La legge del destino

O.O. 99 – La saggezza dei rosacroce – 30.05.1907


 

Oggi parleremo delle esperienze umane nel mondo fisico in quanto esse siano conseguenza di vite precedenti.

 

Innanzi tutto bisogna far rilevare che la vita risulta determinata

non soltanto da precedenti incarnazioni, ma anche dalla vita presente, sia pure in piccola parte.

 

Nella scienza dello spirito si chiama «legge del karma» il fenomeno col quale abbiamo ora a che fare

e che concerne i rapporti fra passato, presente e avvenire dell’uomo.

Si tratta della vera legge del destino umano.

 

In ogni singola vita si manifesta solo un caso speciale della grande legge cosmica,

perché la legge del karma è una legge cosmica generale;

• la sua validità per la vita umana ne è soltanto un caso particolare.

 

Ogni volta che ci occupiamo del rapporto fra una qualsivoglia situazione precedente e i suoi effetti, pensiamo già nel senso della legge citata. Desidero perciò chiarire la validità di questa legge cosmica nel caso particolare, precisamente per la vita umana.

Se abbiamo due recipienti pieni d’acqua e gettiamo in uno di questi una sfera surriscaldata, l’acqua sibila e si riscalda. Se poi trasferiamo la sfera nell’altro recipiente, l’acqua non sibila e non si riscalda più. Se avessimo gettato la sfera subito nel secondo recipiente, anche lì l’acqua avrebbe sibilato, e la sfera si sarebbe raffreddata; agendo invece come nella prima ipotesi non si riesce più a far sibilare l’acqua nel secondo recipiente, dato che la sfera non è più incandescente, ma è stata fatta raffreddare nel primo recipiente. L’effetto del comportamento della sfera nel primo recipiente determina il comportamento nel secondo.

 

Nella vita fisica causa ed effetto sono sempre in stretta relazione;

il comportamento di una cosa dipende da quanto è avvenuto in precedenza.

 

Un altro esempio ci è dato da certi animali ai quali si atrofizzarono gli organi della vista, a causa della loro migrazione in caverne oscure. In questo caso le sostanze che prima nutrivano gli occhi furono indirizzate verso altre parti del corpo, perché gli occhi non ne avevano più bisogno non dovendo vedere; gli occhi di quegli animali perdettero di forza, e nelle generazioni successive nacquero animali con occhi atrofizzati.

A causa della precedente migrazione, determinarono loro stessi il comportamento di quegli organi, di modo che il destino di tutte le generazioni successive venne stabilito da quanto fecero quegli animali nel passato. Come quelli si sono preparati il loro destino per l’avvenire, così avviene continuamente nella vita umana.

 

L’avvenire d’un uomo è determinato dal suo passato,

e poiché la sua intima essenza non è limitata a una sola incarnazione, ma ne attraversa diverse,

quanto gli capita in una vita ha la sua causa in una vita precedente.

 

Esamineremo ora le concatenazioni che diventano comprensibili se si tiene conto delle conseguenze di azioni, pensieri e sentimenti umani. Si dice usualmente che i pensieri non pagano dazio, intendendo che si può pensare quello che si vuole senza disturbare alcuno. Su questo punto importante chi è compenetrato da impulsi spirituali si differenzia da chi invece pensa in modo materialistico.

Il materialista pensa di far male a qualcuno tirandogli un sasso, ma crede di non nuocere lanciando pensieri carichi d’odio.

Chi però conosce veramente il mondo sa che possono venir suscitati effetti molto più forti da un pensiero carico d’odio che non dal lancio di un sasso.

 

I pensieri e i sentimenti dell’uomo producono effetti nel mondo, e il veggente può seguire con precisione come per esempio un pensiero amorevole, diretto a qualcuno, agisca diversamente da uno carico d’odio.

Se si invia un pensiero amorevole, il veggente vede formarsi una specie di luminoso calice di fiore che si avvolge con amore attorno al corpo eterico e a quello astrale di colui al quale è destinato, contribuendo alla sua felicità, ravvivandolo.

Invece un pensiero carico d’odio penetra nel corpo eterico e nel corpo astrale come una freccia lacerante.

