La conseguenza della scissione del Sole. Le «razze».

O.O. 11 – Dalla cronaca dell’akasha – (La vita della Terra.)


 

Abbiamo già mostrato come vengano progressivamente formandosi gli elementi che compongono la cosiddetta «natura umana inferiore», e cioè il corpo fisico, il corpo eterico e il corpo astrale. Abbiamo anche descritto come, col sopraggiungere di un nuovo corpo, i più antichi debbano sempre trasformarsi in modo da poter diventare i veicoli e gli strumenti del nuovo. Con questo progresso si collega anche una trasformazione della coscienza umana.

 

• Finché l’uomo inferiore ha soltanto un corpo fisico, gli è propria una coscienza interamente ottusa

che non raggiunge nemmeno in chiarezza quella dell’attuale stato di sonno senza sogni,

benché per l’uomo attuale quest’ultima condizione di coscienza sia già uno stato «incosciente».

All’epoca in cui appare il corpo eterico, l’uomo acquista la coscienza che ancor oggi gli è propria nel sonno senza sogni.

• Col formarsi del corpo astrale si manifesta una crepuscolare coscienza per immagini simile

ma non uguale a quella che attualmente l’uomo ha quando sogna.

 

Descriveremo ora la quarta condizione di coscienza, l’attuale, propria dell’uomo terrestre. Essa si forma nella quarta grande epoca cosmica, quella della Terra, che succede a quelle di Saturno, del Sole e della Luna.

Su Saturno è stato sviluppato per diversi gradi il corpo fisico dell’uomo. Esso non avrebbe allora potuto essere il portatore del corpo eterico.

 

Questo è infatti venuto ad aggiungersi soltanto durante la vita del Sole. In pari tempo, durante i successivi giri solari, il corpo fisico venne trasformandosi in modo che potè diventare il portatore del corpo eterico, e il corpo eterico potè spiegare la sua attività entro il corpo fisico.

Durante l’evoluzione della Luna venne ad aggiungersi il corpo astrale; e nuovamente il corpo fisico e il corpo eterico furono trasformati in modo da diventare i veicoli e gli strumenti del nascente corpo astrale.

 

In tal modo l’uomo diventa sulla Luna un essere composto da corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale;

per mezzo del corpo eterico è in grado di sentire il piacere e il dolore,

per mezzo del corpo astrale è un essere dotato di affetti: ira, odio, amore, e così via.

 

Ai diversi elementi che lo costituiscono, come abbiamo veduto, lavorano esseri superiori. Così sulla Luna il corpo eterico ha ottenuto, per opera degli spiriti del crepuscolo, la facoltà di sentire piacere e dolore; e per opera degli spiriti del fuoco vennero infusi al corpo astrale i sentimenti.

 

• Durante i tre grandi giri di Saturno, del Sole e della Luna, contemporaneamente avveniva anche un altro fatto.

Nell’ultimo giro di Saturno si era formato, con l’aiuto degli spiriti della volontà (troni), l’uomo spirituale (atma).

• Nel penultimo giro del Sole si era aggiunto a questo, con l’aiuto dei cherubini, lo spirito vitale (budhi).

• E nel terz’ultimo giro della Luna si aggiunse a quei due elementi, con l’aiuto dei serafini, il sé spirituale (manas).

 

In realtà hanno avuto origine così, durante questi tre grandi giri, due diversi princìpi umani:

• un uomo inferiore, composto da corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale,

• e un uomo superiore, composto da uomo spirituale (atma), spirito vitale (budhi) e sé spirituale (manas).

All’inizio la natura inferiore e la natura superiore dell’uomo seguirono vie diverse.

L’evoluzione della Terra ha la missione di ricongiungere questi due princìpi umani separati.

 

• Prima però tutta la vita della Luna ricade, dopo il settimo «piccolo giro», in una specie di sonno (pralaya); di conseguenza tutto viene per così dire riamalgamato in una massa uniforme. Anche il Sole e la Luna, che nell’ultimo grande giro erano separati, si ricongiungono durante gli ultimi giri della Luna.

 

• Quando poi, dopo il periodo di sonno, tutto ricompare, deve anzitutto esser ripetuta, nelle cose essenziali, durante il primo «piccolo giro» la condizione di Saturno, nel secondo quella del Sole e nel terzo quella della Luna. In questo terzo giro, sulla Luna nuovamente separata dal Sole, gli esseri riprendono press’a poco le stesse forme di vita che avevano già precedentemente avuto sulla Luna.

