La donna rivestita di Sole (Apocalisse 12,1)

O.O. 346 – Apocalisse ed agire sacerdotale – 16.09.24


 

La donna vestita di Sole, con il drago ai suoi piedi, che dà alla luce un bambino (Apocalisse 12,1).

Attraverso ciò che viene espresso in questa immagine, nel corso di questo secolo, in effetti diverranno veggenti molti uomini. Da questa immagine si irraggia molto che porterà agli uomini una comprensione. In primo luogo questa immagine fa luce a ritroso nel periodo greco-latino, dove, in maniera animica, si è preparata questa comprensione per la sua figura, come apparirà nel prossimo futuro. Essa ha assunto le più diverse forme: Isis con il bambino Horus, la genitrice del Cristo con il Cristo bambino. Queste cose hanno vissuto in molte metamorfosi, contenute ancora nella tradizione ed in maniera meravigliosamente profonda nel periodo greco-latino.

 

Nel prossimo futuro gli uomini riconsidereranno

il modo di vedere nelle nuvole, degli uomini del quarto periodo postatlantico,

cioè nel modo in cui essi hanno visto quest’immagine nell’elemento liquido-aereo.

• Più avanti ancora, si riconsidererà ciò che l’atlante visse nei fenomeni fisici.

 

Accadrà come se questo quadro della donna rivestita di Sole,

che genera un bambino e che ha un drago ai suoi piedi,

indicasse alla guisa di un cannocchiale spirituale, a mo’ di occhiale,

ad un lontano tempo passato, in cui il fisico-terreno era in relazione con il cosmico-sovraterreno.

Era allora un contatto molto intimo quello che si svolgeva fra la Terra, il mondo dei pianeti ed il mondo del Sole.

 

Vedete noi sappiamo che al tempo in cui si ripetè l’antico Saturno vi era nell’evoluzione della Terra molto delle peculiarità dello stesso antico Saturno, anche se in uno stato addensato.

Quando il secondo periodo dell’evoluzione della Terra portò alla ripetizione dell’antica epoca solare, il Sole si separò dalla Terra che durante l’evoluzione di Saturno era legata ad esso, e con essa le entità che appartenevano al Sole.

Nel terzo periodo dell’evoluzione della Terra, quella lemurica, anche la Luna si separò dalla Terra, così da avere questa triplicità: Terra, Sole e Luna, la più vicina realtà terrestre.

Il modo in cui si aggiunsero le piante lo trovate caratterizzato nel mio libro “La scienza occulta” .

Dobbiamo, però, gettare uno sguardo anche a tutti gli avvenimenti che ho descritto, in riferimento al ritorno delle anime umane durante il tempo atlantico.

Vogliamo ora aggiungere dell’altro.

 

Vedete, miei cari amici, dal mistero del Golgota da coloro che come iniziati compresero i segreti del cosmo,

il Cristo venne visto come l’entità solare che prima del mistero del Golgota stesso era legato al Sole.

I sacerdoti dei misteri dei tempi precristiani, alzavano gli occhi al Sole quando volevano legarsi al Cristo.

Dal mistero del Golgota Cristo è divenuto spirito della Terra.

Dobbiamo cercarlo nella vita della Terra, nell’agire della Terra: Cristo, lo spirito solare.

Coloro che prima del mistero del Golgota volevano osservarlo,

coloro che volevano avere comunione con lui, dovevano elevarsi al Sole.

Questo spirito solare di cui parliamo, a ragione, come di una entità umana per il modo in cui è giunto sulla Terra,

– sebbene simili avvenimenti possono venire descritti per i periodi precedenti, nel modo in cui l’ho fatto molte volte –

che, in questa forma, è descritto in maniera splendente nel viso dello scrittore dell’Apocalisse,

in quella profonda visione che è presente direttamente alla metà del periodo atlantico

in una stupenda apparizione fisica, come se fosse materiale.

 

Dopo questo momento i sapienti dei misteri, innalzando lo sguardo al Sole,

videro il Cristo svilupparsi nello stesso Sole e divenire maturo

sino al punto da potere passare attraverso il mistero del Golgota.

 

Nel periodo atlantico videro sino a quel punto, videro così, in questa epoca atlantica,

compiersi una nascita nel Cosmo fuori, all’interno del Sole.

I sacerdoti, che nel mezzo dell’epoca atlantica videro la nascita del Cristo come essere maschile,

prima vedevano nel Sole un essere femminile.

 

Questa è l’importante svolta che si compì nel mezzo dell’epoca atlantica,

cioè il fatto che proprio nel mezzo di questa epoca atlantica

all’interno dell’aura spirituale del Sole si vedesse una donna cosmica, “la donna vestita di Sole”.

