La doppia natura dell’uomo

O.O. 4 – La Filosofia della Libertà (IV – Il mondo come percezione)


 

Ora è il momento di procedere dal pensare all’essere pensante,

perché attraverso di lui il pensare viene collegato con l’osservazione.

 

La coscienza umana è la sede dove s’incontrano concetto e osservazione e dove essi vengono collegati fra loro.

In tal modo la coscienza umana è in pari tempo caratterizzata: è l’intermediaria fra pensare e osservazione.

• In quanto l’uomo osserva un oggetto, questo gli appare come dato;

• in quanto pensa, egli appare attivo a se stesso.

 

Considera la cosa come oggetto e se stesso come soggetto pensante.

Poiché indirizza il suo pensare all’osservazione, ha coscienza degli oggetti;

poiché indirizza il suo pensare su se stesso, ha coscienza di sé o autocoscienza.

La coscienza umana deve di necessità essere anche autocoscienza, perché è coscienza pensante.

 

Se infatti il pensare indirizza lo sguardo sulla propria attività,

ha per oggetto la propria essenza originaria, vale a dire se stesso come soggetto.

Non si deve però dimenticare che solo con l’aiuto del pensare

noi possiamo designarci come soggetti e contrapporci agli oggetti.

 

Di conseguenza il pensare

non può mai venir considerato un’attività puramente soggettiva.

Il pensare è al di là di soggetto e oggetto.

 

Esso forma anche questi due concetti come tutti gli altri.

Quando, come soggetti pensanti, colleghiamo il concetto con un oggetto,

non dobbiamo considerare quel nesso come qualcosa soltanto soggettivo.

 

Non è il soggetto che stabilisce il nesso, ma il pensare.

Il soggetto non pensa perché è soggetto,

ma appare a se stesso come un soggetto, perché è capace di pensare.

• L’attività che l’uomo esercita in quanto essere pensante

non è quindi puramente soggettiva,  ma non è né soggettiva né oggettiva; è al di là di questi due concetti.

 

Non posso mai dire che il mio soggetto individuale pensa; esso vive piuttosto grazie al pensare.

Il pensare è così un elemento che mi porta oltre me stesso e mi collega con gli oggetti.

In pari tempo mi divide però da essi, in quanto mi contrappone ad essi come soggetto.

Su questo riposa la doppia natura dell’uomo: egli pensa e abbraccia così se stesso e il resto del mondo;

ma per mezzo del pensare egli deve nello stesso tempo determinarsi come un individuo contrapposto alle cose.