 

L’uomo inferiore è qui un essere intermedio fra l’uomo attuale e l’animale, le piante vi stanno fra l’attuale natura animale e quella vegetale, e i minerali vi hanno soltanto in parte l’attuale carattere inanimato, essendo per l’altra parte ancora mezze piante.

 

Nella seconda metà di questo terzo giro va già preparandosi del nuovo.

I minerali si consolidano, le piante perdono a poco a poco il carattere animale della sensibilità,

e dall’unitaria specie umano-animale si sviluppano due classi:

• l’una si arresta al grado dell’animalità,

• l’altra invece subisce una bipartizione del corpo astrale.

 

Questo si divide in due parti,

• di cui una, inferiore, resta tuttavia portatrice dei sentimenti,

• e l’altra superiore, acquista una certa indipendenza

che le permette di poter esercitare un dominio sugli elementi inferiori:

sul corpo fisico, sul corpo eterico e sul corpo astrale inferiore.

 

Ora gli spiriti della personalità prendono possesso di questo corpo astrale superiore,

e gli infondono lo spirito d’indipendenza e con esso anche l’egoismo.

• Soltanto nel corpo astrale inferiore spiegano ora la loro attività gli spiriti del fuoco,

mentre nel corpo eterico lavorano gli spiriti del crepuscolo,

e nel corpo fisico comincia ad agire la forza dell’entità che si può definire il vero progenitore umano.

 

È la stessa entità che, con l’aiuto dei troni, formò su Saturno l’uomo spirituale (atma),

sul Sole, con l’aiuto dei cherubini, lo spirito vitale (budhi),

e sulla Luna, insieme ai serafini, il sé spirituale (manas).

• Ora però avviene un cambiamento: troni, cherubini e serafini si elevano a sfere superiori;

e l’uomo spirituale ottiene invece l’aiuto degli spiriti della saggezza, del movimento e della forma.

 

Questi sono ora congiunti col sé spirituale, con lo spirito vitale e con l’uomo spirituale (manas, budhi, atma).

Con l’aiuto di queste entità, l’essere umano, durante la seconda metà del terzo giro terrestre, forma il suo corpo fisico.

L’azione più importante l’hanno in ciò gli spiriti della forma.

Essi plasmano fin da allora il corpo fisico umano in modo ch’esso diventa una specie di precursore

del futuro corpo fisico umano del quarto giro o ronda, cioè dell’attuale.

 

• Nel corpo astrale degli esseri animali rimasti indietro restano attivi esclusivamente gli spiriti del fuoco;

• nel corpo eterico delle piante gli spiriti del crepuscolo.

• Invece gli spiriti della forma cooperano alla trasformazione del regno minerale;

sono quelli che lo induriscono, che gli danno forme rigide e solide.

 

Non dobbiamo però immaginarci che il campo d’azione degli spiriti suddetti si limiti unicamente a quello che abbiamo descritto; abbiamo accennato soltanto alle direzioni principali delle loro attività. Ma tutti questi esseri spirituali agiscono in via subordinata dappertutto. Così ad esempio gli spiriti della forma compiono all’epoca designata anche date funzioni nel corpo fisico delle piante e degli animali, e così via.

 

• Dopo tutto ciò, verso la fine del terzo giro terrestre,

tutti gli esseri, e perfino il Sole e la Luna, si fondono nuovamente insieme,

e così attraversano un più breve stato di sonno (pralaya minore)

in cui tutto ridiventa una massa uniforme (caos),

e alla fine del quale comincia il quarto giro terrestre, in cui attualmente ci troviamo.

 

Prima comincia a scindersi in stati embrionali, da quella massa indifferenziata, tutto ciò che già prima esisteva nel regno minerale, nel regno vegetale, nel regno animale e nel regno umano.

 

• Anzitutto possono riapparire quali germi indipendenti

soltanto i progenitori umani al cui corpo astrale superiore,

nel «piccolo giro» precedente, hanno lavorato gli spiriti della personalità.

• Tutti gli altri esseri dei regni minerale, vegetale e animale

non sono ancora in grado di condurre una vita indipendente.