 

In questo campo si possono fare le più diverse osservazioni.

Per il mondo astrale è molto differente esprimere un pensiero vero o uno menzognero.

 

Un pensiero si riferisce di solito a una cosa determinata, ed è vero se corrisponde alla cosa stessa.

Quando accade per esempio un fatto qualsiasi, esso ha il suo effetto nei mondi superiori;

se poi qualcuno racconta il fatto in modo vero,

dal narratore si espande una figura astrale che si unisce con quella che muove dal fatto stesso;

le due figure si rafforzano, e le forme così rafforzate

servono a rendere il mondo dello spirito sempre più articolato e ricco di contenuto,

quale l’umanità ha bisogno esso sia per poter progredire.

 

Se si racconta invece il fatto in modo menzognero, non corrispondente alla realtà,

il pensiero del narratore si incontra con quel che esce dal fatto stesso,

e le due figure cozzano una contro l’altra, distruggendosi reciprocamente.

 

Distruzioni del genere, causate da menzogne e simili ad esplosioni, agiscono come un’ulcerazione che distrugge l’organismo.

Le menzogne uccidono dunque le formazioni astrali che sono sorte e debbono sorgere,

e impediscono o uccidono così una parte dell’evoluzione.

 

Chi in effetti dice la verità porta avanti l’evoluzione dell’umanità, mentre chi mente la ostacola.

Ne deriva una legge occulta, e cioè che la menzogna, vista spiritualmente, è un assassinio.

Non soltanto uccide una formazione astrale, ma è anche un suicidio,

perché chi mente crea degli ostacoli anche sul proprio cammino;

nel mondo spirituale si vedono dappertutto effetti del genere.

Il chiaroveggente vede dunque che ogni pensiero e ogni sentimento ha i suoi effetti sul piano astrale.

 

• Le inclinazioni, il temperamento, le proprietà costanti del carattere d’un uomo, al di là dei suoi pensieri occasionali,

oltre che nel mondo astrale irradiano pure in quello devachanico.

• Un uomo con un temperamento allegro è una sorgente, un centro per certi avvenimenti nel devachan;

un melanconico aumenta le essenze e le sostanze connesse col carattere melanconico degli uomini.

La scienza dello spirito ci mostra che non siamo isolati, ma che i nostri pensieri producono continuamente forme

che adombrano il mondo devachanico e lo attraversano con le più diverse sostanze ed essenze.

 

• Le quattro parti del mondo devachanico, la continentale, l’oceanica, l’atmosferica e quella delle idee originali,

sono continuamente influenzate dai pensieri e dai sentimenti degli uomini.

• Le regioni superiori, nelle quali agisce la cronaca dell’akasha, sono influenzate dalle nostre azioni.

• Gli avvenimenti esterni si rispecchiano sino nella più alta regione del devachan, che abbiamo chiamato mondo della ragione.

 

Possiamo così capire come nella discesa per una nuova incarnazione

l’uomo si formi e si componga di nuovo il suo corpo astrale.

 

• I suoi pensieri e i suoi sentimenti si erano inseriti durevolmente nel mondo astrale lasciandovi molte tracce.

• Se aveva pensato in modo veritiero, quelle tracce gli costituiranno un corpo astrale buono.

• Il temperamento, e quant’altro era stato inserito nel devachan inferiore, gli forma invece il nuovo corpo eterico.

• Infine, le azioni compiute agiscono dalla più alta parte del devachan,

dove si trova anche la cronaca dell’akasha, per fissare e indirizzare il corpo fisico,

dato che là si trovano le forze che spingono l’uomo verso un luogo determinato.

 

Il male fatto a qualcuno è un’azione esterna che sale nelle parti più alte del devachan e che, mentre ci s’inserisce in un nuovo corpo fisico, in quanto forza prima accantonata spinge ora l’uomo, sia pure sotto la guida di entità superiori, verso l’ambiente, le parentele e il luogo in cui sia possibile sperimentare anche nel mondo fisico le conseguenze delle proprie azioni.

 

Tutte le nostre esperienze esteriori, che non ci abbiano particolarmente toccato nel nostro intimo,

agiscono nella prossima incarnazione sul nostro corpo astrale e attirano sentimenti e pensieri corrispondenti.

