Individualità guida ed entità avatariche

O.O. 107 – Antropologia Scientifico-Spirituale Vol. II – 15.02.1909


 

Cominceremo innanzi tutto con il mettere in chiaro la diversità esistente fra le entità

che occupano una posizione di guida nell’evoluzione dell’umanità sulla Terra.

 

• Entro il corso della nostra evoluzione terrestre dobbiamo distinguere delle individualità guida

che fin dagli inizi, per così dire, si sono evolute con l’umanità stessa,

con l’umanità della Terra in quanto tale, anche se i loro progressi sono stati più rapidi.

 

• Potremmo dire così: se risaliamo indietro nel tempo fino alla remotissima epoca lemurica,

scopriamo fra gli uomini allora incarnati una grande varietà di stadi evolutivi.

• Tutte le anime che erano incarnate a quell’epoca hanno poi conosciuto,

durante la successiva epoca atlantica e durante quella postatlantica, la nostra, sempre nuove reincarnazioni.

• La rapidità con la quale le anime si sono evolute non è stata uniforme.

 

Vi sono anime che si sono evolute con relativa lentezza passando attraverso le varie reincarnazioni, e che in futuro dovranno ancora coprire lunghe, lunghe distanze.

Ma vi sono anche anime la cui evoluzione è stata veloce, anime, potremmo dire, che hanno saputo trarre maggiore profitto dalle proprie incarnazioni, e che oggi hanno raggiunto perciò uno stadio talmente elevato, sotto l’aspetto animico-spirituale, che l’uomo normale del nostro tempo potrà eguagliarlo soltanto in un futuro molto, ma molto lontano.

 

Comunque, per restare nella sfera delle anime, possiamo confermare che, per quanto progredite siano queste singole anime, per quanto sopravanzino gli individui normali, all’interno della nostra evoluzione terrestre esse hanno compiuto nondimeno un percorso comune a quello di tutti gli altri uomini; semplicemente, i loro progressi sono stati più rapidi.

 

Oltre a queste individualità guida, che sono affini nel senso or ora chiarito al resto degli uomini,

e se ne differenziano soltanto per il fatto di trovarsi a uno stadio superiore,

nel corso dell’evoluzione dell’umanità incontriamo anche altre individualità,

altre entità, che non sono affatto passate, come il resto degli uomini,

attraverso una molteplicità di incarnazioni.

 

Per farci un’idea della cosa, e per spiegarcene sommariamente la ragione, possiamo dire così:

proprio nell’epoca evolutiva lemurica alla quale abbiamo appena fatto riferimento

vi sono stati degli esseri che, a differenza degli altri uomini, a differenza di tutti gli altri esseri di cui s’è detto,

non avevano più bisogno di immergersi così a fondo nell’incarnazione fisica;

degli esseri, dunque, che avrebbero potuto perfezionare la propria evoluzione

in regioni superiori, più spirituali, e che appunto perciò

non avevano bisogno di scendere entro corpi fisici per continuare a progredire.

Entità come queste d’altra parte, per intervenire nel corso dell’evoluzione dell’umanità,

possono scendere precisamente entro un corpo come quello che hanno gli uomini, ma, diciamo così, per procura.

 

Ne deriva quindi che una simile entità può comparire in qualsiasi epoca, ma noi, scrutandone l’anima con i mezzi della chiaroveggenza, non potremo dirne quel che diremmo di altri uomini, ossia che, seguendola a ritroso nel tempo, la troviamo in una precedente incarnazione corporea, e risalendo ancora più indietro la ritroviamo in un’altra incarnazione, poi in un’altra e così via; dovremo dire piuttosto che, seguendone l’anima a ritroso nel tempo, non giungeremo forse mai a una precedente incarnazione corporea di un’entità come questa.

 

Se ciò nonostante vi giungiamo, è solo perché può accadere che questa entità scenda anche più volte nel mondo e si incarni, per procura, in un corpo umano.

Una simile entità spirituale, che scende dunque entro un corpo umano per intervenire nell’evoluzione come uomo, senza tuttavia trarre un vantaggio, diciamo così, da questa incarnazione, senza che nulla di ciò che sperimenta in questo mondo abbia per essa il tale o il tal altro significato, una simile entità nella sapienza orientale viene chiamata avatar.

