La Missione della Terra

O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 20.05.1908


 

Alla Terra, che aveva attraversato i tre stadi precedenti di Saturno, Sole e Luna, era assegnata, come sempre meglio comprenderemo, una missione particolarissima.

Non bisogna credere di poter considerare gli stati planetari uno dopo l’altro, indifferentemente come se si equivalessero. Nella creazione divina non può mai trattarsi di una pura e semplice ripetizione; ogni stadio planetario ha il suo compito determinato.

 

La nostra Terra ha la missione di consentire agli esseri che su di lei si sviluppano, di esplicare al massimo l’elemento dell’amore.

L’amore dovrà interamente compenetrare la Terra, quand’essa sarà giunta al termine della sua evoluzione.

Cerchiamo di renderci conto che cosa significhi che la Terra è lo stadio planetario per lo sviluppo dell’amore.

 

La scienza dello spirito insegna che la Terra è stata preceduta dall’antica Luna; e anche questa aveva una missione: non ancora quella di esplicare l’amore, bensì doveva essere il pianeta o il cosmo della saggezza.

Prima dell’attuale stadio terrestre il nostro pianeta era passato per il gradino della saggezza.

Può mostrarvelo una considerazione semplice, quasi logica.

 

Guardatevi intorno, fra tutti gli esseri della natura, e contemplateli non solo con l’intelletto, ma anche con le forze del cuore, del sentimento: dovunque troverete impressa nella natura la saggezza.

Intendiamo qui parlare di quella saggezza che come una specie di sostanza spirituale si trova alla base di tutto.

Osservate quello che volete nella natura, ad esempio un pezzo di femore: non è una massa indifferenziata, ma un delicato intreccio di trabecole che forma una struttura mirabile; e chi ricerchi la legge secondo la quale quelle trabecole sono disposte, troverà la legge del minimo impiego di materiale per la massima forza, ai fini di sorreggere il peso della parte superiore del corpo umano. La tecnica dei nostri ingegneri non è ancora al punto di poter produrre un’armatura così perfetta, come quella edificata nel femore umano dalla saggezza che domina ovunque. Solo più tardi l’uomo possiederà una tale saggezza.

 

La sapienza divina compenetra tutta la natura; quella umana la eguaglierà solo a poco a poco.

Nel corso dei tempi la saggezza umana conseguirà interiormente ciò che la saggezza divina ha nascosto entro la Terra.

Ma nel medesimo senso in cui la saggezza venne preparata sulla Luna, in modo da trovarsi oggi dappertutto nella natura terrestre, sulla Terra viene preparato l’amore.

Se foste in grado di guardare indietro chiaroveggentemente all’antica Luna, potreste vedere che allora non esisteva altrettanta saggezza in ogni cosa; in certe cose la saggezza era ancora poco sviluppata, e solo nel corso dell’intera evoluzione lunare essa andò compenetrando intimamente e integralmente ogni cosa.

La saggezza interiore penetrò nell’uomo solo sulla Terra, insieme all’io; ma l’uomo deve ancora svilupparla.

 

Proprio come sulla Luna andò sviluppandosi la saggezza, così ora si sta sviluppando l’amore.

Esso comparve dapprima, durante l’epoca lemurica, nella sua forma inferiore, quella sensuale; ma nel corso dell’esistenza terrestre l’amore andrà sempre più spiritualizzandosi, finché al termine dell’evoluzione della Terra tutta l’esistenza ne sarà compenetrata (come oggi è compenetrata di saggezza) ad opera degli uomini, se essi assolveranno il loro compito.

 

Poi la Terra passerà a uno stato planetario futuro che chiamiamo Giove; e gli esseri che abiteranno Giove, come oggi gli uomini la Terra, troveranno che l’amore sgorgherà da ogni cosa, come oggi l’uomo ritrova ovunque la saggezza: quell’amore ch’essi stessi, come uomini, avranno posto nelle cose, durante l’esistenza terrestre.

In seguito poi gli uomini svilupperanno l’amore dalla propria interiorità, come ora sulla Terra stanno gradualmente sviluppando la saggezza.

Il grande amore cosmico compenetrerà ogni cosa, quell’amore che sta ora cominciando a esistere sulla Terra.

 

La mentalità materialistica non crede alla saggezza cosmica, ma solo a quella umana.

Se gli uomini osservassero spregiudicatamente il corso dell’evoluzione, vedrebbero che tutta la saggezza cosmica si trovava, al principio dell’evoluzione, al punto in cui la saggezza umana sarà pervenuta solo alla fine della Terra.

 

Nei tempi passati, quando si denominavano ancora le cose con maggiore esattezza che ai tempi nostri, si chiamava la saggezza soggettiva dell’uomo « intelligenza », in contrapposto con la saggezza obiettiva del cosmo.

L’uomo non rileva affatto che ciò che egli inventa nel corso dell’esistenza terrestre, le entità divino-spirituali se l’erano già conquistato durante l’esistenza lunare e l’hanno poi incorporato nella Terra. Prendiamone un esempio.

 

Ai bambini vien ripetuto cento volte, fin dagli anni della scuola, quale grande progresso rappresenti l’invenzione della carta. Ora le vespe producevano la carta molti millenni prima dell’uomo, fabbricando esse i loro nidi esattamente con la stessa sostanza che serve all’uomo per produrre la carta; e il modo è quasi identico, salvo che si tratta di un processo vitale. Lo spirito delle vespe, l’anima di gruppo delle vespe, ch’è parte della sostanza divino spirituale, ha inventato la carta assai prima dell’uomo.

 

Così l’uomo non fa che seguire a distanza la sapienza cosmica: in sostanza, tutto ciò che l’uomo inventerà nel corso dell’evoluzione, è già presente nella natura.

Ma quello che l’uomo veramente darà alla Terra è l’amore, il quale andrà estrinsecandosi dalla forma più sensuale a quella più spirituale.

Questo è il compito dell’evoluzione terrestre; la Terra è il cosmo dell’amore.

 

Ma, possiamo chiederci, che cosa è necessario perché si abbia amore, perché un essere possa amarne un altro?

• Occorre che esso abbia la piena autocoscienza, ch’esso sia interamente indipendente.

Nessun essere può amarne un altro, nel pieno senso della parola, se quell’amore non è un libero dono offerto all’altro essere.

La mia mano non ama il mio organismo. Solo chi è indipendente, staccato da un altro essere, può amare quest’ultimo.

 

A questo fine l’uomo dovette diventare un essere dotato dell’io: l’io dovette venire inserito nella triplice corporeità umana perché si potesse compiere per mezzo dell’uomo la missione della Terra.

Perciò comprenderete questo insegnamento dell’esoterismo cristiano: come sulla Luna fluirono da parte della divinità altre forze, e ultima la saggezza, così durante l’esistenza terrestre in questa fluisce l’amore; e portatore dell’amore può essere solo l’io indipendente che si sviluppa a grado a grado durante l’evoluzione terrestre.