00 – Introduzione dell’autore


 

I due articoli seguenti sono stati pubblicati nel 1960 e 1966 nei “Betràge zu einer Erweiterung der Heilkunst nach geisteswissenschaftlichen Gesichtspunkten” ( Stuttgart, annate 13° e 14°).

 

Essendo stati costantemente richiesti, vengono ora pubblicati in forma ampliata. È stato loro aggiunto inoltre un paragrafo, tratto da un lavoro, in corso di elaborazione, sull’eterico. In questi tre articoli si trova ora una descrizione complessiva dei quattro eteri, elaborata sulla base delle indicazioni di Rudolf Steiner. Questi articoli trattano una questione fondamentale relativa alla conoscenza della natura e dell’universo secondo l’antroposofia, questione che è stata posta in modo particolare nell’opera di G. Wachsmuth: “Le forze formatrici eteriche nel cosmo, nella terra e nell’uomo” (1924).

 

In quell’opera gli eteri vengono descritti come delle forze formatrici.

Ma in realtà non ci si è affatto chiesti se eteri e forze formatrici siano o no distinti.

Dalla morte di Rudolf Steiner (1925) fino ai giorni nostri, la concezione di Wachsmuth (eteri = forze formatrici)

è divenuta la base di ogni lavoro antroposofico di scienze naturali ed umane.

 

Rudolf Steiner descrisse e chiamò corpo eterico o corpo vitale il principio vitale delle piante, degli animali e dell’uomo. Più tardi vi aggiunse la denominazione di corpo delle forze formatrici. Le tre espressioni si rifanno allo stesso oggetto, ma lo considerano in modi diversi, così come si può dire di una casa: “è di pietra o di legno, ha queste o quelle stanze, è uno stabilimento commerciale o una abitazione.” Si tratta della stessa casa, ma si considera il suo aspetto materiale, oppure la sua struttura nello spazio, oppure il suo uso.

 

Allo stesso modo l’espressione:

• “corpo eterico” concerne più la sostanzialità del corpo vitale,

• “corpo vitale” si riferisce all’attività creatrice di vita,

• “corpo di forze formatrici” riguarda piuttosto le forze modificanti, modellanti.

 

In ognuna di queste descrizioni il corpo eterico viene contemplato

in diverso rapporto con le altre realtà dell’universo.

Fino ad ora le descrizioni del Wachsmuth non sono state esaminate in modo critico.

 

Quando comparve il mio primo articolo, “Sulla necessità di distinguere tra le forze formatrici eteriche e i tipi di etere”, questi scrisse una replica la quale non conteneva alcun argomento oggettivo, né a favore dell’esattezza della sua concezione, né contro la mia. A causa dell’accettazione acritica dell’interpretazione di Wachsmuth, il suo errore passò, senza essere notato, in gran parte della letteratura antroposofica posteriore.

Rudolf Steiner non ha dato descrizioni sistematiche degli eteri e delle forze formatrici. Le indicazioni riguardanti questo argomento sono talmente numerose nei suoi libri e scritti che le si coglie appena in tutta la loro vastità. Egli ha di volta in volta descritto l’uno o l’altro aspetto, secondo il contesto cui si riferiva: antroposofia generale, medicina, pedagogia, agricoltura, scienza.

Lo scopo della mia esposizione non è quello di raccogliere questi dati, ma piuttosto di tentare di sviluppare l’idea di queste entità partendo dalle sue indicazioni di base (nome degli eteri, loro successione nell’evoluzione cosmica, opposizione tra elemento, etere e forza fisica). Se questo scopo verrà raggiunto, si otterrà la base indispensabile per comprendere le numerose indicazioni di Rudolf Steiner e per trarne una visione che caratterizzi l’idea di forze vitali.

 

Nel corpo eterico,

gli eteri sono riuniti in una unità ed una totalità: agiscono in modo organico.

Oltre a ciò, ogni etere particolare possiede allo stesso tempo un’attività: agisce allora in modo inorganico, fisico.

Si possono definire globalmente come eterici i diversi aspetti degli eteri e delle forze formatrici,

così come si riuniscono nella nozione di fìsico le realtà fisiche.

La descrizione dell’eterico è un compito indispensabile della nostra epoca, e deve scaturire dai dati di Rudolf Steiner.

 

E. Marti

Baie, Pasqua 1974