La saggezza che governa il mondo ha permesso che l’uomo diventasse cattivo

O.O. 107 – Antropologia Scientifico-Spirituale Vol. II – 26.01.1909


 

Il senso generale del pellegrinaggio terreno dell’uomo

è che la forza fondamentale dell’anima umana, che trascorre di reincarnazione in reincarnazione,

è diretta in ogni momento al progresso, tende sempre a un’evoluzione verso l’alto.

 

E il procedere dell’evoluzione è legato al fatto che l’uomo

torna incessantemente, per così dire, a porre ostacoli sul proprio cammino.

 

Se agisse unicamente la forza fondamentale dell’anima – poiché, in ogni caso,

è questa forza fondamentale che deve condurre l’anima a spiritualizzarsi di nuovo -,

all’uomo basterebbe un tempo brevissimo di esistenza sulla Terra.

 

Ma tutta quanta l’evoluzione terrestre avrebbe allora un corso totalmente diverso,

e il senso stesso di questa evoluzione non sarebbe mai adempiuto.

 

Non bisogna pensare che se l’uomo non ponesse ostacoli sul proprio cammino sarebbe meglio per lui.

Solo cospargendo il suo cammino di impedimenti e di ostacoli, infatti, egli si rafforza, fa esperienze.

Solo in quanto levi nuovamente di mezzo quegli ostacoli che egli stesso si è posti davanti,

solo in quanto torni a superarli, l’uomo potrà diventare, al termine dell’evoluzione terrestre,

quell’essere forte che deve diventare.

 

Che sia l’uomo stesso a crearsi delle difficoltà è insito nel senso stesso dell’evoluzione terrestre.

Se non dovesse dotarsi della forza necessaria a rimuovere di volta in volta gli ostacoli,

non avrebbe neppure la forza che gli serve per evolversi.

 

E ciò significa che il mondo, in generale,

rimarrebbe privo di questa forza, sviluppata dall’uomo nel modo che si è detto.

 

Dobbiamo prescindere totalmente

da ciò che questi ostacoli e questi impedimenti possono avere di buono o di cattivo.

Dobbiamo solo tenere presente che, nel contesto dell’evoluzione terrestre dell’uomo,

la saggezza universale ha inteso fin dal principio offrire all’uomo

la possibilità di porre ostacoli sul proprio cammino, perché tornasse poi a rimuoverli

e potesse avere quindi la grande forza che gli serve in vista del lontano avvenire del mondo.

 

Si potrebbe addirittura dire questo:

la saggezza che governa il mondo ha permesso che l’uomo diventasse cattivo,

gli ha dato la possibilità di fare il male, di arrecare danno,

affinché poi, riparando al danno, superando il male, egli divenisse, nel corso dell’evoluzione karmica,

un essere più forte di quanto lo sarebbe mai divenuto se avesse raggiunto quasi automaticamente la sua meta.

 

Proprio in questo bisogna vedere il significato di ostacoli e impedimenti, e la loro ragion d’essere.