Influssi dai pianeti degli io di gruppo di animali, e dallo zodiaco di altre forze specificanti le varietà animali

O.O. 136 – Le entità spirituali nei corpi celesti e nei regni della natura – 13.04.1912


 

Nella conferenza precedente abbiamo accennato al rapporto esistente fra le forze spirituali operanti negli esseri dei regni della natura sulla Terra, e ciò che si vede esteriormente. Vorrei oggi richiamare brevemente alla nostra memoria le considerazioni svolte in proposito, poiché mi sembra necessario illuminare in modo ancora più preciso queste cose che costituiscono una parte essenziale del tema che ci siamo proposti. Esse ci porteranno infatti al punto in cui dovranno culminare queste conferenze: a una comprensione cioè della viva collaborazione delle entità delle diverse gerarchie e dei loro discendenti, nei corpi celesti e nei regni della natura.

 

È stato mostrato che l’uomo possiede i quattro componenti della sua natura,

cioè il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo astrale e l’io, attivi sul piano fisico.

 

Poi è stato mostrato come nel caso dell’animale siano attivi sul piano fisico

essenzialmente il corpo fisico, l’eterico e l’astrale, mentre l’io di gruppo si trova sul piano astrale.

 

Si è visto poi che per le piante sono attivi

• sul piano fisico: il corpo fisico e il corpo eterico,

• sul piano astrale: il corpo astrale,

• e l’io di gruppo sul piano devacianico.

 

Infine, nel minerale si trova sul piano fisico solo il corpo fisico:

• il corpo eterico sta sul piano astrale,  •il corpo astrale sul piano devacianico,

mentre l’io di gruppo del minerale dimora in quello che vogliamo denominare un piano devacianico superiore.

 

 

Ora vogliamo esaminare più in particolare che cosa significhi tutto questo in realtà.

Finora si è soltanto enunciato che, sollevandosi fino al primo dei mondi soprasensibili, al più vicino, lo sguardo occulto non trova entro il mondo fisico l’io degli animali, mentre l’uomo lo ha ancora presente nel mondo fisico:

• quello che nell’uomo chiamiamo l’io,

per l’animale può essere trovato solo sul piano astrale, nel mondo soprasensibile,e da qui agisce.

 

Vediamo dunque che la scienza occulta non può attribuire all’animale l’io sul piano fisico: essa non nega che l’animale possieda un io, ma afferma che solo nel mondo astrale è reperibile ciò che nell’animale può chiamarsi un io.

Sorge qui facile l’obiezione che in questo modo si nega sul piano fisico un io agli animali, anche a quelli superiori, mentre è evidente che molte delle loro operazioni dimostrano un’intelligenza straordinaria, tale che molto di quel che l’animale compie sul piano fisico è paragonabile a ciò che sul piano fisico compie l’uomo.

 

Chi si esprime in questo modo non ha compreso il vero principio fondamentale della nostra impostazione. A nessuno che si occupi di tali problemi verrà in mente di negare che gli animali dispongano sul piano fisico di ciò che noi chiamiamo le forze dell’anima. Non si tratta affatto di questo. Su questo punto sorgono i più diversi errori e malintesi.

 

Uno di questi nascerebbe se un certo qual darwinismo materialistico volesse per esempio replicare così: ecco che voi antroposofi esponete il problema in modo che l’uomo debba a tutti i costi trovarsi a un livello più alto di spiritualità, in confronto agli animali, mentre è chiaro che l’animale sviluppa intelligenza. Nel regno animale c’è tanta intelligenza, e perfino tanta morale istintiva, che le forze psichiche presenti nell’uomo possono benissimo considerarsi come derivate, a un livello superiore, da ciò che si riscontra già nel regno animale.

 

Ragionare in questo modo significa però spostare il punto di vista che invece andrebbe adottato. Un’osservazione obiettiva non si sognerà di negare che nel regno animale sia attivo un intelletto, perfino una ragione. Basterà tener presenti fatti come quello cui l’umanità è giunta, nel corso della sua evoluzione, solo in tempi relativamente recenti: all’invenzione della carta; nelle descrizioni storiche tale invenzione viene esaltata come una grande conquista dell’intelletto umano, ed effettivamente si può considerarla sotto certi aspetti come un segno del progresso umano. Le vespe però conobbero quell’arte milioni di anni prima dell’uomo, poiché nel loro nido esse producono proprio carta.

 

Possiamo dunque affermare che già a livelli molto bassi del regno animale si trova qualcosa che conosciamo come un prodotto dell’intelletto umano. Un osservatore obiettivo non negherà certo che il mondo animale disponga delle forze animiche umane.

 

Nel campo dell’occultismo poi si è convinti che nel regno animale

l’intelletto e la ragione operino in modo molto più preciso, più sicuro, più esente da errori che nell’uomo.

L’essenziale però è che nell’uomo tutte quelle forze dell’anima

sono riferite, nel mondo fisico, a un io che si sviluppa in modo autonomo

entro il mondo fisico, già nel corso dell’educazione.

