La natura del Cristo. Io cosmico e io umano

O.O. 130 – Cristianesimo esoterico e la guida spirituale dell’umanità – 09.01.1912


 

Questa sera dobbiamo parlare ancora un po’ della natura del Cristo Gesù. Questa necessità è dovuta al fatto che attualmente si parla moltissimo di tale tema soprattutto nelle cerchie antroposofiche e che si sente effettivamente il bisogno di acquistare una piena chiarezza su molti punti in questo campo.

 

Oggi parleremo di un argomento che a molti potrà sembrare forse un po’ strano, ma che è di grande importanza per questo problema. Il punto di partenza sarà lo sviluppo dell’essere umano. Sappiamo che esso procede in modo che tutta l’umanità passa entro la nostra evoluzione terrestre attraverso certi cicli.

 

Spesso abbiamo parlato di quella grande catastrofe, da noi designata atlantica, mediante la quale la vita sul vecchio continente atlantico si trasformò nella vita dei continenti più recenti, ossia nella nostra vita; da quell’epoca possiamo distinguere cinque periodi di civiltà fino ai tempi nostri.

 

Parliamo del primo periodo, il paleoindiano, del secondo, la grande civiltà paleo-persiana, del terzo, l’egizio-caldaico-babilonese, del quarto, quello greco-latino, che alla luce di una considerazione del mondo più ampia si è spento veramente soltanto verso l’ottavo-dodicesimo secolo dopo Cristo, e infine parliamo del nostro periodo, il quinto postatlantico, quello attuale, iniziato nel 1413.

 

Tutte le anime umane, quindi anche quelle che si trovano qui in questa sala, hanno passato diverse incarnazioni in questi periodi di civiltà, che si susseguirono fino ai giorni nostri; qualche anima incarnandosi più o meno frequentemente, altre passando per un numero relativamente ridotto di incarnazioni. Queste anime, secondo le caratteristiche dei vari periodi di civiltà, si sono appropriate di questa o di quella facoltà, che hanno portato con sé da incarnazioni precedenti, e compaiono poi come anime a questo o a quel gradino di sviluppo, secondo le loro esperienze dei periodi precedenti.

 

Ora possiamo parlare anche del fatto che delle varie parti della natura umana

si è sviluppato nelle varie epoche questo o quello, ma principalmente – e si noti bene, solo principalmente –

sempre una determinata parte.

• Così possiamo dire che in questo nostro periodo gli uomini, se lasciano agire tutto quello che esso può dare,

hanno il compito di portare a maturazione ciò che nella scienza dello spirito chiamiamo l’anima cosciente.

 

• Nel periodo di civiltà greco-latina si è sviluppata in prevalenza l’anima razionale o affettiva,

• in quello egizio-caldaico-babilonese l’anima senziente,

• in quello paleo-persiano il corpo senziente o astrale

• e in quello paleo-indiano ciò che chiamiamo il corpo eterico o vitale.

Queste varie parti della natura umana si sono sviluppate nelle singole anime passando per questi periodi di una o spesso parecchie incarnazioni.

 

• Nel periodo che succederà al nostro come sesto periodo postatlantico,

verrà sviluppato in particolare quello che chiamiamo sé spirituale,

che nella letteratura antroposofica designiamo come manas;

• e nell’ultimo dei sette periodi postatlantici si svilupperà quello che noi indichiamo come spirito vitale,

nella letteratura antroposofica abitualmente designato come buddhi,

• mentre quello che è uomo spirito o atma dovrà svilupparsi in un certo modo

dopo un’altra catastrofe in un lontano futuro.

 

Stiamo quindi sviluppando in certo qual modo mediante le condizioni normali della nostra cultura,

mediante quello che ci circonda, nel presente e nel prossimo futuro, ciò che si chiama anima cosciente.

 

Ora sappiamo però, che tutto questo sviluppo dell’uomo e delle singole parti della sua anima, come li distinguiamo noi,

è legato in sostanza anche a qualcosa d’altro, ossia essenzialmente al lento inserimento dell’io umano.

Infatti, l’inserimento dell’io umano nella natura dell’uomo è il compito dell’evoluzione terrestre.

 

Quindi abbiamo due correnti di sviluppo che si compenetrano:

• da un lato siamo legati all’evoluzione della Terra dopo quella di Saturno, Sole e Luna,

• dall’altro come uomini terrestri dobbiamo formare in particolare la quarta parte, l’io,

da aggiungere alle altre parti principali della natura umana già predisposte nel passato:

la dobbiamo aggiungere al corpo fisico, al corpo eterico e al corpo astrale.

 

Dobbiamo saper distinguere

• questa grande corrente evolutiva principale legata alle grandi incarnazioni del nostro pianeta Terra,

• dalla corrente evolutiva più ristretta che ho indicato prima

come quella che si svolge entro un tempo così breve come lo è l’epoca postatlantica.

 

Chi ha compreso quanto è stato finora esposto non dovrebbe chiedersi: come mai gli uomini avevano già sviluppato sull’antico Sole il corpo eterico o vitale, mentre doveva aver luogo un suo sviluppo particolare durante il periodo paleo-indiano?

Chi ha compreso come stanno le cose, non dovrebbe sollevare questa domanda, poiché si tratta di questo: certo, il corpo eterico o vitale dell’uomo è stato predisposto sull’antico Sole, quindi l’uomo possiede già un corpo eterico o vitale venendo in Terra, ma questo corpo eterico, o vitale può essere raffinato.

 

Le parti successive che l’uomo sviluppa in sé possono plasmarlo. Quindi l’uomo ha naturalmente il suo corpo eterico o vitale a un gradino relativamente elevato quando lo vediamo incorporato in un corpo paleo-indiano, ma in quel periodo dell’epoca postatlantica egli lavora con l’io che si è conquistato – con tutto quanto l’uomo è riuscito nel frattempo a elaborarsi – plasmando il suo corpo eterico o vitale, configurandolo più finemente. Si tratta sostanzialmente di un lavoro più fine sulle varie parti della natura umana che si svolge nel nostro periodo postatlantico.

 

Prendendo ora in considerazione tutta l’evoluzione, tenendo conto di quanto è stato detto, il quarto periodo di cultura postatlantico, quello greco-latino, apparirà come una epoca particolarmente importante. Essa ha il compito di configurare in un certo modo più fine quello che nella natura umana indichiamo come anima razionale o affettiva.

Fino a quel momento l’io, che appartiene anche alla grande corrente dell’evoluzione, ha sperimentato un perfezionamento particolarmente elevato.

