Il quinto periodo di civiltà post-atlantica

O.O. 13 – La scienza occulta nelle sue linee generali – (IV)


 

Durante il 4°, il 5° e il 6° secolo dopo Cristo andò preparandosi in Europa un nuovo periodo di civiltà

che iniziò nel secolo quindicesimo e nel quale viviamo ancora attualmente;

esso doveva prendere gradatamente il posto della quarta civiltà, cioè della greco-latina,

e costituire il quinto periodo di civiltà post-atlantica.

 

I popoli che, dopo le più varie peregrinazioni e i destini più diversi, diedero origine a questa civiltà, erano i discendenti di quegli abitanti dell’Atlantide che erano rimasti più degli altri lontani da tutto ciò che era andato nel frattempo svolgendosi durante i quattro precedenti periodi di civiltà. Essi non erano penetrati nelle contrade in cui le diverse civiltà avevano preso radice; d’altra parte, a modo proprio avevano continuato a coltivare i periodi di civiltà atlantici. Parecchi di loro avevano conservato come dono ereditario un alto grado dell’antica chiaroveggenza crepuscolare, di quello stato che abbiamo descritto come intermedio fra veglia e sonno; conoscevano il mondo spirituale per esperienza personale e potevano dare comunicazioni ai loro simili di ciò che si svolge in quel mondo. Venne così a costituirsi un mondo di racconti riguardanti esseri e fatti spirituali.

 

Il tesoro epico e mitico dei popoli deriva in origine da tali esperienze spirituali, perché la chiaroveggenza crepuscolare di molti uomini durò sino ad un’epoca davvero non molto lontana dalla presente. Altri uomini avevano sì perduto la chiaroveggenza, ma le loro capacità di azione nel mondo fisico-sensibile si foggiavano su sensazioni e sentimenti corrispondenti alle esperienze di quella chiaroveggenza. Anche gli oracoli atlantici avevano qui i loro discendenti; ovunque si trovavano i Misteri; questi però coltivavano lo speciale aspetto dell’iniziazione che conduce alla rivelazione della parte del mondo spirituale celata da Arimane. Si rivelavano le potenze spirituali che si trovano dietro le forze della natura. La mitologia dei popoli europei contiene il residuo di ciò che gli iniziati di quei Misteri potevano rivelare agli uomini. Le mitologie possedevano però anche l’altro aspetto dei Misteri, ma in una forma meno perfetta di quella posseduta dai Misteri del mezzogiorno e dell’oriente.

 

Anche in Europa erano note le entità spirituali sovrumane ma i popoli se le raffiguravano in una perenne lotta con i compagni di Lucifero. Il Dio di luce era stato bensì profetizzato, ma non in forma tale da assicurargli la vittoria su Lucifero.

 

Nondimeno anche in questi Misteri risplendeva la figura avvenire del Cristo; veniva annunziato che la sua venuta avrebbe sostituito il regno dell’altro Dio di luce (tutte le leggende del crepuscolo degli dei e simili traevano origine da questa conoscenza dei Misteri dell’Europa).

 

Tali influenze determinarono una scissione animica negli uomini del quinto periodo di civiltà, scissione che dura ancora oggi e che si riflette nei più svariati aspetti della vita.

 

L’anima portò seco dagli antichi tempi una tendenza verso la spiritualità,

ma non abbastanza forte da poter conservare il rapporto fra il mondo spirituale e quello sensibile;

essa lo conservò soltanto come tendenza alla vita affettiva e del sentimento,

non però come visione diretta del mondo soprasensibile.

Invece l’uomo rivolse sempre più il suo sguardo verso il mondo dei sensi e verso la conquista di esso,

e tutte le forze dell’intelletto umano costituitesi durante l’ultimo periodo atlantico,

e che hanno per strumento il cervello fisico, furono adoperate per l’osservazione e il dominio del mondo dei sensi.

 

Due mondi, per così dire, si svilupparono nell’interiorità umana;

• l’uno è volto all’esistenza fisico-sensibile,   • l’altro è ricettivo alle manifestazioni della spiritualità:

la può accogliere col sentimento, ma non può penetrare sino alla visione di essa.

Quando la dottrina del Cristo penetrò in Europa già esisteva la tendenza a questa scissione animica.

Il messaggio del Cristo fu accolto nel cuore degli uomini, ne compenetrò le emozioni e i sentimenti,

ma non potè gettare un ponte che riunisse quell’insegnamento alle scoperte dell’intelletto nel mondo fisico-sensibile.

 

Il contrasto odierno fra scienza esteriore e conoscenza spirituale non è che una conseguenza di tale fatto;

il misticismo cristiano (Eckhart, Tauler, ecc.) è risultato dalla penetrazione del cristianesimo nella vita del sentimento.

La scienza,unicamente diretta verso il mondo dei sensi, ed i suoi risultati nella vita

sono le conseguenze dell’altro aspetto delle disposizioni animiche.

 

Tutte le conquiste raggiunte nel campo della civiltà esteriore materiale

sono da attribuirsi appunto alla separazione delle due tendenze.

Le capacità umane, che hanno per strumento il cervello,

essendosi volte unicamente verso la vita fisica, poterono così raggiungere

quell’alto grado di perfezione che rese possibile la scienza e la tecnica moderne.

 

Tale civiltà materiale poteva prendere origine soltanto dai popoli europei perché, fra i discendenti degli antenati atlantici, essi sono quelli che trasformarono in facoltà la loro tendenza verso il mondo fisico-sensibile soltanto quando questa ebbe raggiunto una determinata maturità. Fino allora la conservarono latente, vivendo dei residui dell’antica chiaro-veggenza atlantica e delle comunicazioni dei loro iniziati. Mentre esteriormente la cultura spirituale era aperta soltanto a queste influenze, maturava lentamente la tendenza alla conquista materiale del mondo.

 

Ai tempi nostri però già si annunzia l’alba del sesto periodo di civiltà post-atlantica,

perché ciò che deve nascere in un determinato periodo dell’evoluzione umana

comincia a maturare lentamente fin da quello precedente.

Fin da ora può iniziarsi la ricerca dei fili che collegano nell’anima umana le due tendenze:

la civiltà materiale e la vita nel mondo spirituale.

 

Per raggiungere tale scopo è necessario che siano comprese le esperienze della visione spirituale,

e che nelle osservazioni e nelle esperienze del mondo sensibile vengano riconosciute le manifestazioni dello spirito.

Il sesto periodo di civiltà porterà a completo sviluppo l’armonia fra queste due direzioni.