La formazione degli attuali Saturno, Giove e Marte. La via lattea

O.O. 110 – Gerarchie spirituali – 18.04.1909


 

Ieri abbiamo in certo senso seguito l’evoluzione del pianeta fino al suo completo sviluppo, fino al punto nel quale si presenta allo sguardo quale singolo pianeta visibile. Ora qualcuno potrebbe dire: « Sì, ma i pianeti che scorgiamo ora nel cielo non appartengono tutti al tempo che è stato descritto ieri: sono essi forse ancora in formazione? ». Neppure questo è il caso.

 

Dobbiamo sapere che veramente per il pianeta inizia un’èra nuova quando è stato raggiunto il punto del quale ieri ho parlato.

Poniamo di voler seguire la genesi planetaria, non come si svolse per l’antico Saturno, quando solo quello esisteva, ma come procedette nella formazione della Terra.

 

Anche qui si formò per prima cosa, come ripetizione, l’antico Saturno; dopo svoltasi l’evoluzione di Saturno, Sole e Luna, all’inizio dell’evoluzione terrestre si formò così nuovamente un possente corpo di calore o di fuoco, e si riprodusse tutto quanto ho detto a proposito dell’evoluzione di Saturno.

 

A un dato momento, in un punto di quell’immensa sfera di fuoco che rotava intorno a se stessa, per influsso della regione zodiacale che chiamiamo Leone, si staccò il singolo Saturno (quello che oggi chiamiamo Saturno) e con questa separazione raggiunse il suo culmine; il singolo pianeta era così formato.

Non si deve però immaginare che in quel momento lo stato di quiete apportato dal Leone sia stato tale da arrestare Saturno.

 

• La cosa si svolge così: Saturno è dunque formato; i movimenti che prima si svolgevano sono giunti alla quiete.

Saturno è divenuto un essere il quale ha assorbito, riunito in sé, tutto quanto era prima nello spazio circostante.

Tutto questo è avvenuto per l’influsso del Leone; ma la grande sfera, dalla quale Saturno si è staccato,

si contrae ora nell’interno, rimane ora come un piccolo globo nell’interno.

 

In seguito a questa contrazione Saturno mantiene ancora in certo modo

il movimento originario, anche dopo subito l’influsso del Leone e dopo che i suoi movimenti interni sono cessati.

Prima gli occorreva un proprio impulso di movimento, perché era necessario

che esso continuasse a muoversi, quasi nuotando, entro quella sfera.

 

Quando quella sfera si contrasse e si ritirò, esso continuò a muoversi da sé,

quantunque il suo moto interno fosse sospeso.

Questo muoversi da sé, dopo ch’era stato dato il primo impulso, è il moto attuale, la rotazione attuale di Saturno.

 

Qualcosa di analogo avviene per Giove; quando s’iniziò la formazione della Terra, si avverò infatti quanto ho descritto ora; poi avvenne la differenziazione del globo che si era ritirato più in dentro. Sotto la costellazione dello Scorpione avvenne l’uccisione dei singoli globi. Questi si addensarono l’uno sull’altro, e in compenso si manifestò allora la vita propria, interna.

 

Dopo che per così dire Giove, quale grande essere vivente, fu ucciso, cominciò la vita dei singoli esseri viventi su di esso; e quando tutta la sfera si contrasse nuovamente, esso si mosse a sua volta, dopo aver trovato in questo modo l’impulso in se stesso.

 

I moti che osserviamo oggi: di Saturno, di Giove, ecc.,

sono una conseguenza che sorge solo quando è terminato il processo di formazione che ho descritto ieri.

 

Un’altra difficoltà pare sia sorta per il fatto che io dissi che il secondo pianeta che si è separato è il nostro odierno Giove, e il terzo il nostro odierno Marte, mentre invece, parlando della successione nel tempo, dissi che prima vi fu l’evoluzione di Saturno, in seguito quella del Sole e poi quella della Luna.

 

Ciò è assolutamente giustificato perché, come ho detto,

i pianeti attuali sono quelli che si sono formati durante il quarto stadio,

come ripetizione, durante l’evoluzione terrestre.

