La scuola soprasensibile di Michele dal quindicesimo al diciottesimo secolo e la contro-scuola arimanica

O.O. 240 – Nessi karmici Vol. VI – 20.06.1924


 

Sommario: L’evoluzione delle entità spirituali legate all’uomo. L’epoca di Michele. Intellettualità cosmica e pensiero individuale. L’intelligenza discesa dal Sole. Arabismo e scienza. Harun al Rascid e Bacone. La scuola di Chartres e la Scolastica. La preparazione nel mondo spirituale per la spiritualizzazione dell’intelligenza discesa sulla Terra. L’opposizione delle potenze arimaniche.

 

Da quanto ho detto ieri sulla signoria di Michele nel contesto spirituale cosmico, si sarà visto che Michele ricopre una speciale posizione tra le entità spirituali che, secondo la denominazione in uso già anticamente nelle comunità cristiane, vanno chiamate Arcangeli. Deve anzi esserci apparso significativo proprio per quanto ci occupa in questi giorni che Michele, nei secoli prima della fondazione del cristianesimo, ancora dalla regione solare mandasse in Terra i suoi impulsi cosmopolitici, se così mi posso esprimere. In seguito tali impulsi andarono perduti, e l’intelligenza cosmica sfuggì in certo modo a Michele, arrivando nell’ottavo secolo dopo Cristo nella regione terrestre.

 

Così troviamo poi nell’evoluzione terrena uomini che avevano un pensiero proprio, che poi tale pensiero venne coltivato affinché fosse conquistato per un’ulteriore signoria di Michele, come ho detto ieri; troviamo come cooperarono concordemente i saggi della scuola di Chartres con coloro che derivavano dall’antica signoria di Michele ed erano perciò predestinati a continuare a coltivare l’intelligenza, una volta cosmica e ora terrena, finché nel secolo diciannovesimo non vi fu la possibilità che nel mondo spirituale si preparasse, mediante il culto immaginativo che ho descritto, ciò che si era così voluto col movimento antroposofico.

 

A partire dall’ultimo terzo del secolo scorso, e specialmente nel nostro tempo, siamo all’inizio della nuova signoria di Michele durante la quale si preparerà l’evento che si realizzerà ancora in questo secolo, cioè che un gran numero di persone — appunto quelle che giungono a una reale comprensione dell’antroposofia — prima della fine del secolo abbrevieranno il periodo tra morte e rinascita e si riuniranno in Terra sotto la guida dei due gruppi di personalità, i maestri di Chartres e quelli che erano rimasti direttamente legati alla signoria di Michele per dare sotto la loro guida l’ultimo impulso santificato, se così posso esprimermi, allo sviluppo ulteriore della vita spirituale sulla Terra.

 

L’antroposofia potrà acquisire un reale significato per coloro che vogliono parteciparvi solo se diverranno coscienti, con un certo santo fervore interiore, di poter essere nella condizione che è stata caratterizzata ieri. Ciò darà entusiasmo interiore e anche forza, e farà sapere che si deve mirare sempre di più a divenire i continuatori di quanto viveva un tempo negli antichi misteri.

 

Una tale coscienza deve essere approfondita in tutti i suoi aspetti e può esserlo poiché, nel senso di quanto è stato detto ieri, guardiamo a ritroso all’epoca nella quale Michele era riunito con un certo numero di entità sopraterrene nella sfera spirituale del Sole e dalla quale inviò sulla Terra i segni che da un lato animarono le gesta di Alessandro, e dall’altro lato la filosofia aristotelica, segni che per così dire produssero sulla Terra l’ultima fase di intelligenza spirituale ispirata.

