Ingresso del Cristo nella nostra evoluzione come base per la creazione dal nulla

O.O.107 – 17.06.09 – Antropologia S.S.-Vol. II


 

Esperienze del tutto nuove,

le quali non siano condizionate da cause precedenti, le ha solo l’uomo.

• Perciò soltanto l’uomo è, nel vero senso della parola, suscettibile di un’educazione;

soltanto l’uomo aggiunge sempre del nuovo a ciò che è determinato karmicamente.

 

Soltanto sulla Terra l’uomo ha la possibilità di aggiungere nuovi elementi.

Sulla Luna la sua evoluzione non era progredita al punto da permettergli

di aggiungere del nuovo a quanto già si trovava in lui come disposizione.

Sebbene non fosse un animale, egli stava allora sul gradino dell’evoluzione animale.

In ciò che intraprendeva egli era condizionato da cause esterne.

 

Ma anche oggi lo è, fino ad un certo grado;

infatti, le esperienze libere penetrano solo lentamente nell’uomo.

E penetrano tanto più in lui quanto più in alto egli si trova sui gradini dell’evoluzione.

Prendiamo i quadri di Raffaello, e pensiamo che un cane vi stia dinanzi.

 

Esso vede in essi ciò che vi è di obiettivo. Vede ciò che dei quadri gli si presenta in quanto sono oggetti sensibili. Ma supponiamo che un uomo stia di fronte a questi quadri; vi vedrà tutt’altro: ciò è possibile soltanto perché egli in incarnazioni precedenti ha già subito una maggiore evoluzione.

Ed ora prendiamo un uomo geniale, per esempio Goethe; egli vede in quei quadri ancora più cose, egli conosce il significato dei diversi modi di disegnare.

Quanto più evoluto è l’uomo, tanto più vede.

 

Quanto più l’uomo si è già arricchito nell’anima,

tante più sono le relazioni che egli aggiunge alle sue esperienze animiche.

Queste diventano proprietà della sua anima, si depositano nella sua anima.

Ma tutto ciò è divenuto possibile all’umanità soltanto con l’evoluzione della Terra.

Ora avviene quanto segue.

 

L’uomo si evolve a suo modo attraverso le successive epoche.

È noto che la Terra sarà sostituita da Giove, Venere e Vulcano.

Durante tale evoluzione, l’interiorità dell’uomo, cioè la somma delle esperienze

che egli fa, prescindendo in tal modo da cause precedenti, si arricchisce sempre più.

• E sempre minor significato avrà per lui quanto egli avrà portato

da condizioni precedenti, dall’epoca di Saturno, Sole e Luna.

 

L’uomo nella sua evoluzione si svincola dalle condizioni precedenti.

E quando la Terra avrà raggiunto lo stato di Vulcano, allora l’uomo si sarà liberato

da tutto ciò che ha accolto durante l’evoluzione di Saturno, Sola e Luna.

Tutto ciò egli lo avrà abbandonato.

 

Toccheremo ora un concetto più difficile, che potrà essere illuminato con un paragone. Immaginate di star seduti in una vettura che avete ricevuto in dono oppure ereditato. Fate una gita in vettura. Una ruota si guasta. Sostituite la vecchia ruota con una nuova. Ora avete la vecchia vettura, con una ruota nuova.

 

Supponiamo che dopo un certo tempo un’altra ruota si guasti; la cambiate, e avete così la vecchia vettura con due ruote nuove. Similmente cambiate la terza, la quarta ruota, ecc., e potete facilmente immaginarvi che un bel giorno non avrete davvero più nulla della vecchia vettura, ma avrete sostituito tutto il vecchio col nuovo. Non avete più nulla di ciò che avete ereditato o ricevuto in dono; continuate a sedervici dentro, ma in sostanza è tutto un altro veicolo.

 

Trasportiamo questo all’evoluzione umana.

Durante lo stato planetario di Saturno, l’uomo ha ricevuto l’abbozzo del suo corpo fisico e l’ha a poco a poco elaborato, sul Sole il corpo eterico, sulla Luna il corpo astrale, sulla Terra l’io; a poco a poco egli perfeziona questi corpi.

 

Ma nell’io, egli sempre più sviluppa le nuove esperienze,

e abbandona ciò che ha ereditato, ciò che in passato gli è stato dato da Saturno, Sole e Luna.

E verrà un tempo, il tempo dell’evoluzione di Venere,

in cui l’uomo avrà deposto tutto ciò che gli dèi gli hanno donato durante l’evoluzione di Saturno, Sole e Luna,

e nella prima metà dell’evoluzione della Terra.