 

Possiamo perciò dire:

l’io dell’uomo ha raggiunto fino al quarto periodo postatlantico, il greco-latino, un certo gradino

con il compito di lavorare allora sull’anima razionale o affettiva e, nel nostro tempo, sull’anima cosciente.

 

Tra l’io umano e le tre parti della sua natura animica,

quindi tra io e anima senziente, anima razionale o affettiva e anima cosciente,

vi è sotto un certo aspetto una stretta affinità.

 

L’io umano vive in prevalenza, per ora, in queste tre parti la sua vita interiore

e proprio nel nostro quinto periodo postatlantico vive e vivrà più profondamente nell’anima cosciente,

poiché in essa l’io puro può manifestarsi senza essere ostacolato dalle altre tre parti.

• Viviamo nel nostro tempo in un’epoca tale

che in essa l’io ha il grande compito del tutto particolare di formarsi, di confidare in se stesso.

 

Se diamo uno sguardo al futuro, a quanto ha da venire, se diciamo:

l’uomo svilupperà nel successivo sesto periodo postatlantico il sé spirituale o manas, possiamo riconoscere:

• il sé spirituale o manas va già oltre la sfera dell’io –

e l’uomo non sarebbe in fondo in grado di sviluppare con le proprie forze in quell’epoca futura il suo sé spirituale.

Ma quando egli lo svilupperà, gli deve essere in certo qual modo di aiuto

ciò che le forze di esseri superiori fanno fluire sulla Terra.

 

L’uomo, con lo sviluppo del suo io, è arrivato a un punto in cui confidando nelle sue proprie forze

riesce a svilupparsi soltanto fino all’anima cosciente.

• Ma questo sviluppo non sarebbe concluso, se l’uomo non anticipasse sotto un certo riguardo

ciò che soltanto su Giove, nella prossima incarnazione del nostro pianeta,

arriverà alla sua giusta, alla sua piena e autonoma evoluzione umana.

 

•  Fino alla fine dell’evoluzione terrestre l’uomo dovrebbe sviluppare il suo io,

e gliene viene data l’occasione entro la sua anima senziente, razionale e cosciente.

• Ma il sé spirituale vero e proprio dovrà diventare proprietà umana soltanto sul futuro Giove.

Solo allora potrà essere veramente una proprietà umana.

 

Su Giove l’uomo si atteggerà nei confronti del sé spirituale in modo simile a come egli fa ora sulla Terra rispetto al proprio io. Quand’anche l’uomo sviluppi già durante l’epoca terrestre il sé spirituale, non può porsi rispetto a questo sé spirituale così come nei confronti dell’io. Del nostro io diciamo: questo siamo noi stessi, questo siamo in verità.

 

• Quando nel periodo successivo, il sesto postatlantico, verrà ad espressione il sé spirituale,

non potremo considerare questo sé spirituale come il nostro sé, ma diremo:

il nostro io si è sviluppato fino a un certo gradino, così che il nostro sé spirituale

può rilucere da mondi superiori come una specie di essere angelico,

che non siamo noi stessi, e che riluce in noi e s’impossessa di noi. Così ci apparirà il nostro sé spirituale.

Solo su Giove esso ci apparirà come la nostra stessa sostanza, come sentiamo ora il nostro io.

Così progredisce l’evoluzione umana.

 

Quindi nel prossimo periodo postatlantico – il sesto – ci sentiremo come attratti verso l’alto

da qualcosa che irradierà la sua luce entro di noi.

• Non diremo: tu, sé spirituale in me,

ma diremo: io, partecipe di una entità che da mondi superiori riluce in me,

che mi guida e mi conduce, che per grazia di esseri superiori mi è divenuta guida!

 

Quello che solo su Giove diverrà di nostra proprietà,

lo sentiremo come una specie di guida, rilucente da mondi superiori.

Così sarà anche in futuro con lo spirito vitale o buddhi, con l’uomo spirito e così via.

Verrà quindi un’epoca nella quale l’uomo parlerà di sé in modo diverso da quanto egli fa ora.

 

Possiamo chiederci come l’uomo parli attualmente di sé, quando egli parla nel senso della scienza dello spirito.

Egli dice: io ho tre involucri, il mio corpo fisico, il mio corpo eterico o vitale e il mio corpo astrale.

In loro ho il mio io, il vero dono terrestre, che si svilupperà entro questi tre involucri.

Essi sono in un certo qual modo la mia natura inferiore.

Io mi sono evoluto oltre questi involucri.

Io guardo verso la mia natura inferiore e intravedo in ciò che è divenuto il mio io, il mio proprio essere provvisorio,

che deve evolversi sempre di più, sviluppandosi costantemente.

 

In futuro l’uomo dovrà parlare in modo ancora diverso.

Egli allora dirà: non ho soltanto la mia natura inferiore e il mio io, ma ho una natura superiore, alla quale guardo come qualcosa che è in me così come sono ora in me gli involucri che mi vengono dal passato. Quindi l’uomo si sentirà in futuro posto al centro tra la sua natura inferiore e la sua natura superiore. La natura inferiore gli è nota fin d’ora, ma quella superiore gli apparirà in futuro tanto più sopra di lui, quanto quella inferiore sta ora sotto di lui.

 

Quindi possiamo dire:

• durante l’evoluzione della Terra l’uomo si sviluppa dal suo quarto elemento costitutivo al quinto, sesto e settimo;

• ma il quinto, sesto e settimo elemento costitutivo

non diventano durante l’evoluzione della Terra una sua diretta proprietà,

ma qualcosa che solo lentamente egli riuscirà a raggiungere.

 

Ecco come dobbiamo rappresentarci la cosa.

Dovremo passare un periodo in cui diremo: la nostra missione in Terra era di sviluppare il nostro io,

ma vediamo, come profeticamente anticipato, qualcosa che dovrà svilupparsi in noi su Giove.

 

Ciò che è la nostra esperienza nel corso dell’evoluzione terrestre – ossia il compenetrarci di una natura dell’io umana, il lavoro di perfezionamento sulle parti costitutive inferiori svolto nel corso delle passate epoche terrestri fino ai nostri tempi, e il futuro lavoro di configurazione delle parti costitutive superiori, quindi ciò che sperimentiamo come uomini sulla Terra – lo hanno vissuto prima di noi esseri che ci hanno preceduto in incarnazioni planetarie precedenti, e che indichiamo come Angeli o Angeloi. Ma anche gli esseri più elevati della gerarchia, gli Arcangeli e Archai, hanno attraversato un tale sviluppo nelle incarnazioni precedenti del nostro pianeta Terra, su Luna, Sole e Saturno: anche per loro vi era a suo tempo una specie di quarto elemento costitutivo che hanno sviluppato.

