La separazione della Luna

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 27.06.1909


 

Di quest’ultima abbiamo descritto la scissione del Sole e della Luna. Durante questo tempo ricomparvero tutti i germi dei regni precedenti: il regno animale, quello vegetale; in ultimo, quando la sostanza della Luna era ancora unita alla Terra, comparve anche quello minerale. Per il fatto appunto che il regno minerale si aggiunse come base solida, si verificò la solidificazione e l’inaridimento che rese la Terra deserta. Il regno minerale che oggi ci circonda non è infatti che quanto fu espulso dei mondi superiori.

 

Già in precedenza ho fatto rilevare che occorre considerare con riflessione ciò che viene riconosciuto dalla scienza odierna. Allora ci si potrà rappresentare come il regno minerale sia stato gradatamente espulso. Si rifletta come il carbon fossile, un vero prodotto minerale, venga estratto dalla terra. Che cosa era il carbon fossile in tempi antichissimi? Erano alberi, che crescevano sulla terra, piante che andarono distrutte e divennero ammassi di pietra, minerali. Il carbon fossile che oggi viene estratto era una volta una massa vegetale. Si tratta dunque di un prodotto che è stato eliminato; in origine, invece del carbon fossile vi erano degli esseri vegetali.

 

Così potete pensare che anche tutto il resto, che forma la base solida della nostra terra, sia stato eliminato dai regni superiori. Si pensi soltanto a certi prodotti minerali che ancora oggi sono scorie di animali, come i gusci delle lumache, le conchiglie e così via. Tutto ciò che è minerale prima non esisteva, venne eliminato soltanto nel corso del tempo. Appena sulla Terra è stato aggiunto il regno minerale; esso si formò per il fatto che sulla Terra vivevano ancora alcune entità che agivano come su Saturno. Il regno minerale venne formato principalmente dall’attività degli spiriti della personalità; su tutti i gradi superiori questi esseri spiegano la loro attività. Ma se l’evoluzione avesse continuato a svolgersi a quel modo, vi sarebbero state tante formazioni minerali, tanti indurimenti e solidificazioni, che la terra avrebbe finito per diventare un deserto.

 

Arriviamo ormai a un momento importante per la nostra evoluzione terrestre. Pensiamo che il sole già si è separato, che con le sostanze più fini sono uscite anche le entità che adesso sono entità spirituali sul sole. Guardiamo la terra, com’è inaridita, come il suo elemento minerale vada diventando sempre più denso, e come anche le figure su di essa, anche le figure umane, vadano diventando sempre più aride.

Già allora si verificò un certo cambiamento nelle condizioni di vita delle entità umane. Vorrei illustrare, per mezzo dell’evoluzione delle piante, ciò che si verificò allora anche per gli uomini.

 

Dal modesto seme spunta in primavera la pianta, si sviluppa fino alla fioritura e poi al frutto, e appassisce nuovamente in autunno. Ciò che rallegra la vista durante la primavera e l’estate, sparisce durante l’autunno, ed esteriormente, fisicamente, soltanto poco ne rimane visibile. Ma se pensassimo che durante l’inverno non esistesse più niente del vero essere della pianta, o se lo cercassimo soltanto nel seme fisico, non avremmo ben compreso la pianta.

 

Come è oggi, la pianta consiste di corpo fisico e corpo eterico; ma guardata chiaroveggentemente, essa è circondata dall’alto da un’entità astrale, come fosse da un’orlatura. Questa entità astrale è vivificata da una forza che fluisce sulla Terra dal Sole, dalla spiritualità del Sole. Per la coscienza chiaroveggente ogni fiore è circondato come da una nube. Tale nuvola respira la vita che viene scambiata fra Sole e Terra. Durante la primavera e l’estate, mentre le piante germogliano e sbocciano, qualcosa dell’entità solare si avvicina ed aleggia sulla superficie delle piante. Quando viene l’autunno, l’essere astrale si ritira, si riunisce alla vita solare.

 

Possiamo quindi dire che

• in primavera l’astralità delle piante cerca il suo corpo fisico vegetale sulla terra

e si incorpora, se non in esso; per lo meno a contatto con esso.

• In autunno ritorna sul Sole e lascia dietro a sé soltanto il germe.

Lascia il germe come fosse un pegno, per ritrovare nuovamente la via alla propria entità fisica.

