La figura umana è collegata con le ripetute vite terrene

O.O. 202 – Il Ponte tra la spiritualità cosmica – 26.11.1920


 

…. Nell’uomo abbiamo in sostanza due stati contrapposti:

• uno stato cosmico, un’entità cosmica,      e • un’entità terrestre.

 

L’entità cosmica agisce in modo che in un primo tempo l’uomo riceverebbe dal cosmo un capo del tutto rotondo.

Solo per il fatto che il Sole lo guarda attraverso la Luna viene formato il viso,

e solo per il fatto che la luce solare si allontana viene creata la base per la nuca.

Viene differenziato ciò che per il cosmo viene formato come una sfera.

• Se la buona Luna non esistesse e non configurasse il capo umano, l’uomo nascerebbe come una sfera non configurata.

 

Dall’altro lato, dato che la madre è sulla Terra, questa agisce.

Che l’essere umano non sviluppi solo un capo nella vita embrionale

dipende dal fatto che la Terra agisce già durante la formazione del capo;

e agisce in modo che l’uomo, se fosse sottoposto solo alla Terra, se non esistesse l’azione cosmica, diverrebbe una colonna.

L’uomo è in realtà chiuso, stretto fra il divenire colonna, un raggio della Terra, e il divenire sfera in base al cosmo.

Alla formazione dell’uomo stanno alla base il cerchio e il raggio.

 

Che l’uomo non diventi una colonna, che soprattutto non nasca con mani e piedi attaccati insieme, dipende dal fatto che esiste il corso dell’anno, che inverno ed estate agiscano spiritualmente, il che rinvia a diverse relazioni cosmiche della Terra e di quanto la circonda.

La differenziazione che si verifica fra inverno ed estate è simile a quella fra Luna piena e Luna nuova.

Come la Luna piena e la Luna nuova determinano la diversificazione di viso e nuca, così le forze cosmiche che si manifestano in inverno ed estate, in primavera e autunno, fanno sì che le nostre membra siano configurate, che noi abbiamo due gambe e che non siamo una colonna.

 

In tal modo nel capo non siamo del tutto cosmici, ma per così dire siamo qualcosa di cosmico mitigato dalla Terra,

e nelle membra non siamo del tutto terrestri, ma qualcosa di terrestre mitigato dal cosmo.

Il corso dell’anno terrestre è appunto determinato cosmicamente.

 

Abbiamo dunque

un’entità cosmica influenzata dalla Terra,     • e un’entità terrestre influenzata dal cosmo.

• Se quali esseri cosmici non fossimo influenzati dalla Terra, in quanto uomini saremmo una sfera;

• se quali uomini delle membra, terrestri, non fossimo influenzati dal cosmo, saremmo una colonna.

 

Questa azione reciproca fra elementi cosmici e terrestri si manifesta nella nostra forma umana.

Nessuno comprende la forma umana,

se non la vuole capire come risultato della collaborazione della Terra con il cosmo.

 

È meraviglioso come l’uomo sia l’espressione di tutto l’universo, come sia l’espressione del mondo stellare che nella sua struttura si esprime dappertutto, e in pari tempo come con la sua figura egli sia l’immagine delle forze che fluiscono dalla Terra e che lo determinano.

Pensiamo un momento l’entità umana terrestre non influenzata da quella cosmica. Non portiamo così in noi l’entità terrestre, ma essa agisce in noi, è come l’elemento di base, ciò che sgorga dal punto centrale della Terra, che acquista forza dal punto centrale della Terra.

 

• Quel che appare nella nostra forza umana e che agisce anche come volontà, già dai tempi antichi veniva chiamato il « vigore ».

• Si chiamava invece già dai tempi antichi « bellezza » ciò che ci forma dal cosmo, che dobbiamo immaginarci mediante il cerchio, che è principalmente alla base della formazione del nostro capo, ma che non giunge ad espressione perché è mitigato dalla Terra.

 

Vediamo così come le cose che agiscono nell’uomo abbiano anche una specie di valore che va al di sopra dell’elemento fisico e di quello morale, un valore che riassume i due elementi: fisico e morale. Infatti il vigore che proviene dalla Terra, che agisce in noi come forza, è in pari tempo forza morale e forza muscolare fisica. La bellezza che ci circonda, che è alla base del nostro capo, è quella che appare in esso come la bellezza dei pensieri, sia in senso fisico, sia anche in senso etico-morale.

 

Fra quello che siamo in quanto esseri terrestri mitigati dal cosmo

e quello che siamo in quanto esseri cosmici mitigati dalla Terra,

fra questi due vi è l’uomo del pettoChe cosa è l’uomo del petto?

In sostanza è l’uomo ritmico che di continuo muove il pendolo

• dall’elemento cosmico verso quello terreno,    • e dall’elemento terreno verso quello cosmico.

