Il ritorno alla vita terrestre

O.O. 218 – Entità Ostacolatrici – 19-11-1922


 

Tra la morte e una nuova nascita, arriva il momento in cui ci troviamo nella chiarezza più totale.

È l’istante che ho già chiamato, nei miei drammi misteri, la mezzanotte dei mondi, o la mezzanotte dell’esistenza spirituale dell’uomo. Quest’istante si situa press’a poco a metà della durata che separa la morte da una nuova nascita.

 

È in quel momento che abbiamo la più piena coscienza di vivere fra le Gerarchie spirituali.

Sappiamo che al di sotto, nella sfera dei pianeti, si trova il ricordo dei nostri atti passati.

È come un “bagaglio” del quale sentiamo di non aver diritto ad abbandonarlo.

Nulla si può cambiare di questo “bagaglio” prima d’essere ridiscesi sulla Terra.

È in questo istante che si fa sentire il bisogno, l’impulso di ritornare a Terra.

Possiamo scegliere d’aderire con docilità alle forze di Saturno e ugualmente alle forze della Luna.

E cediamo alle forze della Luna, che s’innalzano in noi, nuovamente per ricondurci alla Terra.

 

Per un uomo che, nella sua precedente vita terrestre, aveva raggiunto l’età adulta, la fase che vi descriverò dura dei secoli…

 

Nella misura in cui discendiamo nella sfera planetaria, e specificatamente nelle sfere delle Luna, di Mercurio e di Venere, la coscienza di comunicare con le Gerarchie spirituali s’estende progressivamente; abbiamo allora una coscienza che non contiene che la manifestazione di queste Gerarchie. Precedentemente ci sentivamo fondati in quelle. Collaboriamo con esse a preparare, ad esempio la nostra testa umana per la prossima incarnazione. Ora, esse non ci appaiono che in immagine. Riprendiamo una tendenza a vivere nell’interiorità di noi stessi. Abbiamo il presentimento di ciò che sarà la vita tutta interiorizzata dell’uomo terrestre e dell’esteriorizzazione del cosmo in rapporto a lui. In un certo senso, non vediamo più le entità spirituali, ma solamente i loro riflessi e le loro impronte.

 

A questo stadio, il germe spirituale del nostro organismo fisico che abbiamo edificato, sfugge sempre di più alla nostra coscienza. Presentiamo che questo germe spirituale è disceso sulla Terra, presso la coppia umana che ci genererà. Questo germe vive ora nella corrente riproduttiva, sulla Terra fisica. S’oscura, in qualche modo, nella corrente del nostro lignaggio, nella nostra linea ereditaria. Sentiamo che c’appartiene, ma non possiamo unirci a lui direttamente. Ciò non diviene possibile che quando acquisteremo un corpo eterico raccogliendo le forze eteriche del cosmo.

Il germe spirituale prepara il nostro corpo fisico nel corpo di nostra madre. Dal canto nostro, raccogliamo delle forze eteriche, per farne un corpo eterico, al quale ci uniamo quando il germe spirituale ha già soggiornato per un certo tempo, nel corpo materno.

Questo è il processo di ritorno alla vita terrestre. Nell’epoca in cui non abbiamo che le immagini delle entità spirituali, riprendiamo in custodia il nostro “bagaglio karmico”. Solo le forze lunari possono rendercelo. Ci riappropriamo di questo “bagaglio” sotto forma di tendenze affettive, quando c’integriamo nuovamente in un corpo eterico.

 

Durante questo riattraversamento della sfera lunare, sviluppiamo in noi il desiderio di adempiere sulla Terra al nostro Karma. Questa nostalgia ci seguirà nella nostra vita terrestre.

 

Questo è il doppio tragitto che l’uomo percorre, dalla morte alla nascita.

• Inizialmente, una ascesa nelle sfere spirituali fino ad una conoscenza chiara e autonoma,

• poi il crepuscolo e l’estinzione di questa coscienza, che diventa un semplice tessuto d’immagini.

 

L’uomo volge allora le sue forze volontarie alla realizzazione del suo Karma, ritorna sulla Terra, ricomincia a lavorarvi in un corpo fisico – affinché, avendo vissuto una serie d’esistenze terrestri, sia maturo per una nuova metamorfosi d’essere. Questi sono i processi, durante la fase evolutiva attuale sulla nostra Terra. Ma siamo attualmente in un periodo molto importante della storia terrestre! Lo comprenderemo meglio; quando avremo compreso tutto ciò che ci ha preceduto. Ma su questo punto qualcosa d’essenziale si prepara fin dalla nostra epoca.

