La conoscenza avviene perché la parte astrale interiore si unisce a quella esteriore

O.O. 129 – Meraviglie del creato26.08.1911


 

Se si volesse studiare Aristotele, l’antico filosofo greco, si troverebbe una singolare dottrina della natura umana, una particolare presentazione della meraviglia del creato: l’entità umana. Vi si troverebbe esposto che sottili parti eteriche affluiscono dal cuore verso il capo e che vengono raffreddate venendo a contatto col cervello. La scienza odierna naturalmente dice: Aristotele era sì intelligente per gli antichi Greci, ma oggi ogni scolaretto sa che questo è un errore.

 

Però è in errore chi crede di parlare così di Aristotele. Per la verità Aristotele non possedeva la coscienza chiaroveggente per sapere qualcosa di queste realtà, ma da antiche tradizioni sapeva ancora ciò che in tempi più antichi si era osservato grazie a una spontanea chiaroveggenza originaria. La coscienza delle correnti eteriche che dal cuore salgono al cervello fu in certo modo presente ancora fino al medioevo inoltrato, fino ai secoli quindicesimo, sedicesimo; ne troviamo ancora una certa coscienza nelle opere di Cartesio. Solo che la storia della filosofia dice: certo, quel che Cartesio racconta in modo così fantasioso dei cosiddetti spiriti di vita che scorrono dal cuore al cervello sono proprio vecchi pregiudizi. Per fortuna ne siamo usciti!

 

Non sono però vecchi pregiudizi, sono antiche verità che provengono dal tempo in cui si potevano percepire tali cose grazie a una chiaroveggenza spontanea. La coscienza di queste realtà andò appunto persa per i tempi successivi. Come dobbiamo esporre questi contenuti nella prospettiva della chiaroveggenza odierna, della scienza occulta di oggi?

Forse ci si troverà a fatica soddisfatti del modo in cui Aristotele esprime questi contenuti, perché dovette di necessità attingere alle tradizioni, non disponendo più egli stesso delle antiche forze chiaroveggenti. Se però si esamina di nuovo l’essere umano completo, con l’esoterismo moderno in uso dal secolo tredicesimo, si nota che in effetti una corrente eterica scorre dal cuore verso il capo. Si nota anche qualcosa d’altro.

 

Non solo una corrente eterica va dal cuore al capo,

ma in essa sono presenti anche correnti del corpo astrale.

• Guardando con maggior precisione le correnti che vanno dal cuore al capo,

risulta che in esse sono presenti tanto parti eteriche, sostanze del corpo eterico,

quanto sostanze del corpo astrale umano.

• Dal cuore verso il capo fluisce dunque una sostanza

in cui vi sono parti tanto del corpo eterico quanto del corpo astrale.

 

Ora, il cervello è uno strumento molto particolare della natura umana:

a seguito del modo in cui si è formato dall’ultimo terzo dell’epoca atlantica,

esso ha assunto la proprietà di trattenere la corrente astrale che ascende,

di non farsi attraversare da essa, mentre in effetti lascia passare la corrente eterica.

 

Si noti dunque bene: il cervello è come strumento fisico qualcosa

in cui in parte ristagna la corrente che dal cuore sale in alto;

è permeabile per la corrente eterica, ma non per quella astrale.

• Questa viene trattenuta nel cervello

così che per lo sguardo chiaroveggente nella regione della testa risulta

che correnti astrali, che dal corpo umano vanno verso l’alto,

si diffondono nel cervello, vengono da esso trattenute,

non lo attraversano o lo possono soltanto in minima parte.

 

Le correnti astrali che vanno dal basso verso l’alto e vengono trattenute dal cervello

hanno però una certa forza di attrazione nei riguardi delle sostanzialità astrali esterne

che sempre ci circondano nella sostanza astrale della terra.

• Perciò il corpo astrale umano, per quanto riguarda la regione vicina al capo,

è come formato da due astralità: quella che di continuo fluisce dal cosmo

e quella che nel corpo umano va dal basso verso l’alto e viene attratta dall’astralità esterna.

 

Il corpo astrale che troviamo intorno al capo, proprio nelle vicinanze della cute,

ha quindi come un ingrossamento, qualcosa come un berretto, se posso esprimermi in modo paradossale,

che sempre abbiamo in testa come sostanza astrale.

 

Abbiamo un copricapo astrale dato dall’addensamento

nel quale l’astralità interna ed esterna vengono per così dire cucite insieme nelle vicinanze del capo.

I raggi del corpo eterico, non trattenuti dal cervello,

penetrano attraverso questo copricapo o berretto astrale

e appaiono tanto più luminosi e splendenti allo sguardo chiaroveggente

quanto più sono puri, cioè quanto meno contengono ancora

istinti, brame, passioni e moti della natura umana.

