Iniziazione orientale

O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 23.05.1908


 

In una certa forma d’iniziazione orientale

si distinguevano sette gradi dell’iniziazione stessa,

i quali venivano denominati con diversi nomi simbolici.

Il primo era quello del « corvo »,

il secondo quello dell’« occulto »,

il terzo quello del « guerriero »,

il quarto quello del « leone ».

Il quinto grado veniva indicato, presso i popoli che ancora sentivano la consanguineità quale espressione della loro anima di gruppo, col nome del rispettivo popolo; così ad esempio presso i persiani un iniziato del quinto grado veniva chiamato solo in senso occulto un « persiano ». La giustificazione di queste denominazioni ci apparirà manifesta se ci rendiamo conto del significato di quei nomi.

 

Un iniziato del primo grado era colui che fa da mediatore tra la vita occulta e quella esteriore, che viene inviato dall’una all’altra. A quel primo grado l’uomo deve ancora dedicarsi pienamente alla vita esteriore, ma deve d’altra parte apportare le proprie esperienze entro le sedi d’iniziazione. Si parla dunque del « corvo », ogni qualvolta certe parole debbono essere tramite di comunicazione fra l’esterno e l’interno. Ricordatevi dei corvi di Elia, dei corvi di Wotan, e perfino ancora dei corvi della leggenda del Barbarossa, che dovevano esplorare se fosse giunto il momento di uscir fuori.

L’iniziato del secondo grado si trovava già in pieno nella vita occulta.

Quello del terzo grado poteva intervenire in difesa della sfera occulta: essere un « guerriero » non significava essere litigioso, bensì un uomo autorizzato a intervenire in favore delle dottrine occulte, del contenuto della vita occulta.

Il « leone » era quindi quegli che già realizzava in sé la vita occulta, che pertanto non solo poteva intervenire a parole, ma anche con azioni di tipo magico, in difesa della vita occulta.

 

• Il sesto grado era quello dell’« eroe solare »

• e il settimo quello del « padre ».