• Se la vita è stata bene impiegata, se sono state fatte molte osservazioni e acquisite abbondanti conoscenze,

ne risulterà per la prossima vita un corpo astrale dotato di speciali e corrispondenti talenti.

Le esperienze si manifestano dunque nel corpo astrale della prossima incarnazione.

Invece i sentimenti, il piacere e il dolore, tutte le esperienze interiori dell’anima,

agiscono nella prossima incarnazione sino nel corpo eterico e ne determinano una tendenza duratura.

 

Chi sperimenta gioia, avrà un corpo eterico dal temperamento tendenzialmente gioioso. Chi si preoccupa di compiere buone azioni sviluppando i sentimenti relativi, nella prossima vita avrà addirittura un talento per le buone azioni e anche una coscienza molto evoluta, sarà cioè di tendenze morali.

 

Le caratteristiche durature e le disposizioni di cui è portatore il corpo eterico in una vita

appariranno nel corpo fisico della vita successiva

nel senso che, quando per esempio un uomo abbia avuto in una vita cattive tendenze, abbia sviluppato passioni deplorevoli,

nascerà nella vita prossima con un corpo fisico poco sano.

• Chi invece gode di buona salute e ha una grande resistenza, aveva buone qualità nella vita precedente;

chi continuamente tende ad ammalarsi, aveva sviluppato in sé cattive tendenze.

 

Dipende così da noi avere nel corpo fisico predisposizioni alla salute o alla malattia;

basta estirpare le cattive tendenze, per prepararsi nella prossima vita un corpo buono e forte.

Si osserva in ogni particolare come le inclinazioni avute in una vita agiscano sul corpo fisico della successiva.

 

Se in una vita si ha la tendenza ad amare tutto quanto si ha intorno,

se ci si dedica amorevolmente ad ogni essere, se si espande amore,

nella prossima incarnazione si avrà un corpo che apparirà a lungo giovane e fiorente.

 

L’amore per ogni creatura e lo sforzo di sviluppare simpatia fanno conservare un corpo fisico giovanile.

Una vita piena d’odio e di antipatia verso il prossimo, piena di critiche e di lagnanze, che tende a ritrarsi da tutto,

avrà come risultato di queste disposizioni un corpo fisico presto invecchiato e pieno di rughe.

Si ha così il passaggio delle tendenze e delle passioni di una vita nel corpo fisico delle successive incarnazioni.

 

Si possono osservare questi fenomeni fin nei particolari, e si vede allora che la bramosia di guadagno, tutta tesa ad accumular denaro, già divenuta parte del carattere, porta nella prossima vita a una disposizione per le malattie infettive nel corpo fisico. Si possono costatare casi del genere quando, da una decisa tendenza alle malattie infettive, si risale a una precedente bramosia di guadagno che già avesse messo radici nel corpo eterico.

Invece la tendenza obiettiva entro l’umanità a non tenere nulla per sé, a lavorare per la comunità, con espressa inclinazione ad agire per il bene comune, questa tendenza nel corpo eterico favorisce nella prossima vita una speciale forza contro le malattie infettive.

Conoscendo la relazione tra il mondo fisico e quello astrale, si può così osservare il mondo fino a un alto grado nel suo intimo divenire; si vede allora che le cose stanno a volte in modo del tutto diverso da come gli uomini desiderino rappresentarsele.

 

Per esempio molti si lamentano di dolori e sofferenze,

ma da un punto di vista superiore non sono giustificate le lamentele,

perché quando essi siano stati superati, e si sia pronti per una prossima incarnazione,

i dolori e le sofferenze diventano fonte di saggezza e ponderazione, di un allargamento dell’orizzonte.

 

Persino in un recente scritto, frutto della concezione materialistica del nostro tempo, è detto che nella fisionomia di ogni pensatore si trova qualche cosa paragonabile a dolore cristallizzato. L’opinione espressa da quell’autore materialista è nota da tempo all’occultista, perché la massima saggezza del mondo si raggiunge sopportando con calma sofferenza e dolori.

 

Essi poi si trasformano in saggezza nella prossima incarnazione.

