La bestia dalle sette teste e le dieci corna

O.O. 104 – L’Apocalisse – 26.06.1908


 

Ricordiamo ancora una volta come, visto astralmente, apparisse al chiaroveggente l’uomo prima della sua discesa sulla terra quale essere fisico. Ricordiamo di aver indicato con esattezza che l’uomo apparve nei quattro tipi di anime di gruppo, nelle figure di leone, aquila, toro e uomo. Questi quattro tipi di anime di gruppo ci appaiono, per così dire, prima che l’uomo discenda nel mondo fisico, prima che egli si individualizzi.

Queste quattro figure tipiche, che l’uomo ebbe prima di discendere nel corpo fisico, non sono oggi più visibili nell’uomo fisico; esse sono nell’ambito dell’anima. Sono impresse nella forma umana come nella gomma.

Così è in realtà: quando l’uomo non è padrone di se stesso, quando la sua anima tace, sia perché dorme o sia perché si trova in uno stato più o meno privo di coscienza, allora si vede ancor oggi riaffiorare il tipo animale corrispondente. In sostanza però, per il fatto di essere disceso sul piano fisico, l’uomo ha superato quei tipi animali.

 

Quando venne data all’uomo la facoltà di superare nella sfera astrale il tipo animale?

Ricordiamoci di aver parlato dei sette periodi dell’evoluzione atlantica.

Quei periodi comprendono i quattro primi e gli altri tre.

• I primi quattro furono tali che l’uomo viveva ancora del tutto nell’anima di gruppo.

• Poi, durante il quinto periodo, sorse il primo impulso verso l’anima individualizzata.

 

• Abbiamo quindi quattro periodi dell’evoluzione atlantica

nei quali l’uomo progredisce dapprima quale anima di gruppo;

ognuna delle quattro prime razze atlantiche corrisponde

ad una delle quattro tipiche figure di animali: leone, aquila, vitello o toro, e uomo.

• Nel quinto periodo tutto questo passa negli uomini, e si perdono quelle quattro figure tipiche.

 

Pensate ora che, nell’epoca presente, l’uomo si compenetra del principio del Cristo,

e supera di conseguenza sempre più l’elemento animale.

• Se però non si compenetra del principio del Cristo, egli non supera l’elemento animale.

 

• Le quattro teste tipiche, di leone, aquila, toro e uomo,

rimangono come qualcosa che riprende il proprio aspetto quando esso può riapparire;

e a quelle teste se ne aggiungeranno tre altre, quelle delle tre ultime razze dell’evoluzione atlantica,

quando l’uomo aveva già incominciato ad essere appunto uomo.

• Anche queste tre rimangono se l’uomo non lavora con la sua anima affinché scompaia l’elemento animale.

 

Come apparirà dunque, sulla terra spiritualizzata,

l’uomo che durante la nostra epoca non avrà accolto il principio del Cristo?

Egli apparirà nella materialità; si mostrerà di nuovo nelle figure da cui proviene.

Egli ebbe quelle figure animali, e ne passò pure altre tre,

mentre rimase inutilizzato quanto avrebbe potuto superare l’animalità.

L’animalità riappare dunque, e precisamente in sette figure.

 

Come un tempo, nell’Atlantide, apparvero le quattro teste, l’uomo-animale,

così riappariranno, dalla terra trasformata, dalla terra astralizzata, quelle sette teste tipiche,

e si ripeterà lo spettacolo che allora si svolse.

 

L’uomo spirituale esisteva come disposizione, ma non potè ancora formare una figura individuale, e allora diede forma alle quattro teste di animale. L’uomo spirituale, nella sua disposizione, viene rappresentato, anche per quel lontano tempo, nella donna che genera l’uomo.

 

• Anche l’uomo dell’avvenire viene rappresentato mediante una donna che genera l’uomo spirituale.

• Invece quello che rimane legato nella carne

viene rappresentato, sulla terra collaterale, mediante la bestia dalle sette teste.

Come un tempo, prima che l’uomo avesse la possibilità di superare l’animalità, vi erano quattro teste,

così chi è rimasto nell’animalità appare come un tutto unico, come la bestia dalle sette teste.