 

(A questo punto tutto è ancora infatti in quell’elevatissimo stato spirituale chiamato «senza forma» o arupico. Al grado attuale d’evoluzione, soltanto i sommi pensieri umani, ad esempio i concetti della matematica e gli ideali morali, sono intessuti della sostanza che costituiva a quell’epoca tutti gli esseri).

 

• Ciò che è inferiore a questi progenitori umani

si manifesta soltanto quale attività inerente a un essere superiore.

• Così gli animali esistono soltanto come stati di coscienza degli spiriti del fuoco,

e le piante come stati di coscienza degli spiriti del crepuscolo.

Ma i minerali hanno una doppia vita spirituale;

• in primo luogo esistono quali germi di pensiero nei suddetti progenitori umani,

• e inoltre come pensieri nella coscienza degli spiriti della forma.

 

• Anche l’«uomo superiore» (uomo spirituale, spirito vitale, sé spirituale)

esiste nella coscienza degli spiriti della forma.

• Ora per ogni cosa avviene una specie di graduale processo di condensazione.

 

Il primo grado di densità che così si raggiunge non supera la densità del pensiero:

pure in questa materia possono già manifestarsi gli esseri animali che avevano avuto origine nel giro precedente.

Essi si separano dalla coscienza degli spiriti del fuoco e diventano esseri di pensiero indipendenti.

Questo stato si chiama «di forma» o rupico.

 

L’uomo progredisce qui in quanto gli spiriti della forma

avvolgono il suo «corpo del pensiero», già privo di forma e indipendente,

d’un involucro di materia di pensiero più densa e dotata di forma.

Gli animali, come esseri indipendenti, consistono qui unicamente di questa materia.

 

• Segue poi un’ulteriore condensazione.

Lo stato che ora si raggiunge può paragonarsi a quello di cui sono intessute

le rappresentazioni della coscienza per immagini simile al sogno.

• Questo grado viene chiamato astrale.

 

Il progresso del progenitore umano continua:

ai due elementi già esistenti in lui si aggiunge un altro elemento formato dalla sostanza ora descritta.

Egli ha dunque ora  • il nucleo essenziale interiore senza forma,   • un corpo di pensiero   • e un corpo astrale.

 

Gli animali acquistano anch’essi un tale corpo astrale;

e le piante si distaccano dalla coscienza degli spiriti del crepuscolo quali esseri astrali indipendenti.

• Il progresso ulteriore dell’evoluzione consiste nel fatto

che il processo di condensazione giunge fino allo stato che chiamiamo fisico.

Si tratta da prima dello stato fisico più rarefatto: quello dell’etere più sottile.

 

Il progenitore umano, per mezzo degli spiriti della forma,

oltre i suoi elementi precedenti acquista anche un corpo eterico sottilissimo.

Egli si compone dunque

• di un nucleo di pensiero senza forma,  • di un corpo di pensiero dotato di forma,

• di un corpo astrale   • e di un corpo eterico.

 

Gli animali hanno un corpo di pensiero dotato di forma, un corpo astrale e un corpo eterico;

le piante un corpo astrale e un corpo eterico.

Ora i minerali cominciano a manifestarsi quali forme eteriche indipendenti.

 

• A questo punto dell’evoluzione abbiamo dunque quattro regni:

un regno minerale, un regno vegetale, un regno animale e un regno umano.

• Però accanto a questi sono sorti, nel corso dell’evoluzione, altri tre regni.

 

• All’epoca in cui gli animali allo stato del pensiero (rupa) si distaccarono dagli spiriti del fuoco,

gli spiriti della personalità eliminarono anch’essi da loro dati esseri,

esseri composti di indeterminata materia di pensiero

che si addensa come una nuvola per sciogliersi di nuovo fluttuando.

• Non sono esseri indipendenti, ma una massa irregolare e informe. È questo il primo regno elementare.

 

• Qualcosa di simile viene eliminato dagli spiriti del fuoco nel periodo astrale.

Sono ombre d’immagini o larve, simili alle immagini della sognante coscienza per immagini,

e formano il secondo regno elementare.

 

• Infine, all’inizio del periodo fisico, si distaccano dagli spiriti del crepuscolo entità immaginative indefinite.

Anch’esse non hanno indipendenza,

ma sono in grado di manifestare forze simili alle passioni e agli affetti umani e animali.

Questi affetti privi di stabilità e d’indipendenza formano il terzo regno elementare.

 

• Gli esseri dotati di una coscienza immaginativa cosciente

possono percepire queste creazioni del terzo regno elementare come luce fluttuante,

come fiocchi di colori, odori, sapori, ogni sorta di suoni e di rumori.