 

E, rispetto a un’entità guida uscita dall’evoluzione stessa dell’umanità,

l’elemento distintivo dell’entità chiamata avatar consiste in ciò,

che un’entità avatarica non deve trarre per sé alcun frutto dalle proprie incarnazioni fisiche,

o dall’unica incarnazione cui si assoggetta,

poiché lo scopo del suo ingresso in un corpo fisico è la salvezza e il progresso degli uomini.

 

Quindi, come già detto, un’entità avatarica può entrare in un corpo umano sia una volta soltanto,

sia anche per più volte di seguito,

e resta comunque qualcosa di assolutamente diverso da un’altra individualità umana.

 

La massima entità avatarica che sia vissuta sulla Terra,

come del resto potete facilmente arguire dallo spirito che informa tutte le conferenze tenute qui, è il Cristo,

è quell’entità che chiamiamo il Cristo e che, quando Gesù di Nazareth era nel trentesimo anno di vita,

ha preso possesso del suo corpo.

Questa entità, che è venuta a contatto con la nostra Terra soltanto all’inizio dell’era definita cristiana,

che è stata incorporata per tre anni in un organismo di carne, e che da allora è associata alla sfera astrale,

ovvero alla sfera spirituale del nostro mondo soprasensibile,

questa entità riveste, quale entità avatarica, un’importanza assolutamente unica.

 

Sarebbe perfettamente inutile cercare l’entità del Cristo in una precedente incarnazione umana sulla Terra,

mentre altre entità avatariche, entità avatariche inferiori, possono invece incarnarsi anche più volte.

 

Ciò che distingue le entità avatariche non sta nella frequenza con cui si incarnano,

ma nel fatto che dalle loro incarnazioni terrene non traggono frutti a proprio vantaggio.

Gli uomini non danno nulla al mondo, prendono soltanto.

Queste entità danno soltanto, non prendono nulla dalla Terra.

 

Se vogliamo comprendere la cosa con tutta esattezza dobbiamo però distinguere fra un’entità avatarica tanto elevata come quella del Cristo e le entità avatariche inferiori.

Il compito che le entità avatariche assolvono sulla nostra Terra può manifestarsi nelle forme più disparate. Vedremo quindi di chiarire, prima di tutto, in che cosa possa consistere. E, per evitare di dilungarci in un discorso speculativo, lo faremo partendo subito da un caso concreto.

 

Sapete tutti, dal racconto biblico incentrato su Noè,

che nell’antica concezione ebraica gran parte dell’umanità postatlantica,

dell’umanità posteriore a Noè, viene fatta risalire ai tre capostipiti Sem, Cam e Jafet.

 

Oggi non ci occuperemo del significato che Noè e questi tre capostipiti rivestono per noi sotto altri aspetti.

Ci limiteremo a prendere in considerazione il fatto che i testi ebraici ove si narra di Sem, uno dei figli di Noè,

riconducono a lui tutta quanta la stirpe dei Semiti, facendone il capostipite.

 

In questa narrazione, sorretta in realtà da una prospettiva occulta sui fatti narrati, si celano dappertutto delle verità molto profonde. Coloro che sono in grado di investigare tali fatti sulla base dell’occultismo sanno, riguardo a Sem, al capostipite dei Semiti, quel che segue.

Nel caso di una personalità come questa, che è destinata a diventare il capostipite di tutta una stirpe, bisogna che fin dalla nascita, anzi, da prima ancora, siano poste le condizioni perché possa effettivamente diventarlo.

 

In che modo, dunque, si provvede a che una simile individualità, un’individualità come Sem per tenerci al nostro esempio, possa essere il capostipite di un popolo intero, di un’intera stirpe?

Nel caso di Sem, ciò è stato reso possibile dal fatto ch’egli ha ricevuto un corpo eterico predisposto, per così dire, in maniera del tutto particolare.

 

Sappiamo infatti che l’uomo, allorché viene generato e introdotto così in questo mondo, struttura intorno alla propria individualità le parti costitutive dell’essere umano, e fra queste il corpo eterico o vitale.

Per colui che darà origine a una stirpe deve venire approntato, diciamo così, un corpo eterico speciale, che sia in certo modo il corpo eterico modello per tutti i discendenti di questa individualità nel corso delle generazioni.