 

Poi, nella seconda metà delle corrispondenti incarnazioni planetarie, essi hanno anticipato quanto dovevano portare a pieno sviluppo in loro soltanto sulla Terra, come per noi il sé spirituale su Giove. In quell’epoca essi non lo incorporarono completamente come una loro proprietà, ma in modo tale da guardare in alto verso questo elemento più elevato.

Se guardiamo indietro all’antica evoluzione lunare, dobbiamo parlare di esseri i quali, come noi uomini durante l’evoluzione della Terra, avrebbero dovuto arrivare fino al loro settimo elemento costitutivo (appunto come noi uomini arriviamo sulla Terra fino al settimo elemento costitutivo così da non incorporarlo completamente, ma guardando verso di esso).

 

Se parliamo di esseri luciferici, parliamo di esseri rimasti durante l’evoluzione dell’antica Luna all’incirca al punto nel quale si troverebbe un essere umano che durante l’evoluzione della Terra non portasse a pieno sviluppo il suo quinto, sesto e settimo elemento costitutivo, ma lo rifiutasse. Egli si arresterebbe forse già al quarto o quinto elemento e così via. Quindi questi esseri non hanno completato il loro sviluppo, ma si sono arrestati ai gradini più svariati di esseri luciferici.

 

Possiamo perciò dire:

gli esseri umani sono passati dall’evoluzione dell’antica Luna all’evoluzione della Terra,

portando con sé uno sviluppo normale.

• Quegli esseri umani sono arrivati al loro completamento, hanno portato con sé uno sviluppo normale:

il loro corpo fisico, il corpo eterico o vitale e il corpo astrale

ed hanno sulla Terra il compito di sviluppare soprattutto l’io, così da potere poi in esso accogliere dell’altro.

 

Altri esseri più elevati dell’uomo dovevano sviluppare sull’antica Luna già quanto in loro corrisponde all’io umano.

Ma essi avrebbero potuto sviluppare completamente in sé l’io sull’antica Luna

soltanto se avessero anticipato l’evoluzione di ciò che per loro sarebbe ora

il quinto, sesto, settimo elemento costitutivo,

che avrebbero potuto portare a pieno sviluppo come quinto elemento sulla Terra.

Essi avrebbero dovuto arrivare fino al settimo elemento costitutivo.

 

Ma tali esseri luciferici non sono invece giunti fino al loro settimo elemento costitutivo:

svilupparono appena il quinto o il sesto.

Dunque non si sono fermati al quarto, ma non lo hanno nemmeno completato

in quanto non hanno anticipato il quinto, sesto e settimo elemento costitutivo, arrestandosi prima.

 

Abbiamo allora due classi di questi esseri lunari.

• Innanzitutto quelli che hanno potuto ancora sviluppare

il loro quinto elemento costitutivo (così come diventeremmo noi uomini,

se nel sesto periodo postatlantico sviluppassimo il sé spirituale per fermarci a questo,

senza sviluppare la sesta e la settima parte costitutiva).

 

• Accanto a questa classe di esseri luciferici che hanno sviluppato il loro quinto elemento costitutivo,

abbiamo un’altra classe di esseri lunari di tipo luciferico, i quali

hanno sviluppato la loro sesta parte costitutiva, ma non la loro settima.

Questi esseri esistevano durante l’inizio della nostra evoluzione terrestre,

quando l’essere umano iniziava a sviluppare il suo io.

 

Possiamo porci la domanda: che cosa esisteva in rapporto con questi esseri all’inizio dell’evoluzione della Terra?

• Vi erano esseri che bramavano nell’attesa di formare durante l’evoluzione della Terra la loro sesta parte costitutiva, esseri quindi di tipo luciferico, che sulla Luna erano riusciti a sviluppare soltanto la loro quinta parte costitutiva e volevano formare sulla Terra il loro sesto elemento costitutivo.

• Poi vi erano esseri della seconda classe, che sulla Luna avevano già formato la loro sesta parte costitutiva e sulla Terra intendevano sviluppare la settima: questo si ripromettevano di ottenere con l’evoluzione della Terra. Poi scese su di essa l’essere umano, con tre parti costitutive, per formarvi la quarta.

 

Dunque possiamo distinguere:

l’essere umano in attesa di formare il suo io,

• inoltre gli esseri luciferici, in attesa di sviluppare la loro sesta parte costitutiva

• e infine altri esseri luciferici, intenti a formare la loro settima parte costitutiva

(prescindiamo quindi da quelli che vogliono formare la loro quinta parte, pur essendovi anch’essi).

Così abbiamo considerato tre classi di esseri microcosmici della Terra,

tre classi di esseri giunti sulla scena dell’evoluzione terrestre.

Di queste tre classi una soltanto conseguì sulla Terra un corpo fisico.

 

Infatti, le condizioni offerte dalla Terra per un suo sviluppo corporeo fisico-carnale possono essere date, proprio in virtù di tutte le condizioni terrestri, per una quarta parte costitutiva umana. Soltanto la classe di esseri che sulla Terra voleva sviluppare la sua quarta parte costitutiva quale io, poteva conquistarsi un corpo fisico. Gli altri esseri che volevano formare una sesta e una settima parte costitutiva non avevano la possibilità di conseguire un corpo fisico. Infatti sulla Terra, per quegli esseri entrati in questa evoluzione terrestre senza esservi adatti, non vi è la possibilità di ottenere un corpo fisico umano in modo diretto. Non esiste la possibilità di conquistarsi direttamente un tale corpo fisico umano.

 

Possiamo chiederci; che cosa dovevano fare allora quegli esseri?

Essi dovevano dirsi:

• “Non possiamo trovare direttamente un corpo fisico umano. Questi corpi sono riservati agli uomini che vogliono sviluppare il loro io. Dobbiamo quindi ricorrere a una specie di surrogato del corpo fisico. Dobbiamo cercare uomini tra i più evoluti, che abbiano quindi sviluppato la loro quarta parte costitutiva. Dobbiamo immergerci in loro e in loro il nostro essere deve lavorare in modo da potere sviluppare la sua sesta o settima parte costitutiva”.

 

Questo ebbe per conseguenza che fra gli uomini dell’antichità vi fossero taluni posseduti da esseri luciferici superiori – che erano naturalmente più evoluti dell’uomo e che dovevano sviluppare la loro sesta o settima parte costitutiva, mentre il compito dell’essere umano era quello di formare la sua quarta parte.

Esseri superiori di tipo luciferico si manifestavano quindi sulla Terra entro corpi fisici umani che sapevano, comprendevano e facevano molto di più degli altri uomini.