 

Di fronte a un esemplare di un qualunque gruppo animale noi sappiamo che il corso del suo sviluppo è predeterminato dalla sua stessa appartenenza a una data specie, in modo cioè del tutto diverso da come avviene nell’uomo, il quale si sviluppa individualmente.

Se si rivolge l’attenzione al regno animale, vi si riscontrano le forme più disparate, assai diverse le une dalle altre, molto più di quanto differiscano le razze umane.

 

Certo, anche fra le diverse razze umane sparse sulla faccia della Terra si trovano grandi differenze; se però ad esse si confronta l’immensa varietà degli animali, dai meno ai più perfetti, si noterà subito quanto sia formidabile la loro differenziazione: ben diversamente dall’uomo.

Da che cosa deriva questo fatto?

Ci si avvicinerà a una risposta a tale problema, se prima si cercherà di rispondere a quest’altra domanda: che cos’è a produrre i diversi gruppi del regno animale, le diverse specie che troviamo distribuite in modo caratteristico su tutta la Terra?

 

Qui lo sguardo occulto ci mostra che ciò che determina la diversità delle specie animali non proviene solo dalla Terra;

esse ricevono le loro forme dallo spazio celeste, e precisamente in modo che le forze che portano a una certa specie

provengono da un punto dello spazio celeste diverso

da quello da cui provengono le forze proprie di un’altra specie.

• Infatti le forze che determinano le diverse forme animali

affluiscono verso il nostro pianeta da altri pianeti del nostro sistema planetario.

 

In fondo, possiamo suddividere l’intero regno animale in sei o sette gruppi principali,

e a questi gruppi principali corrispondono i principali io di gruppo.

Questi io di gruppo supremi esercitano i loro impulsi d’azione dai sei o sette pianeti principali del nostro sistema,

cosicché le forze che formano i gruppi fondamentali degli animali agiscono spiritualmente dai pianeti.

Con ciò abbiamo anche realmente indicato che cosa significhi parlare di io di gruppo degli animali.

 

Significa che nell’animale vivono forze spirituali la cui entità operante non va affatto ricercata sulla Terra stessa,

bensì nello spazio extraterrestre, e precisamente, per cominciare, nel mondo dei pianeti.

 

Sui nostri pianeti vivono per così dire i reggenti dei gruppi animali principali;

essi dovettero ritirarsi su quei pianeti

per poter agire con le loro forze verso la Terra dalle giuste distanze e dalle direzioni giuste.

Infatti solo da quelle direzioni è possibile operare nel giusto modo ciò che determina le forme animali principali.

Se però i pianeti facessero affluire sulla nostra Terra solo quel genere di forze,

effettivamente non vi sarebbe nel regno animale una tale molteplicità di forme,

ma soltanto le sette forme fondamentali.

 

In realtà, in un passato estremamente remoto esistevano solo sette forme principali; queste però erano assai mobili, facilmente modificabili, erano per così dire morbide, plastiche nella loro formazione, sì che ogni forma potè essere plasmata in diverse forme speciali, differenziate; e questo avvenne in effetti in un tempo successivo.

Le sette forme principali risalgono a un passato remotissimo; in seguito poi subentrarono altre forze, che agirono favorendo o inibendo le forze dei pianeti.

 

Dovrò ora appunto esporre in che modo si formarono queste altre forze.

• Guardando al modo solito le vastità del cielo,

si è facilmente indotti a credere che lassù tutto quanto sia in fondo uniforme: ma non è così.

• Lo sguardo occulto percepisce cose del tutto diverse,

se lo si rivolge in una direzione dello spazio piuttosto che in un’altra.

 

Lo spazio non è affatto omogeneo, non è uguale nelle diverse direzioni,

anzi dalle differenti direzioni dello spazio agiscono forze diverse.

L’intero spazio universale è pieno di entità spirituali delle diverse gerarchie,

che agiscono sulla Terra in modo diverso, a seconda della direzione da cui provengono.

 

Nei tempi in cui gli uomini possedevano una certa chiaroveggenza originaria,

essi sapevano bene che, guardando verso il cielo a una data ora del giorno, si ricevevano determinate forze,

mentre forze diverse venivano incontro da un’altra parte.

Gli uomini percepivano pure che da certi punti dello spazio celeste provenivano forze ben precise e determinate,

particolarmente importanti per la Terra.

Quei punti si trovano tutti disposti nella fascia stellare che fin dai tempi antichi è nota come lo zodiaco.

 

Non si parlava certo a casaccio dello zodiaco, nei tempi antichi, anzi si sapeva bene perché se ne parlava.

Nello spazio celeste le cose stanno in modo che le forze provenienti, mettiamo, dal pianeta Marte,

e che determinarono una delle sette forme principali negli organismi animali

ancora molli e plasmabili, agiscono diversamente

a seconda che Marte si trovi in una parte dello zodiaco, piuttosto che in un’altra.