Però dobbiamo immaginarci tutte queste percezioni simili a fantasmi.

 

Al momento dunque in cui la Terra, dallo stato astrale precedente, va condensandosi in un tenue corpo eterico,

dobbiamo immaginarcela come un conglomerato

• di masse fondamentali eterico-minerali   • e di esseri vegetali, animali e umani allo stato eterico.

 

Inoltre tutto lo spazio intermedio è come riempito dagli esseri dei tre regni elementari

che fluttuano interpenetrando anche gli altri esseri.

• Il pianeta terrestre è abitato dalle entità spirituali superiori

la cui attività si esercita in molteplici modi sui regni suddetti.

 

Esse formano per così dire una comunità spirituale, uno stato spirituale,

e la loro dimora e officina è il pianeta terrestre ch’esse portano con sé come la lumaca porta il suo guscio.

Ma si deve notare che allora è ancora totalmente congiunto alla Terra

ciò che come Sole e Luna è attualmente separato da essa.

Entrambi i pianeti si distaccarono dalla Terra solo più tardi.

 

A questo gradino l’«uomo superiore» (uomo spirituale, spirito vitale, sé spirituale, atma, budhi, manas)

non ha ancora indipendenza alcuna.

È ancora come un membro dello stato, spirituale;

anzitutto è ancora legato agli spiriti della forma,

come la mano è legata all’organismo umano come un membro dipendente.

Abbiamo così seguito il processo di formazione della Terra fino all’inizio del suo stato fisico.

 

Mostreremo in seguito come il progresso continui durante questo stato, e verremo così a raggiungere, nel corso dell’evoluzione, le epoche descritte nei primi capitoli della cronaca dell’akasha che si riferivano al progresso della Terra.

 

• Gli stati d’evoluzione di cui abbiamo parlato, cioè lo stato arupico, rupico, astrale e fisico,

i quali differenziano un «piccolo giro» (ronda), vengono chiamati globi nei manuali teosofici.

Si parla dunque, sotto questo aspetto, di globi arupici, rupici, astrali e fisici.

 

A taluni questa denominazione non piace; ma qui non faremo questione di denominazioni; l’importante non sono i nomi, bensì le cose. È meglio cercar di descrivere le cose nel miglior modo possibile, piuttosto che curarsi troppo dei nomi; tanto più che questi sono sempre in certo senso inadeguati perché, dovendo descrivere fatti del mondo spirituale con espressioni prese dal mondo sensibile, il nostro linguaggio sarà sempre un linguaggio figurato.

Siamo dunque arrivati, nel racconto dell’evoluzione del mondo umano, fino al punto in cui la Terra comincia il suo processo di condensazione fisica.

 

Rappresentiamoci lo stato d’evoluzione di questo mondo umano a questo punto:

• ciò che più tardi appare come Sole, Luna e Terra,

è ancora riunito in un unico corpo, composto solo di sottilissima materia eterica.

E solo in questa materia svolgono la loro esistenza

gli uomini, gli animali, le piante e i minerali che appariranno come tali più tardi.

 

• Per l’ulteriore progresso dell’evoluzione è necessario che quel corpo cosmico

si divida prima in due parti, di cui l’una è il futuro Sole,

e l’altra riunisce ancora in sé la Terra e la Luna future.

• Solo più tardi avviene una scissione anche in quest’ultimo corpo cosmico;

si distacca cioè quella che diventa la Luna, e ne rimane isolata la Terra

quale dimora dell’uomo e degli altri esseri suoi compagni.

 

Chi conosce la letteratura teosofica in uso, dovrà rendersi chiaramente conto che la scissione di quel corpo cosmico in due parti avviene all’epoca in cui questa letteratura pone l’evoluzione della cosiddetta seconda razza radicale umana. I progenitori umani di questa razza vengono descritti come forme aventi sottili corpi eterici.

 

Però non dobbiamo immaginarci ch’essi avrebbero potuto svilupparsi sulla nostra Terra attuale dopo ch’essa si era separata dal Sole e aveva eliminato da sé la Luna. Avvenuta questa scissione, tali corpi eterici non furono più possibili.