 

Ho spesso attirato la vostra attenzione sul fatto che nella terza parte del secolo diciannovesimo,

dei cambiamenti sono intervenuti, a partire dal mondo spirituale, nello svolgimento dell’esistenza umana.

La porta della conoscenza sovrasensibile s’è, in qualche modo socchiusa

e se si compie da sé lo sforzo necessario, si può ora entrare, in piena coscienza, nel mondo spirituale,

ciò ch’era impossibile da numerosi secoli, perché l’umanità doveva acquisire la conoscenza della materia.

 

Questi cambiamenti sono sopravvenuti nel mondo spirituale da quando al posto delle entità conduttrici d’un tempo, una nuova entità è entrata in atto. La si chiama Michele, a causa della similitudine dei suoi attributi con le caratteristiche tradizionali dell’Arcangelo che porta questo nome. Si può dire che Michele ha assunto la signoria delle coorti spirituali e ch’egli è divenuto il Conduttore dell’umanità.

Quaggiù sulla Terra, Michele interviene nella vita animica e spirituale dell’umanità. La risultante è che parecchie persone, sempre più numerose, sono al presente convinte che l’uomo non sia solamente relegato all’ambito terrestre, ma ch’egli sia, per la sua anima e il suo spirito, in rapporto permanente con il mondo spirituale.

 

Così, l’accensione del pensiero umano alla conoscenza dello spirito

è uno degli aspetti della nuova sovranità di Michele.

L’altro aspetto, è che l’anima, i sentimenti dell’essere umano si sono trasformati

in tutti coloro che aspirano sinceramente alla conoscenza spirituale.

 

È certo che la luce di questa conoscenza si spanderà sempre di più, e che non resterà teorica: essa si propagherà nelle anime e vi farà nascere l’amore spirituale degli uomini gli uni per gli altri.

Quanto si è accumulato durante questi ultimi secoli non è che un sapere celebrale, che non raggia in tutto l’essere dell’uomo. Si può ugualmente parlare – a proposito, d’un tumore animico – d’un insieme che indurisce a poco a poco, perché esso non riceve nessun nutrimento dal resto dell’organismo.

Se diveniamo cerebralmente sempre più intelligenti, senza nutrire quest’intelligenza dei sentimenti sorti dal resto dell’organismo, allora noi cominciamo ad assomigliare a dei tumori animici! La testa, anch’essa, non può restare spiritualmente sana quando il resto dell’essere umano si rifiuta d’amare e di volere ciò che ama.

 

L’uomo comprende ciò che la potenza micaelita vuole realizzare in lui

quando si offre e si consacra all’opera di questa potenza.

Essendo allora rischiarato spiritualmente, si colma d’un amore universale.

Perché questo amore è il frutto della luce spirituale.

Allora, comprende sempre meglio la missione di Michele.

 

Il popolo ebraico dell’Antico Testamento ha già parlato di un regno di Michele: Michele era allora considerato come il rappresentante e il servitore di Jahvé. In quel tempo, Michele agiva nel seno stesso delle forze di Jahvé. Michele ha combattuto, con Jahvé, le potenze arimaniche.

Nel nostro tempo, Michele è destinato a diventare sempre di più l’ausiliario del Cristo.

Quando si dice: “La sovranità di Michele interviene come regolatrice dei destini umani”,

questo pronuncia nel medesimo tempo, che la sovranità del Cristo

deve affermarsi e propagarsi sempre di più sulla Terra.

 

Michele apporta, come precursore, la luce della conoscenza spirituale.

Il Cristo v’aggiunge il calore dell’amore umano universale.

In ragione di questi apporti, qualcosa cambia, non solamente per gli uomini terrestri incarnati,

ma ancora per quelli che si trovano tra la morte e una nuova nascita.

 

Da tempi immemorabili, l’uomo prepara prima di ciascuna nascita, come vi ho detto precedentemente, un germe spirituale del suo corpo fisico, ch’egli unirà al suo intero essere quando entrerà nell’esistenza terrestre. Ma dopo la sovranità del Cristo e di Michele l’uomo che s’incarna è obbligato a scegliere, a prendere una decisione. Perché la luce della conoscenza spirituale rischiara nello steso tempo il nostro mondo terrestre e l’ambito sovrasensibile. L’uomo apprende a scegliere il momento in cui, in virtù delle forze di Michele, egli riprende il suo Karma nel suo corpo eterico, e si dirige verso il suo corpo fisico. Se la conoscenza spirituale s’espanderà sempre più e se l’uomo sperimenterà in sé l’amore per gli altri esseri umani, allora una nuova possibilità si presenterà all’umanità futura. L’uomo potrà dirsi: “Ho preparato questo corpo, l’ho inviato, in germe, sulla Terra, e ho ripreso il mio Karma nel mio corpo eterico. Sono consapevole che ho nelle mie vite terrestri anteriori, gravemente nuociuto a questo o a quell’essere umano.”