 

Insieme poi alle anime umane che per suo incarico compirono quelle cose sulla Terra, Michele con le sue schiere spirituali e con le schiere di anime umane che attorniavano le anime di guida, osservò dal Sole il mistero del Golgota. Ci si può compenetrare di qualcosa che agisce nell’anima immaginando il momento in cui Michele, con un gran numero di Angeli, Arcangeli e anime umane vide il Cristo andarsene dal Sole per entrare nell’involucro corporeo di un uomo e con quanto è possibile sperimentare in un corpo umano sulla Terra, unirsi all’ulteriore evoluzione dell’umanità sulla Terra.

 

Fu questo nello stesso tempo il segnale per Michele che l’intelligenza celeste, fino allora da lui custodita, doveva ora fluire sulla Terra quasi come una sacra pioggia e allontanarsi a poco a poco dal Sole; e nell’ottavo secolo dopo Cristo coloro che stavano intorno a Michele, videro che la sostanzialità che fino allora Michele aveva custodita era ormai sulla Terra.

In pieno accordo con la signoria di Michele accadde dunque tutto quanto entrava nel mondo ad opera dei maestri di Chartres e anche dei prescelti a questo scopo nell’ordine dei domenicani: così, detto in breve, si produsse l’evoluzione dell’umanità inaugurata all’inizio del secolo quindicesimo con l’evoluzione dell’anima cosciente nella quale siamo tuttora.

 

Circa nel primo terzo del periodo precedente, cioè nel primo terzo dell’evoluzione dell’anima razionale o affettiva, si ebbe la diffusione dell’intelligenza sopraterrena in Asia, in Africa e in una parte dell’Europa grazie all’alessandrinismo. Ora però comincia un’epoca speciale, un’epoca che ci presenta Michele, il più eminente Arcangelo del Sole, nel Sole stesso, consapevole che la sua gestione dell’intelligenza cosmica si è allontanata dal Sole; consapevole anche di come fossero preordinate le cose per condurre avanti lo sviluppo dell’intelligenza sulla Terra. Questa epoca iniziò circa nel sedicesimo, diciassettesimo secolo dopo Cristo, quando Michele era per così dire libero dalle sue precedenti incombenze nel cosmo. Era Gabriele che amministrava gli sviluppi terreni, nel modo che ho descritto ieri.

 

Michele è adesso in una speciale situazione. Quando un Arcangelo non è il principe reggente degli eventi terrestri, fa tuttavia scorrere i suoi impulsi in quel che fanno gli altri Arcangeli. Infatti gli impulsi delle sette successive signorie arcangeliche fluiscono di continuo, e una è però sempre quella che prevale. Perciò quando ad esempio Gabriele fu in epoche precedenti la guida dell’evoluzione dell’umanità, fluivano da lui nell’evoluzione terrestre in modo preminente i suoi impulsi; tuttavia anche gli altri Arcangeli collaboravano. Ma mentre Gabriele esercitava la sua signoria, Michele si trovò nella particolare situazione di non poter intervenire dal Sole direttamente negli eventi terrestri.

 

Per un Arcangelo guida è una situazione particolare vedere che la sua attività, esercitata a lungo, è per così dire cessata. Avvenne così che Michele disse ai suoi: è necessario che per il tempo in cui non possiamo mandare impulsi sulla Terra, tempo che terminerà circa nel 1879, noi cerchiamo un compito particolare nella regione del Sole.

Per le anime che sono state portate dal loro karma nel movimento antroposofico, doveva esservi la possibilità di seguire nella regione del Sole l’attività di Michele e dei suoi nell’epoca in cui in Terra durava la signoria di Gabriele.

 

Questo faceva eccezione rispetto al solito, regolare e comune agire tra esseri spirituali e uomini. Le anime legate a Michele, le anime umane di guida nell’epoca alessandrina, quelle della grande èra domenicana, quelle che con minori responsabilità si erano schierate con loro e un gran numero di uomini in via di evoluzione, associati a spiriti guida, si sentirono come strappati dai tradizionali legami con il mondo spirituale. Allora venne sperimentato nel soprasensibile, dalle anime umane predestinate a divenire antroposofe, qualcosa che non era mai stato sperimentato in regioni sopraterrestri da anime umane tra morte e nuova nascita.