Egli deporrà tutto ciò, come sono stati deposti nel nostro esempio i singoli pezzi della vettura.

E a poco a poco sostituirà tutto con elementi che prima non esistevano,

con elementi che egli avrà accolto dalle nuove condizioni.

 

Arrivato su Venere, l’uomo non potrà dire:

“Ho ancora in me tutto dall’antica evoluzione saturnia, solare e lunare”,

perché tutto questo egli lo avrà già deposto;

e al termine della sua evoluzione egli porterà in sé non ciò che ha ricevuto,

ma ciò che egli stesso avrà elaborato in sé, ciò che avrà edificato in sé dal nulla.

 

Questo è il terzo elemento che si aggiunge a evoluzione e involuzione: la creazione dal nulla.

Evoluzione, involuzione e creazione dal nulla è quanto dobbiamo abbracciare con lo sguardo,

se vogliamo contemplare tutta la grandezza e maestà dell’evoluzione umana.

 

Possiamo così comprendere come gli dèi in principio abbiano costruito il veicolo dei nostri tre corpi, come essi abbiano a poco a poco edificato questo veicolo e poi ci abbiano dato la facoltà di superarlo; come noi possiamo deporlo pezzo per pezzo, perché gli dèi vogliono farci, pezzo per pezzo, a loro immagine, vogliono farci diventare capaci di dire a noi stessi: “Mi è stata data la disposizione a ciò che io debbo diventare, ma da questa disposizione io mi sono creato una nuova entità”.

 

Spiriti grandi, spiriti superiori hanno già in precedenza sviluppato quello che l’uomo in tal modo contempla

come un grandioso, meraviglioso ideale di un lontano avvenire: non soltanto aver coscienza del proprio sé,

ma aver coscienza della creazione del proprio sé.

 

Quel che l’uomo sperimenterà soltanto in un lontano avvenire, certi spiriti

che in passato hanno partecipato alla nostra evoluzione lo sviluppano già oggi.

Abbiamo già detto che durante l’evoluzione di Saturno

i Troni hanno emanato quella che chiamiamo la sostanza dell’umanità,

e gli Spiriti della personalità hanno infuso in questa sostanza dell’umanità

quella che noi chiamiamo la forza della personalità.

 

Ma gli Spiriti della personalità, che allora erano abbastanza potenti per infondere il loro carattere di personalità alla sostanza emanata dai Troni, sono da allora saliti sempre più in alto.

Oggi essi sono tanto progrediti da non aver più bisogno di sostanza fisica per la loro ulteriore evoluzione.

 

Su Saturno, per poter comunque vivere, essi hanno avuto necessità della sostanza fisica di Saturno, la quale era allora anche la disposizione alla sostanza umana; sul Sole essi hanno avuto bisogno della sostanza eterica, che fluiva a formare il corpo eterico dell’uomo; sulla Luna della sostanza astrale, e qui sulla Terra hanno bisogno del nostro io.

Ma d’ora in poi essi avranno sempre più bisogno di ciò che è creato dall’io stesso, del nuovo elemento che l’uomo crea a contatto delle pure relazioni; avranno sempre più bisogno di ciò che non è più corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale, e neppure io in quanto tale, ma di ciò che procede dall’io, che è prodotto dall’io.

Di questo si serviranno gli Spiriti della personalità, e già oggi se ne servono per viverci.

 

Su Saturno essi hanno vissuto in quello che oggi è il nostro corpo fisico,

sul Sole in quello che oggi è il nostro corpo eterico, sulla Luna in quello che oggi è il nostro corpo astrale.

 

Dalla metà dell’epoca atlantica hanno incominciato a vivere

in ciò che gli uomini possono produrre dal loro io come un elemento superiore.

Quali sono i più alti prodotti dell’io umano? Sono tre.

Primo, quello che noi chiamiamo la legge del pensiero, il pensiero logico.

È un quid che l’uomo aggiunge alle cose.

 

Quando l’uomo non guarda soltanto al mondo esterno, non soltanto lo percepisce, ma anche scopre la legge di ciò che percepisce; quando non soltanto egli corre dietro al ladro per trovarlo, ma elabora pensieri che, pur non avendo a che fare col ladro, gli permettono di acciuffarlo, allora l’uomo vive nella logica, nella vera logica.

La logica è un quid che per mezzo dell’uomo si aggiunge alle cose.