• Questo è veramente quello che allora corrispondeva agli avvenimenti nel sovraterreno, nel cielo:

“la donna vestita di Sole, che poi genera un bambino”.

 

Dallo scrittore dell’Apocalisse ciò viene giustamente caratterizzato come la nascita di un bambino

che è la stessa entità che passò poi attraverso il mistero del Golgota e che prima ha attraversato altre forme.

Allora, nell’epoca atlantica, si verificò una specie di nascita,

che era soprattutto una specie complicata di metamorfosi.

Si poté vedere come il Sole generasse il suo elemento maschile, il suo figlio.

 

Ora cosa significa ciò per la Terra? Nel mezzo dell’epoca atlantica, naturalmente, si percepiva in maniera del tutto diversa le cose come l’essere del Sole. Oggi si guarda al Sole come un insieme di crateri e di masse infuocate; questo è lo spettacolo orribile che i fisici descrivono. Allora si vedeva qualcosa del tipo che ho descritto ora. Si vedeva realmente una donna rivestita dal Sole, il drago ai suoi piedi, e che generava un bambino. Coloro che vedevano ciò e lo capivano, dicevano a sé stessi: Questo è la nascita del Cristo per il cielo, questo, per noi, è la nascita del nostro Io anche se questo Io penetrò nell’intimo dell’uomo solo molto più tardi.

 

Da questo momento, a metà del tempo di Atlantide,

l’evoluzione si svolge in maniera tale che gli uomini divengano sempre più coscienti del loro Io.

Non erano senza dubbio così coscienti del loro Io come lo sono oggi, bensì in maniera elementare,

ma divennero sempre più coscienti del loro Io per il fatto che i sacerdoti dei misteri

indirizzassero sempre più l’attenzione sul fatto che il Sole, nell’uomo, accende l’Io.

 

Ed attraverso questa nascita, come lo scrittore dell’Apocalisse mostra in immagine,

l’Io si accese progressivamente dall’esterno, tramite l’azione interiore del Sole,

fino alla quarta epoca postatlantica in cui l’Io fu inserito nell’uomo.

 

Questo lo si sentiva; si sentiva proprio che l’uomo come appartenente al Sole.

Allora era un’esperienza che incideva profondamente nella natura umana.

Oggi, nel momento in cui siamo divenuti teneri in riferimento all’esperire animico,

non possiamo valutare come ondeggianti ed impetuose fossero

le esperienze animiche degli uomini nelle epoche anteriori.

 

Perché di fronte al fatto che l’Io fosse donato all’uomo dal cosmo, l’uomo, sulla Terra, percepiva allora

come se tutto ciò che era stato la sua natura precedente, divenisse del tutto diverso.

Prima, essenzialmente, si basava sul suo corpo astrale,

su ciò che si trovava nell’astrale e ciò agiva nell’animico-spirituale in maniera tale

che l’uomo, durante quest’epoca antica, avesse la seguente rappresentazione:

 

Qui (si veda il disegno sulla tavola 9 a sinistra, pag.147) sta egli, lì sopra sta il Sole,

l’Io non è ancora presente ma dal Sole agisce verso il basso, l’astrale.

 

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L’uomo porta dal Sole il corpo astrale in sé, il corpo astrale che non viene ancora dominato dall’Io,

il quale porta in sé delle emozioni, certamente raffinate, ma animalesche.

Ora è divenuto un uomo del tutto diverso, è divenuto un Io che prima sgorgava soltanto dal corpo astrale.

Tutto ciò venne dal Sole.

 

Ora poniamoci di fronte agli occhi – lo voglio disegnare proprio schematicamente (tavola 9, in basso a sinistra, pag. 147) -, come l’immagine solare dell’epoca atlantica più antica, era compenetrata con il vivente raggio di luce, che sgorgando si muoveva nella metà inferiore dell’essere solare.

Da qui sopra, viene generato qualcosa, si percepisce indistintamente qui qualcosa del volto. Qui di sotto, nell’entità solare l’uomo sentiva l’origine di ciò che ribolliva nel corpo astrale, ma anche tutto ciò che dava all’uomo in primo luogo la sua entità animica e spirituale.

La fase successiva, nel modo in cui si è visto più tardi il Sole, sarebbe stata quella che segue (si veda la tavola 9 al centro in basso): Creandosi chiaramente da se stesso, divenendo il volto chiaro e prendendo la figura di una donna, ancora non è chiaro ciò che all’uomo deve apportare il dominio attraverso l’Io.

 

Lo spazio diviene sempre più piccolo, ciò che dal di sotto qui si volta in maniera animalesca; alla fine arriva il tempo dove la donna qui è nel Sole, genera il bimbo, e sotto i piedi della donna c’è soltanto ciò che qui era prima (vedi tavola 9 in basso a sinistra, pag. 147), cioè dove la donna che genera l’Io del Sole indica dall’immagine di dominare il drago: Il mondo astrale delle epoche precedenti che ora è ai suoi piedi.

