Immaginazioni, ispirazioni e intuizioni

O.O. 134 – Il Mondo dei sensi e il mondo dello spirito – 1.01.1912


 

L’uomo

• ha continuamente prodotto immaginazioni per mezzo del suo sistema osseo;

• ha continuamente mandato nel mondo ispirazioni per mezzo del suo sistema muscolare;

• e continuamente intuizioni per mezzo del suo sistema nervoso.

Tutto ciò è nel mondo.

In seguito l’uomo deve ritirare quel che è cattivo e compensarlo attraverso il suo destino.

Ma tutta la parte buona costruisce fuori di lui, conforma le cose, e continuamente circonda l’uomo.

 

Effettivamente tutto ciò che l’uomo ha estrinsecato, solo dalla catastrofe atlantica in poi, tutte le immaginazioni, ispirazioni, intuizioni che ha date al mondo terreno, esiste e fa parte del nostro ambiente. Tutto ciò che in tal modo è stato prodotto, in quanto è stato buono, non occorre venga ritirato dai singoli uomini nel corso del loro karma; ma ciò che per secoli e secoli, nelle epoche susseguentesi, essi hanno estrinsecato così e mandato fuori nell’atmosfera spirituale terrena, esiste veramente, per gli uomini che vivono ora, come esiste l’aria per l’uomo fisico.

 

Come l’uomo respira l’aria fisica, come dunque l’aria del suo ambiente penetra nel suo interno fisico, così penetrano nell’uomo le cose che si sono venute sviluppando, quali immaginazioni, ispirazioni, intuizioni, e col suo animico-spirituale l’uomo prende parte a tutto ciò.

 

È importante che l’uomo si ponga di fronte a tutto ciò che egli stesso ha comunicato così alla terra nelle epoche precedenti della sua esistenza terrena, con un senso di profonda realtà, non senza sentire l’affinità che ha con queste cose. Ma l’affinità con ciò che ha incorporato nella terra come contenuto spirituale, egli può solo acquistarla se a poco a poco acquista la facoltà di accogliere queste cose nella sua anima.

 

Ma come avviene ciò?

• Se si penetra nel senso spirituale dell’evoluzione della terra,

ci si mostra che nei tempi in cui gli uomini dell’epoca post-atlantica

possedevano ancora qualcosa dell’antica chiaroveggenza,

furono comunicate all’atmosfera spirituale della terra, in un senso molto vasto e universale,

immaginazioni, ispirazioni e intuizioni.

• Quella fu, per eccellenza, l’epoca dell’emanazione di queste sostanze spirituali.

 

Dal quarto periodo postatlantico in poi, ma specialmente dall’epoca nostra in avanti,

ne emaniamo sempre e sempre meno, mentre sempre più siamo tenuti

• ad accogliere in noi l’antico come qualcosa di affine a noi,

• e a riassorbire in noi ciò che prima era stato emanato.

In altre parole: tocca all’uomo contrapporre

• a un precedente processo di espirazione spirituale,

• un processo spirituale di inspirazione.

L’uomo deve diventare sempre più sensibile e ricettivo per la spiritualità che esiste nel mondo.

 

Ciò non era ancora tanto necessario nei tempi antichi, perché allora si era in grado di emanare la spiritualità dal proprio interno, si aveva un fondo di riserva.

Ma a partire dal quarto periodo postatlantico in poi questo fondo di riserva si è esaurito al punto che in avvenire, in certo modo, non potrà più venir estrinsecato se non ciò che prima era stato aspirato, assorbito.

E perché l’uomo possa orientarsi con comprensione in questa nuova missione della sua vita terrena, sorge appunto la scienza dello spirito o antroposofia; agli uomini che già oggi si sentono orientati verso di essa, essa piace non già perché, in mezzo a tante altre ubbie, dovesse una volta coltivarsi nel mondo anche l’ubbia della scienza dello spirito, ma perché essa è nel modo più intimo connessa con tutta l’evoluzione terrestre, è connessa col fatto che tocca veramente all’uomo di sviluppare a poco a poco una comprensione per l’elemento spirituale che vive intorno a lui.

 

Gli uomini che dall’epoca nostra in poi

non svilupperanno una comprensione per lo spirito che sta dietro al sensibile,

per il mondo dello spirito che sta dietro al mondo dei sensi,

somiglieranno a coloro che nel corpo fisico hanno talmente guastato il loro sistema respiratorio

che non possono trovar aria per respirare e hanno difficoltà di respiro.

 

Oggi ancora gli uomini possono alimentarsi di concetti antichi, perché esiste ancora, in concetti, un certo, patrimonio ereditario di antichissima sapienza umana. Ma chi osserva con occhi spirituali l’evoluzione dell’umanità negli ultimi tempi, scorgerà che, sebbene nel mondo materiale esteriore si accumulino le scoperte e le invenzioni, il contenuto spirituale è notevolmente andato incontro al suo esaurimento.

Sempre meno germogliano per l’umanità nuovi concetti, nuove idee.

Soltanto a coloro che ignorano le idee antiche, che sempre riscoprono per sé l’antico, e dunque in certo modo restano per tutta la vita alquanto immaturi, soltanto a costoro accade di credere oggi di poter maturare nuove idee come tali. No, il mondo delle idee intellettuali astratte si è esaurito. Non germogliano più nuove idee.

 

Con Talete è cominciato, per il pensiero occidentale, il sorgere di idee intellettuali.

Oggi siamo in certo modo alla fine, e la filosofìa come tale, come scienza d’idee, è giunta al suo termine.