 

In maniera analoga vi era una specie di scambio fra le entità umane fisiche e le entità solari, anche se il corpo degli uomini era ancora semplice e primitivo. Vi erano periodi in cui gli spiriti solari agivano verso il basso in modo da circondare i corpi umani con l’astralità, così come oggi l’astralità delle piante le circonda dalla primavera all’autunno. Per quei tempi possiamo dunque dire che sotto certi aspetti l’entità astrale dell’uomo era unita, in determinate epoche, con il corpo fisico sulla terra, e che poi si ritirava sul Sole, per ritornare nuovamente più tardi. In ciò che vi era di fisico rimaneva soltanto il germe.

 

Ma la terra si induriva sempre più. Avvenne inoltre un fatto di grande importanza che raccomando di ricordare particolarmente. Mentre prima, appena il Sole aveva lasciato la terra, era ancora possibile che le entità astrali si potessero riunire al corpo fisico quando ritornavano dopo la loro separazione, invece ora, sotto il crescente influsso della Luna, i corpi sulla terra, che le entità che discendevano desideravano occupare, si erano solidificati a tal punto da non poter essere più utilizzati.

 

Con questo è spiegato meglio ciò che ho descritto ieri in maniera più astratta. Avevo detto che le forze solari avevano perduto la possibilità di plasmare le sostanze della terra. Esprimendosi in modo più concreto, si può dire che le sostanze si inaridivano, e le entità non trovavano più dei corpi adatti.

 

Ciò determinò anche lo spopolamento della terra: le anime umane che volevano tornarvi si accorgevano alla fine che i corpi non erano più adatti per loro. Esse dovettero abbandonarli a loro stessi, e solo i corpi con le massime forze poterono superare questo periodo di aridità. Esso raggiunse la punta massima quando la Luna era ancora entro la terra, ma sul punto di uscirne.

 

Allora le anime, che volevano essere anime umane, non erano più capaci di occupare quei corpi. Solo pochi uomini abitavano allora sulla terra. Quel periodo di aridità è caratterizzato da una progressiva mortalità sulla terra.

 

Si descrive quello stato abbastanza esattamente dicendo:

quando la Luna uscì, esistevano ancora soltanto pochissimi uomini

i quali erano riusciti a far in modo che realmente si riunisse quaggiù

ciò che voleva riunirsi con le figure umane.

Ma devo descrivere meglio quelle condizioni.

 

Ritorniamo al momento in cui, finita l’evoluzione lunare, la Terra era risorta dal grembo cosmico. Essa non risorse uguale all’antico Saturno; ciò che si formò allora portava in sé tutti gli effetti di ciò che prima era avvenuto. Questo non riguardava soltanto la materia fisica, ma anche tutte le entità che allora avevano agito.

 

Il fatto che i troni si erano uniti a Saturno, significa che essi rimasero uniti all’intera evoluzione; ed essi risorsero nuovamente, quando la Terra si risollevò dalle tenebre del grembo cosmico. Così risorsero gli spiriti della personalità, gli spiriti del movimento e così via; risorsero anche i germi degli uomini, degli animali e delle piante che vi erano contenuti.

 

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Adesso voglio dire qualcosa che servirà a completare quanto ieri venne accennato,

e cioè il fatto che il Sole si separò dalla Terra ancora unita alla Luna,

e che poi la Luna a sua volta si separò dalla Terra.

Quanto dissi è esatto nelle sue linee generali, ma il quadro va completato.

 

• Prima che il Sole si potesse distaccare,

già era risultata la necessità per certe entità di separare per sé speciali campi d’azione.

• Ciò che esse distaccarono in tal modo sono oggi i pianeti esterni: Saturno, Giove e Marte.

 

Possiamo dunque dire che nella materia complessiva in cui stavano il Sole e la Luna erano pure contenuti Saturno, Giove e così via, e che alcune entità si distaccarono prima con quei corpi celesti. Erano entità che richiedevano appunto le condizioni di vita che potevano venir soddisfatte su quei pianeti.

 

• Poi il Sole si separò con tutte le entità più sublimi, lasciando indietro la Terra unita alla Luna.

• Quest’assieme di Terra e Luna seguitò a evolversi fin che si verificò la descritta espulsione della Luna.