Nessuno può costruirsi le basi per la saggezza se, stanco della vita, rifugge dal dolore per non poterlo sopportare.

 

Procedendo ancora, neppure possiamo lamentarci delle malattie; considerandole da un punto di vista più elevato, da quello dell’eternità, esse sono da vedere in modo del tutto diverso. Malattie sopportate si trasformano spesso, nella prossima vita, in una particolare bellezza fisica; la bellezza fisica umana è stata spesso conquistata attraverso malattie nella vita precedente. Questo è il nesso fra la bellezza e le menomazioni del corpo, dovute sia a malattia, sia a cause esterne.

 

A proposito di questo straordinario nesso, si può citare lo scrittore francese Fabre d’Olivet: «Se si considera la vita umana, essa appare spesso come la nascita di una perla nella sua conchiglia; la perla si forma infatti a causa di una malattia dell’animale».

Così accade veramente per la vita umana nella quale la bellezza è in relazione karmica con le malattie, ne è la conseguenza. Affermando però che chi sviluppa cattive passioni si crea disposizioni alla malattia, bisogna aver ben chiaro che si tratta dell’intima disposizione alla malattia. Se per esempio ci si ammala perché si lavora in aria viziata, si tratta di qualcosa di diverso; quel fatto può essere anche la causa di una malattia, ma non ha a che fare con una disposizione del corpo fisico.

 

Tutti i fatti del piano fisico, tutte le azioni compiute si estrinsecano e hanno un effetto nel mondo fisico, dal passo o dal movimento della mano sino alle azioni più complicate, come per esempio la costruzione di una casa; in una successiva incarnazione tutto si fa incontro all’uomo, come reale effetto fisico.

 

La vita procede dunque dall’interno verso l’esterno:

• la gioia, il dolore, il piacere e il dispiacere viventi nel corpo astrale, riappaiono poi nel corpo eterico;

• le tendenze e le passioni durevoli radicatesi nel corpo eterico, riappaiono a loro volta nel corpo fisico come disposizioni;

• quanto infine si fa servendosi del corpo fisico, riappare esternamente come destino nella prossima incarnazione.

 

Il lavoro del corpo astrale diventa destino di quello eterico, e questo a sua volta destino del corpo fisico;

le azioni del corpo fisico ritornano infine, come effetti esterni e in realtà fisica, nella successiva incarnazione.

Abbiamo così colto il punto nel quale il destino esterno agisce nella vita umana.

A volte l’effetto del destino può non manifestarsi per lungo tempo, ma ritorna certamente a chi di dovere.

 

Seguendo la vita di un uomo attraverso le diverse incarnazioni, si vede sempre che la sua esistenza in un’incarnazione seguente viene preparata da esseri che, nell’inserirlo nel suo corpo fisico, lo guidano in un luogo determinato dove possa essere raggiunto dal suo destino.

Prendiamo un altro esempio avvenuto nella vita: nel medioevo un certo numero di giudici del Tribunale della Santa Veme pronunciarono una sentenza e la eseguirono di persona, uccidendo il condannato. Da un’indagine sulle precedenti incarnazioni dei giudici e dell’ucciso, risultò che anteriormente avevano tutti vissuto nella stessa epoca, che il giustiziato era stato il capo d’una tribù e che egli aveva fatto uccidere tutti coloro che poi divennero giudici. L’azione della vita fisica precedente creò il nesso fra quelle persone ed ebbe la forza di agire fin nella cronaca dell’akasha.

 

Quando l’uomo si reincarna, le stesse forze lo fanno rinascere

nel medesimo luogo e nello stesso tempo con gli uomini ai quali è legato,

in modo che si possa compiere il suo destino.

La cronaca dell’akasha è veramente una fonte di forza

e tutto registra di quanto ognuno deve pareggiare in confronto agli altri uomini.

Qualcuno può intuire questi fatti, ma pochi ne sono coscienti.

