Influsso luciferico e arimanico sul sangue umano

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 06.07.1909


 

Fu proprio per conseguenza dell’influsso luciferico e arimanico

che il sangue umano diventò sempre meno atto

a dare all’uomo la facoltà di vedere nel mondo esteriore ciò che è giusto;

con il deterioramento del sangue, con la sua dissoluzione,

quale avvenne durante il periodo dell’antica consanguineità,

con quella disgregazione, con quel morire del sangue attraverso le mescolanze,

era così legato un crescendo progressivo dell’illusione,

perché l’uomo non poteva più interrogare l’antica saggezza che possedeva prima come eredità,

e che gli diceva non essere vero che il mondo esteriore è soltanto materia

perché, se ci si attiene agli antichi residui ereditari della saggezza,

essi ci dicono che dietro al mondo fisico vi è un mondo spirituale.

 

Ma quei residui di eredità andarono perdendosi sempre più,

e l’uomo si trovò sempre più indirizzato con tutta la sua vita animica e la sua conoscenza verso il mondo fisico.

Questo trasformò per lui ogni impressione fisica in illusione, in errore.

 

Se non fosse intervenuto l’influsso del Cristo,

l’uomo si sarebbe ridotto alla fine a dover perdere tutti gli antichi avanzi di saggezza,

e ad essere a poco a poco indirizzato al solo mondo esteriore e alle impressioni dei sensi.

Egli avrebbe dimenticato l’esistenza di un mondo spirituale.

Ecco ciò che sarebbe avvenuto: l’uomo sarebbe diventato cieco per il mondo spirituale.