La missione di Michele nell’epoca della libertà umana

O.O. 26 – Massime antroposofiche – Lettera del 16.11.1924 – massime n° 118-120


 

Quando ci accostiamo con l’esperienza spirituale all’azione che Michele svolge nel nostro tempo,

con la scienza dello spirito troviamo la possibilità di illuminarci intorno all’essenza cosmica della libertà.

 

Ciò non si riferisce alla mia Filosofia della libertà. Questa procede da forze conoscitive puramente umane, quando esse siano in grado di portarsi nel campo dello spirito. Per conoscere ciò che viene conosciuto attraverso il mio libro, non è ancora necessario accostarsi ad esseri di altri mondi. Si può dire però che la Filosofia della libertà ci prepara a conoscere intorno alla libertà quello che poi possiamo sperimentare accostandoci spiritualmente a Michele; e cioè quello che segue.

 

Se veramente la libertà deve vivere nell’azione umana,

ciò che viene compiuto nella luce della libertà

non deve per nulla dipendere dall’organizzazione fisica ed eterica dell’uomo.

 

L’azione « libera » può compiersi soltanto partendo dall’« io »;

e il corpo astrale deve poter vibrare all’unisono col libero agire dell’io,

per poterlo trasmettere al corpo fisico e al corpo eterico.

 

Questo è però solo un lato del fenomeno.

L’altro lato diventa comprensibile appunto in relazione con la missione di Michele.

 

Ciò che l’uomo sperimenta nella libertà

non deve nemmeno agire, in alcun modo, sul suo corpo eterico e sul suo corpo fisico.

Se questo accadesse, l’uomo dovrebbe interamente deviare da ciò che egli è divenuto, nelle tappe della sua evoluzione,

sotto l’influsso dell’ entità divino-spirituale e della manifestazione divino-spirituale.

 

Quello che l’uomo sperimenta

attraverso ciò che è soltanto opera compiuta divino-spirituale attorno a lui,

deve esercitare un’influenza soltanto sul suo spirito (sul suo io).

 

Sulla sua organizzazione fisica ed eterica può esercitare un’influenza

solo ciò che, di quanto ha avuto il suo principio nell’« entità » e nella « manifestazione » del divino-spirituale,

non continua, nella corrente evolutiva, nel mondo che circonda l’uomo, ma entro la sua stessa entità.

 

Nell’entità umana ciò non deve affatto collaborare con quello che vive nell’elemento della libertà.

 

Questo è possibile soltanto per il fatto che Michele, dai lontani primordi dell’evoluzione,

trasporta nel presente un elemento che collega l’uomo col divino-spirituale

il quale, attualmente, non interviene più nella formazione fisica ed eterica.

• Nell’ambito della missione di Michele, si sviluppa così il terreno

per una relazione, fra l’uomo e il mondo spirituale, che non tocca affatto il mondo naturale.

 

È edificante vedere come, per mezzo di Michele, l’entità umana venga innalzata nella sfera spirituale,

mentre l’incosciente, il subcosciente,  che si sviluppano al di sotto della sfera della libertà,

vanno sempre più profondamente fondendosi con la materialità.

 

La posizione dell’uomo di fronte all’universo diverrà in avvenire sempre più incomprensibile per lui, se egli non imparerà a riconoscere, oltre ai suoi rapporti con gli esseri ed i processi naturali, anche quelli con la missione di Michele. Si imparano a conoscere i rapporti con la natura come qualcosa che si guarda dal di fuori; le relazioni col mondo spirituale partono invece da qualcosa che è una specie di dialogo interiore con enti ai quali ci si è dischiuso l’adito con l’accedere ad una contemplazione spirituale del mondo.

 

Per poter estrinsecare gli impulsi della libertà,

l’uomo deve dunque essere in grado di tenere lontane dal suo essere

certe influenze naturali che dal cosmo vogliono agire sul suo essere.

• Questo allontanamento si svolge poi nel subcosciente,

quando nella coscienza dominano le forze che rappresentano appunto la vita dell’io in libertà.

 

Per la percezione interiore dell’uomo sorge la coscienza di agire in libertà;

per gli esseri spirituali che da altre sfere del mondo sono in relazione con l’uomo, la cosa è diversa.

• L’essere appartenente alla gerarchia degli angeli,

che ha l’incarico di condurre l’uomo dall’una all’altra delle sue vite terrene,

di fronte all’azione umana compientesi in libertà, ha sùbito l’impressione:

l’uomo respinge da sé forze cosmiche che vorrebbero continuare a conformarlo,

che vorrebbero dare all’organizzazione del suo io i sostegni fisici necessari,

come glieli hanno dati prima dell’epoca di Michele.

 

Michele, quale essere della gerarchia degli arcangeli,

riceve le sue impressioni con l’aiuto degli esseri della gerarchia degli angeli.

Egli si dedica al compito di addurre nel modo descritto all’uomo, dalla parte spirituale del cosmo,

le forze che possono sostituire quelle naturali soppresse.

E vi riesce mettendo la sua azione in perfetta armonia col mistero del Golgota.

 

• Nell’attività del Cristo entro l’evoluzione umana

giacciono le forze di cui l’uomo, nel suo agire in libertà, ha bisogno come compenso agli impulsi naturali soppressi.