 

Di questi esseri parlano gli antichi racconti e le leggende: ci viene riferito per esempio che in un luogo o nell’altro vi erano famosi fondatori di città, vi erano grandi guide di popoli o altro ancora. Non si trattava solo di uomini normali sulla Terra, ma di uomini posseduti da quegli esseri luciferici superiori, posseduti nel senso migliore della parola.

Comprenderemo l’evoluzione della Terra solo se potremo tenere presente quanto esposto.

 

Sempre vi sono di questi esseri, soprattutto quelli inferiori che cercano di continuare il loro sviluppo in altri corpi umani, non potendo loro stessi avere un corpo umano.

Questo appunto abbiamo potuto caratterizzare. Gli esseri luciferici avevano sempre avuto nostalgia di continuare la loro evoluzione, come descritto, entrando in uomini da loro posseduti – e questo avviene tuttora.

 

Nell’anima umana lavora Lucifero con le sue schiere: noi siamo la scena dell’evoluzione luciferica.

Mentre noi uomini ci serviamo semplicemente del corpo fisico umano per evolverci,

tali esseri luciferici prendono noi e sviluppano se stessi in noi.

E tutto ciò è proprio la tentazione degli uomini: il fatto che in essi lavorano gli spiriti luciferici.

 

Gli spiriti luciferici sono però nel frattempo progrediti proprio come gli uomini nel loro sviluppo. Quindi non pochi fra questi spiriti – i quali quando l’uomo entrò nell’epoca atlantica erano alla soglia dello sviluppo della loro sesta parte costitutiva – sono nel frattempo arrivati a sviluppare la loro settima parte costitutiva tenendo presente che per loro lo sviluppo sulla Terra non era normale.

Riesce in questo intento un tale essere luciferico possedendo di nuovo un uomo, forse per utilizzare soltanto per parecchi anni ciò che quell’uomo può sperimentare, per compiere a sua volta la propria evoluzione.

 

Questo non è un male nella natura umana.

Dovendo sviluppare nella nostra epoca l’anima cosciente,

si può essere posseduti da uno spirito luciferico che si appresta a sviluppare la sua settima parte costitutiva.

Che cosa si diventa quando si è posseduti da un alto spirito luciferico? Un genio!

• Qualità che per i compiti quotidiani è scomoda

– dato che sulla propria natura umana getta i suoi raggi un tale essere superiore –

ma che opera pionieristicamente in qualche campo.

 

Non si deve parlare dello spirito luciferico come se fosse senz’altro una cosa odiosa;

esso invece – sviluppandosi nell’essere umano come un parassita –

fa sì che l’uomo da lui posseduto sia sotto la sua influenza e lavori come un genio, come un uomo ispirato.

Quindi gli spiriti luciferici sono senz’altro necessari, e gli uomini geniali della Terra

sono quelli nei quali – il più delle volte per parecchi anni – lavorano molto intensamente gli esseri luciferici.

 

Se ciò non fosse, Edouard Schurè non avrebbe potuto rappresentare Lucifero in modo simpatico. Difatti Lucifero partecipa in modo essenziale ai grandi progressi culturali sulla Terra e il cristianesimo tradizionale dimostra una ristrettezza di vedute nel voler vedere nell’essere luciferico soltanto un diavolo cattivo – questo significa essere gretti -:

• «La natura è peccato, lo spirito è il diavolo: nutrono tra di loro il dubbio, la loro creatura ermafrodita malformata», si legge nel Faust. Certo, al cristianesimo rigorosamente tradizionale si addice considerare Lucifero come diavolo e odiarlo; chi conosce però lo sviluppo dell’umanità sa che proprio nei geni agisce il principio luciferico. Nella scienza dello spirito si deve guardare apertamente a queste cose.

 

• Non avremmo alcuno stimolo a salire verso il nostro quinto e sesto principio,

se non vi fossero questi spiriti che ci danno una spinta in avanti.

 

Infatti, dobbiamo il nostro avanzare agli spiriti luciferici in quanto sono essi a cercare il loro sviluppo in noi, mentre noi possiamo così svilupparci oltre il nostro io: nel linguaggio comune si parla di poeti, di geni e anche di artisti che superano i limiti del loro io umano.

Guardiamo agli spiriti luciferici, in un certo modo, come a spiriti guida degli uomini.

 

Dobbiamo liberarci da ogni ristrettezza di vedute di un cristianesimo ortodosso, che indica in Lucifero soltanto un diavolo ad esso odioso. Dobbiamo riconoscere quanto vi sia di liberatorio nel principio luciferico, istituito anche da divinità benevole.

Esso ci fa progredire durante l’evoluzione terrestre al di là di noi stessi, anticipando profeticamente quanto come nostra proprietà ci perverrà soltanto su Giove e sulle ulteriori evoluzioni.

 

Sulla Terra quindi avviene un influsso reciproco di esseri microcosmici, esistenti all’inizio dell’evoluzione terrestre

– un influsso reciproco che ci permette di dire: gli uomini, mentre sviluppano il loro proprio io,

sono condotti a salire ulteriormente da esseri che sono superiori a loro.

 

Essi sono superiori all’uomo, in quanto hanno sviluppato la loro quinta parte costitutiva e stanno sviluppando la loro sesta parte, oppure già la loro settima parte costitutiva, mentre l’essere umano lavora appena alla sua quarta parte. Guardiamo quindi a esseri luciferici superiori all’uomo, esseri microcosmici sovrumani.

Lasciamo ora da parte questi esseri spirituali che consideriamo luciferici, e passiamo alla natura del Cristo.

 

Il Cristo si distingue in modo radicale dagli altri esseri che prendono parte all’evoluzione della Terra.

Egli è un essere di ordine del tutto diverso.

•  Non solo è rimasto indietro durante l’evoluzione lunare come gli spiriti luciferici,

ma in previsione dell’evoluzione lunare è rimasto indietro già prima, fin dall’evoluzione solare,

per una certa saggezza di gran lunga superiore alla saggezza umana.

• Non dobbiamo considerare questo essere come un essere microcosmico, come gli altri esseri di cui si è parlato.

 

Difatti dobbiamo considerare come esseri microcosmici quelli che fin dalle origini dell’evoluzione terrestre erano legati alla stessa evoluzione della Terra.

 

Il Cristo non era legato direttamente all’evoluzione della Terra, ma a quella del Sole.

Il suo essere era macrocosmico fin dall’inizio dell’evoluzione terrestre,

un essere sottoposto quindi a condizioni di evoluzione del tutto diverse da quelle degli esseri microcosmici.