 

Prima si era appunto sperimentato che nel tempo tra morte e rinascita si elaborava dalle anime umane, in unione con entità spirituali, il karma per la futura esistenza terrena. Ma non fu mai prima elaborato alcun karma come ora quello di coloro che per le ragioni indicate erano predestinati a divenire antroposofi. Mai prima si era lavorato nella regione solare, tra morte e nuova nascita, come ora poteva esser fatto da parte della signoria di Michele, liberatasi dagli eventi terreni.

 

Vi fu allora un evento nelle regioni soprasensibili che oggi, seppure inconscio, dormiente, sognante, giace nel più profondo del cuore della maggior parte degli antroposofi. E l’antroposofo agisce rettamente se, facendo appello al suo cuore, si dice: in me vi è un segreto forse oggi inconsapevole, un riflesso delle azioni di Michele nelle regioni sopraterrene quando io, nel sedicesimo, diciassettesimo, diciottesimo secolo, prima della mia attuale discesa nella regione terrestre, lavoravo sotto la direzione di Michele il quale poteva elaborare qualcosa di speciale poiché si era liberato, per così dire, dai suoi compiti correnti.

 

Michele radunò dunque le sue schiere, radunò gli esseri soprasensibili a lui uniti, Angeli e Arcangeli, ma radunò anche le anime umane che erano venute in qualche relazione con lui. Si formò così una scuola soprasensibile di grande estensione.

Come all’inizio del tredicesimo secolo aveva avuto luogo una specie di concilio celeste tra i platonici e gli aristotelici che potevano collaborare, così si realizzò dal quindicesimo al diciottesimo secolo, sotto la diretta guida di Michele, una scuola soprasensibile per la quale l’ordinamento cosmico elesse come grande maestro Michele stesso.

Dunque quel culto soprasensibile, svoltosi in possenti immaginazioni nella prima metà del secolo diciannovesimo, di cui ho parlato, fu preceduto da una scuola soprasensibile per numerose anime umane, i cui risultati esse portano oggi inconsciamente nella loro interiorità. Il risultato di quella scuola appare solo poiché quelle anime sentono l’impulso verso l’antroposofia; e proprio quell’impulso è il risultato di quella scuola.

 

Si può dire che alla fine del secolo quindicesimo Michele radunò le sue schiere divine e umane nella regione del Sole e tenne loro un discorso, che risuonò per lungo tempo circa nei seguenti termini:

Da quando il genere umano popola la Terra in figura umana, vi furono sulla Terra misteri: misteri solari, misteri di Mercurio, di Venere, di Marte, di Giove, di Saturno. Gli dèi immisero nei misteri i loro segreti ai quali furono iniziati uomini idonei. Così sulla Terra si poteva sapere che cosa avviene su Saturno, Giove, Marte, e così via, e come quanto là avviene influisca sull’evoluzione dell’umanità sulla Terra.

Sempre vi furono iniziati che comunicavano con gli dèi nei misteri; in un’antica chiaroveggenza istintiva essi accoglievano gli impulsi che giungevano loro nei misteri.

Tutto ciò, così diceva Michele ai suoi, è scomparso dalla Terra; a parte alcune poche tradizioni non esiste più, gli impulsi non possono più fluire in Terra. Soltanto nella regione inferiore, in quella della procreazione, Gabriele ha ancora il potere di far agire nell’evoluzione dell’umanità gli influssi lunari.

 

Le antiche tradizioni sono più o meno scomparse dalla Terra, e con esse la possibilità di coltivare gli impulsi fluenti nell’inconscio e di conseguenza nelle diverse corporeità dell’uomo. Noi guardiamo ormai indietro a tutto quanto è stato apportato un tempo agli uomini nei misteri, quale dono del cielo, abbracciamo con lo sguardo quel meraviglioso quadro, risaliamo il corso del tempo: troviamo le sedi dei misteri, scorgiamo come la saggezza celeste vi fluisse iniziando uomini, come dalla nostra sede consacrata al Sole giungesse sugli uomini l’intelligenza cosmica, affinché i grandi maestri dell’umanità avessero idee, pensieri e concetti che erano spirituali, ma che erano stati ispirati in loro dalla nostra sede iniziatica solare.