 

Quella che indichiamo come aura umana

acquisisce così una specie di corona, se la guardiamo di fronte,

una corona di astralità attraverso cui risplendono i raggi del corpo eterico.

 

È l’aura del capo che veniva percepita da chi era ancora dotato dell’antica chiaroveggenza

in personalità nelle quali questa parte di aura eterica risplendeva luminosa grazie alla purezza del loro essere;

viene ritratta anche nei dipinti come aureola dei santi.

 

Con l’aureola si intende proprio ciò che viene osservato

quando lo sguardo chiaroveggente vede con molta chiarezza l’aura del capo.

• Qui abbiamo dunque, per la caratteristica del cervello,

un fermarsi, un distribuirsi dell’aura astrale interiore, della sostanza astrale interiore intorno al capo.

 

Prego di considerare questo processo con molta esattezza.

Sostanza eterico-astrale fluisce nell’uomo dal basso verso l’alto,

si espande nel cervello così da riempirlo, ma viene da esso trattenuta,

come il raggio di luce che cade sullo specchio viene fermato e riflesso.

Qui si ha il vero processo del rispecchiamento.

 

Mentre la sostanza astrale viene trattenuta dal cervello, essa si rispecchia

e quanto allora entra e si rispecchia sono i pensieri, il sentimento cosciente,

la vita animica che di solito sperimentiamo.

 

• Un sapere, una conoscenza del mondo avvengono

solo perché questa parte astrale viene come allacciata o cucita insieme

ad opera delle parti eteriche che fluiscono attraverso il cervello;

la conoscenza avviene perché la parte astrale interiore si unisce a quella esteriore.

 

Tutto quanto sappiamo del mondo esterno entra in noi

perché l’astralità esteriore si congiunge a quella interiore tramite il berretto o copricapo astrale,

l’elmo che ho illustrato in modo così paradossale e che ciascuno ha sulla testa.

 

Anche la storia della civiltà avrà parecchi arricchimenti da parte dell’occultismo. Faccio presente che in tempi antichi si vedevano queste cose, e che quanto allora era ancora visibile, una parte dell’aura, si imitava nelle vesti.

Gli uomini si mettevano in testa elmi perché configuravano l’elmo nel senso del berretto o del copricapo astrale che ognuno ha in testa.

 

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A questo punto si può completare quanto abbiamo detto in merito al cervello.

Osservando di nuovo chiaroveggentemente con attenzione

l’uomo nei suoi diversi ambiti, troviamo qualcosa di molto particolare.

 

Mentre la parte di aura eterica e astrale sale fino al cervello,

dove la parte astrale viene trattenuta e quella eterica fuoriesce come corona,

vediamo invece che la parte-io, quale aura interiore, viene già trattenuta nella regione del cuore.

• Lì la vera aura interiore dell’io viene trattenuta, sale soltanto fino alla zona del cuore

e si unisce a una delle parti corrispondenti dell’aura esteriore macro-cosmica.

 

Nel cuore si intrecciano realmente due elementi,

• uno che penetra dal macrocosmo

• e l’altro che viene allacciato all’aura dell’io che sale dal basso; essa già nel cuore ristagna, viene fermata.

 

• Come l’aura astrale viene arrestata nel cervello,

• così l’aura dell’io viene fermata nel cuore dove viene in contatto con un elemento aura-io esterno.

Di conseguenza la vera coscienza dell’io, stando ai fatti, in fondo non sorge nel cervello.

 

Quel che dissi per l’antico abitatore dell’Atlantide, cioè che il suo io si era trasferito all’interno,

dobbiamo pensarlo in un modo ancor più preciso:

come cioè un entrare dell’io macrocosmico esterno

che dall’antica epoca atlantica è ora arrivato fino al cuore,

dove si è unito con un’altra corrente dell’io

che fluisce dal basso verso l’alto e che confluisce nel cuore;

nel cuore è così organizzato il luogo in cui, tramite lo strumento del sangue,

si realizza il vero io dell’uomoquale si presenta alla nostra coscienza.

 

Tutto questo ci mostra come l’essere umano è collocato nel grande mondo, nel macrocosmo.

Tutto questo siamo noi, tutto questo è in noi, si svolge in noi

e di ciò la nostra normale coscienza attuale abbraccia solo quel che appunto conosce ognuno,

ciò che è alla superficie.

 

Vedendo che le meraviglie del creato nell’uomo abbracciano una realtà così enorme,

si può anche presupporre che quanto ci circonda nei tre regni della natura

contenga le correnti più svariate e complesse,

e che il sapere che la nostra coscienza ne ha è solo uno stralcio piccolo e superficiale.

 

Arrivando ad esser consapevoli di questo fatto, ci si deve porre di fronte al mondo e dirsi

che con il nostro contenuto animico, con la nostra coscienza nella vita usuale

ci è data solo la superficie più esterna delle cose,

che con la coscienza normale si conosce solo una parte minima dell’entità umana.