• Le sue condizioni di sviluppo erano del tutto particolari: questo essere macrocosmico del Cristo

aveva sviluppato il suo io macrocosmico, il quarto principio, al di fuori del terrestre.

 

• Per il suo sviluppo, ossia per quello del Cristo, era normale

condurre l’evoluzione del suo io di tipo macrocosmico fuori dalla Terra

fino al completamento del suo io, e scendere dopo verso la Terra.

• Quindi, per lo sviluppo dell’essere Cristo, era normale – scendendo dal macrocosmo sulla nostra Terra –

portare sulla Terra il grande impulso dell’io macrocosmico,

affinché l’io microcosmico, l’io dell’essere umano, lo accogliesse e si evolvesse.

• Era normale per il Cristo avere l’impulso dell’io macrocosmico – non dell’io microcosmico -,

giusto nella misura in cui l’uomo aveva il proprio io microcosmico sulla Terra.

 

Così l’essere del Cristo è in un certo senso simile all’essere dell’uomo,

soltanto che l’uomo è microcosmico e porta a espressione i suoi quattro princìpi microcosmici,

quindi anche il suo io microcosmico quale io terreno,

mentre il Cristo lo fa come io macrocosmico.

 

Questo era quindi il suo sviluppo, Egli era divenuto grande ed importante sviluppando completamente questo io, che poi ha portato giù sulla Terra. Egli non aveva né il quinto, né il sesto principio macrocosmico, in quanto li svilupperà per darli all’uomo su Giove e Venere.

 

Il Cristo è quindi un essere di natura quadripartita – fino al suo io macrocosmico -,

come l’uomo stesso lo è sul piano microcosmico.

• Come l’uomo ha la missione di sviluppare durante l’epoca terrestre il proprio io per poter ricevere,

• così il Cristo doveva evolvere il proprio io per poter dare.

 

• Quando Egli discese sulla Terra, tutto nel suo essere era stato impiegato

per portare a manifestazione in forma per quanto possibile completa il suo quarto principio.

• Ogni principio macrocosmico ha una stretta affinità con il principio microcosmico di numero corrispondente.

Il quarto principio macrocosmico del Cristo

corrisponde al quarto principio microcosmico dell’essere umano

e il quinto principio del Cristo corrisponderà al sé spirituale nell’uomo.

 

Così il Cristo iniziò la sua vita sulla Terra portando all’uomo dal macrocosmo quanto l’uomo doveva sviluppare microcosmicamente – solo che il Cristo lo portò come principio macrocosmico. Egli si inserì nell’evoluzione della Terra senza avere durante la stessa un suo quinto, sesto, settimo principio, così come non lo ha neppure l’uomo in quanto tale.

Il Cristo è un essere che macrocosmicamente si è evoluto fino al quarto principio e che durante il passaggio in Terra vedrà lo sviluppo del suo quarto principio, donando tutto affinché l’uomo possa sviluppare il proprio io.

 

Se consideriamo tutto quanto è stato detto, vediamo che all’inizio dell’evoluzione terrestre vi sono tre classi di esseri: esseri umani che devono sviluppare completamente il loro quarto principio sulla Terra, una classe di esseri luciferici che devono sviluppare il loro sesto principio e una classe di esseri luciferici che devono sviluppare il loro settimo principio, quindi esseri che, dovendo sviluppare il loro sesto e settimo principio, sotto questo aspetto sono superiori all’uomo. Ma sotto questo aspetto sono anche superiori al Cristo. Difatti il Cristo deve manifestare il suo quarto principio sulla Terra dedicandosi agli uomini.

 

Quindi non sarà il Cristo a stimolare gli uomini a portare a espressione in futuro

qualcosa che non sia il vero io, l’essenza intima dell’essere umano, per raggiungere un gradino sempre più elevato.

Saranno invece gli spiriti luciferici a guidare gli uomini al superamento di se stessi.

 

Chi guarda le cose dall’esterno potrebbe ora dire: allora il Cristo si trova su un gradino più basso, per esempio, rispetto agli spiriti luciferici, dato che Egli viene sulla Terra con qualcosa di totalmente affine al quarto principio dell’uomo.

• Egli non è predisposto a guidare l’uomo oltre se stesso, ma lo conduce soltanto più a fondo nel suo essere animico.

 

Il compito del Cristo è di portare l’essere animico dell’uomo sempre più verso se stesso.

Gli esseri luciferici hanno sviluppato il quarto, quinto e sesto principio,

quindi stanno in certo qual modo più in alto rispetto al Cristo.

 

In futuro ciò si manifesterà nel fatto che la natura umana, accogliendo il principio del Cristo, sarà sempre più approfondita e accoglierà sempre più luce e amore entro il suo stesso essere, tanto che dovrà percepire la luce e l’amore come qualcosa che le è proprio.

L’interiorizzazione dell’anima umana entro profondità infinite:

questo sarà il dono dell’impulso cristico, che esplicherà la sua azione sempre più a fondo.

 

• Quando verrà, come è stato esposto nelle varie conferenze, il Cristo agirà soltanto approfondendo l’anima umana.

Gli altri spiriti, che hanno princìpi superiori rispetto al Cristo, benché soltanto di natura microcosmica,

guideranno in certo modo l’uomo al di là di se stesso.

 

• Il Cristo interiorizzerà gli uomini, ma li renderà anche umili.

• Gli spiriti luciferici guideranno l’uomo oltre se stesso,

lo faranno diventare intelligente, saggio, geniale,

ma sotto un certo aspetto lo faranno diventare anche superbo,

gli insegneranno che potrebbe diventare qualcosa di sovrumano già durante l’evoluzione della Terra.

 

• Quindi tutto quello che in futuro guiderà l’uomo a ciò che lo farà ergere oltre se stesso,

che lo renderà orgoglioso della sua stessa natura umana già su questa Terra, avrà un’impronta luciferica.

• Ciò che invece approfondirà l’uomo e lo guiderà nel suo intimo a profondità a lui raggiungibili

proprio per formare completamente il quarto principio, deriverà dal Cristo.

 

Coloro che guardano esteriormente a queste cose diranno: veramente il Cristo è inferiore agli esseri luciferici, in quanto porta soltanto a pieno sviluppo il quarto principio, mentre gli altri permettono l’evoluzione dei princìpi superiori.

 

La differenza sta soltanto nel fatto che

• questi altri esseri innestano i princìpi più elevati come qualcosa di parassitario nella natura umana,

• mentre il Cristo fa sì che il quarto principio compenetri completamente la natura umana,

in modo che questa ne sia permeata e rinvigorita.