Tutto ciò è scomparso: guardando indietro ad antiche epoche, lo vediamo scomparire a poco a poco dall’evoluzione della Terra, nell’epoca alessandrina e nei suoi effetti, e vediamo diffondersi gradualmente tra gli uomini l’intelligenza fattasi terrestre.

 

Ne consideriamo però la visione: scorgiamo i segreti che furono un tempo rivelati agli iniziati nei misteri. Portiamoli a coscienza! Portiamoli alla coscienza delle entità spirituali attorno a me che non compaiono mai in un corpo terrestre, ma vivono solo in maniera eterica. Portiamolo a coscienza anche delle anime che furono spesso sulla Terra in corpi terrestri, mentre adesso sono qui e fanno parte della comunità di Michele. Suscitiamo la grande dottrina iniziatica che un tempo scorreva al modo antico sulla Terra attraverso i misteri, e presentiamola alle anime di coloro che furono collegati con Michele in modo intelligente.

Venne allora ristudiata (se mi posso servire qui di un’espressione quasi banale) l’antica sapienza iniziatica.

 

Ne derivò una grande ed estesa scuola celeste nella quale venne insegnato da Michele quello che lui stesso non poteva più amministrare. Fu un evento immane, qualcosa che inquietava nel modo più profondo i demoni arimanici sulla Terra, proprio nei secoli dal quindicesimo fino al diciottesimo, che li metteva in terribile agitazione, tanto da provocare qualcosa di notevole, un contrasto polare tra le azioni celesti e le azioni terrestri di quel tempo.

Nel mondo spirituale vi era un’alta scuola che riassumeva in nuova maniera e soprasensibilmente l’antica sapienza iniziatica, che elevava nelle anime umane a ciò predestinate nella vita tra morte e nuova nascita, nella coscienza intelligente, nell’anima cosciente, quanto anteriormente, negli antichi tempi era stata proprietà sapiente degli uomini nell’anima razionale o affettiva, nell’anima senziente.

 

Come poteva esser detto con parola interiore, che per molti aspetti è al contempo severa, Michele spiegò ai suoi i nessi universali cosmici, i nessi antroposofici. Quelle anime ricevettero un insegnamento che svelava i segreti universali.

Sulla Terra agivano invece gli spiriti arimanici, ed è necessario a questo punto accennare in tutta franchezza a un vero segreto che di certo, visto esteriormente, per l’attuale civiltà si mostra alquanto fuori posto, che tuttavia è un segreto divino che gli antroposofi devono sapere, affinché verso la fine del nostro secolo la civiltà sia indirizzata in modo giusto, come ho già accennato.

 

Mentre in alto Michele istruiva le sue schiere, veniva fondata una specie di scuola arimanica sotterranea, subito sotto la superficie della Terra. Si può dire perciò che la scuola di Michele è nella sfera sopraterrestre, mentre direttamente nella regione sulla quale stiamo, poiché anche nella sfera sotterranea è attiva e operante la spiritualità, venne fondata la controscuola arimanica.

Poiché proprio in quel tempo non discendevano da Michele impulsi per ispirare dal cielo l’intelligenza, e quindi l’intelligenza sulla Terra era abbandonata a se stessa, tanto più si attivarono le schiere arimaniche per inviare dal basso i loro impulsi nell’evoluzione intelligente dell’umanità.

 

È un’imponente immagine che ci si presenta. Cerchiamo di vederla:

• la superficie terrestre, in alto Michele istruisce le sue schiere,

rivelando loro con possenti parole cosmiche l’antica sapienza iniziatica;

gli si oppone la scuola arimanica sotto la superficie terrestre.

