Il senso dell’arte nel mondo deve essere la presentazione della lotta del bello con il brutto

O.O. 194 – La Missione di Michele – 23.11.1919


 

Ho già detto che ogni cosa è connessa con le altre:

sotto l’influsso dello stesso errore che ha attribuito alle potenze divine alcune qualità luciferiche,

l’uomo è oggi incline a vedere unilateralmente un ideale nella rappresentazione del bello.

 

È certo che si può rappresentare il bello come tale, ma

• si deve essere consapevoli che se come uomini ci si dedicasse solo al bello,

si coltiverebbero in sé le forze che conducono all’elemento luciferico.

 

Nel mondo reale è infatti altrettanto poco presente il puro bello,

quanto poco vi è lo sviluppo univoco,

nel quale invece è insito anche quello contrario, nel quale vi è evoluzione e involuzione.

 

Il puro bello, adoperato da Lucifero per abbagliare e incatenare gli uomini,

li svincolerebbe dall’evoluzione della Terra, non li terrebbe in accordo con questa.

 

Nella realtà, proprio come il giuoco reciproco di evoluzione e involuzione,

abbiamo anche un giuoco reciproco, anzi una dura lotta, della bellezza contro la bruttezza.

 

Se vogliamo afferrare l’arte nella sua realtà, non dobbiamo mai dimenticare

che l’estremo senso dell’arte nel mondo deve essere il giuoco reciproco,

la presentazione della lotta del bello con il brutto,

perché solo tenendo conto dello stato di equilibrio tra il bello e il brutto, stiamo nella realtà,

non unilateralmente in una realtà che non ci appartiene,

e che tende a condurci nella realtà luciferica o in quella arimanica.

 

È estremamente necessario che le idee come queste che ho spiegate,

possano entrare nell’evoluzione culturale umana.

 

In Grecia (è noto con quale entusiasmo ho parlato spesso da questa sede della civiltà greca)

si poteva ancora dedicarsi unilateralmente alla bellezza,

perché allora l’umanità non era stata ancora coinvolta nell’evoluzione discendente della Terra,

per lo meno non in Grecia.

Da allora però l’uomo non può più concedersi il lusso di coltivare solo il bello: sarebbe una fuga dalla realtà.

Egli deve coraggiosamente confrontarsi con la lotta reale tra bello e brutto,

deve poter sentire le dissonanze e le consonanze nel mondo, deve poter partecipare alla lotta fra di esse.