Il sistema della circolazione sanguigna con il cuore è l’espressione del corpo eterico trasformato

O.O. 55 – Il sangue è un succo molto peculiare – 25.10.1906


 

Il sistema della circolazione sanguigna con il cuore

è l’espressione del corpo eterico trasformato,

come il sistema cerebro-spinale lo è del corpo astrale trasformato.

 

Come il mondo esterno viene interiorizzato mediante il cervello,

così mediante il sangue il mondo interiore

viene creato a nuovo nel corpo dell’uomo in un’espressione esteriore.

 

È necessario parlare a mezzo di analogie,

se si vogliono esprimere i complicati processi che qui occorre considerare.

 

Il sangue

accoglie le immagini del mondo esterno interiorizzate dal cervello,

le trasforma in vive forze formatrici e attraverso di esse edifica il corpo umano di oggi.

Il sangue è così la sostanza che edifica il corpo umano.

 

Ci si presenta qui un processo mediante il quale il sangue assorbe

l’elemento più prezioso che possa prendere dal mondo circostante: l’ossigeno,

vale a dire l’elemento che di continuo rinnova il sangue, che gli fornisce nuova vita.

In tal modo il sangue viene spinto ad aprirsi al mondo esterno.

Abbiamo così seguito il cammino dal mondo esterno al mondo interiore e di nuovo di ritorno dall’ultimo al primo.

 

Due cose sono ora possibili.

Vediamo che il formarsi del sangue avviene

• quando l’uomo si contrappone come essere indipendente al mondo esterno,

• quando, movendo dalle sensazioni derivate dal mondo esterno, egli crea autonomamente figure e immagini,

• quando diviene creativo,

• quando l’io si può esprimere con propria volontà.

 

Nessun essere, nel quale questo processo non sia già avvenuto, potrebbe dire io a se stesso dal suo intimo.

Nel sangue vi è il principio per il divenire io.

 

Un io può manifestarsi solo quando un essere può dare forma in se stesso

alle immagini che egli produce ricavandole dal mondo esterno.

Un essere dotato di io deve avere la capacità

• di accogliere in sé il mondo esterno       •  e di riprodurlo nella propria interiorità.

 

• Se l’uomo avesse soltanto il cervello,

egli potrebbe solo produrre in sé immagini del mondo esterno e in sé sperimentarle;

egli potrebbe allora dirsi solamente: «Il mondo esterno è riprodotto in me come immagine riflessa».

• Se però egli riesce a costruire in una nuova forma la riproduzione del mondo esterno,

questa non è più allora semplicemente il mondo esterno, ma è l’io.

 

• Un essere con solo il sistema nervoso del gran simpatico rispecchia il mondo esterno,

non sente cioè ancora il mondo esterno come suo, non lo sente ancora come vita interiore.

• Un essere con midollo spinale e cervello sente il rispecchiarsi come vita interiore.

• Invece un essere con sangue sperimenta come cosa propria la sua vita interiore.

 

Mediante il sangue, e con l’aiuto dell’ossigeno del mondo esterno,

viene data forma al proprio corpo secondo le immagini della vita interiore.

Tale forma giunge ad espressione come percezione dell’io.

 

L’io indirizza verso due direzioni, e il sangue è l’espressione esteriore di tali indirizzi.

• Lo sguardo dell’io è rivolto verso l’interiorità, verso l’esterno è rivolta la volontà dell’io.

• Le forze del sangue sono rivolte verso l’interno e lo costruiscono;

verso l’esterno esse sono rivolte all’ossigeno del mondo esterno.

 

• Di conseguenza l’uomo, quando si addormenta, cade nell’incoscienza, cade in ciò che la coscienza può sperimentare nel sangue. Quando però l’uomo apre il suo occhio al mondo esterno, il sangue accoglie nelle sue forze formative le immagini prodotte dal cervello e dai sensi.

 

Il sangue sta così a metà

• fra il mondo interiore delle immagini       •  e il vivente mondo delle forme esterne.