 

Come il corpo fisico di Gesù di Nazareth

è stato una volta compenetrato, permeato e rinvigorito dal quarto principio macrocosmico,

così questo principio permeerà i corpi fisici di coloro che accoglieranno in sé il Cristo.

 

Così come il quarto principio macrocosmico è il dono del Cristo, il sesto e il settimo principio saranno i doni degli esseri luciferici. Si stanno già preparando i tempi in cui vedremo che gli uomini di poca comprensione affermeranno: “Veramente il Cristo — se leggiamo i Vangeli o lasciamo agire su di noi quanto egli ha dato all’umanità – per quanto riguarda la sua dottrina e per quanto da essa emana non raggiunge quell’altezza alla quale arrivano forse altri esseri spirituali in relazione all’uomo. Questi esseri superano in certo modo l’uomo. Non possono permearlo del tutto, ma compenetrano il suo intelletto, la sua genialità. L’osservatore superficiale dirà: questi esseri stanno di fatto più in alto del Cristo.

 

Verrà un tempo in cui il più potente, il più importante di questi spiriti luciferici, il quale vorrà guidare gli uomini per così dire oltre se stessi, sarà considerato una grande guida dell’umanità e proclamato il suo capo. Si dirà: quello che poteva dare il Cristo era soltanto un punto di passaggio! Già ora vi sono uomini che dicono: “Ma che cosa sono questi insegnamenti dei Vangeli! Noi li abbiamo già superati”.

 

Come ho detto: si additerà uno spirito geniale di vaste conoscenze,

che prenderà possesso di una natura umana fisica per permearla della sua genialità.

E si dirà: “Costui è superiore al Cristo!”.

Il Cristo era in fondo soltanto colui che ha dato l’occasione per sviluppare il quarto principio;

questo invece offre l’occasione per arrivare durante l’evoluzione terrestre fino al settimo principio.

 

Così si affronteranno lo spirito del Cristo e lo spirito di tale entità: lo spirito del Cristo che permette agli uomini di sperare di ottenere il potente impulso macrocosmico del loro quarto principio, e lo spirito luciferico, che in un certo senso vuole guidare gli uomini al di là di tale impulso.

 

Se gli uomini si accontenteranno di dire: dobbiamo ricevere dagli spiriti luciferici soltanto quello verso cui possiamo innalzare lo sguardo, così come lo abbassiamo per rivolgerlo alla nostra natura inferiore – essi saranno nel giusto. Ma se gli uomini diranno: il Cristo può darci solo il quarto principio – ecco invece gli spiriti che ci danno il sesto e il settimo principio – allora quegli uomini, pensando in questo modo nei confronti del Cristo, adoreranno e proclameranno loro capo l’anticristo.

 

Così si farà valere in futuro la posizione dell’anticristo nei confronti del Cristo. Con l’intelletto esteriore, con la genialità esteriore non si potrà obiettare nulla contro queste cose: infatti si potrà dimostrare che, nel senso della ragione e della genialità, molto risulterà più assennato nell’anticristo rispetto a quanto affluirà sempre di più nell’anima quale più profondo principio umano da parte del Cristo.

 

Ma ciò che il Cristo porta agli uomini, il quarto principio macrocosmico,

in quanto macrocosmico è infinitamente più importante di tutti i princìpi microcosmici.

Anche se è affine all’io dell’uomo, è più forte di tutti gli altri princìpi

che si possono raggiungere durante l’evoluzione della Terra.

 

Però si dirà, poiché si tratta proprio soltanto del quarto principio, che è inferiore al quinto, sesto, settimo principio derivanti dagli spiriti luciferici. In particolare lo si considererà inferiore a quanto deriva dall’anticristo.

Nel campo dell’antroposofia è importante rendersi conto di come stanno le cose. Difatti già oggi, in relazione all’insegnamento copernicano, il quale ha per così dire messo in movimento la Terra, strappato la Terra alla stasi nella quale era stata in precedenza collocata e l’ha fatta ruotare attorno al Sole dimostrando come la Terra fosse un granello di sabbia in confronto all’universo, si sostiene l’impossibilità che accanto a tale insegnamento possa sussistere l’idea cristiana.

 

Si intravvede una contraddizione tra l’idea cristiana e la scienza naturale affermando: nei tempi passati gli uomini potevano guardare alla croce del Golgota e al Cristo poiché la Terra appariva loro una dimora eletta entro l’universo, mentre gli altri corpi celesti erano piccoli al suo confronto ed esistenti solo per via della Terra. Si potrebbe dire che la Terra appariva in quei tempi all’uomo degna di portare la croce del Golgota! Quando l’insegnamento copernicano s’impadronì degli animi, gli uomini iniziarono a sostenere beffardamente che, avendo gli altri corpi celesti non meno importanza della Terra, il Cristo avrebbe dovuto migrare da un corpo celeste all’altro. Poiché gli altri corpi celesti sono però molto più grandi della Terra, sarebbe ben strano che il Dio-Uomo avesse scelto proprio questa piccola Terra per compiere la sua opera di salvezza.

 

Questo è stato effettivamente espresso da uno studioso nordico. Egli disse che il dramma del Cristo gli appare come un dramma maestoso che venga rappresentato su un piccolo palcoscenico di provincia o di un villaggio, anziché essere affidato a un teatro di corte. Tale gli sembra il dramma del Cristo. Questo studioso sostiene che è un controsenso che il dramma più grande del mondo non si debba svolgere su un grande corpo celeste, e lo paragona a una poderosa opera teatrale rappresentata non in un teatro di fama, ma in un teatrino da pochi soldi in un piccolo villaggio.

 

Un tale discorso è molto strano e vi si può replicare: la leggenda cristiana ha fatto in modo che una tale sciocchezza non dovrebbe essere espressa. Difatti questo mistero non è stato neppure collocato in un luogo famoso sulla Terra, ma addirittura in una povera stalla. Questo dovrebbe già provare l’insostenibilità di un’affermazione come quella dello studioso nordico. Gli uomini non si rendono conto dell’inconseguenza dei loro pensieri ritenuti particolarmente intelligenti.

 

Quell’idea non giova a nulla, rispetto alla grande e semplice verità già rivelata nella leggenda cristiana. Se questa leggenda non colloca la nascita di Gesù in una fastosa ed eminente residenza, ma in una povera stalla di pastori, non appare più contraddittorio che sia stata la Terra e non i grandi corpi celesti ad essere eletta a portare la croce.

 

In tutto il modo in cui l’insegnamento cristiano ci presenta ciò che il Cristo aveva da portare all’umanità, possiamo già trovare un accenno ai grandi insegnamenti che oggi ci devono essere di nuovo dati dalla scienza dello spirito. Lasciando agire su di noi i Vangeli, possiamo trovare le verità più profonde della scienza dello spirito, come più volte abbiamo visto – ma come sono contenute nei Vangeli queste profonde saggezze?

