Il significato del « risveglio di Lazzaro»

O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 22.05.1908


 

Ma qual è in realtà il significato del « risveglio di Lazzaro »?

 

Va ricordato che dopo il racconto del risveglio di Lazzaro si trova nel vangelo una frase apparentemente enigmatica. Cercate di rappresentarvi tutta la situazione: il Cristo Gesù compie ciò che comunemente si chiama un miracolo, che il vangelo stesso chiama « un segno »: il risveglio di Lazzaro. E nelle pagine seguenti si legge a più riprese: « Questo uomo compie molti segni »; e risulta da tutto il contesto che gli accusatori non volevano aver comunanza con lui, proprio a causa di questi segni.

Se leggete queste parole, comunque vengano tradotte (e vi ho accennato anche nel mio libro Il cristianesimo quale fatto mistico), dovete chiedervi che cosa esse significhino in realtà. Proprio il risveglio d’un uomo decide gli avversari a procedere contro il Cristo.

 

Perché è proprio il risveglio di Lazzaro a irritare talmente gli avversari?

Perché comincia proprio allora la persecuzione?

 

Chiunque sia in grado di leggere deve, riconoscere che in quel capitolo si nasconde un mistero;

e questo mistero altro non è

se non la comunicazione dell’identità vera dell’autore del vangelo di Giovanni.

Per comprendere questo fatto dobbiamo gettare uno sguardo

su ciò che chiamiamo « iniziazione » negli antichi misteri.

Come si svolgeva quell’antica iniziazione nei misteri?

 

Un uomo che fosse stato iniziato era in grado di vivere egli stesso certe esperienze nei mondi spirituali, sì da poterne diventare un testimone. Coloro che venivano trovati maturi per l’iniziazione erano accolti nei misteri; e di questi misteri ve ne furono ovunque: in Grecia, presso i Caldei, in Egitto e nell’India. I candidati all’iniziazione vi ricevevano un lungo tirocinio, all’incirca sulle cose che oggi impariamo dalla scienza dello spirito; quando erano sufficientemente istruiti si procedeva a quelle esperienze che schiudevano loro la veggenza spirituale diretta. Ma nei tempi antichi tutto ciò non poteva venire effettuato se non inducendo uno stato del tutto eccezionale nella connessione dei quattro elementi costitutivi dell’uomo, il corpo fisico, l’eterico, l’astrale e l’io.

 

L’iniziando veniva posto dall’iniziatore competente in uno stato simile alla morte,

per una durata di tre giorni e mezzo; e questo per la ragione seguente.

Quando, nell’attuale ciclo evolutivo, l’uomo dorme normalmente, il suo corpo fisico e l’eterico giacciono nel letto, mentre l’io e il corpo astrale escono dalla connessione abituale. In queste condizioni l’uomo non può percepire intorno a sé nessun evento spirituale, in quanto il corpo astrale non è ancora dotato degli organi di percezione spirituali, atti a percepire il mondo in cui l’uomo allora si trova. Solo quando il corpo astrale e l’io sono rientrati entro il fisico e l’eterico, e tornano a servirsi degli occhi e degli orecchi, l’uomo ricomincia a percepire qualcosa, e precisamente il mondo fisico.

 

Gli iniziandi divenivano capaci mediante il tirocinio ricevuto di sviluppare gli organi di senso del loro corpo astrale; e quando la formazione di questi organi sensori del corpo astrale era compiuta, si trattava di imprimere entro il corpo eterico tutto quanto il corpo astrale aveva accolto, come i caratteri d’un sigillo s’imprimono nella ceralacca.

Questo era l’essenziale; tutti i preparativi per l’iniziazione erano fondati sopra certi processi interiori dell’uomo, grazie ai quali il suo corpo astrale riceveva una nuova organizzazione. Anche riguardo al suo corpo fisico, in passato, l’uomo non possedeva organi specifici di senso, come gli occhi o gli orecchi, bensì organi indifferenziati, come certi animali che non sono mai esposti alla luce e non possiedono occhi.

 

La luce ha cioè formato l’occhio, così come il suono ha formato l’orecchio.

Quelle che l’uomo coltiva sotto forma di meditazione, di concentrazione,

e le esperienze che per lui ne derivano,

agiscono come la luce sull’occhio, come il suono sull’orecchio:

il corpo astrale ne risulta modificato e ne vengono tratti fuori gli organi

atti alla percezione nel mondo superiore, nel mondo astrale.