 

Per esempio un uomo ha una professione che lo rende in apparenza contento e soddisfatto; per una ragione qualsiasi egli è costretto ad interromperla, non trova altro lavoro nello stesso luogo e deve andare lontanissimo, in un altro paese, ad iniziare una nuova professione. Incontra poi là qualcuno col quale stabilisce delle relazioni qualsiasi. Che cosa è avvenuto? Il primo uomo aveva in precedenza vissuto con l’altro poi incontrato e gli era rimasto debitore di qualcosa. Tutto era registrato nella cronaca dell’akasha, e le forze prima ricordate lo guidano nel nuovo luogo, affinché possa incontrare quella certa persona e pareggiare il suo debito.

 

Fra nascita e morte l’uomo è continuamente posto in condizioni simili dalle forze che lo circondano animicamente da ogni lato; sono le potenze direttrici della sua vita. Vediamo quindi che portiamo sempre in noi gli effetti di vite precedenti e che sperimentiamo continuamente le conseguenze di precedenti incarnazioni.

Deve esserci ben chiaro che durante tutta la vita siamo guidati da potenze che neppure conosciamo.

 

Sul corpo eterico agiscono forme da noi stessi determinate in precedenza sul piano astrale;

sul nostro destino agiscono esseri provenienti dalle regioni più elevate del devachan,

agiscono forze da noi medesimi impresse nella cronaca dell’akasha;

forze o entità ben note all’occultista facenti parte, con altre entità simili, di un determinato ordine di esseri.

 

Si tenga presente che nel corpo astrale, in quello eterico, e anche nel fisico,

si avvertono gli effetti di altre entità, dato che nulla nasce dal nulla.

• Realmente le diverse parti della natura umana sono sempre compenetrate e riempite da altre entità;

il maestro iniziato fa fare perciò appositi esercizi per espellerle, affinché il discepolo diventi sempre più libero.

• Le entità che compenetrano il corpo astrale e non lo lasciano libero si chiamano «dèmoni».

 

Il corpo astrale umano è sempre compenetrato da tali dèmoni;

le entità che noi stessi produciamo con pensieri veri o falsi, a poco a poco, diventano dèmoni.

Esistono buoni dèmoni, risultanti da pensieri buoni;

invece i pensieri cattivi, specialmente se falsi, menzogneri, producono figure demoniache spaventose e orribili

che, se così ci si può esprimere, lardellano il corpo astrale.

 

• Gli «spettri» sono altre entità che compenetrano il corpo eterico e dalle quali bisogna liberarsi;

• infine ne esistono altre che compenetrano il corpo fisico e sono chiamate «fantasmi».

• Oltre a queste tre, vi sono altre entità, gli «spiriti», come è spirito l’io, che sospingono l’io in ogni direzione.

 

 

L’uomo è veramente il suscitatore di tali entità

che determinano poi il suo destino, intimo ed esterno, quando egli ridiscende sulla Terra.

Le medesime muovono il corso della vita, facendo sperimentare all’uomo

• quali dèmoni siano stati suscitati dal corpo astrale,

• quali spettri dal corpo eterico

• e quali fantasmi dal corpo fisico.

Tutto ciò è in relazione stretta con l’uomo,tende verso di lui quando egli si reincarna.

 

Da quanto abbiamo esposto, si può vedere che anche i testi religiosi esprimono queste verità: quando il Vangelo parla della cacciata di dèmoni, non si tratta di un’astrazione, ma il racconto è da prendere in senso reale e letterale. Che cosa fece il Cristo Gesù? Guarì alcuni ossessi dai dèmoni, fece uscire i dèmoni dal loro corpo astrale.

Si tratta di avvenimenti reali e da prendere alla lettera.

 

Anche Socrate, spirito illuminato, parla del suo dèmone, attivo nel suo corpo astrale; era però un buon dèmone, perché non bisogna pensare che fra i dèmoni esistano soltanto entità cattive.

Vi sono però anche dèmoni orrendi, distruttori!

 

Tutti i dèmoni della menzogna fanno arretrare gli uomini nell’evoluzione; siccome nella storia le menzogne delle grandi personalità producono sempre dèmoni del genere che si sviluppano poi in poderose entità, si parla allora di «spiriti dell’ostacolo».

 

In questo senso Faust dice a Mefistofele: «Tu sei il padre di tutti gli ostacoli».

L’uomo singolo, come parte di tutta l’umanità, dicendo la verità o la menzogna influisce su tutto il mondo;

producendo dèmoni della verità o della menzogna, ottiene effetti del tutto diversi.