 

• In principio, quando Saturno si formò inizialmente, esisteva in realtà il solo Saturno; quando si svolse l’evoluzione solare, in quel secondo corpo che si era formato, le condizioni erano tali che si deve parlare di un Sole. Ma quando, dopo l’evoluzione di Saturno, si svolse l’evoluzione solare, tutto il processo del Sole era terminato; se dunque guardiamo a quelle prime evoluzioni planetarie della nostra Terra, dobbiamo sapere che volta per volta esse erano concluse.

Quando invece parliamo dell’evoluzione terrestre, non è così.

 

Qui si forma prima Saturno, poi come ripetizione il Sole; ma ora si procede a un ulteriore sviluppo verso l’interno, il processo non è concluso: come residuo della ripetizione dell’evoluzione solare, viene lasciato indietro Giove. Se ne deve tener conto. Poi si ripete sulla Terra l’evoluzione lunare. Il periodo lunare (se lo consideriamo nell’evoluzione generale) si era anch’esso concluso. Ma nell’evoluzione terrestre nemmeno il periodo lunare è concluso; il processo continua ancora. Ciò che nella ripetizione rimane indietro è Marte.

 

Vediamo dunque che i pianeti attuali, che ora sono visibili in cielo, devono assolutamente venir pensati come sorti durante l’epoca che, nel nostro sistema della cronaca dell’akasha, designiamo come il quarto periodo dell’evoluzione terrestre. Di queste cose dobbiamo tener conto, perché non è possibile parlare di tutto l’universo in una volta e menzionare tutto.

 

Si sarà rilevata anche un’altra cosa e cioè che inizialmente esiste una specie di globo.

A proposito di Saturno ho parlato ad esempio di una specie di globo di fuoco,

di una specie di grande uovo di fuoco, e poi ho parlato di rotazione.

 

Così è in realtà: possiamo immaginare originariamente una specie di uovo o di globo.

Ma mentre il globo che corrisponde allo stato iniziale di Saturno va ruotando,

si forma sempre più una specie di cintura che non si estende all’uovo tutto quanto,

ma che lo circonda solo come una specie di largo nastro.

Ed entro quella cintura si addensano le singole forme che si sono generate tutt’intorno.

 

La formazione di una cintura del genere è una legge cosmica generale secondo la quale in realtà tutto, in quanto possiamo abbracciarlo con lo sguardo, si fonda sul raggruppamento lungo una specie di equatore o cintura formata dal cosmo.

 

A questa legge deve la sua esistenza la Via Lattea.

La Via Lattea va vista come la cintura più esterna tutt’intorno nello spazio cosmico con in mezzo rade le stelle;

ciò proviene dalla legge per la quale, non appena s’inizia la rotazione, le stelle si raggruppano lungo una cintura.

 

Il nostro sistema cosmico ha perciò in realtà una specie di forma lenticolare;

non è direttamente di forma sferica, come si crede, ma lenticolare, e lungo l’equatore è formata la cintura.

Si deve pensare una simile cintura anche nella formazione di un pianeta.

 

 

Se dunque, per usare un paragone alla buona, si prendesse un uovo, e si volesse disegnare schematicamente su di esso i differenti stadi, si dovrebbe prendere prima l’uovo intero, poi si dovrebbe dipingere sull’uovo, poniamo in color rosso, una simile cintura. Non tutto l’uovo dovrebbe venir dipinto di rosso, ma solo la cintura. Lungo questa si raggruppano i corpi scelti a formare un corpo cosmico. Si dovrebbe poi segnare un punto nel quale tutto si raduna.

 

Vediamo dunque che la configurazione, la distribuzione delle stelle nello spazio circostante, è prodotta dalle entità spirituali o gerarchie.

Quando infatti parliamo del restringersi della grande massa, dobbiamo esser ben coscienti che questa contrazione non avviene da sé, ma per azione delle entità che abbiamo descritte come entità delle gerarchie superiori.