La Terra composta da due metà: Marte e Mercurio

O.O. 104 – L’Apocalisse – 25.06.1908


 

La nostra evoluzione terrestre si basa su due premesse.

La nostra terra è stata preceduta da quello che chiamiamo il cosmo della saggezza, a sua volta preceduto da quello che chiamiamo il cosmo del vigore, della forza — la parola non dice certo molto, ma la dobbiamo usare perché è divenuta abituale.

Saggezza e forza sono quanto la terra ha ricevuto da precedenti stadi evolutivi, dall’antica Luna e dall’antico Sole.

 

• Nell’ambito dell’evoluzione del nostro pianeta, la Terra, questo si esprime nel fatto che noi designamo la prima metà dell’evoluzione terrestre col nome del rappresentante della forza solare: Marte. Dobbiamo infatti soltanto riflettere che, nell’evoluzione terrestre, Marte ha inserito nella terra il ferro. In Marte noi vediamo il portatore della forza.

• Domina invece la seconda metà dell’evoluzione terrestre il rappresentante dell’antica evoluzione lunare, Mercurio, che incorpora nella terra l’antica eredità della Luna, la saggezza.

L’evoluzione del pianeta Terra ci appare quindi composta dalle evoluzioni di Marte e di Mercurio. Essa ricevette in eredità due potenti e grandiose forze.

Quanto essa ereditò dal cosmo della forza si esprime in Marte,

e quanto ereditò dal cosmo della saggezza si esprime in Mercurio.

 

La Terra stessa, invece, per sua missione deve aggiungere l’amore.

L’amore deve manifestarsi grandiosamente quale risultato dell’evoluzione terrestre.

È questo un profondissimo pensiero dello scrittore dell’Apocalisse.

Questo è il profondo pensiero che inoltre si ricollega a tutta l’ulteriore evoluzione terrestre.

 

Ed ora immergiamoci di nuovo nella più antica epoca atlantica, in quel tempo del quale abbiamo detto che l’aria era ancora compenetrata di acqua. L’uomo era allora ancora conformato per l’acqua. Soltanto alla metà dell’Atlantide esso è progredito al punto da staccarsi dall’acqua e da toccare il terreno solido.

Fino al momento in cui la Terra fu alla metà della sua evoluzione, noi dobbiamo considerare l’acqua come la portatrice dell’evoluzione umana, come più tardi lo fu il terreno solido.

Soltanto tardi, per così dire, la terra solida divenne il campo d’azione dell’uomo.

 

È soltanto una mezza verità parlare di tutta l’Atlantide come di una terra asciutta.

Per molti aspetti essa non è coperta dal mare, ma da qualcosa d’intermedio come da un’aria che sia ripiena d’acqua, e l’uomo viveva in quest’elemento di acqua-aria.

Soltanto più tardi esso divenne capace di vivere nell’aria libera e di stare su terreno solido.

Questo avvenne relativamente non molto tempo fa.

E perciò, espresso simbolicamente, quando consideriamo l’evoluzione terrestre, noi diciamo: da un lato abbiamo terra e dall’altro lato acqua. Quest’ultimo è il tempo più antico.

• Dall’acqua sorge una delle forze fino alla prima metà dell’evoluzione;

• dalla terra sorge l’altra delle forze.

 

Fino alla metà della quarta epoca noi parliamo delle forze di Marte, delle forze che, per così dire, sono fornite dall’acqua; parliamo invece delle forze di Mercurio nel periodo successivo, quando la terra solida dà il suo sostegno.

Questo può essere bene riassunto nella rappresentazione che l’uomo, in tutta la sua missione terrestre, è sostenuto da due colonne, le medesime colonne che erano simbolicamente esposte nella sala del Congresso di Monaco (nel 1907).

Le due colonne rappresentano le due parti della missione terrestre, le due eredità che l’uomo ricevette da tempi precedenti. Sopra di esse è simbolizzato quanto deve essere raggiunto attraverso la Terra medesima: l’amore; esso vive, magnificamente manifestandosi, ed è sostenuto da quelle due eredità.