 

Lo zodiaco è stato poi suddiviso in dodici «segni», i quali risultano in modo naturale essere le costellazioni, e le forze di Marte competenti per una data forma animale agiscono diversamente, a seconda che provengano dalla regione dell’Ariete o da quella del Toro, o da un’altra costellazione.

 

Per effetto di questo rapporto si specificano le sette forme animali principali, e da ciò derivano moltissime possibilità di forme animali diverse. Le possibilità aumentano poi ancora di numero, ove si consideri che per esempio Marte può operare in modo determinante quando venga a trovarsi davanti al Leone, sì da modificarne l’influsso sulla Terra; oppure quando Marte si trovi dal lato opposto al Sole, rispetto alla Terra.

 

Queste svariatissime forze hanno contribuito a differenziare ulteriormente i sette gruppi principali del regno animale.

La ricca molteplicità delle forme animali sulla Terra ha dunque avuto origine

perché le forze dei pianeti sono in fondo le sedi delle anime di gruppo, degli io di gruppo degli animali,

i quali solo da lì possono svolgere il loro compito, e in effetti lo svolgono.

Infatti, solo per la scelta di un dato luogo nel cielo

l’io di gruppo di una forma animale, che deve operare da Marte, può esercitare sulla Terra un dato effetto.

 

Qui dunque si trovano le forze creatrici della molteplicità delle forme animali;

dicendo che l’io di gruppo animale sta sul piano astrale,

si vuol dire in realtà che per cercare l’io di gruppo di una qualsiasi forma animale,

lo sguardo occulto deve rivolgersi non alla Terra, ma ad uno dei pianeti.

 

Ciò che dell’uomo lo sguardo occulto trova sulla Terra riguardo agli animali,

esso lo scopre nello spazio celeste, sui pianeti.

Come una persona che debba svolgere un lavoro sulla Terra

necessita di un certo numero di luoghi dove svolgerla,

così l’io di gruppo che risiede in un pianeta deve muoversi nello spazio celeste, percorrendo lo zodiaco,

al fine di differenziare da lì le proprie forze.

 

Possiamo ora mettere in connessione il fatto che abbiamo esposto con la tendenza, oggi prevalente, a ricercare le origini delle forme animali in certi fattori terrestri, come ad esempio la lotta per l’esistenza, o la selezione naturale. Allora, da un lato ci si dimostrano veramente grandiose le osservazioni fatte ad esempio da Darwin, nella misura in cui si limitano ai dati di fatto.

 

Infatti il darwinismo ha constatato inconsapevolmente la mobilità delle forme animali,

e come queste vengano elaborate partendo dalle forme fondamentali.

Conformemente alla tendenza generale del nostro tempo non si è però tenuto conto

che le forze determinanti quelle forme provengono dallo spazio celeste,

che cioè i creatori delle forme animali vanno cercati nel mondo dei pianeti

appartenenti sì al nostro sistema, ma esterni alla nostra Terra.

 

Per rispondere poi al quesito come stiano le cose riguardo all’uomo, occorre anzitutto conoscere di quale specie siano gli spiriti che abbiamo riconosciuti come anime di gruppo degli animali e che hanno la loro dimora su diversi pianeti.

 

Si troverà allora che gli io di gruppo degli animali

sono discendenti di quella categoria di entità spirituali

che nel corso di queste conferenze ho menzionate come Spiriti del movimento.

• Dobbiamo dunque considerare gli io di gruppo degli animali come discendenti degli Spiriti del movimento.

Questi ultimi difatti hanno conferito all’uomo, dalla loro propria sostanza,

il suo corpo astrale durante l’antico stadio lunare dell’evoluzione.

 

Si potrà dunque completare questa enunciazione dicendo che

la Terra è stata preceduta dallo stadio lunare, durante il quale

gli uomini ricevettero il loro corpo astrale dagli Spiriti del movimento.

 

In altre parole: quando la Terra era Luna

(la Luna antica, non l’attuale che non è altro che un pezzo staccato della Terra stessa,

mentre l’antica Luna è per così dire una precedente incarnazione della nostra Terra),

quando dunque la Terra si trovava in quell’antico stadio lunare,

gli Spiriti del movimento aleggiavano intorno ad essa, instillando per così dire la propria sostanza

in ciò che l’uomo aveva recato con sé da condizioni ancora più antiche.

 

Il corpo astrale che l’uomo in tal modo ricevette (e che era qualcosa di nuovo, poiché fino a quel tempo

l’uomo era consistito appunto solo del corpo fisico e dell’eterico), provenne dunque dagli Spiriti del movimento.

L’antica Luna scomparve, si formò la Terra,

e gli Spiriti del movimento svilupparono, oltre al proprio progresso, anche dei discendenti.

 

Questi sono le entità che noi denominiamo io di gruppo degli animali:

essi presero dimora non già sulla Terra, bensì sugli altri pianeti,

per agire da lì sulla Terra in modo da creare nel modo descritto le forme animali.

 

Questa è la formulazione più particolareggiata dell’affermazione precedente,

che cioè si possono caratterizzare in certo qual modo gli io di gruppo

come discendenti di certe entità della seconda gerarchia.