 

Vorrei affermare che quegli uomini che non hanno in sé neppure una scintilla dell’impulso del Cristo, se vogliono arrivare a una comprensione di quanto è contenuto nei Vangeli, sono costretti a torturarsi davvero il cervello e a sviluppare perfino una certa genialità!

 

La normale coscienza umana non è sufficiente, come si può rilevare dal fatto che ben pochi riescono a comprendere, anche solo in minima parte, l’interpretazione dei Vangeli data dalla scienza dello spirito. Con le forze luciferiche è quindi possibile comprendere in modo del tutto esteriore i Vangeli, sviluppando una genialità. Ma per come essi sono stati dati, come ci si presenta la loro verità?

 

Essi ci vengono incontro direttamente,

come se sgorgassero quale bene supremo da ciò che noi chiamiamo l’entità del Cristo

– senza sforzo, senza una qualsiasi fatica –

e parlano ai cuori che si lasciano permeare dall’impulso del Cristo, scaldando e illuminando direttamente l’anima.

 

Il modo in cui le più elevate saggezze si accostano agli uomini è il contrario del modo in cui si agisce sull’intelligenza. In questo modo elementare, originario e diretto, sgorgano come pronte dal quarto principio macrocosmico nel Cristo Gesù queste verità che possono passare direttamente agli uomini. Si è perfino provveduto affinché la ragionevolezza degli uomini, l’intelligenza di tutto il lato luciferico nello sviluppo dell’umanità, sofisticasse molto attorno a queste parole del Cristo e riuscisse solo lentamente a giungere alla loro semplicità e grandiosità, al loro carattere elementare. Come per le parole del Cristo, così avviene anche per i fatti connessi con il Cristo.

 

Se, con i mezzi che ci dà la scienza dello spirito, esponiamo eventi quali per esempio la resurrezione, a che cosa ci troviamo di fronte?

Un teosofo molto importante disse già nel secondo decennio del XIX secolo che si può vedere come la ragione umana venga permeata in misura crescente dal principio luciferico. Questo teosofo si chiamava Troxler.

Egli disse: il raziocinio umano è completamente luciferico in tutto ciò che vuole comprendere. Riesce generalmente difficile fare notare proprio le saggezze teosofiche più profonde.

 

Gli ascoltatori che erano stati presenti al mio ciclo di Praga, si ricorderanno che parlai allora di Troxler per dimostrare come già in lui fosse presente quanto ora è lecito insegnare al riguardo del corpo eterico o vitale dell’uomo. Fu Troxler a osservare che il raziocinio umano è permeato da forze luciferiche.

 

Se oggi, a prescindere dalle forze luciferiche, vogliamo comprendere la resurrezione con le buone forze teosofiche, dobbiamo fare presente che con il battesimo nel Giordano è avvenuto qualcosa di importante, che i tre corpi del fanciullo Gesù del Vangelo di Luca sono stati permeati dall’entità macrocosmica del Cristo – la quale è vissuta per tre anni sulla Terra – e hanno attraversato il mistero del Golgota con l’entità del Cristo.

 

• Lo sviluppo del Cristo Gesù durante i tre anni fu naturalmente diverso da quello di altri uomini. Come fu questo sviluppo, come possiamo comprendere la resurrezione, se con i princìpi della scienza dello spirito ne esaminiamo l’importanza?

Gesù di Nazareth stava presso il Giordano. Il suo io si allontanò dal corpo fisico, dal corpo eterico o vitale e dal corpo astrale, e l’entità macrocosmica del Cristo scese, prese possesso di questi tre corpi e visse poi fino al 3 aprile dell’anno 33, come abbiamo potuto osservare.

 

Ma fin dal battesimo questa vita nel corpo di Gesù di Nazareth fu diversa, fu un lento processo di morte.

Ad ogni nuovo periodo di questi tre anni di vita moriva, per così dire, qualcosa degli involucri del Gesù di Nazareth.

Questi involucri deperirono, e dopo tre anni

tutto il corpo di Gesù di Nazareth era qualcosa che stava già al limite per divenire cadavere

ed era tenuto insieme soltanto dalla potenza dell’entità macroscopica del Cristo.

 

Non dobbiamo immaginarci che questo corpo, nel quale dimorava il Cristo

– all’incirca un anno e mezzo dopo il battesimo nel Giordano –

fosse come un corpo qualunque: esso era invece costituito in modo che

un’anima umana comune si sarebbe sentita immediatamente abbandonata da lui;

solo la potente entità macrocosmica del Cristo riusciva a tenerlo unito.

Era un continuo lento perire, per la durata di tre anni.

Quando il corpo arrivò al limite della disintegrazione, si verificò il mistero del Golgota.

 

Era necessario soltanto che quegli uomini, di cui ci viene raccontato, si avvicinassero a quel corpo con i loro portentosi aromi, come vengono chiamati, creando una combinazione chimica tra quelle sostanze particolari e il corpo di Gesù di Nazareth, nel quale l’entità macrocosmica Cristo aveva vissuto per tre anni, e lo calassero poi nel sepolcro. Non ci volle molto perché quel corpo si polverizzasse nel sepolcro, mentre lo spirito del Cristo si rivestì di un corpo eterico, addensatosi – così si può dire – fino alla visibilità fisica.

 

Il Cristo risorto era rivestito di un corpo eterico, intensificatosi tanto da diventare visibile fisicamente:

così egli si aggirava e appariva a coloro ai quali poteva mostrarsi.

Non era visibile a tutti, poiché di fatto era soltanto un corpo eterico addensato,

il corpo che Cristo portava dopo la resurrezione.

Quello che era stato deposto nel sepolcro invece si polverizzò.

 

Secondo le ricerche occulte più recenti, avvenne in effetti un terremoto. Avendo rilevato in base alle ricerche occulte che si era verificato un terremoto, fu per me sbalorditivo trovare nel Vangelo di Matteo un accenno a questo.

La crosta terrestre si spaccò, la polvere del cadavere venne accolta dalla Terra e si congiunse con tutta la sua sostanza. A causa delle scosse di terremoto le bende del sudario vennero scompigliate, così come si trova descritto nel Vangelo di Giovanni. Il Vangelo di Giovanni lo descrive in modo meraviglioso.

Così dobbiamo intendere sotto l’aspetto occulto la resurrezione senza essere in contraddizione con i Vangeli.