Sulla Terra si sviluppa l’intelligenza caduta dal cielo;

Michele da solo insegna in cielo (nessuna corrente scende dall’alto);

le potenze arimaniche ne profittano per inviare i loro impulsi verso l’alto.

Vi furono tuttavia sempre sulla Terra anime incarnate che nei secoli indicati sentivano il lato inquietante della situazione. Chi conosce la storia spirituale, in particolare quella europea di quell’epoca, rintraccia ovunque il fatto notevole che qui o là vivono uomini, talvolta assai semplici, che avvertono quanto la situazione sia inquietante, come l’umanità sia stata abbandonata dalla signoria di Michele, mentre impulsi salgono dal basso con nebbie spirituali demoniache per appropriarsi dell’intelligenza.

 

È interessante quanto debbano essere strettamente legate agli uomini le rivelazioni della saggezza, affinché tutto si svolga per il meglio. Questa è appunto la verità segreta che qui va toccata. Chi infatti deve annunciare la saggezza di Michele sente in un certo senso di essere al suo giusto posto, se lotta per cercare l’espressione, la formulazione in parole della saggezza di Michele.

 

Si sente perfino al giusto posto, se di suo pugno mette per iscritto la saggezza di Michele;

così nella forma scritta, in quel che fa, scorre la spiritualità legata all’uomo.

 

Anche se ciò va sopportato, perché fa parte del nostro tempo, si avverte un sentimento inquietante quando la saggezza di Michele, che volentieri si scrive per farla conoscere alla gente, viene riprodotta in maniera meccanica e la si vede in libri stampati. Questo sentimento inquietante rispetto al libro stampato è certo presente in chi si trova inserito nella vita spirituale con tutto quanto ha da annunciare.

Alla fine della conferenza di ieri mi è stato chiesto da qualcuno se la lettera dell’alfabeto non sia l’ultima emanazione della vita spirituale; già Swedenborg vi aveva accennato.

Lo è! Lo è fin tanto che fluisce in modo continuo dallo spirito attraverso un uomo.

 

Diventa potenza spirituale arimanica quando vien fissata meccanicamente, in certo modo fissata dall’altra parte del mondo, quando si presenta agli occhi degli uomini come lettera stampata.

Singolare è infatti che la scuola arimanica, fondata quale controscuola a quella di Michele e attiva nei secoli dal quindicesimo al diciottesimo, portò in Europa l’arte della stampa, con tutte le conseguenze relative.

 

Dall’arte della stampa possono spuntare le potenze demoniache

che appunto tendono a combattere la signoria di Michele.

 

Quando si è antroposofi bisogna saper scorgere la realtà della vita nel suo vero significato. Va vista nell’arte della stampa una potenza spirituale, e precisamente quella che venne contrapposta a Michele da Arimane.

Ecco perché Michele continuava ad ammonire coloro che istruiva nella sua scuola: quando ridiscenderete in Terra, per eseguire quanto qui viene predisposto, radunate intorno a voi gli uomini e annunciate ciò che più importa da bocca a orecchio, e non pensate che sia importante operare nel mondo con la letteratura, solo mediante il libro stampato.

 

Per l’azione di Michele è dunque da preferire il modo intimo di operare da uomo a uomo.

• Se invece di agire soltanto mediante libri,

ci riuniamo e accogliamo da uomo a uomo i più importanti impulsi

(e così ha da essere, perché altrimenti Arimane otterrebbe un’enorme padronanza,

se non ci impossessassimo anche della sua arte)

e utilizziamo la stampa soltanto per avere un “aiuto mnemonico”,

avendo così ciò che offre lo spirito arimanico del tempo;

se ci comportiamo in modo da non eliminare il libro stampato,

ma da dargli il giusto rapporto con l’elemento essenzialmente umano,

inaugureremo allora quanto, dapprima imponderabilmente,

deve fluire come corrente micheliana attraverso la Società Antroposofica.

