La resurrezione

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 01.07.1909


 

«Se il Cristo non è risorto, allora è vana la nostra predicazione, ed è vana la nostra fede».

Paolo lega il cristianesimo alla resurrezione del Cristo.

 

Per così dire, oggi soltanto si ricomincia a riflettere un poco su queste cose, là dove non se ne parla dal punto di vista di una discussione teologica, ma dove se ne fa una questione vitale per il cristianesimo.

 

In ultima analisi, il grande filosofo Soloviev si colloca completamente dal punto di vista di Paolo, quando sottolinea:

• «Nel cristianesimo tutto dipende dall’idea della resurrezione,

e un cristianesimo nell’avvenire non sarà possibile,

se non verrà creduta e compresa l’idea della resurrezione.»

 

Ed a suo modo ripete le parole di Paolo:

«Se il Cristo non è risorto, è vana la nostra predicazione, ed è vana la nostra fede».

In tal caso l’impulso del Cristo è impossibile.

Non vi sarebbe un cristianesimo senza il Cristo vivente, risorto.

 

È caratteristico, e occorre perciò notarlo, che delle singole personalità, dotate di profonda penetrazione, siano arrivate per mezzo soltanto della loro filosofia, e senza alcun occultismo, a riconoscere la verità di questo detto di Paolo.

 

Se ci si occupa un poco di questi pensatori, ci si accorge che già cominciano ad esservi persone, ai nostri tempi, che si formano un’idea di quella che dovrà essere la futura convinzione degli uomini, la loro concezione del mondo, di quello che appunto dovrà essere portato dalla scienza dello spirito. Ma tutti quelli che ne sono privi non possono arrivare ad altro che ad una forma vuota di pensiero.

 

Così è anche per il profondo pensatore Soloviev. I suoi sistemi filosofici sono come forme vuote di pensiero; occorre versarvi quello che essi richiedono e a cui forniscono già la forma che ancora non hanno, quello che potrà venir loro dato soltanto dalla corrente antroposofica. Essa verserà in quelle forme l’acqua vivente, le comunicazioni sui fatti del mondo spirituale, la scienza occulta.

 

Ecco quello che la concezione spirituale del mondo porterà ai migliori pensatori che già oggi dimostrano di averne bisogno e la cui tragedia sta appunto nel fatto di non essere riusciti ad averla. Per questi pensatori possiamo proprio adoperare le parole: essi erano assetati di antroposofia, ma non sono stati capaci di trovarla.

 

Per mezzo del movimento antroposofico dovrà riversarsi nelle forme da essi preparate ciò che può dare delle idee chiare, precise e vere su avvenimenti come quello dell’evento del Cristo e del mistero del Golgota. Su questi avvenimenti ci può istruire soltanto l’antroposofia o l’indagine spirituale, con le sue rivelazioni sui regni dei mondi spirituali.

 

Effettivamente il mistero del Golgota può venir compreso ai tempi nostri

soltanto per mezzo dell’antroposofia, della indagine spirituale.