 

Ma non tutti gli esseri usciti insieme al Sole furono capaci di partecipare all’evoluzione solare. Se è lecito parlare in immagini (è difficile trovare parole adatte nel linguaggio prosaico e perciò alle volte è necessario ricorrere ai paragoni) possiamo dire che quando il Sole si separò, determinate entità credettero di esser in grado di sopportare il viaggio del Sole. In realtà lo poterono sopportare soltanto le entità più alte; le altre dovettero più tardi separarsene.

 

E per il fatto che tali entità si crearono dei campi d’azione separati, nacquero Venere e Mercurio.

• Così vediamo la separazione di Saturno, Giove e Marte prima della scissione del Sole dalla Terra.

• Poi si separarono dal Sole Venere e Mercurio, e soltanto dopo la Luna si separò dalla Terra.

Così ci si presenta questa evoluzione, dal punto di vista dello spirito.

 

Possiamo comprendere l’evoluzione del nostro sistema solare,

riconoscendo che sui diversi corpi cosmici vi sono entità diverse.

Tenendo presente tutto questo nelle nostre anime, potremo dare adesso la risposta alla domanda:

che cosa avvenne delle entità astrali spirituali che volevano discendere come uomini

e trovarono quaggiù dei corpi induriti nei quali non potevano entrare?

 

• Non tutti poterono unirsi agli spiriti solari: non erano abbastanza progrediti per poterlo fare.

• Avvenne allora che le entità, le quali dovettero abbandonare i corpi sulla Terra,

si ritirarono per un certo tempo su Saturno, Giove e Marte.

• Mentre giù la Terra si inaridiva, mentre essa

produceva soltanto corpi incapaci di accogliere delle entità animiche umane,

ci si presenta il fatto che tali anime emigrano negli altri mondi planetari,

per aspettare il momento in cui potranno nuovamente trovare dei corpi umani adatti per loro.

 

• Solo pochissimi corpi umani, soltanto i più resistenti,

furono in grado di accogliere delle anime, per far sì che la vita superasse la crisi lunare.

• Le altre anime emigrarono verso gli altri corpi celesti.

• La Luna venne poi espulsa dalla Terra.

• Allora le forze solari poterono di nuovo esercitare la loro azione sulle figure umane.

 

La figura umana ricevette un nuovo impulso e diventò nuovamente morbida, flessibile e plastica;

in questi corpi umani, dalle forme plastiche,

poterono rientrare le anime che avevano atteso su Saturno, Giove, e così via.

• Mentre prima avevano dovuto abbandonare la Terra,

dopo l’espulsione della Luna esse tornarono a poco a poco,

popolando i corpi umani che risorgevano nuovamente, grazie all’azione rigeneratrice.

 

Dopo la scissione lunare abbiamo così un periodo in cui seguitano a venire sempre corpi nuovi. Superarono la crisi lunare soltanto pochissimi uomini. Gli uomini ebbero sempre dei discendenti. Ma le anime che scendevano non potevano servirsi di questi corpi, e li lasciavano atrofizzare. Il genere umano si estingueva gradatamente. Ma dopo avvenuta la rigenerazione, i discendenti degli uomini che avevano superato la crisi lunare furono nuovamente capaci di accogliere le anime provenienti da Saturno, Giove e Marte. La Terra tornò ad esser gradatamente popolata dalle anime.

 

  Ora potete comprendere quale avvenimento importante, profondamente decisivo, sia stata la separazione della Luna. In sostanza tutto venne modificato dall’uscita della Luna.

Consideriamo ancora una volta l’evoluzione prima della scissione lunare.

 

• Abbiamo dovuto indicare l’uomo come il primogenito della nostra creazione.

• Esso venne creato già durante il periodo di Saturno.

• Sul Sole si aggiunse il regno animale, sulla Luna il regno vegetale, e il regno minerale sopraggiunse sulla Terra.

• Ma dall’espulsione della Luna in poi la cosa si modifica.

 

Se la Luna non fosse uscita, tutto sarebbe morto sulla terra.

Prima gli uomini, poi gli animali, ultime le piante.

La Terra sarebbe stata come mummificata.

La Terra è stata salvata da quella fine a seguito dell’uscita della Luna.

Tutto si vivificò nuovamente, sperimentò una rigenerazione.

Ma come si attuò quella rinascita?

