Il terzo periodo di civiltà

O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 27.05.1908


 

Venne poi il terzo gradino di civiltà, col quale andiamo sempre più avvicinandoci ai tempi storici. Nella scienza occulta lo definiamo come la civiltà caldeo-babilonese-assiro-egiziana. Tutte queste civiltà furono fondate da colonie emigrate sotto la guida di grandi capi. La prima colonia fondò la civiltà paleo-indiana; la seconda, la paleo-persiana; una terza corrente di civiltà si spinse ancora più oltre verso occidente, fondando il nucleo primordiale della civiltà caldeo-assiro-babilonese-egiziana.

 

Con ciò fu fatto un passo importante nella conquista del mondo fisico: questo appariva ancora all’uomo paleo-persiano come una massa informe che occorreva trasformare, se si voleva operare in essa, alleandosi con quelli che si ritenevano gli spiriti buoni della vera realtà spirituale. Nel periodo seguente si era divenuti più familiari con la realtà fisica.

 

Guardate ad esempio l’antica astronomia caldea, che appartiene alle creazioni più singolari e più grandi dello spirito umano nell’età postatlantica: potrete constatare che essa indaga il corso degli astri e le leggi del cielo. L’uomo paleo-indiano aveva ancora guardato al cielo, dicendosi: quale che sia il corso degli astri e quali le leggi che lo reggono, non vale la pena di indagarli! Agli uomini del terzo periodo di civiltà sembrava già molto importante penetrare con la mente quelle leggi.

 

Per l’antico egizio divenne perfino importante l’indagine delle condizioni terrestri, tanto che fu elaborata la geometria.

Si prese dunque a indagare la maya e nacque la scienza esteriore.

 

L’uomo studia i pensieri degli dèi e sente di dover creare un nesso fra la propria attività e ciò ch’egli ritrova impresso nella materia come scrittura degli dèi. Ben diverso da quello odierno risulterebbe il concetto dello stato politico a chi indagasse le caratteristiche della vita politica vigente presso i Caldei o gli Egizi. Infatti le persone poste a capo di quelle antiche formazioni statali erano dei sapienti che al tempo stesso conoscevano le leggi del corso degli astri, e si rendevano conto che tutto deve in qualche modo corrispondersi reciprocamente nell’universo.

Avevano studiato il corso delle stelle e sapevano che deve esistere un’armonia fra quanto avviene in cielo e quanto in Terra. Secondo gli eventi celesti, essi prescrivevano ciò che avrebbe dovuto compiersi in Terra, nel corso del tempo.