Ingresso nel mondo elementare. Affinità dei temperamenti umani con i quattro elementi del mondo elementare.

O.O. 119 – Macrocosmo e microcosmo – 27.03.1910


 

Ieri abbiamo cercato di farci un’idea

di ciò che si può chiamare il passaggio nel macrocosmo, nel grande mondo,

a differenza delle descrizioni dei giorni scorsi

che ci dovevano porre davanti all’anima la via mistica più profonda, il passaggio nel microcosmo.

 

E ieri abbiamo mostrato come l’ascesa al macrocosmo, al grande mondo, conduca dapprima in quello che abitualmente, nella scienza dello spirito, si è chiamato il mondo elementare; come poi l’uomo, attraverso il mondo elementare, salga nel cosiddetto mondo spirituale; quindi nel mondo della ragione e infine in un mondo ancora superiore che ieri, alla fine della conferenza, abbiam potuto caratterizzare come mondo degli archetipi, di cui abbiam fatto notare allo stesso tempo che nel nostro linguaggio, propriamente, non vi è più un giusto mezzo espressivo per indicarlo, poiché anche la vecchia parola “ragione” è oggi diventata banale per il fatto che nella nostra epoca attuale viene adoperata per qualcosa che ha significato solo nel mondo sensibile, e perciò quell’antico termine, per questo mondo superiore che si trova ancora oltre il cosiddetto mondo spirituale, si presterebbe facilmente a malintesi.

 

Ovviamente di questo mondo degli archetipi non vi sarebbe da parlare solo per un’oretta, ma per settimane o per molti mesi. Possiamo solo dare risalto all’una o all’altra cosa sempre del tutto a grandi linee. Per avere delle rappresentazioni un po’ più esatte di quel mondo, vogliamo ancora menzionare una cosa. Quando l’uomo si familiarizza nel modo indicato col mondo elementare e ha quindi una reale visione di quelli che abitualmente si chiamano elementi, terra, acqua, aria e fuoco, si accorge pure che la propria corporeità – con cui si intende l’intera corporeità, quindi anche ciò che chiamiamo gli arti superiori della natura umana – è costruita a partire anche da questo mondo elementare. In questo accorgersi, però, l’uomo giunge alla conoscenza di qualcos’altro ancora. Egli arriva alla conoscenza del fatto che la visione esteriore del mondo elementare si presenta un po’ diversa dalla percezione interiore.

 

Quando guardiamo dentro noi stessi, ovvero senza visione chiaroveggente, ma con la normale coscienza comune dell’umanità, troviamo certe qualità che annoveriamo per metà fra quelle animiche e per metà fra quelle della corporeità fisica, qualità che chiamiamo qualità del nostro temperamento. Queste le articoliamo in modo tale da parlare di un temperamento malinconico, di uno flemmatico, di un temperamento sanguigno e di uno collerico.

 

Ieri abbiamo detto che l’uomo, quando penetra nel macrocosmo, non si sente come di trovarsi di fronte alle cose, ma si sente veramente dentro ogni singola cosa del mondo elementare. Se guardiamo qualche oggetto fisico, diciamo: «Quell’oggetto è lì, mentre noi siamo qui». E nel mondo fisico siamo esseri ragionevoli solo finché possiamo chiaramente distinguerci con la nostra propria individualità dagli oggetti e dalle entità circostanti.

 

Non appena ci si immerge nel mondo elementare, questa distinzione diventa proprio più difficile, poiché in un primo momento si è tutt’uno con gli oggetti, le entità e i fatti del mondo spirituale. Ieri abbiamo caratterizzato ancora, in particolare, ciò che si chiama “elemento del fuoco”. Abbiam detto che esso non è un fuoco fisico, ma qualcosa che possiamo paragonare al calore animico interiore, al fuoco dell’anima. Quando ci accorgiamo del fuoco del mondo elementare, ci sentiamo uniti con esso, ci sentiamo entro l’essere del fuoco, per così dire, fusi insieme. Ma questo sentirsi uniti può anche presentarsi con gli altri elementi. Soltanto l’elemento della terra fa eccezione, sotto un certo aspetto. Ho detto che nel mondo elementare si chiama “terra” ciò a cui non ci si può accostare, ciò che propriamente respinge.

 

Stranamente vi è una misteriosa affinità, si potrebbe dire, fra i quattro elementi caratterizzati del mondo elementare e ciò che nell’uomo si chiama “temperamento”, ossia esiste un’affinità fra il temperamento malinconico e l’elemento della terra, fra quello flemmatico e l’elemento dell’acqua, fra quello sanguigno e l’elemento dell’aria, e fra quello collerico e l’elemento del fuoco.

 

Questa affinità si esprime nell’esperienza del mondo elementare in modo che, in effetti,

• l’uomo collerico ha più inclinazione a crescere unito alle entità che in quel mondo

vivono nel fuoco che a unirsi alle altre che vivono negli altri elementi.

• Il sanguigno è più propenso a concrescere con gli esseri che si presentano nell’elemento dell’aria,

• il flemmatico con quelli che si manifestano nell’acqua

• e il malinconico con quelli che compaiono nella terra.

 

Così si arriva a un tipo diverso di dipendenza nel momento in cui si entra nel mondo elementare tramite una reale esperienza. E possiamo facilmente farci un’idea del perché gli uomini più vari raccontino le cose più diverse del mondo elementare, e del perché in realtà nessuno abbia del tutto torto quando descrive le proprie esperienze in quel mondo diversamente dagli altri.

 

Chi ha familiarità e dimestichezza con le cose saprà certamente che un malinconico, quando descrive il mondo elementare, lo descrive come un mondo in cui vi sono tantissime cose che lo respingono. Questo è del tutto ovvio, poiché la sua malinconia è affine, in modo misterioso, a tutto l’elemento terroso, ed egli non vede per così dire il resto. Il collerico ci racconterà come tutto si presenti focoso nel mondo elementare, poiché egli non vede tutto il resto e arde sempre, per così dire, soltanto nell’elemento del fuoco quando entra nel mondo elementare.

 

Perciò non occorre affatto meravigliarsi se le descrizioni del mondo elementare di certi modesti chiaroveggenti sono molto differenti l’una dall’altra, poiché si può valutare questo mondo solo quando si ha un’esatta conoscenza di se stessi. Sapendo fino a quale grado si sia, ad esempio, collerici o malinconici, si conosce allora il motivo perché quelle cose nel mondo elementare si mostrano in un modo o nell’altro.

 

Grazie a questa autoconoscenza si viene proprio stimolati a distogliere lo sguardo

da ciò con cui si è massimamente affine con la propria indole naturale.