 

Abbiamo continuamente una corrente circolare in noi

che conduce quel che vi è nelle membra, attraverso il respiro, nel capo,

e quel che vi è nel capo, sempre attraverso il respiro, nelle membra;

nasce così un continuo muoversi di onde, un ondeggiare fra capo e membra.

 

Fa da tramite a questo muoversi di onde ciò che abbiamo nel nostro sistema ritmico,

nel sistema dei polmoni e del cuore, nella circolazione del sangue.

 

Che cosa è dunque la circolazione del sangue?

E qualcosa di inserito fra una spinta in linea retta e una circolare, ed è configurato dallo zodiaco, dai pianeti.

Quel che agisce è

• una forza che dal capo vuol guidare il nostro sangue in una forma circolare,

• e un’altra che di continuo muove dalle membra e vuole guidare il nostro sangue in linea retta.

 

La particolare circolazione del sangue in noi, sollecitata dalla respirazione, nasce dall’azione congiunta delle due forze:

• la continua volontà di muoversi in circolo della circolazione sanguigna complessiva,

• e l’altra forza continua tendente alla linea retta.

 

Il sistema ritmico unisce nell’uomo l’elemento cosmico con quello terrestre,

in modo che nell’uomo viene tessuto un legame fra la bellezza del cosmo e il vigore della Terra.

Il legame che così viene tessuto e che è nell’uomo del petto, considerato in una prospettiva spirituale-animica,

veniva in sostanza chiamato « saggezza » già dai tempi antichi.

 

• La bellezza del cosmo proiettata nell’uomo è la saggezza che vive nei suoi pensieri;

• ma anche la forza morale, che indirettamente attraverso l’anima deriva dal vigore della Terra, diventa saggezza morale.

Nel sistema ritmico umano si riuniscono la saggezza terrestre e quella cosmica.

 

L’uomo è l’espressione di tutto il cosmo, e volendo si può comprendere la sua configurazione.

In certo senso si può guardare nei segreti dell’universo, in quanto l’uomo è formato in base agli stessi segreti.

 

Abbiamo già potuto vedere in altre prospettive che anche nella vita stessa sono in una certa correlazione. Se prendiamo la bellezza cosmica che agisce attraverso il capo nell’essere umano, abbiamo il contributo dell’elemento femminile; se invece prendiamo il vigore terrestre che compare nell’essere umano, abbiamo il contributo dell’elemento maschile; possiamo così dire che nell’atto della fecondazione si compie un’unione fra l’elemento cosmico e quello terrestre.

 

Non si può considerare il compito dell’uomo sulla Terra se non si guarda in questa sua speciale configurazione;

vediamo infatti che la formazione del capo avviene perché in sostanza le forze terrestri

non possono assolutamente agire in un primo tempo sull’essere umano,

perché esso porta un elemento prenatale in quello terrestre,

e perché nel corpo materno quel che non è terrestre agisce attraverso la Luna per formare l’uomo.

 

Dalla Terra agisce invece il vigore, la forza.

Esso forma l’uomo delle membra, ma non può condurre a termine il suo compito: deve passare attraverso la morte.

 

Le forze esistenti nell’uomo delle membra devono spiritualizzarsi, acquistare un’anima;

esse passano quindi nella sfera extraterrestre fra morte e nuova nascita,

e si modificano per la formazione del capo, per ora in modo spirituale-animico.

Sulla Terra agiva su di loro quel che esse non possono portare a termine,

perché dalle membra umane potrà derivare il capo solo quando esisteranno le condizioni di Giove e di Venere.

 

Quel che dunque agisce sulla Terra non condiziona l’uomo dalla nascita fino alla morte.

Quel che prima aveva agito su Saturno, Sole e Luna è ora diventato spirituale

e deve venir formato spiritualmente fra morte e nuova nascita;

quel che invece vi è dopo la morte deve di nuovo venir spiritualizzato;

allora il futuro può venir accolto dal passato, e l’organismo umano delle membra può di nuovo diventare capo.

 

Si può cioè dire che l’uomo muore per acquisire nel mondo spirituale

la capacità di portare ad espressione la figura, in parte mitigata dalla Terra,

che può appunto portare ad espressione in virtù del fatto di aver attraversato gli stati di Saturno, Sole e Luna.

 

Qui sulla Terra, in quanto uomo delle membra,

egli può solo sperimentare ciò che forma il suo sistema ritmico, l’essere terrestre,

ma nelle sue membra egli prepara il futuro.

 

Esse non possono portare a termine il lavoro,

l’uomo deve morire e ritornare come capo, preparato nella vita prenatale.

Così la figura umana è collegata con le ripetute vite terrene.