 

Seguendo l’evoluzione umana nel giro a cui ora siamo giunti, e che ci porta fino all’epoca attuale, troveremo una serie di diverse condizioni principali, di cui la nostra attuale è la quinta. Di esse abbiamo già parlato nelle precedenti comunicazioni della cronaca dell’akasha; aggiungeremo qui ciò che occorre per approfondire quei dati.

 

La prima condizione ci mostra il progenitore umano quale entità costituita di sottilissimo etere.

La letteratura teosofica usuale chiama queste entità, in modo alquanto inesatto, prima razza radicale.

Questo stato si mantiene ancora, nelle sue caratteristiche essenziali,

durante la seconda epoca in cui quella letteratura pone la seconda razza radicale.

 

Fino a questo grado d’evoluzione il Sole, la Luna e la Terra formano ancora un solo corpo.

• Ora il Sole si scinde dal resto e diventa un corpo indipendente,

togliendo così alla Terra, ancora congiunta alla Luna, tutte le forze

per mezzo delle quali i progenitori umani potevano rimanere nel loro stato eterico.

• Con la scissione del Sole avviene un consolidamento delle forme umane

e anche delle forme degli altri esseri compagni dell’uomo.

 

Questi esseri devono ora, in certo qual modo, sistemarsi nella nuova dimora.

• Però non sono soltanto le forze materiali ad abbandonare questa dimora;

se ne allontanano anche le entità spirituali di cui precedentemente abbiamo detto

che formavano una comunità spirituale sul corpo cosmico unico.

• La loro essenza rimane col Sole, in una intima connessione col corpo cosmico che il Sole ha eliminato da sé.

 

Se queste entità fossero rimaste congiunte alle forze che si dovevano sviluppare più tardi sulla Terra e sulla Luna,

esse non avrebbero potuto evolversi fino ai gradi loro adeguati.

La loro ulteriore evoluzione richiedeva una nuova dimora.

Questa viene offerta dal Sole dopo ch’esso si è per così dire purificato dalle forze della Terra e della Luna.

Al grado a cui questi esseri sono giunti ora, possono agire sulla Terra e sulla Luna sole tanto da fuori, cioè dal Sole.

 

Da ciò si vede quale sia il senso di una tale scissione.

Talune entità, assai più elevate dell’uomo, avevano compiuto fino a quest’epoca la propria evoluzione

su quell’unico corpo cosmico che abbiamo caratterizzato;

ora ne richiedono una parte per sé, lasciando il resto all’uomo e ai suoi compagni.

 

La conseguenza della scissione del Sole fu una radicale rivoluzione nell’evoluzione dell’uomo e degli altri esseri; in certo qual modo questi caddero da una forma superiore di vita a una inferiore; e fu inevitabile, perché la comunione diretta con quegli esseri superiori andò perduta per loro. La loro evoluzione avrebbe dovuto arrestarsi in una via senza uscita, se non fossero sopraggiunti altri avvenimenti cosmici che riattivarono il progresso e condussero l’evoluzione in una direzione del tutto diversa.

 

Con le forze che attualmente sono concentrate nella Luna isolata, e che allora si trovavano ancora entro la Terra, un ulteriore progresso sarebbe stato impossibile. Con quelle forze non sarebbe potuto sorgere l’umanità attuale, bensì soltanto una specie di esseri nei quali gli affetti: ira, odio, ecc., sviluppatisi durante il terzo grande giro lunare, sarebbero aumentati smisuratamente verso l’animalità. Per un certo tempo, questo avvenne realmente.

 

L’immediata conseguenza della scissione de Sole

fu il sorgere di una terza condizione principale dei progenitori umani:

nella letteratura teosofica viene chiamata la terza razza radicale, la razza lemurica.

 

Anche la denominazione di «razza» non è molto bene appropriata questo stato d’evoluzione, poiché i progenitori umani di allora non si possono veramente confrontare con quella che attualmente si chiama «razza». Bisogna dunque ben comprendere che le forme d’evoluzione, tanto nel lontano passato quanto nell’avvenire, sono talmente diverse dalle attuali che le nostre denominazioni non possono servire che di ripiego, e spesso perdono ogni senso quando sono attribuite quelle lontane epoche.

 

Di «razze» veramente si può cominciare a parlare

soltanto verso il secondo terzo della terza epoca principale, la lemurica.

Allora soltanto si forma ciò che ora chiamiamo «razza».

Questo carattere di razza si mantiene durante l’epoca dell’evoluzione atlantica

che è la quarta condizione principale, e giunge fino alla nostra epoca che è la quinta.