 

Più volte feci notare che Maria di Magdala non riconobbe il Cristo quando lo incontrò. Dove può succedere che una persona non riesca a riconoscere qualcuno, visto appena qualche giorno prima – soprattutto se questa persona è una personalità così importante come era il Cristo Gesù? Quando ci viene raccontato che Maria di Magdala non lo riconobbe, doveva esserle apparso con sembianze diverse.

Lo riconosce soltanto quando lo sente parlare. Solo allora lo nota. Tutti i particolari dei Vangeli sono del tutto comprensibili sotto l’aspetto occulto.

 

Qualcuno potrebbe obiettare che Tommaso fu invitato dal Risorto

– che apparve ai discepoli – a toccare con le mani le sue piaghe,

e che quindi si dovrebbe supporre che queste vi fossero ancora,

che Cristo cioè fosse apparso ai discepoli con lo stesso corpo che si era dissolto in polvere.

No, non è così!

 

Pensiamo a qualcuno che abbia una piaga:

in quel punto il corpo eterico si contrae in modo particolare, acquista una specie di cicatrice.

Nel corpo eterico particolarmente contratto,

dal quale sono presi i componenti per il nuovo corpo eterico di cui si rivestì l’entità Cristo,

erano divenute visibili quelle piaghe, vi erano dei punti particolarmente densi;

quindi anche Tommaso poteva percepire la presenza di questa realtà.

 

Proprio questo punto è, in senso occulto, meraviglioso.

Esso non contraddice il fatto che si tratta di un corpo eterico

addensato dalla forza del Cristo fino a diventare visibile,

e che successivamente si potè verificare la scena di Emmaus.

Come la troviamo descritta nel Vangelo, non ha luogo una comune assimilazione di cibo,

ma una sua immediata dissoluzione da parte del corpo eterico

mediante le forze del Cristo, senza la collaborazione del corpo fisico.

 

Tutte queste cose si possono comprendere oggi con i princìpi occulti basati sulla scienza dello spirito. In certo qual modo si possono comprendere i Vangeli letteralmente, a prescindere dai punti tramandati in una cattiva traduzione. Tutti i particolari trovano una spiegazione meravigliosa, e quando si comprendono queste cose e s’incontra una contraddizione, si può dire soltanto: sono ancora troppo ignorante per capirla! Non ci si sente così intelligenti come i teologi moderni, i quali asseriscono: “Per noi la resurrezione non è concepibile così come viene descritta nei Vangeli!” Ma noi possiamo invece concepirla proprio così, se comprendiamo le cose fino in fondo.

 

Come agisce sul raziocinio umano quanto è stato finora esposto? Agisce in modo che la gente dice: “Se devo credere alla resurrezione, devo cancellare quanto finora mi sono conquistato con la mia ragione. Questo non mi è possibile. Perciò la resurrezione è da escludere!”

La ragione che parla in questo modo è quella permeata lucifericamente, impossibilitata a comprendere queste cose. Essa rifiuterà sempre più i grandiosi discorsi e i semplici fatti avvenuti una volta attorno al mistero del Golgota.

 

Ma la scienza dello spirito avrà il compito di comprendere queste cose fin nei particolari.

Non rifiuterà ciò che come quinto, sesto e settimo principio può superare il quarto principio macrocosmico;

ma nel quarto principio macrocosmico

essa vedrà ugualmente il massimo impulso dato all’evoluzione della Terra.

 

Da quanto è stato detto, si può rivelare che non è tanto semplice comprendere l’evoluzione del Cristo entro la Terra, poiché in certo modo è giustificata l’obiezione secondo cui spiriti particolari, spiriti luciferici, conducono a princìpi più elevati, benché solo microcosmici.

 

Nel passato lo espressi in questo modo: il Cristo è come un punto centrale,

• dove l’essere agisce tramite la propria azione, • dove l’essere agisce attraverso ciò che è realmente.

Attorno al Cristo stanno seduti i dodici bodhisattva del mondo, irradiati da quanto il Cristo emana,

i quali innalzano a più alti princìpi quanto ricevono, nel senso di una elaborazione della saggezza.

Ma anche i princìpi più elevati, in quanto si sviluppano sulla Terra, sono irradiati dal quarto principio.

 

 A tal proposito s’incorre in molti errori riguardo l’unicità del Cristo, se non si ha ben chiaro che si tratta bensì del quarto principio del Cristo, ma del quarto principio macrocosmico e che, pur essendovi la possibilità che si sviluppino princìpi più elevati, questi sono soltanto princìpi microcosmici di entità non pienamente evolutesi sull’antica Luna, di esseri che per la loro natura sono superiori all’uomo essendosi evoluti già durante l’evoluzione lunare, dove hanno sviluppato quanto l’uomo deve ancora sviluppare sulla Terra.

 

Se vogliamo comprendere la giusta posizione del principio cristico entro l’evoluzione della nostra Terra, dobbiamo guardare a quanto è stato ora esposto, per renderci conto del perché in futuro l’anticristo sarà ritenuto sotto molti aspetti più elevato del Cristo stesso.

Forse si riterrà l’anticristo più intelligente, più geniale del Cristo. Avrà dei seguaci in numero imponente.

 

Chi segue la scienza dello spirito deve però prepararsi a non farsi ingannare da quanto è stato ora caratterizzato. Sarà necessario soprattutto stare ben saldi sui buoni princìpi della scienza dello spirito, per non farsi trarre in inganno in questo campo.

 

Tratto caratteristico dell’esoterismo sviluppatosi nell’Occidente a partire dal XII secolo, del quale è stato riferito più volte, è soprattutto il compito di elaborare chiaramente quanto deve essere detto a questo riguardo sulla natura del Cristo. Chi si basa saldamente su questo esoterismo, dovrà riconoscere con chiarezza sempre maggiore quale posizione centrale occupi il Cristo nell’evoluzione della Terra.

 

In contrasto con tutte le cosiddette reincarnazioni del Cristo sulla nostra Terra, si giungerà a far valere molto semplicemente questo: come il giogo della bilancia deve essere sostenuto in un solo punto, e non in due o più punti, così l’evoluzione della Terra deve avere un solo impulso fondamentale.

 

Chi sostiene che il Cristo si reincarni più volte, commette lo stesso errore di uno che voglia fare funzionare meglio il giogo di una bilancia dandogli due punti di appoggio. Se questo avviene, non è più un giogo. Così, qualcuno che attraversasse parecchie incarnazioni sulla Terra non sarebbe più il Cristo. Questo verrà fatto valere da ogni occultista istruito riguardo alla natura del Cristo. Con un semplice paragone verrà fatta notare l’unicità della natura del Cristo. Qui il Vangelo e la scienza dello spirito concordano perfettamente.