 

• Non sarebbe infatti giusto dire, sulla base di quanto ho testé esposto: aboliamo dunque i libri antroposofici!

• In tal caso consegneremmo l’arte della stampa proprio ai più grandi nemici della saggezza di Michele;

renderemmo impossibile la continuazione del nostro lavoro antroposofico

che deve prosperare proprio fino alla fine del secolo.

• Dobbiamo invece, in atteggiamento sacro verso quanto vive nella saggezza di Michele,

nobilitare l’arte della stampa!

 

• A che cosa tende Arimane di fronte a Michele, mediante l’arte della stampa?

• Egli cerca di conquistare l’intelligenza (lo si vede oggi spuntare dappertutto),

intervenendo ovunque gli siano favorevoli le circostanze.

• In che cosa consiste infatti l’azione più importante degli spiriti arimanici

nella loro lotta contro la futura epoca di Michele?

• Nel fatto che gli spiriti arimanici, quando le coscienze sono smorzate,

rendono gli uomini in certo modo “ossessi” da loro, e ne invadono le coscienze.

 

Così molti, i quali nel 1914 avevano la coscienza ottenebrata,

furono implicati nello scoppio della terribile guerra mondiale.

Le schiere di Arimane scatenarono la guerra mondiale attraverso gli uomini, nelle loro coscienze attutite.

 

Non si scopriranno mai le cause di quella guerra, attraverso i documenti degli archivi; si dovrà invece guardare nella storia e trovare che là c’era una personalità determinante, qua un’altra, e là ancora un’altra, tutte con la coscienza smorzata; ciò offrì ad Arimane l’opportunità di rendere quegli uomini ossessi di sé.

Se poi si vuol sapere quanto facilmente gli uomini possano al giorno d’oggi divenire ossessi di Arimane, basta solo pensare a quel che accadde quando gli Europei giunsero in America portando seco opere stampate, al tempo in cui nella parte orientale del Nordamerica vi erano ancora indiani. Quando essi videro quegli strani segni grafici, vi ravvisarono piccoli dèmoni. Per questo possedevano il giusto colpo d’occhio, e avevano una gran paura di quei piccoli dèmoni a, b, e così via che apparivano nei libri stampati. Invece in quei segni grafici, nelle loro più varie riproduzioni, l’uomo moderno trova un certo fascino che può essere superato solo dal giusto atteggiamento micheliano che sappia scorgere il lato umano nell’annunzio della saggezza.

Ma su questa via può succedere qualcosa di grave.

 

Vorrei dire che vi sono certi segreti della concezione del mondo,

penetrabili solo quando si è raggiunta un’età avanzata.

Le singole età della vita permettono a chi possieda la scienza iniziatica

di guardare ai singoli segreti dell’esistenza.

 

• Così tra i ventuno e i quarantadue anni si possono scorgere le condizioni solari, e non prima di allora.

• Tra i quarantadue e i quarantanove anni si possono investigare i segreti di Marte,

• e tra i quarantanove e i cinquantasei quelli di Giove.

• Volendo però vedere i segreti universali nel loro complesso, bisogna aver superato i sessantatre anni.

 

Di conseguenza non avrei potuto prima d’ora dire certe cose che ora dico apertamente, prima di trovarmi appunto in tale condizione. Se infatti si vuole penetrare nei segreti di Michele che operano appunto dalla regione del Sole, stando sulla Terra bisogna guardare nei segreti cosmici attraverso la sapienza di Saturno; occorre saper rintracciare nel mondo spirituale, per poterlo vivere, l’albore che proviene da Orifiele, il signore di Saturno, che al tempo del mistero del Golgota era l’Arcangelo guida, e che ritornerà ad esserlo quando sarà trascorsa l’epoca di Michele.