 

• Al regno più basso, quello minerale, occorreva poco per riaversi.

• Il regno vegetale era sì, in certo qual modo inaridito, ma potè anche riprendersi rapidamente.

• Anche il regno animale, sotto certi riguardi, potè gradatamente proseguire la propria evoluzione.

• Ultime a potersi far valere furono le figure umane

che dovevano accogliere le anime affluenti verso di loro dalle superiori regioni del cosmo.

Dopo la scissione lunare l’intera evoluzione si è dunque capovolta.

 

Mentre precedentemente era stato creato per primo il regno umano, poi quello animale, poi quello vegetale e in ultimo quello minerale, ora invece il regno minerale è il primo ad esser in grado di avvalersi delle forze rigeneratrici; poi viene il regno vegetale, e si evolve fino a forme superiori, dopo il regno animale, e solo per ultimo il regno umano può evolversi fino alle forme più elevate. Dopo la separazione della Luna tutto il senso dell’evoluzione si capovolge.

 

E le entità che poterono attendere più a lungo, prima di unire il loro spirito alla forma fisica,

sono quelle che, nel senso più elevato della parola,

sono salite in una sfera più spirituale dopo la separazione della Luna.

 

Quelle che sono giunte più presto al termine della loro evoluzione spirituale

rimasero indietro ad un gradino meno progredito.

Dopo la scissione lunare i ritardatari compaiono per primi,

e se ne potrà facilmente comprendere la ragione.

 

Osserviamo una qualsiasi anima umana, oppure un qualsiasi essere animico che non abbia voluto incarnarsi nel passato a causa dell’indurimento dei corpi. Esprimendo la domanda in un linguaggio umano, quell’essere avrebbe potuto domandarsi se doveva incarnarsi subito oppure attendere ancora.

 

Supponiamo che la Luna si sia staccata da poco tempo, e che tutto si trovi ancora in uno stato di forte solidificazione. Ma l’essere che vuole incarnarsi ha fretta, discende perciò malgrado le condizioni poco propizie, e si accontenta di un corpo non ancora molto evoluto. Per questo fatto esso deve però rimanere ad un gradino inferiore.

 

Un altro essere stima piuttosto di aspettare ancora e di rimanere nello spazio cosmico fino a che la terra non avrà ulteriormente alleggerito e raffinato la sua essenza fisica. Un tale essere aspetta dunque più a lungo, e perciò riesce a conformare fisicamente l’entità nella quale si incarna, a renderla fisicamente a propria immagine.

 

Tutti gli esseri che si incarnano troppo presto devono arrestarsi a gradini inferiori;

quelli che possono aspettare giungono ai gradini più elevati.

I nostri animali superiori si sono arrestati al gradino animale

perché non hanno potuto aspettare dopo il distacco della Luna.

Essi si sono accontentati dei corpi che hanno appunto potuto ottenere.

 

Quelli che discesero più tardi poterono formare corpi soltanto di razze umane inferiori,

quelle che si spensero o che erano sul punto di estinguersi.

Venne poi il momento adatto all’unione delle anime con i corpi,

e da allora venne creato ciò che era capace di evoluzione umana.

 

Vediamo dunque

• un inaridimento della terra fino alla scissione della Luna,

• poi un rifiorire delle condizioni terrestri in seguito a detta scissione,

• e da quel momento nuovamente una discesa

degli esseri che si erano allontanati dalla terra, perché non più adatta per loro.

 

Ma questo non si riferisce soltanto agli esseri che formano l’uomo superiore,

ma anche alle altre entità, che scesero per tutt’altre ragioni e non per formare uomini.

Anche qui occorre aspettare il momento propizio perché un tale essere possa entrare in un corpo sulla Terra.

 

Ritorniamo ora al periodo indiano.

Vi erano allora uomini ad un alto gradino di evoluzione.

Come le anime che scendevano da Marte, Saturno e Giove cercavano i loro corpi,

così entità superiori cercavano dei corpi più evoluti, per poter influire sull’interiorità dell’uomo.

Per esempio i grandi e santi maestri degli antichi indiani, i risci:

essi misero a disposizione una parte del loro essere; determinate entità superiori presero dimora in loro.

