Il sacrificio del Cristo nel XIX secolo: seconda crocifissione sul piano eterico

O.O. 152 – Verso il mistero del Golgota – 02.05.1913


 

Accenneremo ora all’evento accaduto nei mondi spirituali

che ha condotto alla mutata condizione nell’epoca nostra,

in cui il mistero del Golgota si rinnova.

 

Teniamo presente il fatto che, col battesimo nel Giordano, il Cristo si è manifestato in una figura umana visibile per gli uomini sulla Terra. Colmiamoci inoltre del pensiero che, dopo di allora, per quanto riguarda la sua figura esteriore, il Cristo si è congiunto con la gerarchia degli Angeli ed è vissuto in Terra in forma invisibile.

 

Ricordiamoci di quanto è stato detto, ossia che nei mondi invisibili non esiste la morte.

Il Cristo stesso ha potuto sperimentare la morte come gli altri uomini solo in quanto è disceso nel nostro mondo.

Quando poi egli tornò ad essere un’entità puramente spirituale, conservò bensì sempre il ricordo della sua morte:

ma come entità appartenente al rango degli Angeli, in cui ha continuato a manifestarsi esteriormente,

il Cristo ha potuto sperimentare solo una diminuzione della coscienza.

 

Col trionfo della scienza (divenuto necessario a partire dal secolo XVI per l’evoluzione dell’umanità), col progresso sempre maggiore della scienza, penetrò nell’evoluzione complessiva dell’umanità qualcosa che ha importanza anche per i mondi invisibili. Vale a dire che furono suscitati nell’umanità impulsi materialistici e agnostici di intensità assai maggiore di quanto mai non fosse avvenuto prima. Anche in precedenza, è vero, vi erano state tendenze materialistiche, ma non era mai esistita quella intensità del materialismo che poi divenne predominante a partire dal secolo XVI.

 

Così, entrando con la morte nei mondi spirituali,

gli uomini portarono con sé sempre più il risultato delle loro idee materialistiche terrene;

così che dopo il secolo XVI° i mondi soprasensibili furono pervasi

da un numero sempre crescente di semi di materialismo terreno.

I quali poi si svilupparono in un modo ben determinato.

 

Cristo si era incarnato entro l’antica razza ebraica e vi aveva sofferto la morte. Ma l’essere angelico che dopo di allora è la forma esteriore del Cristo, nel corso del secolo XIX dovette soffrire uno spegnimento della coscienza, e questo avvenne come conseguenza delle forze materialistiche oppositrici entrate nei mondi spirituali ad opera delle anime umane atteggiate materialisticamente che attraversarono la porta della morte.

Il subentrare nei mondi spirituali di uno spegnimento della coscienza, così come abbiamo descritto, si trasformerà in una risurrezione entro le anime degli uomini, fra nascita e morte, durante il corso del secolo XX. Perciò si può in certo modo prevedere che, a partire dal secolo XX, quel tanto di scienza che per l’umanità è andata perduta, risorgerà certamente di nuovo per la percezione chiaroveggente.

 

Dapprima solo pochi, poi sempre più uomini saranno in grado nel secolo XX di percepire la presenza del Cristo eterico, vale a dire di percepire il Cristo nella figura di un Angelo.

Nei mondi che confinano direttamente col nostro, nei mondi soprasensibili in cui si è potuto vedere il Cristo dal tempo del mistero del Golgota fino ai giorni nostri, ha avuto luogo in favore dell’umanità quella che possiamo chiamare una distruzione della coscienza.

 

Al tempo del mistero del Golgota, in un angolo poco noto della Palestina, è avvenuto un fatto che è stato effettivamente il più grande che mai si sia verificato in tutta l’umanità, sebbene gli uomini di allora ne abbiano tenuto ben poco conto. Ora, se un tal fatto si è verificato, come potremmo noi stupirci di apprendere l’altro fatto che si è verificato nel secolo XIX? Di apprendere che coloro che a partire dal secolo XVI hanno attraversato la porta della morte si sono contrapposti al Cristo?

 

“I semi del materialismo terrestre” che dal secolo XVI° in numero sempre maggiore

vengono trasmessi nel mondo spiritualedalle anime che attraversano la porta della morte,

e che portano a sempre maggiore oscurità, formano “la sfera nera del materialismo”.

 

La sfera nera, grazie al principio manicheo, Cristo la accolse nel suo essere per trasformarla.

Essa portò all’entità angelica che è la manifestazione di Cristo dal mistero del Golgota in poi,

la “morte per soffocamento spirituale”.

• Questo sacrifìcio di Cristo nel XIX secolo lo si può paragonare al sacrifìcio sul piano fisico del Golgota

e descriverlo come seconda crocifissione del Cristo sul piano eterico.

 

Questa sorta di soffocamento spirituale che causò lo spegnimento della coscienza dell’entità angelica

è una ripetizione del mistero del Golgota nei mondi che stanno direttamente dietro ai nostri mondi,

affinché possa aver luogo una rinascita della coscienza del Cristo entro le anime umane.

Questa rinascita diviene la visione chiaroveggente dell’umanità nel secolo XX.

