Il quinto periodo di civiltà

La scienza occulta nelle sue linee generali – (VI)


 

La sua caratteristica essenziale

è il progresso dell’evoluzione delle capacità intellettuali che si svilupparono in alto grado

e che, attraverso il presente, ancor più si svilupperanno nell’avvenire.

Tutto ciò andò preparandosi lentamente fin dai secoli dodicesimo e tredicesimo

e se ne accelerò sempre più il progresso dal secolo sedicesimo fino all’epoca attuale.

 

Sotto l’impulso di tali influenze, l’evoluzione del quinto periodo fu in special modo dedicata allo sviluppo delle forze dell’intelletto, mentre invece l’antica conoscenza basata sulla fede e la sapienza trasmessa per via di tradizione, andò gradatamente perdendo della sua forza sull’anima umana. D’altra parte, anche in questo periodo si sviluppò quello che può venir chiamato un sempre più forte fluire nelle anime umane delle conoscenze, dovute alla moderna coscienza soprasensibile.

 

Il « sapere occulto », anche se inavvertito all’inizio, fluisce nel modo di pensare degli uomini di questo periodo. Come è naturale fino ad oggi, le forze intellettuali si sono mantenute contrarie a quelle conoscenze, ma ciò che deve accadere, accadrà, malgrado tutte le momentanee opposizioni.

 

La « sapienza occulta », che esercita in tal modo la sua azione sull’umanità, e sempre maggiormente l’eserciterà, si può chiamare simbolicamente la conoscenza del « Graal ».

 

Chi impara a penetrare la profonda essenza di questo simbolo, quale viene narrato nel racconto e nella leggenda, si accorge che esso rappresenta in modo significativo la natura di ciò che abbiamo chiamato la conoscenza della nuova iniziazione, con il mistero del Cristo al centro. Gli iniziati moderni possono essere perciò chiamati « iniziati del Graal ».

 

La via verso i mondi soprasensibili di cui abbiamo descritto in questo libro i primi gradini, conduce alla « scienza del Graal ». Tale conoscenza ha la peculiarità che i fatti a cui allude possono essere investigati soltanto dopo l’acquisto dei mezzi necessari, quali sono indicati in questo libro. Quando però i fatti sono stati investigati, essi possono essere compresi appunto per mezzo delle forze animiche sviluppatesi nel quinto periodo; diventerà anzi sempre più evidente che tali forze troveranno sempre maggiore soddisfazione in quelle conoscenze.

 

Nei tempi in cui ora viviamo quelle conoscenze devono essere accolte nella coscienza generale più largamente di quanto non lo fossero nel passato; da tale punto di vista sono stati comunicati gli insegnamenti contenuti in questo libro.

 

Nella misura in cui l’evoluzione della umanità assimilerà le conoscenze del Graal, l’impulso dato dall’evento del Cristo acquisterà maggior significato; alla parte esteriore dell’evoluzione cristiana andrà sempre più associandosi quella interiore. Tutto ciò che può essere conosciuto intorno ai mondi superiori, nei riguardi del mistero del Cristo, a mezzo di immaginazione, ispirazione e intuizione, penetrerà sempre meglio nella vita intellettiva, di sentimento e volitiva dell’uomo. La « sapienza occulta del Graal » diverrà manifesta, e come forza interiore compenetrerà sempre più le manifestazioni della vita umana.

 

Durante il quinto periodo le conoscenze riguardanti i mondi soprasensibili fluiranno nella coscienza umana, e quando si inizierà il sesto, l’umanità avrà riacquistato su di un gradino più elevato ciò che possedeva ancora in un’epoca anteriore come chiaroveggenza crepuscolare. Questo nuovo acquisto avrà forma però del tutto diversa dall’antica.

 

Ciò che dei mondi superiori l’anima conosceva nei tempi antichi non era permeato dalle forze del suo intelletto e del suo sentimento; lo sapeva per intuito; nell’avvenire l’anima non soltanto avrà degli intuiti, ma li comprenderà, li sentirà quale essenza della propria essenza. Allora, se essa acquisterà la conoscenza di un dato essere o di una data cosa, l’intelligenza troverà la conferma di tale cognizione anche per virtù della propria natura; se poi si affermerà in lei un’altra conoscenza nei riguardi di una legge morale o della condotta umana, l’anima dovrà dirsi: « Il mio sentimento si giustifica dinanzi a se stesso solo quando io operi in conformità di questa conoscenza ».

Tale atteggiamento dell’anima dovrà svilupparsi in un numero relativamente grande di uomini del sesto periodo.

 

Nel quinto periodo si ripete, in un determinato modo, ciò che aveva portato il terzo periodo dell’evoluzione umana, l’egizio-caldaico. A quel tempo l’anima ancora percepiva alcuni fatti del mondo soprasensibile; tale percezione tendeva allora a sparire, perché le forze intellettive si stavano preparando a svilupparsi e dovevano inizialmente escludere l’uomo dal mondo soprasensibile.

 

Nel quinto periodo i fatti soprasensibili, che durante il terzo venivano percepiti dagli uomini con la coscienza crepuscolare, diverranno di nuovo manifesti, ma saranno ormai compenetrati dalle forze dell’intelletto e del sentimento personale dell’uomo. Saranno anche permeati da ciò che l’anima può acquistare mediante la scienza del mistero del Cristo, e assumeranno perciò una del tutto diversa da quella di prima.

 

Mentre le impressioni dai mondi superiori venivano sentite negli antichi tempi come forze che facevano agire l’uomo movendo dal mondo spirituale esteriore di cui egli non faceva parte, per virtù invece dell’evoluzione dei tempi moderni, esse verranno sentite come impressioni di un mondo nel quale l’uomo cresce e in cui è sempre più inserito.

 

Nessuno deve supporre che la ripetizione della civiltà egizio-caldaica possa svolgersi semplicemente in modo che l’anima accolga ciò che a quel tempo esisteva e che ci viene trasmesso da quei tempi.

 

L’impulso del Cristo, giustamente inteso, agisce sull’anima umana che lo ha accolto in modo che essa sente di essere un elemento — e come tale si riconosce e si comporta — di un mondo spirituale, dal quale prima si trovava al di fuori.

 

Mentre in tal modo il terzo periodo rivive nel quinto, per compenetrarsi nelle anime umane della parte assolutamente nuova contribuita dal quarto, un processo simile si svolgerà rispettivamente fra il sesto e il secondo periodo, e fra il settimo e il primo, l’antico indiano. La meravigliosa sapienza dell’antica civiltà indiana, quella sapienza che i grandi maestri di quel tempo potevano rivelare, ricomparirà nel settimo periodo come verità di vita nelle anime umane.