 

Nel caso dunque di una simile individualità, iniziatrice di una stirpe, abbiamo un corpo eterico tipico, che possiamo chiamare il corpo eterico modello; quel che poi avviene nel corso delle generazioni, in virtù della consanguineità, è che i corpi eterici di tutti i discendenti, che appartengono alla medesima stirpe, sono in certo modo copie del corpo eterico del progenitore.

 

In tutti i corpi eterici del popolo semitico

era dunque intessuto qualcosa come una copia del corpo eterico di Sem.

In che modo si produce allora un fatto come questo, entro il corso dell’evoluzione dell’umanità?

 

Se consideriamo Sem con più attenzione, scopriamo che la funzione di archetipo assunta dal suo corpo eterico

è dovuta precisamente al fatto che in questo corpo eterico si è intessuto un avatar

– quantunque non si tratti di un avatar talmente elevato da poterlo paragonare a certe altre entità avatariche;

in ogni caso, entro il corpo eterico di Sem era scesa un’elevata entità avatarica,

che peraltro non è stata legata né al suo corpo astrale né al suo io,

ma si è per così dire intessuta nel suo corpo eterico.

 

Ora, proprio sulla scorta di questo esempio possiamo apprendere il significato racchiuso nel fatto che un’entità avatarica intervenga nella costituzione, nella struttura dell’uomo. E infatti, che senso ha in generale il fatto che un uomo, cui è assegnato il compito di diventare il capostipite di un popolo intero, come nel caso di Sem, accolga nel proprio corpo un’entità avatarica che, per così dire, vi si intesse?

 

Il senso è questo, che ogniqualvolta un’entità avatarica è intessuta a un uomo in carne ed ossa,

una delle parti costitutive di questa entità umana, o anche più d’una,

ha la possibilità di moltiplicarsi, di venire scissa in più copie.

 

Proprio in quanto un’entità avatarica era intessuta al corpo eterico di Sem si è aperta in effetti la possibilità che si formassero delle pure e semplici copie dell’originale, e che queste innumerevoli copie venissero poi intessute a tutti gli uomini succeduti al capostipite nel corso delle generazioni. Quindi, la discesa di un’entità avatarica ha il senso, fra le altre cose, di favorire il moltiplicarsi di una o più parti costitutive dell’entità che viene animata dall’avatar. Si formano così delle pure e semplici copie dell’originale, tutte modellate su di esso.

 

Come dunque potete vedere, era presente in Sem un corpo eterico particolarmente prezioso, un corpo eterico che fungeva da archetipo, e che era stato predisposto e poi intessuto a lui da un avatar di grado elevato, così che sarebbe potuto scendere, in tantissime copie, in tutti i futuri consanguinei del progenitore.

 

Ora, nella conferenza citata all’inizio abbiamo già parlato del fatto che esiste anche un’economia spirituale,

per la quale, se vi è qualcosa di particolarmente prezioso, questo qualcosa si conserva e viene trasmesso al futuro.

• Abbiamo visto che non si reincarna solo l’io,

ma possono reincarnarsi anche il corpo astrale e il corpo eterico.

A prescindere dal fatto che si siano formate innumerevoli copie del corpo eterico di Sem,

questo suo corpo eterico è stato anch’esso conservato, nel mondo spirituale,

perché più tardi se ne sarebbe potuto fare ottimo uso nella missione del popolo ebraico.

Tutte le caratteristiche peculiari del popolo ebraico si erano infatti espresse fin dall’inizio in questo corpo eterico.

 

Se per l’antico popolo ebraico fosse accaduto un giorno qualcosa di estremamente importante, se qualcuno avesse dovuto assolvere un compito speciale, una speciale missione, non vi sarebbe stata soluzione migliore di quella offerta da una individualità che avesse in sé il corpo eterico del capostipite.

 

In effetti, vi è stata più tardi un’individualità determinante nella storia del popolo ebraico che ha portato il corpo eterico del capostipite. Abbiamo qui una di quelle meravigliose complessità del divenire dell’umanità dalle quali possiamo veramente imparare molto.

 

Abbiamo a che fare con una individualità molto elevata, che ha dovuto degnarsi, per così dire, di parlare al popolo ebraico con un linguaggio adeguato al suo livello, e dargli la forza per una missione speciale; è più o meno come se un uomo particolarmente eminente sotto l’aspetto spirituale dovesse parlare a una gente di livello inferiore, ne dovesse anzi imparare la lingua, ma non perché questa lingua costituisca un qualcosa che serve a lui, alla sua ulteriore elevazione; molto semplicemente, egli deve adattarsi a parlarla.