 

Quindi nell’avvenire, dopo che la terra si sarà riunita al sole, mentre in alto vi sarà la terra spiritualizzata, in basso apparirà tutto quanto non avrà accolto in sé il principio spirituale; e riappariranno le teste di animale, già esistenti in passato, solo che ora saranno fuori del loro tempo. Ora esse sono degli avversari; prima, nel periodo della preparazione, esse erano al loro giusto momento.

 

Vediamo quindi che, come un tempo dal mare fisico, sorge ora dal mare astrale — anche il Sole è astralizzato — il mostro, la bestia dalle sette teste. Tutto quello che nell’uomo viene predisposto mediante il corpo eterico — e prego di osservarlo bene — nel linguaggio dei misteri, usato anche dallo scrittore dell’Apocalisse, si chiama « testa » o « capo », perché, se lo si considera chiaroveggentemente, richiama una tipica figura di testa, una testa leonina. Sopra di essa devono agire le forze eteriche.

 

Se osserviamo l’evoluzione atlantica vediamo che allora il corpo eterico sporgeva ancora dalla testa.

Quello che viene disposto nell’uomo dall’eterico è chiamato « testa », nel linguaggio dei misteri dell’Apocalisse.

E si intende con ciò quello che allo sguardo chiaroveggente appare soprattutto come testa.

Invece quello che viene prodotto fisicamente nell’uomo

dall’azione di una qualsiasi parte del corpo eterico vien chiamato un « corno ».

 

Nel linguaggio dei misteri un « corno » è quindi una cosa straordinariamente arcana. Si chiama corno quello che per esempio è stato fisicamente prodotto nell’uomo per il fatto che esso passò un tempo attraverso quella razza del periodo atlantico per la quale era tipico il leone come anima-gruppo.

Si chiama cioè « corno » quello che di fisico deriva da un elemento qualsiasi del corpo eterico. È per esempio un corno un organo che sia la manifestazione fisica esteriore di qualcosa di eterico.

Voglio ora parlarvi in modo concreto.

Tutti gli organi fisici dell’uomo sono in realtà organi eterici condensati,

derivano dalla condensazione del corpo eterico.

 

Consideriamo per esempio il cuore umano.

Oggi esso è un organo fisico, ma si è condensato da un organo eterico.

L’odierno cuore umano ricevette un tempo la disposizione a divenir tale,

quando l’uomo attraversò la fase dell’anima di gruppo, rappresentata dal leone.

 

Il cuore è dunque il « corno » della testa del leone

perché, quando il corpo eterico fu al punto in cui

l’uomo apparve con l’anima di gruppo simbolizzata dalla testa del leone,

si formò la disposizione che in seguito divenne il cuore fisico.

 

• Da quella disposizione dell’uomo-leone nacque l’odierna disposizione del cuore fisico umano.

Mentre si riconduce la nascita del corpo eterico ad una trasformazione di una « testa » in un’altra,

all’aggiunta di una testa ad un’altra,

dobbiamo comprendere il corpo fisico umano come l’aggiunta di un « corno » ad un altro.

 

In realtà il corpo eterico umano consiste di « teste », e il corpo fisico umano di « corna ».

Questo è il linguaggio dei misteri.

Tutti gli organi dell’uomo derivano dal corpo eterico e sono quindi tutti dei « corni ».

 

Dobbiamo ora riflettere a tutto quello che abbiamo udito,

perché è qualcosa di cui lo stesso scrittore dell’Apocalisse dice: « Qui è la saggezza ».

Comprenderemo questa saggezza, posta dallo scrittore dell’Apocalisse nell’apparizione della bestia dalle sette teste, che però ha dieci corna, soltanto se rifletteremo con precisione a che cosa è propriamente un « corno » in relazione ad una « testa », nel linguaggio dei misteri.

Vedremo che gli esseri che avranno conservato le sette teste, perché si sono fermati nell’evoluzione,

in realtà hanno assunto nell’abisso un corpo fisico consistente di dieci parti corporee fisiche indurite.