In effetti, siamo, sulla Terra, continuamente esposti al rischio di nuocere agli altri, attraverso i nostri atti. Il criterio che porta questa pregiudiziale si chiarisce del tutto particolarmente quando siamo già nel nostro corpo eterico, senza avere ancora rivestito il nostro corpo fisico. È allora che agirà, in avvenire, la luce di Michele e l’amore del Cristo. Saremmo allora incitati ad un brusco cambiamento: cedere all’altro individuo umano, che abbiamo leso, il corpo fisico che avevamo preparato per noi stessi e rivestire il corpo che egli s’era preparato. Questo cambiamento importante s’annuncia appena nei nostri giorni, ma s’accentuerà in un prossimo avvenire.

 

È così che potremmo essere condotti ad incarnarci in un corpo che non è stato preparato per noi, ma per un’altra persona, che s’incarna essa stessa nel corpo preparato per noi stessi. Il Karma si compenserà allora molto più fortemente e in una maniera nuova. Scambieremo i nostri corpi fisici! Se non accadesse così, la Terra non potrebbe mai raggiungere il suo scopo cosmico: mai la sua umanità si conformerebbe in un tutto. È assolutamente necessario che la Terra divenga un tutto.

Bisogna che si preparino gli stadi evolutivi futuri, Giove e Venere, nei quali sarà impossibile che un individuo si avvantaggi a scapito di un altro. Nello stesso modo in cui una foglia o un petalo – questa non è che un’immagine – partecipano alla felicità e alla sofferenza di tutta una pianta, ugualmente, sulla Terra futura, nessun individuo vorrà ricevere un beneficio a scapito della comunità terrestre, dell’umanità. È per questo che dobbiamo apprendere a preparare un corpo fisico per il nostro simile e non per noi.

 

Usciamo da un periodo in cui questo non era possibile: il nostro corpo fisico era dotato di una continuità assoluta. Ma entriamo in un periodo inaugurato dall’ascensione di Michele alla sovranità, in cui potremo lavorare, nei mondi spirituali, alla preparazione del corpo fisico dei nostri simili. Grazie a questo scambio, preludiamo, nel corso delle nostre incarnazioni, ad un’era più lontana… La Terra stessa entrerà in uno stato planetario superiore. Quanto ho voluto spigarvi, a proposito è solo uno degli aspetti risultanti dalla signoria di Michele, e non esiste che in abbozzo.

Quest’esempio vi aiuterà forse a comprendere quella che ho chiamato talvolta la “Magia ideale”.

 

Quando quaggiù, lasciate agire in voi l’illuminazione che emana dalla Scienza spirituale, favorite la sovranità di Michele; detto altrimenti, le forze che preparano lo scambio di forze di cui vi ho parlato. Voi vi lavorate attraverso la saggezza umana e per amore umano. Quello che fate così è “reale”. E’ in questo senso, una “Magia ideale”, ciò che si chiamava un tempo “ Magia bianca”. L’umanità dovrà accedervi.

 

Quando si tratta di svolgere tali fatti spirituali, non bisogna spaventarsi e perdere coraggio.

L’uomo dovrà imparare a vivere con il mondo spirituale, come vive quaggiù con il mondo fisico. L’umanità dovrà ritrovare nel mondo spirituale la sua vera patria, come in tempi remoti, originari.

Così è necessario comprendere le parole del Cristo: – “Il mio regno non è di questo mondo!” E tuttavia, il Cristo è disceso sulla Terra. Voleva dire forse: – “Il mio regno è di questo mondo?” – No, non ha voluto dire questo. Perché egli desiderava fare, a poco a poco, della Terra un mondo che non germinasse nella natura, ma nello spirito. Il suo Regno non è quello che era prima del Mistero del Golgota, nè quella che s’è conservato in seguito, per qualche secolo oltre, in virtù d’una certa forza d’inerzia. Il suo regno è il trionfo dello spirito, sulla Terra. È condizionato dalla sovranità di Michele, liberamente ammessa e consentita dagli uomini, e grazie all’illuminazione spirituale accoppiata ad un veritiero amore cristico.