 

In quanto l’uomo si dedica alla vera logica, l’io agisce oltre se stesso.

In un secondo modo l’io agisce oltre se stesso:

sviluppando piacere e dispiacere a contatto del bello, del sublime, dell’umoristico, del comico,

in breve di tutto quanto l’uomo stesso produce.

 

Supponiamo che voi scorgiate nel mondo qualcosa che vi sembra sciocco: voi ne ridete. Che voi ne ridiate, non dipende affatto dal vostro karma. Potrebbe venire uno stolto a cui ciò di cui voi ridete sembri intelligente. Ciò dipende dalla vostra particolare posizione. Oppure poniamo che voi vediate un eroe contro cui il mondo si avventa; dapprima egli resiste, ma infine perisce tragicamente. Questo fatto è determinato dal karma, ma il sentimento tragico che voi provate è nuovo.

 

La necessità del pensiero è il primo prodotto dell’io umano,

piacere e dispiacere il secondo,

e il terzo è il modo in cui ci si sente spinti ad agire sotto l’influsso delle situazioni.

Il modo in cui ci si sente spinti ad agire

non è soltanto condizionato dal karma, ma anche dal vostro rapporto con le situazioni.

 

Supponiamo che due uomini per loro karma siano destinati a pagare insieme un debito. L’evoluzione dell’uno è più progredita, quella dell’altro lo è meno. Il più progredito pagherà, l’altro conserverà il debito e pagherà più tardi. Il primo svilupperà bontà di cuore, il secondo non altrettanto. Questo è qualcosa di nuovo che si aggiunge all’evoluzione.

 

Non dobbiamo considerare tutto come destinato; molto dipenderà dal fatto che nelle nostre azioni

ci si faccia guidare o meno dalle leggi della giustizia e dell’equità.

Alla nostra moralità si aggiungeranno sempre nuovi elementi,

dovuti al nostro modo di adempiere al dovere e di giudicare in modo morale.

• Nel nostro giudizio morale, in particolare, sta il terzo elemento

per cui l’uomo procede oltre se stesso, per cui l’io s’innalza sempre più.

 

Ciò che l’io crea nel nostro mondo terreno non perisce.

I risultati del pensiero logico, del giudizio estetico, dell’adempimento del dovere,

gli uomini li introducono di epoca in epoca, di cultura in cultura; questi risultati formano una corrente continua

e forniscono la materia e la sostanza in cui gli Spiriti della personalità si adagiano nella loro attuale evoluzione.

Così viviamo la nostra vita, così evolviamo noi stessi.

 

E mentre ci evolviamo, gli Spiriti della personalità guardano giù a noi e continuamente chiedono:

“Puoi darmi ancora qualcosa che io possa adoperare per la mia evoluzione?”

E quanto maggior contenuto di pensiero, di ricchezza di pensiero l’uomo esplica,

quanto più cerca di affinare il suo giudizio estetico,

di compiere il suo dovere oltre le premesse karmiche,

tanto più nutrimento hanno gli Spiriti della personalità;

quanto maggiore è la nostra offerta, tanto più denso diventa il loro corpo.

 

Gli Spiriti della personalità rappresentano ciò che per la concezione umana è un quid di astratto:

lo Spirito del tempo, lo Spirito delle diverse epoche.

Per chi sta su terreno scientifico-spirituale lo Spirito del tempo è una entità reale.

Gli Spiriti del tempo, i quali non sono altro che gli Spiriti della personalità, si succedono attraverso le epoche.

 

Se guardiamo indietro alle epoche antiche: indiana, persiana, caldeo-babilonese, greco-latina, fino alla nostra epoca attuale, troviamo che, a prescindere dalle nazioni, a prescindere da tutte le altre diversità fra gli uomini, lo Spirito del tempo muta sempre.

Si pensava e si sentiva diversamente cinquemila anni fa, diversamente tremila anni fa, e in modo diverso oggi. E quel che così si trasforma sono gli Spiriti del tempo o Spiriti della personalità, per parlare in senso scientifico-spirituale.

 

Questi Spiriti della personalità attraversano una evoluzione nel soprasensibile,

come la specie umana attraversa una evoluzione nel mondo sensibile.

Ma quel che la specie umana sviluppa nel soprasensibile,

è cibo e bevanda per gli Spiriti della personalità ed essi se ne nutrono.