Si scoprono allora per il nostro tempo verità sconvolgenti, molto sconvolgenti!

 

Siccome infatti per opera della scuola di Arimane, contraria a quella di Michele, l’arte della stampa si è diffusa sulla Terra, vi si è diffusa in grande misura la professione dello scrittore. Chi prima poteva dirsi scrittore, quando ancora non si stampava? Era tale chi poteva diffondere i suoi scritti solo in cerchie ristrette, in cerchie che del resto vi erano preparate. Prima che si fosse diffusa l’arte della stampa, in quante mani giungeva infatti un libro?

 

Si può misurare quale fosse la situazione, pensando che già nell’antica civiltà cinese c’era stata una specie di surrogato dell’arte della stampa, giunta a un alto grado di perfezione. Vi era una sorta di arte della stampa, anche in un’epoca nella quale si aveva in alto una signoria di Michele e sotto una controsignoria arimanica. Ma ciò non portò a speciali risultati poiché Arimane non era allora ancora potente e non poteva tentare di contendere a Michele il dominio sull’intelligenza. Egli ritentò di farlo nell’epoca alessandrina, ma di nuovo senza risultati.

Ma ora l’arimanesimo ha la sua grande importanza nell’arte moderna della stampa.

 

Lo scrivere libri è per così dire divenuto popolare. È divenuta possibile una cosa meravigliosa, splendida e affascinante che d’altra parte deve essere accolta nel pieno equilibrio delle forze dell’anima, e quindi apprezzata nel suo giusto significato. Abbiamo i primi tentativi che sono così designati dalla sfera di Michele: Arimane ha esordito come scrittore!

Nelle cerchie di Michele si nota oggi un evento significativo: Arimane scrittore!

 

Non solo uomini sono invasati da lui, come ho detto a proposito dello scoppio della guerra, ma lo stesso Arimane, palesatosi sulla Terra attraverso anime umane, si è presentato come scrittore. Non c’è da stupirsi che sia un brillante scrittore, poiché Arimane è uno spirito grande, completo e potente; è però lo spirito che non opera per il progresso dell’umanità sulla Terra nel senso degli dèi buoni, ma contro di loro.

Nel suo campo è non solo una potenza assolutamente utile, ma benefica, poiché le entità che sono benefiche a un livello del divenire mondiale, sono dannosissime a un altro. Di conseguenza non occorre presupporre, nel caratterizzare le opere di Arimane, che esse siano in modo speciale da riprovare; si possono persino ammirare, quando ci si sia resi conto di che si tratta. Occorre comunque riconoscerne il carattere arimanico!

 

Michele insegna oggi a riconoscerlo, volendo dargli ascolto, perché l’insegnamento di Michele continua nei suoi effetti, oggi è ancora accessibile e ci insegna che Arimane ha già fatto i suoi primi tentativi come scrittore, tentativi sconvolgenti, tragici, che naturalmente si sono prodotti attraverso un uomo: L’anticristo di Nietzsche, Ecce homo, l’autobiografia di Nietzsche, e tutto quanto vi è nella Volontà di potenza, i più splendidi capitoli di letteratura moderna, con il loro contenuto spesso tanto diabolico! Li ha scritti Arimane, esercitando il suo dominio su quanto in Terra può essere sottoposto alla sua signoria mediante l’arte della stampa.

 

Arimane ha già esordito come scrittore, e continuerà in questa sua attività. Sarà necessario in futuro fare attenzione in Terra, affinché non tutto quanto vien offerto nel campo letterario venga accolto alla stessa stregua. Usciranno opere scritte da uomini, ma i singoli dovranno sapere che qualcuno si addestra a divenire nel prossimo futuro il più splendido scrittore: Arimane! Saranno mani umane a scrivere, ma lo scrittore sarà Arimane. Come un tempo gli antichi evangelisti furono ispirati, e misero per iscritto le opere delle entità soprasensibili che li ispiravano, così verranno scritte da uomini le opere di Arimane.