 

Lo scrittore dell’Apocalisse descrive realmente le cose come esse si presentano all’uomo che salga nelle regioni spirituali. Di conseguenza, quello che ci viene incontro quando guardiamo a quanto vi è oltre la Terra, a quanto ci viene incontro nel momento in cui la sostanza terrestre dissolve la sua materia nello spirito, è indicato simbolicamente in quello che noi vediamo nel quarto suggello. Naturalmente ci deve apparire rovesciato, perché rappresenta qualcosa di futuro. Ci appaiono le due forze che la terra ha ereditato dal cosmo della saggezza e da quello della forza e tutto ciò che si mostra come adempimento della missione terrestre, vale a dire la forza dell’amore foggiata dall’uomo; il complesso ci appare come la personificazione dell’uomo futuro, e questo ci viene simbolicamente incontro sostenuto dalle due forze ricordate e compenetrato dalla forza dell’amore. Il messaggio dell’amore, il libro che l’uomo ha davanti a sé, è un libro che non soltanto agisce dal di fuori, ma che egli deve divorare.

 

 

 

Ci vediamo così dinanzi il poderoso quadro, quale qui ci appare:

« Ed io vidi un altro angelo potente » – vale a dire un essere che viene così rappresentato perché è già al di sopra dell’uomo odierno – « discendere dalle sfere spirituali », così lo vede il veggente, « ed esso era rivestito da una nuvola, e il suo viso era come il sole, e i suoi piedi come colonne, colonne di fuoco ».

• Sono le due forze di cui abbiamo parlato, quelle che la Terra ha ricevuto in eredità.

Abbiamo qui quello che ci deve venir detto della sensazione che interviene nel veggente quando egli indirizza il suo sguardo al punto in cui la terra passa dallo stato fisico-materiale a quello astrale-spirituale, quando è adempiuta la missione della Terra.

 

Quando il veggente vede ciò, egli apprende quello che è veramente in connessione col messaggio dell’amore che è stato acquisito come impulso durante il quarto periodo di civiltà; apprende già nella vita attuale, come lo ha appreso lo scrittore dell’Apocalisse, che cosa sia la beatitudine e che cosa possa essere proposto all’umanità come beatitudine.

Ma lo apprende appunto nel corpo di oggi; perché, se un essere anche elevatissimo volesse vivere fra gli uomini, egli dovrebbe incarnarsi fisicamente. E sotto molti aspetti, proprio per il fatto che il corpo di oggi offre allo spirito la possibilità di elevarsi, esso dà pure la possibilità di soffrire.

 

• Quindi, mentre l’anima del veggente, descritta dall’autore dell’Apocalisse, può elevarsi in regioni spirituali, per ricevere il vangelo dell’amore e può sperimentare in ispirito la beatitudine dolce come miele, il veggente stesso vive però in un corpo di oggi e di conseguenza egli deve dire che l’elevarsi, nel corpo di oggi, per molti aspetti provoca il contrario della beatitudine.

Egli esprime ciò dicendo che, malgrado sia dolce come miele, il libretto gli produce furiosi dolori al ventre, dopo che lo ha inghiottito. Questo è soltanto un piccolo riflesso dell’essere « crocifisso nel corpo ».

Più in alto salirà lo spirito, più gli sarà difficile abitare nel corpo.

L’espressione simbolica per quei dolori è appunto « essere crocifisso nel corpo ».

 

Abbiamo così indicato a grandi tratti quello che avverrà nel corso dell’evoluzione della nostra Terra, quello che attende l’uomo nell’evoluzione della Terra.

Siamo giunti fino al punto in cui l’uomo verrà trasformato, verrà trasformato in sostanza astrale, al punto in cui la Terra, nelle sue parti migliori, scomparirà come terra fisica, trapasserà ad una forma spirituale dove soltanto una parte separata precipiterà nell’abisso per effetto dell’ira di Dio.

 

Vedremo che anche così non si giunge ancora all’ultimo passo, oltre il quale la salvezza non è possibile, e ciò malgrado che quanto si manifesti nell’abisso venga indicato con i simboli più spaventosi: mediante la bestia dalle sette teste e le dieci corna, e mediante la bestia dalle due corna.