 

In un’epoca in cui gli uomini vivessero senza esplicare ricchezza di pensieri, senza piacere o dispiacere e senso del dovere, senza cioè trascendere il puro impulso karmico, gli Spiriti della personalità non avrebbero nulla di cui cibarsi; dimagrirebbero!

 

Così la nostra vita è connessa con esseri che invisibilmente la permeano e la vivono.

L’uomo dunque aggiunge del nuovo all’evoluzione; oltre ad evolversi ed involversi, egli crea dal nulla;

ma non potrebbe crear dal nulla se prima non avesse ricevuto le premesse in cui si trova posto, come in un veicolo.

 

Nell’evoluzione di Saturno gli è stato dato questo veicolo; pezzo per pezzo poi, come una zavorra, egli se ne libera e si evolve verso l’avvenire. Ma deve aver ricevuto la base per ciò, e se in principio non gli fosse stata creata dagli dèi questa base, egli non avrebbe potuto effettuare la creazione dal nulla.

Che le condizioni dell’ambiente possano agire su di noi in modo da essere veramente feconde per la nostra ulteriore evoluzione, dipende dalle buone fondamenta poste in noi.

 

Infatti, che cosa è potuto avvenire per il fatto che l’uomo può creare del nuovo dalle condizioni in cui si trova,

che l’uomo può servirsi di queste come di una base per creare lui stesso nuove esperienze,

che l’uomo è diventato capace di pensare pensieri

che vanno oltre le cose sperimentabili nell’ambiente,

di sentire più di quanto non derivi da ciò che gli sta obiettivamente di fronte?

 

Che cosa è avvenuto per il fatto che l’uomo è in grado di operare trascendendo l’impulso del suo karma,

e di vivere nell’esercizio della verità, della giustizia e della bontà?

Per il fatto che l’uomo è in grado di pensare logicamente,

di elaborare le leggi del pensiero, si è creata anche la possibilità dell’errore.

 

Dato che l’uomo può provar piacere al bello,

si è creata anche la possibilità che egli inserisca nell’evoluzione del mondo il brutto, il sozzo.

 

Per il fatto che l’uomo è in grado di porsi, al di là del semplice karma,

il concetto di un dovere, e di trascendere il proprio compito karmico,

si è creata anche la possibilità del male, del venir meno al dovere.

 

Così l’uomo, proprio perché ha la possibilità di agire dalle sole condizioni in cui si trova,

è stato trasferito in un mondo in cui può anche creare ed elaborare il suo essere spirituale,

e questo essere spirituale può perciò diventare pieno di errore, di bruttezza e di malvagità.

E ha dovuto esser data all’uomo la possibilità non solo di agire in generale da queste condizioni,

ma anche, col suo sforzo e col suo anelito, di creare a poco a poco

il giusto, il bello, e quelle virtù che veramente portano avanti nell’evoluzione.

 

Creare partendo dalle condizioni di base, è chiamato nell’esoterismo cristiano creare nello spirito.

E creare partendo dal giusto, dalla virtù e dalla bellezza, nell’esoterismo cristiano è chiamato lo Spirito Santo.

Lo Spirito Santo beatifica l’uomo che sia in grado di creare dal nulla il giusto o il vero, il bello e il buono.

 

Ma perché l’uomo potesse creare nel senso dello Spirito Santo,

ha dovuto prima essergli data la base, come per ogni creazione dal nulla.

Questa base gli è stata data con l’ingresso del Cristo nella nostra evoluzione.

• In quanto ha potuto sperimentare sulla Terra l’evento del Cristo,

l’uomo ha avuto la possibilità di ascendere alla creazione nello Spirito Santo.

Così, il Cristo stesso crea la base più eminente e più profonda.

 

Se l’uomo si tiene saldo al terreno dell’evento cristico,

se l’evento del Cristo è il veicolo a cui si affida per evolversi ulteriormente,

il Cristo gli manda lo Spirito Santo e l’uomo diventa capace di sviluppare,

nel senso dell’evoluzione e del progresso, il giusto, il bello e il buono.

 

Così, quasi come un’ultima conclusione di quanto è stato impresso all’uomo su Saturno, Sole e Luna,

si è svolto sulla Terra l’evento del Cristo, che ha dato all’uomo il dono supremo,

la facoltà di vivere nella prospettiva dell’avvenire,

e di creare sempre più dalle condizioni in cui si trova;

e questo non dipende dal luogo o dall’ambiente in cui l’uomo viene a trovarsi,

ma dal modo in cui egli si pone di fronte ai fatti del suo ambiente;

questo è, nel senso più lato, lo Spirito Santo. Anche questo è un aspetto dell’esoterismo cristiano.

