Jeshu ben Pandira, nuovo bodhisattva per il futuro sviluppo morale dell’umanità

O.O. 130 – Cristianesimo esoterico e la guida spirituale dell’umanità – 19.09.1911


 

Ogni serio occultista sa che cinquemila anni dopo l’illuminazione del Gautama Buddha sotto l’albero del bodhi, l’individualità che continua a vivere come bodhisattva diverrà il Maitreya Buddha. Prima di quella data egli si incarnerà ancora spesse volte. Quando i cinquemila anni saranno trascorsi, si manifesterà una nuova dottrina: la dottrina del Maitreya Buddha, il Buddha del bene, che nel momento in cui verrà espressa esplicherà in pari tempo un’azione morale.

 

Oggi mancano ancora le parole capaci di esprimere quest’effetto con la giusta forza, si può contemplarlo solo nel mondo spirituale, e per poterlo ricevere l’uomo dovrà prima pervenire alla necessaria maturazione. Il Maitreya Buddha si connota in particolare per il fatto che dovrà in certo modo compiere l’imitazione di quanto è avvenuto nell’evento del Golgota.

 

Noi sappiamo che l’individualità del Buddha è entrata in Gesù di Nazareth e che da allora in poi esplica la sua azione sull’evoluzione della Terra solo dall’esterno. Tutti i bodhisattva che diverranno Buddha hanno in Terra un destino che ogni serio occultista conosce, quello di vivere, sotto un certo aspetto, sconosciuti negli anni della loro gioventù. Coloro che li conosceranno un poco, potranno forse ravvisare in loro delle persone dotate, ma non sapranno vedere che sono compenetrati dall’entità del bodhisattva.

 

È sempre stato così, e così sarà anche nel XX secolo. Egli sarà riconoscibile solo fra il trentesimo e il trentatreesimo anno – lo stesso arco di tempo che trascorse tra il battesimo nel Giordano e il Golgota. In quel periodo si compirà in lui una trasformazione, ed egli poi sacrificherà, fino ad un certo grado, la sua individualità che diverrà dimora di un’altra individualità, come avvenne per Gesù di Nazareth che lasciò entrare il Cristo.

 

Le incarnazioni del bodhisattva che è il futuro Maitreya Buddha, si compiono in persone sconosciute che operano come singole individualità e valendosi della propria forza. Anche il Maitreya Buddha agirà con la propria forza e in opposizione all’opinione dei potenti. Da giovane vivrà nell’anonimato. E quando, nel trentesimo anno, sacrificherà la sua individualità, si manifesterà in un linguaggio le cui parole eserciteranno un effetto morale.

 

Cinquemila anni dopo l’illuminazione del Buddha sotto l’albero del bodhi, anche il suo successore ascenderà alla dignità di Buddha e sarà il portatore della parola che suscita effetti morali. Noi diciamo oggi: “In principio era la Parola”, in futuro ci sarà lecito dire: nel Maitreya Buddha ci è dato il maestro più grande che sia mai apparso allo scopo di spiegare agli uomini l’evento del Cristo in tutta la sua interezza. La sua peculiarità sarà quella di essere, come sommo maestro, il portatore della più eccelsa parola, della parola sublime.

 

Dato che così spesso la grandiosità, che dovrebbe essere recata in modo giusto nel mondo, viene tanto fraintesa, è nostro dovere tentare di prepararci agli eventi che devono avvenire. E se siamo animati dalla volontà di accostarci allo spirito, là dove lo spirito della natura ci parla anche moralmente, possiamo dire a noi stessi: sotto un certo aspetto, tutta la scienza dello spirito è preparazione alla comprensione delle parole pronunciate rispetto a quell’evento trascorso che abbiamo rilevato parlando del mutamento dei tempi.

Vennero tempi nuovi quando Giovanni annunziò il Cristo. Anche a noi è dato oggi, in certo modo, di parlare di tempi nuovi che richiedono il cambiamento della nostra mentalità.

 

Impregiudicati i grandi strumenti che la civiltà apporterà nel mondo esterno,

è necessario che la mente dell’uomo muti

in modo che la sua anima possa sentirsi anche incline alla visione del mondo spirituale,

quel mondo spirituale che si annuncerà in maniera nuova proprio nel tempo in cui noi viviamo.

 

Che si manifesti in qualche modo qui in questa vita,

o che ciò avvenga sulla soglia della morte o alla nuova nascita,

noi questo nuovo mondo non solo lo vedremo, ma agiremo in esso.

 

E spesso quel che di meglio è in noi perviene ad effetto

perché dalle porte della morte, dall’altro mondo,

delle entità inviano queste forze nel nostro essere.

 

E anche a noi sarà dato di inviare queste forze,

se varcheremo la soglia della morte avendo acquisito qui

quello che avremo riconosciuto come il mutamento necessario per il nostro tempo.