La luce solare non si espande all’infinito, bensì vibra in se stessa e ritorna

O.O. 194 – La Missione di Michele – 06.12.1919


 

La gente pensa di solito ingenuamente che vi sia il sole da cui la luce esce in tutte le direzioni (vedi disegno), come da ogni altra sorgente di luce. Si può osservare dappertutto che la gente che segue questa diffusione della luce con rappresentazioni matematiche dice: sicuro, la luce si espande all’infinito e quindi scompare in qualche modo; dipende dalla sua debolezza se, mentre si espande all’infinito, essa si disperde. Ma non è così.

 

Tutto quello che si espande giunge a un confine e da esso rimbalza indietro,

ritornando in altra forma alla sua origine.

 

 

La luce solare non si espande all’infinito, bensì vibra in se stessa e ritorna,

non più come luce, ma come qualcosa d’altro; torna di nuovo indietro.

 

Così è in sostanza per ogni luce e per ogni azione. Tutte le azioni sono sottoposte alla legge dell’elasticità che ha un limite di elasticità. Ma tali rappresentazioni sono comunissime nella nostra cosiddetta esposizione scientifica esatta, mentre oggi si tiene troppo poco conto della realtà. Per dei fisici, richiamerei l’attenzione su come oggi, in fisica, ci si basi sullo spazio, che vien messo da parte, e sul tempo. Poi si ricava la velocità, che si indica di solito con la lettera v, come una funzione di spazio e tempo, un rapporto fra spazio e tempo

 

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Ma questo è assolutamente sbagliato: la velocità non è un risultato,

bensì essa è il fatto elementare che porta in sé qualcosa,

sia esso materiale o spirituale, che noi poi scomponiamo in spazio e tempo.

 

• Noi facciamo un’astrazione dei due fatti: spazio e tempo come tali non hanno nulla di reale.

• Le velocità sono nel mondo qualcosa di reale, e vi sono diverse velocità.

 

Questa è una nota che faccio solo per i fisici, ed essi comprenderanno che anche in tutte le cose che vengono oggi messe teoricamente alla base della nostra attuale sapienza vi sono delle fragili premesse. Dappertutto ci sono delle premesse che vi stanno solo perché non siamo in grado di afferrare l’elemento spirituale nella sua concretezza.