 

L’esoterismo cristiano è connesso con il pensiero più profondo di ogni evoluzione,

con il pensiero della creazione dal nulla.

 

Perciò nessuna vera teoria dell’evoluzione potrà mai lasciar cadere l’idea della creazione dal nulla.

Se non avessimo che evoluzione e involuzione,

nel mondo ci sarebbe una perpetua ripetizione, come nelle piante,

e su Vulcano vi sarebbe soltanto ciò che ha avuto origine su Saturno.

Ma la creazione dal nulla si aggiunge a evoluzione e involuzione, entrando nel centro della nostra evoluzione.

 

Dopo l’evoluzione di Saturno, Sole e Luna,

il Cristo compare sulla Terra come elemento di supremo arricchimento,

e fa sì che su Vulcano vi sia qualcosa di completamente nuovo che non c’era ancora su Saturno.

 

Chi si attiene soltanto al punto di vista di evoluzione e involuzione,

parlerà dell’evoluzione come di cicli che perpetuamente si ripetono.

Tali cicli però non possono mai veramente spiegare l’evoluzione del mondo.

 

Solo se terremo conto, oltre a evoluzione e involuzione,

anche della creazione dal nulla, la quale aggiunge alle condizioni esistenti un elemento nuovo,

giungeremo ad una vera comprensione del mondo.

 

Gli esseri inferiori mostrano tutt’al più una traccia di quella che abbiamo chiamato la creazione dal nulla. Un mughetto genera sempre di nuovo un mughetto, e tutt’al più il giardiniere potrebbe da fuori aggiungervi qualcosa a cui il mughetto non sarebbe mai pervenuto da solo; in tal caso vi sarebbe, in rapporto all’essere del mughetto, una creazione dal nulla. Ma l’uomo è in grado egli stesso di inserire in sé questa creazione dal nulla.

 

Può però arrivare al punto di sollevarsi a questa libera e autonoma creazione

mediante l’azione più libera che mai gli potesse essere di modello. Qual è quest’azione?

 

L’azione più libera  è che la saggia parola creatrice del nostro sistema solare

ha preso la decisione di entrare in un corpo umano e di partecipare all’evoluzione della Terra;

e questa libera azione non si fonda sopra alcun karma precedente.

 

Quando il Cristo decise di scendere in un corpo umano,non vi fu costretto da un karma precedente.

Egli compì questa azione libera, fondata soltanto sulla previsione dell’evoluzione umana avvenire.

Questa azione libera prima non era mai esistita,

e nacque in lui per la prima volta come un pensiero che nasce dal nulla, che nasce dalla previsione.

 

È un’idea difficile, questa, ma l’esoterismo cristiano non la lascerà mai da parte,

perché tutto dipende dal fatto che a evoluzione e involuzione

si possa aggiungere l’idea della creazione dal nulla.

 

Se saremo in grado di fare ciò, accoglieremo in noi i grandi ideali di vita,

i quali, pur non raggiungendo altezze cosmiche, sono in sostanza fortemente connessi con la domanda:

“Perché ci riuniamo in una Società antroposofica?”

• Per comprendere giustamente il senso di una Società antroposofica,

dobbiamo ancora una volta rifarci al pensiero

che noi lavoriamo per gli Spiriti della personalità, per lo Spirito del tempo.

 

Quando l’uomo entra con la nascita in questo mondo, le più varie connessioni concorrono a educarlo, agiscono su di lui e costituiscono così il gradino preliminare della sua attività creatrice.

Gli uomini dovrebbero una buona volta rendersi conto che il luogo in cui essi nascono costituisce veramente il gradino preliminare, e che l’influsso dell’ambiente è di fatto come una grande suggestione.

 

Cerchiamo di immaginarci come diversa sarebbe la situazione di un uomo, se egli fosse nato a Costantinopoli, o a Roma, o a Francoforte. Egli si troverebbe posto in connessioni differenti, anche di carattere religioso, e per l’influsso di queste si svilupperebbe in lui un certo fanatismo per il cattolicesimo o il protestantesimo. E se si fosse girata una rotellina nei nessi karmici, e fosse nato a Costantinopoli non sarebbe forse egli diventato anche un passabilissimo turco?

Avete qui un esempio di come le relazioni dell’ambiente agiscano in modo suggestivo sull’uomo.