 

Si pensi a un popolo che consistesse soltanto di mentitori; il piano astrale verrebbe popolato solo da dèmoni della menzogna che si manifesterebbero a loro volta come disposizione fisica alle epidemie. Ci sono certi tipi di bacilli, portatori di malattie infettive, nati dalle menzogne dell’umanità: non sono che dèmoni della menzogna scesi sul piano fisico.

 

Vediamo così che le menzogne del passato riappaiono nel karma del mondo sotto forma di un determinato esercito di entità. Da un quadro del Faust si vede quanto di vero sia contenuto nei miti e nelle saghe. Vi si ritrova il nesso fra animali immondi e menzogne nella scena di ratti e topi con Mefistofele, spirito della menzogna. Nelle saghe si tramandano spesso mirabili relazioni fra il mondo fisico e quello spirituale.

 

Per afferrare la legge del karma dovremo parlare ancora di diverse cose. Il movimento scientifico-spirituale è partito proprio da certe intime conoscenze della legge del karma. Abbiamo visto come cose esistenti nel corpo eterico agiscano sul corpo fisico nella vita successiva.

 

Così l’attitudine, la tendenza a pensare in un modo determinato, agiscono sul corpo fisico,

e per la prossima incarnazione non è quindi indifferente

che l’indirizzo generale del singolo sia stato spirituale o materialistico.

 

Chi sa qualcosa dei mondi spirituali, e basta anche la sola certezza della loro esistenza,

nella vita seguente avrà un corpo fisico a posto, un sistema nervoso calmo, potrà dominare il suo corpo fino nei nervi.

 

Invece un uomo per il quale è valido soltanto il mondo dei sensi, riversa questo atteggiamento sul corpo fisico,

e nella prossima incarnazione ne avrà uno disposto alle malattie nervose,

un corpo fisico irrequieto, senza un preciso centro di volontà.

 

Il materialista si perde nei particolari,

mentre lo spirito tiene unito, perché è esso medesimo unità.

 

La disposizione del singolo si manifesta nel destino della prossima incarnazione, ma scorre anche attraverso le generazioni, nel senso che figli e nipoti di uomini dai principi materialistici dovranno sopportare un sistema nervoso non sano e malattie dei nervi.

 

La nostra epoca agitata è la conseguenza dell’atteggiamento materialistico dell’ultimo secolo.

I grandi maestri dell’umanità hanno riconosciuto la necessità di una controcorrente, facendo fluire princìpi spirituali.

Il materialismo ha agito sino nella religione.

 

Non sono forse materialisti coloro che «credono» a un mondo spirituale, ma non vogliono conoscerlo? Questo è materialismo religioso, materialismo che desidererebbe veder svolgere davanti agli occhi il mistero della creazione in sei giorni, proprio come la grande evoluzione del mondo è descritta nella Bibbia, lo stesso materialismo che parla del Cristo Gesù come di una «personalità storica», senza badare al mistero del Golgota.

 

Il materialismo della scienza è soltanto una conseguenza del materialismo religioso; non esisterebbe se la vita religiosa non fosse impregnata di materialismo. Chi oggi non si sforza di approfondire il fenomeno religioso, contribuisce a produrre il materialismo nella scienza. Il logorio nervoso prodotto dal materialismo agisce così su intere stirpi, su interi popoli, come pure sulla vita di singoli uomini.

 

Se la corrente spirituale non avrà tanta forza da raggiungere anche i pigri e indolenti,

il nervosismo, vale a dire la conseguenza karmica del materialismo, avrà sempre più influenza sull’umanità,

e come nel medioevo si sono avute epidemie di lebbra,

in futuro, chiamate dai princìpi materialistici, dilagheranno malattie nervose, epidemie di pazzia che colpiranno popoli interi.

 

Con la comprensione di questo aspetto della legge del karma,

la scienza dello spirito non dovrebbe essere oggetto di dispute, ma rimedio per l’umanità.

 

Più l’umanità diverrà spirituale,

tanto più verrà eliminato tutto quanto è legato alle malattie del sistema nervoso e dell’anima.