 

Ma già alla fine della nostra quinta epoca la parola «razza» perderà ogni significato.

In avvenire l’umanità sarà divisa in modo che le sue parti non potranno più esser chiamate «razze».

 

La letteratura teosofica usuale ha portato in ciò una grande confusione, causata specialmente da un libro che ha d’altra parte il gran merito d’avere divulgato per primo, all’epoca nostra, la concezione teosofica: il Buddhismo esoterico del Sinnett. In esso l’evoluzione cosmica è rappresentata come se le «razze» si ripetessero eternamente allo stesso modo attraverso i giri cosmici. Ma non è così. Anche quella che può essere chiamata «razza» sorge e sparisce; la parola «razza» dovrebbe essere usata solo per un certo tratto dell’evoluzione umana. Prima e dopo vi sono forme d’evoluzione del tutto diverse dalle «razze».

 

La vera decifrazione della cronaca dell’akasha giustifica pienamente questa osservazione; solo per questo è stata qui osata. Il decifratore sa di essere pienamente d’accordo con la vera indagine spirituale; altrimenti non gli verrebbe mai fatto di sollevare un’obiezione contro libri tanto benemeriti della letteratura teosofica. Inoltre gli sia lecito osservare, sebbene lo si comprenda da sé, che le ispirazioni del grande maestro nominato nel Buddhismo esoterico non sono in contraddizione con quanto abbiamo esposto qui, ma che il malinteso è sorto soltanto dall’avere l’autore di quel libro tradotto a modo suo nell’attuale linguaggio comune la saggezza di quelle ispirazioni.

 

• La terza condizione principale dell’evoluzione umana è quella in cui appunto sono sorte le «razze»;

quest’avvenimento fu prodotto dalla scissione della Luna dalla Terra, e andò di pari passo col sorgere dei due sessi.

A questo momento dell’evoluzione umana è stato accennato più volte

nelle comunicazioni della cronaca dell’akasha esposte nei capitoli precedenti.

Allorché la Terra, ancora congiunta alla Luna, si distaccò dal Sole,

non esistevano ancora nell’umanità un sesso maschile e un sesso femminile.

 

Ogni essere umano riuniva nel suo corpo, formato ancora di materia tenuissima, entrambi i sessi.

Non dimentichiamo però che questi progenitori umani bisessuali,

rispetto all’uomo attuale si trovavano a un grado di evoluzione inferiore.

Gli istinti inferiori agivano in loro con un’energia smisurata; non v’era ancora traccia di un’evoluzione spirituale.

Che questo abbia potuto risvegliarsi, e che sia stata così limitata l’azione degl’istinti inferiori,

è connesso col fatto che nello stesso tempo in cui Terra e Luna si separarono,

la Terra venne a trovarsi nella sfera d’azione di altri corpi celesti.

 

In un capitolo successivo si parlerà di questa cooperazione straordinariamente importante della Terra con altri corpi celesti, e del suo incontro con nuovi pianeti all’epoca che la letteratura teosofica chiama lemurica.

Il corso dell’evoluzione verrà ora nuovamente descritto da un altro punto di vista. E ciò ha la sua buona ragione. Le verità che si riferiscono ai mondi superiori non verranno mai abbastanza considerate nei loro diversi aspetti; occorre rendersi conto che da un solo lato, qualunque esso sia, non si può farne che un misero abbozzo.

 

Solo a poco a poco, guardando la stessa cosa dai più diversi lati, le impressioni ricevute si completeranno a vicenda, dandoci un’immagine sempre più vivace. Solo tali immagini, non già rigidi concetti schematici, possono aiutare chi voglia penetrare ne mondi superiori. Quanto più le immagini sono ricche di vita e di colore, tanto più c’è speranza di potersi avvicinare alla realtà superiore.

 

È invece evidente che appunto le immagini dei mondi superiori risvegliano la diffidenza di molti nostri contemporanei. Si accettano volentieri i concetti schematici, le suddivisioni, col maggior numero possibile di nomi, del devachan, dell’evoluzione planetaria, e così via, ma non si accetta facilmente che qualcuno ardisca descrivere mondi superiori come si descriverebbero, viaggiando, i paesi del Sud-America. Eppure si dovrebbe comprendere che solo immagini fresche e ricche di vita, e non rigidi schemi e vuoti nomi, ci possono essere di vera utilità.