 

Così, doveva accadere che un’individualità elevata si adattasse al corpo eterico di Sem per poter imprimere un ben definito impulso all’antico popolo ebraico. E si tratta precisamente dell’individualità, della personalità, che ritrovate nella storia biblica con il nome di Melchisedec.

 

È questa l’individualità che si è rivestita, diciamo così, del corpo eterico di Sem,

per dare poi ad Abramo quell’impulso che trovate così ben descritto nella storia biblica.

 

Dunque, a prescindere dal fatto che il corpo eterico appartenente all’individualità di Sem si è moltiplicato in quanto vi si era connessa un’entità avatarica, e si è poi intessuto ai corpi eterici di tutti gli altri membri del popolo ebraico, esso è stato conservato nel mondo spirituale perché in seguito potesse portarlo Melchisedec, che, attraverso Abramo, doveva dare al popolo ebraico un impulso essenziale.

 

Ecco dunque la trama sottile dei fatti che si celano dietro il mondo fisico,

i soli capaci di spiegarci quello che avviene entro questo mondo.

Potremo capire la storia soltanto se sapremo rivolgerci a tali fatti:

fatti di natura spirituale, che stanno dietro i fatti fisici.

La storia non potrà mai spiegarsi in base a se stessa, finché ci atterremo ai soli fatti fisici.

 

Il fenomeno che abbiamo esaminato poc’anzi, ossia quello per cui, grazie alla discesa di un’entità avatarica, le parti costitutive dell’uomo che è portatore di questa entità si moltiplicano e si trasmettono ad altri uomini, ripresentandosi come copie dell’archetipo – ebbene, questo fenomeno assume un’importanza del tutto particolare in relazione alla comparsa del Cristo sulla Terra.

 

Dal fatto che l’entità avatarica del Cristo ha preso dimora nel corpo di Gesù di Nazareth

è derivata la possibilità che il corpo eterico di Gesù di Nazareth si moltiplicasse innumerevoli volte,

e non solo il corpo eterico ma anche il corpo astrale e perfino l’io,

l’io quale impulso suscitato nel corpo astrale allorché nel triplice involucro di Gesù di Nazareth è entrato il Cristo.

 

Per il momento, comunque, ci soffermeremo solo sul corpo eterico e sul corpo astrale di Gesù di Nazareth, ovvero sulla possibilità di moltiplicarsi che hanno tratto dall’entità avatarica.

Proprio con la comparsa del principio del Cristo nell’evoluzione della Terra si apre, nell’umanità, una cesura fra le più importanti.

 

Ciò che vi ho detto parlando di Sem è sostanzialmente e tipicamente caratteristico dell’era precristiana. Quando succede che un corpo eterico oppure un corpo astrale si moltiplichino nel modo che abbiamo detto, le copie di questo corpo si trasmettono di norma agli individui legati da un rapporto di consanguineità a colui che ne possedeva l’archetipo. Le copie del corpo eterico di Sem si sono trasmesse perciò ai suoi discendenti di stirpe ebraica.

 

• Dal momento in cui è comparsa l’entità avatarica del Cristo, le cose sono cambiate.

• Il corpo eterico e il corpo astrale di Gesù di Nazareth si sono moltiplicati,

e sono stati conservati in questa loro molteplicità

fintanto che, nel corso dell’evoluzione dell’umanità, hanno potuto essere utilizzati.

 

Non erano però legati a una nazionalità o a una stirpe in particolare;

piuttosto, da quel momento in poi, poteva comunque accadere

che una copia astrale del corpo astrale di Gesù di Nazareth, oppure una copia eterica del suo corpo eterico,

venissero intessute nel corpo astrale o nel corpo eterico di un uomo che, quale che fosse la sua nazionalità,

si rivelasse maturo, si rivelasse idoneo a riceverle.

 

Da quel momento, dunque, il fatto nuovo era che in ogni individuo, senza distinzione,

si potevano intessere come un’impronta, diciamo così,

le copie del corpo astrale di Gesù di Nazareth o del suo corpo eterico.

A questo fatto è collegata la storia profonda dell’evoluzione del cristianesimo.