 

• Con ciò, essi non sono però ancora abbastanza consolidati nel corpo eterico:

lo divengono mediante l’impressione nel corpo eterico di ciò che si è formato, dapprima, nel corpo astrale.

• Ma fintanto che il corpo eterico si trova entro quello fisico,

non è possibile che vi s’imprima veramente ciò che si è formato per mezzo degli esercizi di meditazione.

• A questo fine, in passato, occorreva che il corpo eterico venisse tratto fuori dalla connessione col corpo fisico.

 

• Quando pertanto, in quei tre giorni e mezzo del sonno simile alla morte,

il corpo eterico veniva tratto fuori dal corpo fisico,

s’imprimeva in esso tutto quanto era stato preparato nel corpo astrale,

e l’uomo sperimentava il mondo spirituale.

• Quando poi veniva richiamato dal sacerdote iniziatore entro il corpo fisico,

egli era un testimone di ciò che avviene nei mondi spirituali, per testimonianza propria.

• Questa procedura è divenuta superflua in seguito alla missione del Cristo Gesù;

il sonno simile a morte della durata di tre giorni e mezzo,

può venire sostituito ormai dalla forza che promana dal Cristo.

 

Vedremo infatti tra poco che proprio nel vangelo di Giovanni

stanno le forze possenti per cui oggi il corpo astrale

è in grado d’imprimere quanto in esso è stato preparato,

anche se il corpo eterico si trova nel corpo fisico.

• Ma perché ciò divenisse possibile, era necessario che prima apparisse il Cristo Gesù.

 

Prima d’allora gli uomini non erano maturi a che, senza la procedura descritta,

si potesse imprimere nel corpo eterico ciò ch’era stato preparato nell’astrale,

per mezzo della meditazione, della concentrazione.

• Questo procedimento si era svolto molte volte in seno ai misteri:

un candidato all’iniziazione vien posto dal sacerdote iniziatore in un sonno simile alla morte,

durante il quale viene guidato attraverso i mondi spirituali;

poi il sacerdote iniziatore lo richiama entro il corpo fisico, e da quel momento

l’uomo iniziato è un testimone, per esperienza propria, dei mondi spirituali.

• Tutto questo avveniva sempre nel più profondo segreto,

né il mondo esterno sapeva alcunché dei procedimenti degli antichi misteri.

 

Per mezzo del Cristo Gesù

l’antica iniziazione doveva venire sostituita da una nuova,

prodotta dalle forze di cui dovremo parlare.

• Si doveva per così dire concludere l’antica forma dell’iniziazione;

ma si doveva pure creare una transizione dal tempo antico a quello nuovo.

• Per, questa transizione occorreva che qualcuno venisse ancora una volta iniziato al modo antico,

ma iniziato all’esoterismo cristiano.

• Questo non poteva farlo che il Cristo Gesù stesso;

e l’iniziando doveva essere colui che vien chiamato Lazzaro.

«Questa malattia non è a morte», troviamo scritto:

si tratta del sonno simile alla morte, della durata di tre giorni e mezzo.

 

Questo è chiaramente indicato.

Vedrete che la descrizione del fatto è assai velata,

ma per chi sia in grado di decifrarla essa si rivela come un’iniziazione.

 

L’individualità di Lazzaro doveva venire iniziata in modo tale ch’egli potesse diventare un testimone dei mondi spirituali. E viene usata un’espressione la quale, nel linguaggio dei misteri, ha un preciso significato; ci vien detto che « il Signore amava Lazzaro ».

 

Cosa significa «amare», nel linguaggio dei misteri?

• Significa il rapporto fra il discepolo e il maestro.

«Colui che il Signore amava» è il discepolo intimo, il più iniziato.

Lazzaro fu iniziato dal Signore stesso

ed egli si levò come un iniziato dal sepolcro, cioè dal suo luogo d’iniziazione.

 

La medesima espressione « che il Signore amava » viene poi sempre usata per indicarci Giovanni, o meglio l’autore di questo vangelo: ché il nome « Giovanni » non è mai menzionato. Si tratta appunto di colui ch’era il discepolo prediletto, a cui risale il vangelo di Giovanni. È Lazzaro stesso risvegliato; e l’autore del vangelo di Giovanni intende dire:

« Ciò che ho da dire, lo devo all’iniziazione impartitami dal Signore stesso. »

 

Perciò l’autore del vangelo di Giovanni distingue con cura

quanto avviene prima da ciò che avviene dopo il risveglio di Lazzaro.

