La coscienza animale

O.O. 207 – Cosmosofia I – 1.10.21


 

Negli animali la coscienza non arriva fino alla vita di pensiero, ma assume una forma sognante.

 

Esaminando la nostra vita di sogno possiamo farci un’idea di come sia la vita animica dell’animale, che è in effetti un’attività di sogno.

Ne consegue che nell’animale la vita animica sia molto più attiva nell’organismo rispetto alla vita animica dell’uomo, illuminata dalla vita di pensiero e molto più emancipata.

L’animale in realtà sogna.

 

Come in noi le immagini oniriche che formiamo da svegli si traducono nella vita animica di sentimento, così una tale vita animica è fondamentale per l’animale.

Esso non ha una vita animica illuminata dal pensiero.

Il processo principale nell’animale e che forma la sua vita animica è quello che in noi si svolge tra il corpo eterico e il corpo astrale.

 

Possiamo capire la vita dell’animale solo se la immaginiamo risultante dalla vita animica.

…. l’animale vive in uno stato di coscienza simile alla nostra coscienza di sogno.

 

Non possiamo cercare nell’animale la coscienza che abbiamo noi, uomini abitanti della terra; dobbiamo cercarla in esseri che non hanno un’esistenza fìsica.

Li chiamiamo anime di gruppo degli animali, anime che come tali non hanno un corpo fisico, ma vivono attraverso gli animali.

Possiamo dire che tutti i leoni insieme abbiano una simile anima di gruppo, dotata di esistenza spirituale e di una coscienza che abbiamo noi uomini, ma non il singolo animale.

 

Tutta l’anima della terra ha una coscienza sognante e dorme nella coscienza delle piante.

Solo in quanto la terra prende parte al divenire cosmico si accende, così da sviluppare una coscienza piena come quella che abbiamo noi uomini tra nascita e morte allo stato di veglia.

 

La coscienza minerale, come anche il nostro agire, è situata in un certo qual modo al di là della nostra capacità di sperimentare.

Nella misura in cui il nostro agire non dipende da noi, è al di fuori dell’ambito della nostra libertà, esso è proprio un evento cosmico come quello che avviene nei minerali.

Incorporiamo l’agire in questo evento, e con ciò abbiamo esteso la relazione tra l’uomo e il suo ambiente fino al punto in cui con il nostro agire oltrepassiamo la coscienza del sonno.

 

Quando ci accorgiamo del mondo minerale intorno a noi e guardiamo i minerali dall’esterno, ci avviciniamo a qualcosa che è oltre la nostra esperienza.

Possiamo dire che il regno minerale, al quale noi ci avviciniamo e che circonda uomini, animali e vegetali, agendo sui nostri sensi ci rivolge il suo lato esterno; ma dall’altra parte, là dove noi non arriviamo più, il regno minerale sviluppa la sua coscienza, in un certo senso volgendoci le spalle (vedi disegno, rosso).

La coscienza che ora si sviluppa accoglie i contenuti delle nostre azioni che poi continuano ad agire nello svolgersi del nostro karma.