 

Così, dal secolo XX, la coscienza-Cristo può congiungersi con la coscienza terrena dell’umanità;

e ciò è possibile in quanto l’estinzione della coscienza del Cristo durante il secolo XIX nell’ambito della sfera angelica,

significa risurrezione della coscienza diretta del Cristo nell’ambito della sfera terrena.

 A partire dal secolo XX nelle anime umane la vita del Cristo

sarà sempre più sentita come un’esperienza personale diretta.

 

Al tempo del Golgota solo alcuni pochi uomini furono in grado di leggere i segni del tempo, di comprendere che questa entità somma era discesa dai mondi spirituali per vivere sulla Terra e attraversarvi la morte, affinché le sue sostanze potessero venire incorporate alla Terra.

Similmente noi possiamo osservare come, in determinati mondi direttamente confinanti col nostro, abbia avuto luogo una specie di morte spirituale, abbia avuto luogo un annullamento della coscienza, una ripetizione del mistero del Golgota, affinché, nelle anime degli uomini sulla Terra, la coscienza del Cristo, prima nascosta, potesse rivivere.

Dopo il mistero del Golgota molti hanno annunziato il nome del Cristo; e a partire da questo nostro secolo ad un numero sempre crescente di uomini sarà dato di trasmettere la conoscenza dell’entità del Cristo nel senso della scienza dello spirito. Essi saranno in grado di insegnarla e di annunziarla per esperienza propria.

 

Due volte il Cristo è stato crocifisso:

• una volta fisicamente nel nostro mondo fìsico all’inizio della nostra era;

• e una seconda volta spiritualmente nel secolo XIX, come lo abbiamo descritto.

Potremmo dire

• che la prima volta l’umanità sperimentò la risurrezione del suo corpo,

• e che a partire dal secolo XX° sperimenterà la risurrezione della sua coscienza.

 

Quello a cui ho potuto accennare solo con poche parole, penetrerà a poco a poco nelle anime umane; ed il tramite, il messaggero ne sarà Michele, che oggi è l’inviato del Cristo.

Così come in passato egli guidò le anime umane a comprendere il volgersi della vita del Cristo dal cielo alla Terra, oggi egli prepara l’umanità a sperimentare il volgersi della coscienza-Cristo dallo stato incosciente allo stato cosciente.

 

E proprio come al tempo della vita terrena del Cristo la massima parte dei suoi contemporanei fu incapace di comprendere il poderoso evento che si era verificato nell’evoluzione della Terra, così nel nostro tempo il mondo aspira ad accrescere la potenza del materialismo e continuerà a lungo a considerare fantasia, sogno, magari anche follia, ciò di cui oggi abbiamo parlato.

 

Analogamente il mondo considererà anche la verità su Michele, ossia che, nel tempo attuale, egli inizia a trasmettere una nuova conoscenza del Cristo. Malgrado ciò, molti riconosceranno quale aurora cominci già oggi a spuntare, quale Sole illuminerà nei prossimi secoli le anime umane: perché Michele può essere sempre paragonato ad un Sole. E anche se molti non vorranno riconoscere questa nuova rivelazione di Michele, tuttavia essa si diffonderà nell’umanità.

Questo è quanto andava detto sul rapporto fra il mistero del Golgota, così come avvenne all’inizio della nostra era, e ciò che di esso può essere compreso oggi.

 

Facciamo nostro questo sentimento:

riconosciamo che possiamo diventare veri scienziati dello spirito

solo mantenendo aperto il nostro intendimento nei confronti di queste manifestazioni.

Dobbiamo anche sentire quanto sarebbe egoistico maturare questo sentimento solo per autocompiacerci.

Il nostro serio dovere è quello di farci volenterosi mediatori di queste manifestazioni.

 

E sebbene, nel complesso dell’umanità, la nostra sia soltanto una piccola Società che si sforza di comprendere questa nuova verità circa il mistero del Golgota, questa nuova manifestazione di Michele, noi creiamo tuttavia una forza che non dipende dal nostro credere in queste manifestazioni, ma dalle manifestazioni stesse, dalla loro verità.

 

In tutta calma riconosceremo allora che

• solo alcuni sono pronti per spiegare al mondo – nella misura in cui questo voglia udirlo –

il fatto che da oggi abbiamo una nuova manifestazione del Cristo.

 

Vogliamo essere pronti a riconoscerla, vogliamo appartenere a quella piccola cerchia che vuole lavorare affinché questa manifestazione diventi sempre più vasta e durevole, vogliamo fondarci sull’interiore sua forza affinché essa possa espandersi tanto da raggiungere il resto dell’umanità. A queste conoscenze, infatti, prenderanno parte tutti. Questo è ciò che noi chiamiamo saggezza e che tanti preferiscono chiamare follia.

 

Da questi sentimenti, da questa conoscenza spirituale che, per molti versi, deve apparire follia al mondo, cerchiamo oggi di attingere forza per noi stessi. Dotiamoci del coraggio necessario per riconoscere che quel che deve apparire follia a chi si abbandona unicamente ai sensi, per noi può essere saggezza, luce e una più chiara comprensione dei mondi soprasensibili, spirituali, ai quali vogliamo tendere con tutta la forza della nostra anima e della nostra convinzione.