• Soltanto che l’uomo deve portare veramente l’anima sua all’intima unione col Cristo

della quale abbiamo già parlato qui in relazione con la missione di Michele.

 

L’uomo sa di essere nella realtà quando sta davanti al sole fisico e ne riceve calore e luce.

Così deve vivere di fronte al sole spirituale, al Cristo, che ha congiunto la propria esistenza con l’esistenza terrestre;

e da Lui deve ricevere vivente nell’anima ciò che nel mondo spirituale corrisponde al calore e alla luce.

L’uomo si sentirà compenetrato dal « calore spirituale » quando sperimenterà il « Cristo in sé ».

 

Sentendosi così compenetrato, dirà a se stesso: • « Questo calore svincola il tuo essere umano da legami cosmici nei quali esso non deve più rimanere. Affinché tu conquistassi la libertà, l’essere divino-spirituale dei primordi dovette condurti in regioni nelle quali esso non poteva più restare con te, ma nelle quali ti ha dato il Cristo perché le sue forze conferissero a te, fatto uomo libero, ciò che l’essere divino-spirituale dei primordi ti diede una volta per vie naturali, che allora erano in pari tempo vie spirituali. Questo calore ti riconduce al divino dal quale provieni ».

 

In questo sentire, l’uomo sperimenterà e si congiungerà con intimo calore d’anima nel Cristo e col Cristo, e insieme sperimenterà la vera e reale umanità. « Cristo mi dà la mia essenza umana »; questo sarà il sentimento fondamentale che compenetrerà l’anima. Una volta che sia esistente questo sentimento, si aggiungerà anche l’altro per il quale l’uomo, grazie al Cristo, si sentirà sollevato al di sopra della mera esistenza terrena, sentendosi uno col mondo stellare circostante la terra, e con tutto il divino-spirituale che può venir riconosciuto in quel mondo stellare.

 

Così è per la luce spirituale. L’uomo, prendendo coscienza di se stesso come individualità libera, può pienamente sentirsi nella propria entità umana. Nondimeno, un oscuramento vi si collega. Il divino-spirituale dei primordi non risplende più. Nella luce che il Cristo porta all’io umano, ricompare la luce primordiale. In quell’intima comunanza col Cristo, l’anima tutta può venir illuminata, come da un sole, dall’idea beatificante che la primordiale splendida luce divina è ricomparsa, e nuovamente risplende, malgrado il suo splendore non provenga dalla natura.

 

E l’uomo, nel presente, si unisce con le forze spirituali cosmiche illuminanti del passato, quando egli non era ancora una libera individualità. E in questa luce egli può trovare le vie che nel giusto modo guidano la sua entità umana, purché con comprensione egli si colleghi nell’anima sua con la missione di Michele.

 

Allora l’uomo nel calore spirituale, sentirà l’impulso che lo porta al suo avvenire cosmico

in modo da potere, in quell’avvenire, rimanere fedele ai doni originari delle sue entità divino-spirituali,

malgrado nei loro mondi egli abbia sviluppato la propria libera individualità.

E nella luce spirituale sentirà la forza che, mentre egli percepisce,

lo conduce con una coscienza sempre più elevata e più vasta

al mondo nel quale, come uomo libero, egli si ritrova con le divinità della sua origine.

 

Persistere nell’essere originario,

voler conservare l’originaria e ingenua bontà divina attiva nell’uomo,

volersi arrestare tremando davanti al pieno uso della libertà,

in un mondo come l’attuale in cui tutto è predisposto per lo sviluppo della libertà umana,

finisce per condurre l’uomo a Lucifero, il quale vorrebbe veder rinnegato il mondo attuale.

 

Abbandonarsi all’essere attuale,

• volere che domini soltanto la naturalezza del mondo

raggiungibile dall’intelletto che si mantiene neutrale di fronte al bene,

• voler sperimentare l’uso della libertà soltanto nell’intelletto, in questo mondo attuale

nel quale l’evoluzione deve venir continuata in regioni più profonde dell’anima,

perché in quelle superiori domina la libertà, finisce per condurre l’uomo ad Arimane,

il quale vorrebbe vedere il mondo attuale interamente trasformato in un cosmo di essenza intellettuale.

 

Nelle regioni in cui l’uomo, rivolto al mondo esterno, guarda spiritualmente a Michele,

e rivolto all’interiorità dell’anima, guarda spiritualmente al Cristo,

prospera quella sicurezza dell’anima e dello spirito attraverso la quale

l’uomo diverrà capace di percorrere la via cosmica che gli farà trovare, senza la perdita della sua origine,

il suo vero e pieno compimento avvenire.

 


 

118Può essere libera soltanto un’azione

alla quale non cooperi, dentro o fuori dell’uomo, alcun processo naturale.

 

119Di fronte a ciò sta polarmente opposto il fatto che, nel libero agire dell’individualità umana,

venga represso in questa un processo naturale che nell’azione non libera avrebbe luogo

e darebbe all’essere umano la configurazione che gli sarebbe cosmicamente predestinata.

 

120 — Questa configurazione, che non viene per via naturale all’uomo

che vive nel suo essere all’unisono col presente e futuro stadio dell’evoluzione universale,

gli viene invece per via spirituale attraverso il suo collegamento con Michele,

grazie al quale l’uomo trova anche la via al Cristo.