“Io sono”- Il più profondo mistero dell’essere del Cristo

O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 26.05.1908


 

Il Cristo dice« Il più profondo mistero del mio essere è l’ “io-sono”.

 

E la vera, eterna potenza dell’io-sono, o dell’io,

la potenza che è capace di compenetrare gli altri corpi, deve fluire nell’uomo.

Essa si trova nello spirito della Terra ».

 

Teniamo ben presente questo fatto, in piena, profonda Serietà:

che il Cristo vuole procurare a ogni uomo il reale possesso dell’io,

e con ciò vuole risvegliare in ogni uomo il Dio,

vuole accendere a poco a poco il signore e il re in ogni singolo uomo.

 

In questo ci si mostra niente meno il fatto che

il Cristo porta ad espressione nel modo più eminente l’idea del karma, la legge del karma,

poiché se un giorno si comprenderà a fondo l’idea del karma,

la si comprenderà proprio in questo senso cristiano.

• Essa non significa nulla di meno che questo:

che nessun uomo si eriga a giudice sopra l’intima vita d’un altro.

 

• Chi non ha ancora afferrato in questo senso l’idea del karma, non l’ha ancora compresa nella sua profondità.

Fintantoché un uomo giudica il prossimo, egli lo sottopone alla coercizione del proprio io.

• Ma se si crede veramente all’io-sono, nel senso cristiano, allora non si giudica più, ma si dice:

So che il karma è il grande pareggiatore: qualunque cosa tu abbia compiuto, io non ti giudico!

 

Supponiamo che un peccatore venga posto di fronte a qualcuno che comprenda veramente la parola di Cristo: quale sarà il comportamento di costui, nei confronti di quel peccatore? Supponiamo che tutti coloro che pretendono di essere cristiani accusino quell’uomo d’un grave peccato.

 

Il vero cristiano direbbe:

• « Qualunque argomento voi portiate contro costui, ch’egli abbia o non abbia commesso quel peccato,

l’io-sono deve venir rispettato, e deve esser lasciato al karma,

alla gran legge ch’è la legge dello spirito stesso del Cristo ».

 

Il karma si compie, nel corso dell’evoluzione terrestre;

e noi possiamo lasciare a questa evoluzione la decisione sul castigo che il karma infliggerà a quell’uomo.

• Ci si potrebbe forse rivolgere verso terra e rispondere agli accusatori:

«Badate ai fatti vostri! È compito della Terra il pronunciare la pena.

Inscriviamolo dunque in terra, dato che comunque vi sta inscritto come karma!».

 

• « E Gesù salì sul monte degli Ulivi; all’alba poi, ritornò nel tempio e tutto il popolo accorreva presso di lui; sedutosi, egli li ammaestrava. E gli scribi e i Farisei gli condussero una donna, sorpresa in adulterio. Trascinatala in mezzo, gli dissero: Maestro, questa donna è stata colta poco fa in adulterio. Ora Mosè ci ha comandato, nella legge, di lapidare siffatte persone; tu che ne dici? Gli dissero questo per tentarlo, per avere di che accusarlo. Ma Gesù si chinò verso terra e scrisse per terra col dito. E come quelli insistevano nell’interrogarlo, egli rizzatosi disse loro: “Chi di voi è senza peccato le getti per primo la pietra”. E di nuovo si chinò e scrisse per terra. Ma quelli, udite le sue parole e convinti dalla coscienza, se ne andarono ad uno ad uno, cominciando dai più vecchi; e Gesù fu lasciato solo e la donna stava in mezzo. Allora Gesù si alzò e chiese: “Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?” (Dice queste parole per evitare ogni giudizio dall’esterno e per indicare il karma interiore). Ed ella disse: Nessuno, Signore ».

 

La donna è affidata al suo karma; allora l’unica è di non pensare più al castigo, che si compierà nel karma,

ma di pensare a diventare migliori.

«E Gesù le disse: “Neppure io ti condanno; va e non peccare più! “» (Giov. 8, 1-11).

 

Così vediamo come l’idea del karma stia in rapporto con la più profonda idea del Cristo,

cioè con il significato del suo essere per la Terra.

• « Se avete compreso la mia essenza, avete compreso pure colui di cui io esprimo l’essere

e avete compreso che l’io-sono determina il pareggio ».

 

Autonomia e completezza interiore: ecco gli impulsi che il Cristo ha dato agli uomini.

L’umanità non è ancora giunta molto lontano nella vera e intima comprensione del cristianesimo.

Ma quando gli uomini avranno compreso ciò che si esprime nel vangelo di Giovanni,

ne accoglieranno a poco a poco gli impulsi. E allora, in un lontano avvenire, si compirà l’ideale cristiano.