Iniziazione del giovinetto di Nain

O.O. 114 – Il Vangelo di Luca – 26.09.1909


 

Era giunta un’epoca nuova,

un’epoca in cui gli uomini si accingevano, con piena maturità,

a sviluppare il loro io, a elaborare la loro autocoscienza.

• Mentre prima essi ricevevano le rivelazioni,

e ne subivano gli influssi nel corpo astrale, nel corpo eterico e nel corpo fisico,

ora essi dovevano diventare interamente coscienti entro il loro io.

 

Ma solo a poco a poco l’io doveva riempirsi delle forze che gli erano destinate.

• E solo l’io che visse allora sulla Terra,

e la cui corporeità era stata preparata nel modo che abbiamo descritto,

poteva attuare in se stesso l’universale principio del Cristo;

solo l’io che, nel Gesù natanico, aveva incarnato in sé l’individualità di Zaratustra.

 

Ora, a poco a poco, tutti gli uomini dovevano sviluppare, seguendo il Cristo,

il principio che allora fu incarnato per tre anni sulla Terra in quella personalità.

 

Il Cristo Gesù, allora, potè inoculare all’umanità soltanto una disposizione, soltanto un germe;

e questo germe dovette poi a poco a poco crescere e svilupparsi.

• A ciò fu provveduto, nelle epoche seguenti, mediante l’apparizione di individui

atti a portare all’umanità qualcosa per cui essa si sarebbe resa matura in un tempo successivo.

 

Il Cristo sulla Terra dovette provvedere a che l’umanità

ricevesse l’annunzio della sua comparsa, nel modo adatto per quell’epoca;

ma dovette anche provvedere a che più tardi comparissero individualità

che trasmettessero alle anime l’impulso del Cristo,

in una forma adatta a potersi successivamente maturare.

 

L’autore del vangelo di Giovanni ci descrive come il Cristo abbia provveduto per i tempi immediatamente successivi al mistero del Golgota. Egli ci mostra come il Cristo stesso abbia risvegliato in Lazzaro l’individualità che poi continuò ad operare come Giovanni e che impartì il suo insegnamento agli uomini, nella forma che abbiamo descritto nelle conferenze sul vangelo di Giovanni.

Il Cristo però doveva anche provvedere a che, in tempi avvenire, potesse presentarsi al mondo un’individualità adatta a portare nell’umanità, conforme al suo ulteriore grado di evoluzione, i nuovi impulsi per cui essa a poco a poco si andava maturando. A tal fine il Cristo dovette appunto risvegliare un’altra individualità; e l’autore del vangelo di Luca ci descrive fedelmente come ciò sia avvenuto.

 

Luca infatti ci descrive non soltanto quello che dell’evento li Palestina erano in grado di narrare coloro che avevano raggiunto la conoscenza immaginativa e l’ispirativa; ma accenna anche a ciò che un giorno verrà insegnato da un altro, in avvenire.

Per poterci descrivere questo misterioso processo, anche lo Scrittore del vangelo di Luca inserì nel suo documento un risveglio (Luca 7, 11-17). Quanto leggiamo del risveglio del giovinetto di Nain contiene il segreto dell’azione continuativa del cristianesimo.

 

Nel racconto della guarigione della figlia di Giairo, di cui ho sommariamente parlato, i misteri che ad essa si riconnettono son così profondi, che il Cristo Gesù prende con sé solo pochi uomini per farli assistere al processo della guarigione, e poi ingiunge loro di non parlarne con nessuno.

Ma nel vangelo di Luca vediamo che un altro risveglio dovrà invece essere comunicato direttamente.

• Il primo processo era una guarigione che presupponeva in chi la compiva una profonda penetrazione nei processi del corpo fisico.

• Il secondo era un risveglio, un’iniziazione.

 

• L’individualità che dimorava nel corpo del giovinetto di Nain

doveva subire un’iniziazione del tutto speciale.

 

Vi sono infatti diverse specie di iniziazione.

• Una di queste consiste nel fatto che chi è stato iniziato

vede folgorare in sé, immediatamente dopo il processo di iniziazione,

le cognizioni dei mondi superiori, e può così penetrare con la sua visione

nei processi e nelle leggi dei mondi spirituali.

 

• Ma in un secondo modo di iniziazione, nell’anima in questione

s’immerge a tutta prima soltanto un germe della visione spirituale;

e quest’anima dovrà aspettare un’altra incarnazione,

perché solo in questa il germe potrà spuntare,

e l’uomo diventare un iniziato nel vero senso della parola.

 

Una simile iniziazione avvenne nel giovinetto di Nain.

• Durante quell’iniziazione, la sua anima fu trasformata;

ma non potè avere ancora la coscienza di essere ascesa ai mondi superiori.

• Solo nell’incarnazione successiva germogliarono le forze

che in passato erano state seminate in quell’anima.

 

Non è il caso, qui in pubblico, di far nomi; qui possiamo solo accennare che l’individualità, risvegliata dal Cristo Gesù nel giovinetto di Nain, rinacque più tardi in un grande maestro; possiamo solo accennare che nacque più tardi un nuovo maestro del cristianesimo dotato di forze che erano state immerse nella sua anima durante l’iniziazione della sua vita precedente.

 

In tal modo il Cristo provvide a che più tardi potesse apparire una individualità atta a far progredire il cristianesimo. E questa individualità, la stessa che fu risvegliata nel giovinetto di Nain, fu chiamata in una vita successiva a compenetrare sempre più il cristianesimo con le dottrine della reincarnazione e del karma; fu chiamata a collegare col cristianesimo le dottrine che, quando il Cristo stesso visse sulla Terra, non poterono ancora essere esplicitamente insegnate in forma concettuale, perché dovevano prima venire immerse nelle anime umane per le vie del sentimento.