 

Ma l’uomo può uscire dall’elemento puramente suggestivo dell’ambiente e può unirsi con altri uomini secondo princìpi esaminati e scelti da lui stesso. Allora egli dice: “Adesso so perché io collaboro con altri uomini”.

Nascono così, dalla coscienza umana, queste unioni, queste società, nelle quali si crea il materiale per gli Spiriti del tempo, per gli Spiriti della personalità.

 

I singoli sono in grado, per mezzo di una tale società, di offrire ciò che hanno prodotto agli Spiriti della personalità.

Ora, una di tali unioni è la Società Antroposofica, nella quale si crea il nesso in base all’elemento fraterno.

 

Ciò significa che ognuno lavora a questa unione e acquisisce nel piccolo tutte le buone facoltà, in modo da essere un modello di tutta la Società. Quindi, quanto acquisisce in pensieri, ricchezza di sentimenti, facoltà, grazie alla Società, egli lo offre come nutrimento agli Spiriti della personalità.

 

In una società simile quanto opera nella convivenza umana

è unito in pari tempo con il principio dell’individualità.

Ogni singola persona, grazie a tale società,

sarà capace di offrire quanto produce in sacrificio agli Spiriti della personalità.

Ognuno si prepara ad accogliere il punto di vista dei più progrediti,

i quali attraverso una disciplina spirituale sono pervenuti a questo ideale:

• “Quando io penso, non penso per soddisfare me, ma penso affinché gli Spiriti della personalità vi attingano nutrimento. Io offro sull’altare degli Spiriti della personalità i miei pensieri migliori, i miei pensieri più belli, e quel che sento non lo sento per egoismo, ma lo sento perché sia nutrimento per gli Spiriti della personalità. E le virtù che io esercito, non le esercito per farmi valere in questo o quel campo, ma per offrirle in dono, per creare nutrimento agli Spiriti della personalità”.

 

In tal modo ci siamo posti come modello quelli che chiamiamo i maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti.

Essi pensano così e preparano quell’evoluzione dell’uomo che lo porterà sempre più a creare del nuovo

e, infine, a esplicare un mondo di azioni da cui saranno scomparse le cause antiche,

da cui una nuova luce irradierà verso l’avvenire.

 

Il mondo non è soggetto ad un continuo mutamento delle sue forme,

ma l’antico si perfeziona e questo antico perfezionato diventa veicolo del nuovo;

poi però viene gettato via, scompare nel nulla, affinché dal nulla si produca un nuovo.

 

La grande, possente idea del progresso è che nasca del nuovo e sempre del nuovo.

 

Ma i mondi sono conchiusi in sé, e dall’esempio addotto avete visto che non è possibile parlare di una vera rovina.

È stato mostrato come gli Spiriti della personalità

• da un lato perdano il loro influsso sull’uomo,  • dall’altro continuino ad evolversi:

abbiamo a che fare con un mondo che ringiovanisce sempre, e del quale possiamo dire:

• “Quello di cui ci liberiamo, impedirebbe il progresso, e viene dato ad un altro affinché possa a sua volta progredire”.

 

Non si creda di dover sprofondare nel nulla perché ci è stata concessa la possibilità di edificare dal nulla.

Ciò che su Vulcano si manifesterà come una novità, assumerà sempre nuove forme

e lascerà dietro di sé le cose vecchie, e ciò che sarà abbandonato cercherà la sua propria via.

 

Evoluzione, involuzione e creazione dal nulla

sono i tre concetti coi quali dobbiamo interpretare la vera evoluzione del mondo;

solo così perverremo giustamente alle idee che spiegano all’uomo il mondo e gli danno sentimenti di interiorità.

 

Che se l’uomo dovesse riconoscere di poter creare soltanto ciò che in lui è posto come premessa,

di poter esplicare solo questo tipo di azioni,

ciò non potrebbe temprare le sue forze ed accendere le sue speranze come quando riconosce:

• “Io posso creare valori di vita e aggiungere sempre del nuovo a quanto mi è stato dato come base;

il vecchio non mi impedirà affatto di produrre nuovi fiori e nuovi frutti, i quali vivranno nell’avvenire”.

 

Questa è solo una parte di quanto possiamo caratterizzare dicendo:

“La concezione antroposofica crea nell’uomo forze di vita, speranza di vita, sicurezza di vita;

essa mostra all’uomo che egli potrà in futuro cooperare a cose

che oggi non stanno soltanto nel grembo della causalità, ma stanno nel nulla;

gli dà la prospettiva di lavorare per evolversi, nel vero senso della parola, da creatura a creatore”.