 

Ma altre entità superiori stabilirono di aspettare finché sulla terra non vi fossero stati altri esseri che avessero attraversato essi stessi un’evoluzione superiore; non volevano ancora discendere, ma volevano restare su, finché gli uomini non avessero meglio maturato la loro interiorità; allora sarebbero scesi, mentre adesso l’interiorità dell’uomo non era ancora preparata per loro.

 

Durante la civiltà persiana alcune entità superiori si dissero che ora potevano discendere nell’interiorità umana, grazie all’evoluzione da essa conseguita.

Così accadde pure durante il periodo egizio.

Ma la suprema entità solare continuava ad aspettare.

 

Dal di fuori irradiava in giù le sue forze sui santi risci. I santi risci alzavano lo sguardo verso Colui che chiamavano Vishva Karman, e del quale dicevano: « Vishva Karman è al di fuori dalla nostra sfera ». Egli aspettava, dicendosi che l’interiorità umana non era ancora abbastanza progredita per potervi trovar posto.

 

Venne poi la civiltà persiana: Zarathustra alzava lo sguardo al Sole e vi scorgeva Altura Mazda.

Ma quell’entità elevata ancora non scendeva sulla sfera terrestre.

Quindi venne la civiltà egizia e la civiltà del popolo che aveva atteso più lungamente.

 

• E venne l’uomo che aveva atteso più a lungo di tutti,

e che aveva preparato la sua interiorità attraverso molte incarnazioni.

• Allora l’Essere solare guardò in basso,

vide l’interiorità dell’uomo che viveva nel corpo di Gesù di Nazareth e che aveva preparato la propria interiorità.

• Il supremo Essere solare guardò in giù e si disse

che come nel passato le entità inferiori erano discese per costruire dei corpi,

così ora Egli sarebbe disceso per occupare l’interiorità dell’uomo che aveva atteso più a lungo.

 

Certamente anche nel passato entità superiori si erano unite agli uomini; ma chi aveva atteso più a lungo accolse il Cristo in sé; al momento del battesimo nel Giordano egli era tanto progredito che lo Spirito, che fino allora si era trattenuto nelle sfere dello spazio cosmico, potè discendere e unirsi alla sua interiorità. Dal battesimo di Giovanni in poi, il Cristo fu nel corpo di Gesù di Nazareth perché l’individualità di questi, attraverso molte incarnazioni, aveva ottenuto la maturità di accogliere quello Spirito altissimo nel suo corpo spiritualizzato.

 

Lo Spirito-Cristo è sempre esistito, ma dopo la scissione della Luna era necessario che tutte le entità maturassero.

Per primi riapparvero a poco a poco gli esseri inferiori

la cui parte spirituale aveva potuto aspettare meno a lungo; e poi entità sempre più elevate.

• Quando l’uomo potè sviluppare sempre maggiormente la propria interiorità,

e quando giunse il tempo in cui Gesù di Nazareth fu abbastanza progredito da accogliere in sé il Cristo,

allora chi aveva la capacità della veggenza superiore potè dire:

« Io ho veduto come lo Spirito è disceso su di Lui! ».

 

• E che poteva dire colui sul quale lo spirito era disceso,

lasciando parlare ciò che era adesso nella sua interiorità?

• Era il medesimo essere che i risci conoscevano sotto il nome di Vishva Karman.

• Cosa avrebbe detto Vishva Karman di sé, non se avessero parlato i risci, ma se lui stesso avesse parlato?

• Poiché egli è l’alto spirito solare che opera come spirito nella luce,

egli avrebbe dovuto dire: «Io sono la luce del mondo!».

 

• Che cosa avrebbe dovuto dire Ahura Mazda, volendo parlare di sé?

«Io sono la luce del mondo!».

• E che cosa disse quel medesimo spirito,

quando un uomo fu maturo per accoglierlo?

• Come si è espresso attraverso un uomo, quello che prima era nello spazio cosmico, sul Sole?

«Io sono la luce del mondo»!

 

Ciò che dalle altezze cosmiche è risuonato sulla terra,

quale intima autocaratterizzazione dello Spirito cosmico dirigente,

noi udiamo nuovamente risuonare da un’interiorità umana,

poiché l’Essere sublime stesso ha eletto la sua dimora in una interiorità umana.

E con diritto, poiché il Cristo è in lui, da Gesù di Nazareth risuonano le parole: «Io sono la luce del mondo!».