La coscienza si smorza nella sfera lunare. Il periodo embrionale.

O.O. 231 – L’uomo soprasensibile alla luce dell’antroposofia – 17.11.1923 sera


 

Quando, lungo la via fra morte e rinascita, l’uomo aveva percorso per la prima volta la sfera lunare, in comunione tanto col bene quanto col male, egli aveva avuto motivo di pensare ai maestri antichi e alla Terra, al punto iniziale della vita terrena, quando dei maestri superiori all’umanità gli avevano apportato una sapienza superiore.

 

Mentre ora ritorna, la sua attenzione è meno indotta a volgersi

verso ciò che anticamente vi era stato sulla Terra.

• Ora egli trascorre in alto, nella sfera lunare,

il medesimo tempo che sulla Terra intercorre fra la concezione e la nascita;

l’uomo dunque accompagna il proprio periodo embrionale con un’evoluzione cosmica.

 

• Lassù, nella sfera lunare, egli attraversa una determinata evoluzione,

e nel frattempo, in basso, gli viene preparato

ciò con cui gradualmente si congiunge: l’embrione fisico.

• Che cosa fa egli in alto, macrocosmicamente,

durante la sua seconda evoluzione lunare?

Il grado di coscienza che l’uomo possiede nel corso di tutte le vicende che ho descritte

è molto più lucido, più desto di quello della normale vita terrena.

È straordinariamente importante essere in chiaro al riguardo.

 

Nel sogno abbiamo una coscienza ottusa; durante la veglia una coscienza chiara; ma la coscienza che ci è propria dopo la morte è più chiara ancora; tutta la vita che trascorriamo sulla Terra sta come il sogno alla realtà se la confrontiamo con la lucidità della coscienza posseduta dopo la morte.

Durante l’ascesa, a ogni tappa, la coscienza si fa più chiara, più lucida. All’inizio, quando percorriamo la regione lunare, la nostra coscienza si rischiara per il fatto che ci avviciniamo agli antichissimi maestri dell’umanità. Poi, attraverso Mercurio e Venere, si fa sempre più chiara; in ogni regione stellare in cui entriamo essa si rischiara maggiormente.

 

Ma quando ritorniamo verso una nuova vita terrena, la coscienza si smorza gradualmente.

Nella sfera di Mercurio abbiamo ancora una coscienza più chiara di qualsiasi coscienza ordinaria sulla Terra.

Ma poi entriamo nella regione lunare, e qui ci si mostra ciò che l’uomo era stato al principio dell’evoluzione terrena.

Questa regione spegne la nostra coscienza quando siamo sulla via del ritorno.

 

Dove in uno stato di coscienza già più chiaro di quello terreno avevamo ricevuto la prima illuminazione relativa al mondo spirituale, al nostro ritorno sulla Terra la coscienza si smorza; si smorza fino al punto di trasformarsi in mera forza di crescita, quale esiste nel sognante bambino.

 

La coscienza si smorza fino a ridursi a stato di sogno.

• Solo quando è smorzata fino allo stato di sogno,

l’uomo può congiungere col proprio embrione fisico l’essere spirituale-animico che si è sviluppato in lui.

• Al conseguimento di questa condizione unica,

alla possibilità che a una determinata tappa del suo sviluppo l’uomo possa avere il dovuto legame con l’embrione fisico,

occorre che, come quaggiù l’embrione trascorre i dieci mesi lunari nel grembo materno,

così in alto, in comunanza con gli antichissimi maestri primordiali,

egli attraversi un’evoluzione lunare durante la quale tutta una schiera di maestri dell’umanità coopera

a smorzare la coscienza cosmica che l’uomo aveva ancora su Mercurio,

riducendola a quello stato di sogno che possiede quando entra nell’esistenza terrena.

 

Tutto quel che ci muove incontro nell’uomo fisico-sensibile

può unicamente venir compreso partendo dall’uomo soprasensibile.

A sua volta l’uomo soprasensibile non può venir capito partendo dalla Terra e da fatti terreni,

ma solo prendendo le mosse da fatti cosmici, da fatti macrocosmici.

 

Le precedenti conferenze furono perciò tenute per mostrare che l’uomo terreno deve nascere, in quanto uomo spirituale, dal cosmo spirituale. Per la prossima conferenza rimarrà ancora da imparare a capire, in questa connessione,

l’importanza della vita terrena in quanto in essa entra l’uomo superiore,

e da imparare a capire il significato del fatto che, di nuovo attraverso le porte della morte,

l’uomo porta nel mondo spirituale i frutti di ciò che si conquista nella vita terrena stessa.