La quinta anima di gruppo e il “Figlio dell’uomo”

O.O. 104 – L’Apocalisse – 18.06.1908


 

Nell’uomo abituale, durante il sonno notturno, non vi è nessuna esperienza dentro il corpo astrale.

Ma pensate, invece, di aver esercitato i sette gradi dell’iniziazione giovannita, questa importantissima tappa dell’iniziazione cristiana. Allora a voi apparirebbe soltanto quello che abbiamo descritto sin qui, ma oltre al fatto che per il contatto del corpo astrale col corpo eterico potete sviluppare forza di chiaroveggenza, apparirebbe ancora dell’altro.

 

L’uomo diventa cosciente delle proprietà animiche, delle caratteristiche animiche umane del mondo astrale e del mondo devacianico, dai quali veramente, riguardo alla sua anima, egli è nato. E sopravviene a questa immagine un simbolo ancora più alto che sembra riempire tutto il mondo.

A questo simbolo dell’antica iniziazione si aggiunge, per colui che percorre i gradini dell’iniziazione giovannita, qualche cosa che è rappresentato nel migliore modo possibile nel primo dei suggelli.

 

Come in una visione chiaroveggente egli vede il re-sacerdote con la cintura d’oro, coi piedi che sembrano fatti di metallo incandescente, il capo coperto di capelli bianchi come bianca lana; dalla bocca gli esce una spada di fuoco fiammeggiante e nella mano ha le sette stelle cosmiche: Saturno, Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove e Venere.

 

 

Alla figura che sta al centro del secondo suggello,

nell’antica iniziazione veniva accennato come alla quinta anima-gruppo.

 

 

Essa è ciò che nell’umanità degli antichi tempi era soltanto allo stato di germe

e che solo con l’iniziazione cristiana si sviluppò verso quello che viene indicato come « Figlio dell’uomo »

e che, quando appare all’uomo interamente nella sua vera figura, regge le sette stelle.

 

Questa rappresentazione, a tutta prima simbolica, deve chiarirci soprattutto che ciò che nell’uomo attuale appare come separazione dei diversi corpi (corpi fisico ed eterico da un lato, corpo astrale ed io dall’altro), può esser trattato così che ambedue possano, per così dire, portare il loro tributo all’iniziazione, dapprima attraverso quella forma d’iniziazione conseguente al contatto del corpo astrale col corpo eterico, in cui risplendono le quattro anime-gruppo, poi col trattare il corpo astrale in modo che esso divenga particolarmente chiaroveggente.

 

Prima vi era una speciale veggenza che nel mondo soprasensibile arrivava tutt’al più ad una specie di esperienza vegetale. Con l’iniziazione cristiana è stato dato ciò che significa un più alto grado di iniziazione nel corpo astrale e che è simbolicamente indicato nella seconda immagine.

 

Qui dunque sono descritte, traendole dal principio stesso di iniziazione, le due cose che sono dette subito all’inizio dell’Apocalisse. Soltanto che lo scrittore dell’Apocalisse le ha presentate in ordine inverso, e con ragione.

Egli prima ha descritto l’aspetto del « Figlio dell’uomo », il volto di Colui che è, che era, e che sarà, e, dopo, l’altra immagine.

Ambedue le immagini sono simboli di ciò che sperimenta l’iniziato durante l’iniziazione.