• Prima del risveglio di Lazzaro, viene citato un iniziato antico,

uno di quelli ch’erano pervenuti alla conoscenza dello spirito,

e viene messo in rilievo che la sua testimonianza è verace.

• « Ma ciò che si riferisce alle cose più profonde, al mistero di Palestina, lo dico io stesso,

il risvegliato; però ne posso parlare solo dopo il risveglio » (parafrasi da Giov. 21, 24 )

 

Perciò abbiamo

• nella prima parte del vangelo di Giovanni la testimonianza del Battista, dell’antico Giovanni;

• nella seconda parte, la testimonianza del nuovo Giovanni,

che il Signore stesso aveva iniziato, poiché questi è Lazzaro risvegliato.

 

Solo così comprendiamo nel suo vero significato questo capitolo:

esso sta al suo posto, perché Giovanni voleva dire:

• io mi richiamo alla testimonianza della mia percezione soprasensibile, delle mie forze spirituali di conoscenza.

• Ciò che racconto, io non l’ho visto nel mondo fisico abituale, ma nel mondo spirituale,

in cui sono penetrato grazie all’iniziazione che il Signore mi ha impartita.

 

Dobbiamo pertanto attribuire la caratterizzazione del Cristo Gesù, che si trova nei primi dieci capitoli del vangelo di Giovanni, alla conoscenza di cui poteva essere partecipe anche un uomo che non fosse stato già iniziato nel senso più profondo del Cristo stesso.

 

Potrete ora obiettarmi che proprio in queste conferenze sono state commentate le profonde parole intorno al Cristo Gesù quale Verbo incarnato, quale luce del mondo, ecc. Ma non è da stupirsi che quelle profonde parole sul Cristo Gesù si trovino già nei primi capitoli del vangelo; il Cristo che doveva in avvenire manifestarsi sulla Terra non era certo un’entità sconosciuta negli antichi misteri. Anzi, tutti i misteri accennavano a Uno che doveva apparire. Per questo gli antichi iniziati son chiamati « profeti », perché dovevano preannunciare un evento futuro. Proprio per questo le iniziazioni avevano lo scopo di far riconoscere chiaramente che nell’avvenire dell’umanità si sarebbe manifestato il Cristo. Perciò dalle conoscenze che già allora possedeva il Battista potè riconoscere la verità che gli permise di annunciare profeticamente che il Cristo Gesù, che gli stava di fronte, era colui del quale si era parlato nei misteri antichi. La risposta che daremo a due questioni ci mostrerà ora con chiarezza come si ricolleghino tra loro questi fatti e il rapporto in cui il Battista stesso sta col Cristo.

 

• Una di tali questioni è la seguente: come si colloca entro il suo tempo il Battista stesso?

• L’altra è collegata alla spiegazione di diversi fatti menzionati all’inizio del vangelo di Giovanni.

Come si colloca nel suo tempo la figura di Giovanni Battista?

Che cos’è in realtà il Battista?

Egli è uno di coloro che hanno ricevuto, con l’iniziazione, l’annuncio del Cristo venturo; ma ci vien descritto come il solo a cui, di fronte al Cristo Gesù, si sia rivelato chiaramente il mistero: egli riconobbe il Cristo venuto.

 

• Ora i cosiddetti Farisei e altri gruppi vedevano nel Cristo Gesù

una personalità che si opponeva al loro antico principio d’iniziazione,

e operava in modo inammissibile per il loro spirito conservatore.

• Siccome erano dei conservatori,

sostenevano che si dovesse rimanere fedeli all’antico principio d’iniziazione.

 

• Alla base del loro conservatorismo stava appunto questa contraddizione:

di parlar sempre del Cristo venturo, senza poter ammettere mai la sua reale presenza.

• Perciò, quando il Cristo Gesù iniziò Lazzaro,

essi dovettero considerare l’evento come un’infrazione all’antica tradizione dei misteri.

« Quest’uomo fa molti segni! Con costui non possiamo aver comunanza ».

 

• Per loro egli aveva tradito i misteri, compiendo pubblicamente

ciò che sarebbe dovuto rimanere avvolto nel più profondo segreto.

 

E così comprendiamo che quell’avvenimento, che ai loro occhi fu un tradimento,

apparve loro una ragione per opporsi decisamente al Cristo;

perciò ha inizio da quel momento la persecuzione del Cristo Gesù.