da un certo periodo prima della nascita fino alla morte,

e che lo deve lasciare nel momento in cui muore, prima della sua morte.

 

Se si subisce l’influsso che agisce direttamente sul doppio,

vengono alla luce cose d’ogni tipo che possono emergere già nel nostro tempo;

esse però non danno la possibilità di assolverne il compito in modo che, nella lotta con il male,

si compia fino ad un certo grado la trasformazione del male in bene.