Qui allora, iniziò nel Sole la lotta di Michele con il drago, e ciò portò – cosa che si vede soprattutto nelle sembianze fisiche – tutto ciò che era nel Sole, si mosse lentamente verso la Terra e divenne intelligenza terreste, divenne contenuto della Terra, dominando con ciò sempre più l’uomo, soltanto nell’incosciente, mentre l’Io si inseriva sempre più nella coscienza. (?)

Ciò che accadde cosmicamente nel periodo atlantico, ebbe una controimmagine mitologica nel periodo greco-latino.

 

L’immagine precedente di Isis con il bambino Horus che divenne poi l’immagine della Vergine con il bambino Gesù, potrà venire vissuta dall’umanità in maniera retrospettiva come visione del periodo successivo che subito ci aspetta.

L’uomo vedrà in questa immagine la donna rivestita di Sole che ha il drago ai suoi piedi, gettato sulla Terra da Michele in modo che non si trovi più in cielo.

Questo quadro, che poi si tramuterà, apparirà nel periodo in cui il drago sarà libero e in cui farà la sua apparizione ciò che ho descritto ieri.

Accade in effetti che di fronte all’umanità sta uno sguardo approfondito dei primordi della Terra e dell’origine dell’umanità stessa e nel contempo uno sguardo eterico dell’entità-Cristo, perché durante l’epoca di Michele farà la sua ciò a cui lo scrittore dell’Apocalisse accenna, quando parla che Michele ha mandato il drago sulla Terra, da cui questi opera nella natura umana.

 

Michele, però, si preoccuperà di nuovo nella natura umana di ciò che in essa ha mandato in guisa di drago.

Poniamoci di fronte agli occhi, miei cari amici, come è la cosa. Si getterà di nuovo lo sguardo all’interno dell’epoca atlantica.

Lo scrittore dell’Apocalisse anticipa tutto ciò,

ha la visione della donna rivestita di Sole, che genera il bimbo Gesùe che ha il drago sotto i piedi.

 

Quest’immagine diventa progressivamente sempre più debole, man mano che viene avanti l’evoluzione atlantica. E alla fine dell’evoluzione atlantica, succede che dal mare si elevano i nuovi continenti, i continenti, che contengono le forze attraverso cui gli uomini dell’epoca postatlantica, sono pervenuti nelle diverse direzioni. Dal mare si alzò la bestia con sette teste (Apocalisse, 13,1) e dal mare salì un paese settuplo, sommergendo l’uomo attraverso ciò che esala dalle sue emozioni spiritualmente dalla Terra.

Nella forma in cui dal mare emerge questa bestia con sette teste, allo scrittore dell’Apocalisse appare la catastrofe atlantica e così apparirà di nuovo nel futuro quando ciò a cui lo scrittore dell’Apocalisse accenna farà di nuovo la sua comparsa, nell’epoca di Michele. Sono accadimenti reali, quelli di cui scrive lo scrittore dell’Apocalisse, che ci riguardano molto nel loro riferimento alla vita animica dell’umanità. E proprio ciò che sta in questa immagine, è in relazione con l’entità del Cristo.

 

Andiamo incontro ad un periodo in cui si vedrà, di nuovo, come nell’elemento terreno vive lo spirito, dove anche i processi spirituali della transustanziazione potranno fare la loro comparsa di fronte all’anima umana.

Poi, proprio nella transustanziazione, apparirà il riflesso terreno di ciò che si è compiuto nelle regioni celesti, in maniera tale, che ciò è accaduto dalla metà dell’epoca atlantica, sia un particolare chiaro di questo e che tutto questo è in relazione con l’entità del Cristo.

Qui si capirà come, persino una metamorfosi come quella che si compie nella transustanziazione sia possibile, quando in ciò che oggi è chimico e fisico si vedrà innanzitutto solo un episodio e si riferirà la transustanziazione a qualcosa del tutto diversa e non soltanto a ciò che appare materialmente.

 

Possiamo già approfondire la nostra memoria verso il primo Atto di Consacrazione dell’Uomo di due anni fa, la memoria a ciò che scende dal cielo in verità, che appare verso il basso dal tempo atlantico, che appariva dalle nuvole nel tempo greco-latino, il Cristo afferrato dagli uomini nelle loro visioni, che nel nostro periodo si aggira sulla Terra etericamente, il Cristo afferrato dagli uomini in immaginazioni e visioni.

 

Nella transustanziazione il Cristo è presente e sarà sempre più presente agli uomini.

Negli avvenimenti che oggi ho descritto

si trovano le vie, in cui il Cristo divenne partecipe a poco a poco degli avvenimenti dello sviluppo della Terra.