L’uomo deve imparare ad elevarsi a ciò che sta al di là delle idee e dei pensieri,

i quali pure appartengono soltanto al piano fisico, a ciò che sta al di là di questo mondo delle idee;

egli si eleverà alle immaginazioni che diverranno di nuovo qualcosa di reale per lui.

Allora avverrà una nuova fecondazione per lo spirituale dell’umanità.

Per questo nella scienza dello spirito ci fluiscono immaginazioni per importanti processi cosmici.

 

Si osservi come la descrizione di Saturno, del Sole, della Luna si distingua da altre cose, come sia diversa dai concetti astratti dell’altra scienza! Tutto ciò deve esser dato immaginativamente, perché non è immediatamente realizzabile nel mondo sensibile esteriore. Dell’antico Saturno diciamo che esso ha uno stato di solo calore. Questo è un assurdo per il mondo odierno dei sensi, perché una sostanza di mero calore non si trova in nessun luogo, per il mondo dei sensi. Ma ciò che è assurdo per il mondo dei sensi è verità per il mondo dello spirito, e penetrare con la propria esperienza nel mondo dello spirito è ciò che direttamente toccherà all’uomo nel prossimo avvenire.

 

Infatti, coloro che non sapranno risolversi a respirare l’aria dello spirito,

alla quale l’anima umana dev’esser resa ricettiva per mezzo della scienza dello spirito,

di una scienza cioè che va al di là dei soli sensi;

coloro che non vorranno aprirsi alla scienza dello spirito andranno veramente incontro

ad una condizione che può essere chiamata asma spirituale,

e che in certo modo per molti si vede già avvicinarsi,

insieme ad un esaurimento spirituale che conduce poi ad una consunzione, ad una tisi spirituale.

 

Tale sarebbe sulla terra la sorte degli uomini che volessero arrestarsi soltanto al mondo dei sensi:

morrebbero di tisi spirituale.

In avvenire la civiltà si svilupperà così:

• vi saranno uomini pieni di sensibilità e di interesse dell’anima e del cuore per il mondo spirituale,

per ciò che viene dato anzitutto come scienza dello spirito,

ma che allora sorgerà spontaneamente nelle anime umane

come il mondo dell’immaginazione, dell’ispirazione e dell’intuizione.

 

Una parte dell’umanità sarà tale da aver comprensione e devozione per il mondo dello spirito;

saranno questi gli uomini che adempiranno il compito assegnato per ora alla terra.

Altri uomini si fermeranno forse al mondo dei sensi,

non vorranno avanzare al di là del mondo dei sensi e delle mere ombre di esso

che possono venir date nei concetti filosofici, nella scienza esteriore.

• Questi ultimi andranno incontro all’asma spirituale e alla consunzione, ad una malattia spirituale;

si inaridiranno nell’àmbito dell’esistenza terrena

e non raggiungeranno ciò che è posto come mèta all’evoluzione terrena.

 

Ma l’evoluzione ha da svolgersi in modo che ciascuno interroghi la propria anima: «Quale via scegli?».

In avvenire gli uomini andranno, per così dire, a destra o a sinistra:

• da una parte coloro per i quali sarà verità il solo mondo dei sensi,

• dall’altra coloro per i quali sarà verità il mondo dello spirito.

 

E poiché i sensi, come l’orecchio dell’uomo, vanno scomparendo,

poiché l’uomo, alla fine della terra, avrà perduto tutti i sensi terreni,

ci si può fare una rappresentazione di come realisticamente

sia da comprendersi la consunzione, la tisi di cui abbiamo parlato.

• Se ci fondiamo sopra il mondo dei sensi, ci fondiamo su qualcosa

che abbandonerà l’uomo nel futuro dell’evoluzione terrestre.

• Se penetriamo fino al mondo dello spirito, ci evolviamo verso ciò

che sempre più si accosterà all’uomo nel futuro dell’evoluzione terrestre.

 

Volendo servirci di un simbolo, diciamo che verrà un giorno in cui l’uomo potrà trovarsi alla fine dell’evoluzione terrestre e dire come Faust, dopo aver perduto esteriormente la vista (e l’uomo non solo sarà esteriormente cieco, ma esteriormente sordo, esteriormente privo d’olfatto, esteriormente privo di gusto): «Eppure nell’interno risplende chiara luce», eppure nell’interno risuonano stupende note umane e una stupenda parola umana! Così potrà dire l’uomo che si sarà rivolto al mondo dello spirito.

Chi invece volesse fermarsi al mondo dei sensi, sarebbe un Faust che, dopo essere esteriormente divenuto cieco, si dicesse: «All’esterno sei divenuto cieco, e nell’interno nessuna luce spirituale ti illumina; solo la tenebra ti accoglie».

 

L’umanità avrà da scegliere tra queste due nature faustiane, riguardo all’avvenire terrestre.

Nel primo caso Faust si sarebbe rivolto al mondo dello spirito, nell’altro si sarebbe invece rivolto al mondo dei sensi, e così facendo sarebbe diventato affine a ciò che l’uomo deve sentire come il nulla, a ciò che lo deruba di tutto il suo essere.

Così appare, per la vita immediata dell’uomo, ciò che noi vogliamo portar giù da altezze occulte.

Io credo che possiamo risparmiarci di riassumere in parole le massime morali e gli impulsi volitivi che possono sorgere, per gli uomini del presente, da una reale comprensione della scienza occulta, perché dalla sapienza giustamente compresa nascerà nei cuori umani la virtù giustamente compresa.

 

Lavoriamo dunque per conquistare una reale comprensione del mondo,

cerchiamo la saggezza, e non potrà mancare che, come figlio della saggezza, nasca l’amore.