 

Due cose emergeranno nella futura storia evolutiva dell’umanità.

Si dovrà diffondere per quanto più possibile sulla Terra quel che una volta venne insegnato da Michele nelle scuole sopraterrene alle anime predestinate, impegnarsi con dedizione nella Società Antroposofica a queste conoscenze, e trasmetterle a coloro che verranno dopo nelle seguenti incarnazioni, fino alla fine del nostro secolo. Allora molti di coloro che apprendono oggi per la prima volta queste cose ritorneranno in Terra, e sarà presto.

 

Ma sulla Terra saranno nel frattempo apparsi molti scritti di Arimane.

Uno dei compiti degli antroposofi sarà coltivare fedelmente la saggezza di Michele, rimanere fedeli col coraggio del cuore alla saggezza micheliana, vedere il primo penetrare della spada spirituale di Michele nell’intelligenza terrena nel fatto che ora la spada di Michele è usata da cuori nei quali è entrata la sua saggezza, così che l’immagine di lui appaia in una nuova raffigurazione, entusiasmando i singoli antroposofi: Michele che è nei cuori degli uomini, e sotto i suoi piedi quella che sarà la professione arimanica dello scrittore.

 

Non sarà necessaria una pittura esteriore le cui immagini furono spesso fissate nell’epoca domenicana: in alto gli scolastici domenicani con i loro libri, in basso la sapienza pagana, rappresentata da Averroè, Avicenna e altri, calpestati dai piedi dei primi. Vi erano queste immagini ovunque si intendesse illustrare figurativamente la lotta al paganesimo per opera della Scolastica cristiana.

 

Si dovrà invece avere in spirito quest’altra immagine:

devozione di fronte a Michele che entra nel mondo per cogliere l’intelligenza terrena, e vigilanza,

per porsi al di sopra di essa, nei confronti dell’attività splendente e abbagliante di Arimane scrittore,

operante per tutto il secolo ventesimo.

 

Egli scriverà le sue opere nei campi più strani, ma ci saranno le sue opere, e con esse educherà i suoi discepoli. Vi sono nel nostro tempo già molte pubblicazioni che educano le anime nel subconscio affinché tornino presto a reincarnarsi e divengano così strumenti di Arimane scrittore. Egli scriverà in tutti i campi: di filosofia, di poesia, nel campo dell’epica e della drammatica; scriverà di medicina, di giurisprudenza, di sociologia! Di ogni argomento scriverà Arimane!

Questa sarà la situazione che l’umanità dovrà affrontare alla fine del secolo; chi oggi è ancora giovane vedrà molte esibizioni di Arimane come scrittore. Si dovrà esercitare vigilanza in tutti i campi e un sacro entusiasmo per la saggezza di Michele.

 

Se ci possiamo compenetrare con quel che ho detto, se possiamo porci in condizione di sentirci inseriti nella vita spirituale secondo questi accenni, ci collocheremo come veri antroposofi nell’attuale civiltà. Potremo così sempre più avvertire il nuovo corso che viene dal Convegno di Natale al Goetheanum, affinché in sostanza ora si consenta alla Società Antroposofica di vedere se stessa come in uno “specchio universale”, affinché anche il singolo, con il suo karma che lo porta nella Società Antroposofica, possa vedervisi rispecchiato.

Questo ho voluto raccomandare ai cuori degli amici con queste conferenze, perché è ai cuori che va di preferenza parlato. I cuori devono assistere Michele nella conquista dell’intelligenza caduta dal cielo sulla Terra.

 

Come l’antico serpente dovette venir calpestato da Michele,

così l’intelligenza divenuta serpente deve venir conquistata e spiritualizzata da Michele.

Ovunque essa si presenti come avversaria (non spiritualizzata, ma arimanizzata nello spirito)

va riconosciuta nella giusta maniera, con la vigilanza dello spirito antroposofico, educato dai principi di Michele.