La laringe è veramente una testa umana atrofizzata

O.O. 293 – Arte dell’educazione I° – Antropologia – 5.09.1919


 

Nel petto dell’uomo

si mescolano in realtà la natura della testa e quella degli arti, in parti equivalenti.

 

Il petto manifesta costantemente

• nella sua parte superiore la tendenza a divenire testa,

• mentre nella parte inferiore mostra una continua propensione

ad adattarsi alla natura degli arti rivolti al mondo esteriore, cioè in altre parole a divenire membra.

 

La parte superiore della natura del petto ha continuamente la tendenza a divenir testa,

la parte inferiore a divenire membra.

• Ma la parte superiore del petto vuole sempre, ma non può, divenire testa:

la testa vera e propria vi si oppone.

• Perciò il petto non arriva che a creare un’immagine della testa,

qualcosa che si potrebbe chiamare un inizio io di formazione di una testa.

 

Non possiamo riconoscere chiaramente

che nella parte superiore del petto vi è come una preformazione della testa?

Qui si trova la laringe  (in tedesco Kehlkopf parola composta da Kehl = gola, e Kopf = testa);

questa è veramente una testa umana atrofizzata,

una testa che non può arrivare a divenire del tutto testa,

e che perciò realizza questa sua natura particolare nel linguaggio umano.

 

Il linguaggio rappresenta lo sforzo continuo sostenuto dalla laringe a contatto dell’aria, per diventare testa.

 

Quando la laringe cerca di divenire la parte superiore della testa, emette certi suoni che mostrano chiaramente di essere al massimo grado trattenuti indietro dalla struttura dell’uomo.

Quando la laringe umana tenta di diventare il naso di quella testa, non ci riesce, perché il vero e proprio naso glielo impedisce. Ma in quel tentativo di diventare naso, emette nell’aria suoni nasali. Il naso propriamente detto sbarra la strada a quel naso che tende a formarsi nell’aria, nei suoni nasali. Il fatto che l’uomo, mentre parla, rinnova costantemente il tentativo di formare nell’aria le diverse parti di una testa è straordinariamente importante, come pure il fatto che queste diverse parti proseguono in movimenti ondulatori che vengono ad arrestarsi con la testa vera e propria. Avete così la spiegazione di ciò che è il linguaggio umano.

 

Perciò non vi meraviglierete se nel momento in cui la testa, col cambiamento dei denti, arriva in certo modo al suo compimento fisico, circa intorno al settimo anno d’età, viene già offerta la possibilità di compenetrare di una specie di sistema osseo quella testa animica che la laringe tenta di realizzare. Naturalmente deve trattarsi di un sistema osseo di natura animica. Ed è quello che noi facciamo quando non ci limitiamo più a sviluppare il nostro linguaggio secondo la pura imitazione, ma ci applichiamo a sottometterlo alle regole grammaticali.

 

Dobbiamo dunque essere coscienti che, quando il bambino ci viene affidato nella scuola, abbiamo da esercitare su di lui, nel campo dell’anima, una funzione simile a quella che il corpo ha compiuto facendo spuntare i nuovi denti.

 

Così consolidiamo, ma soltanto animicamente, la formazione del linguaggio, quando insegniamo nel giusto modo le regole della grammatica, che poi dal linguaggio esercitano un’azione sul modo di scrivere e di leggere. Non avremo il giusto rapporto di sentimento col linguaggio, se non sappiamo che le parole che l’uomo pronuncia sono in realtà destinate a formare una testa.