La Terra verrà vista come una stella sospesa nello spazio celeste dai pianeti a lei esterni

O.O. 129 – Meraviglie del creato – 21.08.1911


 

Il Cristo, che è stato incarnato per tre anni in un corpo fisico umano,

costituisce proprio un’eccezione alla regola generale

che le individualità-guida non si incarnano in un corpo fisico umano durante l’evoluzione della terra.

 

Chiediamoci il perché di questa eccezione.

• È così perché l’entità del Cristo in tutte le sue forze, in tutti i suoi impulsi,

è un’individualità superiore a tutte quelle delle gerarchie altrimenti caratterizzate,

come si è già visto da altre esposizioni; è al di sopra di Angeli e Arcangeli,

e noi possiamo solo intuirne la grandezza e la pienezza.

• Grazie a queste forze e impulsi maggiori,

gli fu possibile giungere ad una mèta che conosceremo più da vicino

e sacrificarsi per tre anni assumendo un involucro umano di carne.

 

Qualcosa d’altro è legato all’assunzione di tale involucro da parte del Cristo,

che condusse al mistero del Golgota, ed è importante che lo si comprenda.

Occupandosene, si afferra non solo l’essere del Cristo stesso,

ma anche l’essere di un’altra figura di cui sappiamo che ha una parte molto significativa nell’evoluzione umana;

ce ne siamo già occupati spesso nelle nostre conferenze, anche se ovviamente

la si può caratterizzare in modo completo solo a poco a poco: è l’individualità di Lucifero.

 

Prendiamo in considerazione queste due entità, il Cristo da una parte, Lucifero dall’altra,

e del Cristo prendiamo per ora solo una particolarità,

cioè che egli scese una volta sulla terra fino a incarnarsi in un corpo fisico umano nel quale dimorò per tre anni.

 

Quale fu la conseguenza di questo evento che ebbe la sua conclusione sul piano fisico con il mistero del Golgota?

• La conseguenza fu che la sfera eterica e quella astrale della terra

vennero attraversate in tutta la loro essenza dall’entità del Cristo.

Queste sfere non avevano prima in sé l’entità del Cristo, ma da allora ne sono pervase, saturate.

 

Se ne trova un cenno anche nelle parole pronunciate da Teodora nel mio mistero drammatico rosicruciano La porta dell’iniziazione.

 

Chi diviene chiaroveggente, nel senso in cui Paolo lo divenne,

guardando nella sfera eterica della terra vi vede l’entità Cristo,

cosa impossibile in tempi precedenti anche per i più grandi chiaroveggenti

e divenuta possibile soltanto attraverso il mistero del Golgota.

 

Ci è noto anche che proprio nel nostro secolo l’evento di Damasco si ripeterà per molte persone,

e si riconoscerà il Cristo eterico così che, evolvendosi ulteriormente,

ci si solleverà sempre più a una conoscenza del Cristo eterico.

• Questo ci attesta però che un elemento essenziale dell’evoluzione cristica è che,

dopo il mistero del Golgota,

si potrebbe cercare ampiamente nella materialità fisica della terra,

dovunque si volesse, dovunque ci fosse qualcosa di fisico,

e non si potrebbe trovare incorporata la sostanza cristica.

 

Tuttavia la terra è tutta compenetrata dalla sostanza del Cristo,

che scende fino alla sfera eterica dove per tutto il futuro potrà venir trovata;

mai però potrebbe scendere fino alla densità fisica in un corpo di carne.

 

Quanto oggi è di natura fisica nella terra è come la conchiglia di una chiocciola, ha la natura di un guscio,

e una volta che la terra sarà giunta alla mèta della sua evoluzione, si staccherà dal complesso delle anime umane,

come oggi il corpo fisico con la morte si distacca dalle singole anime.

 

Ci sarà una morte della terra, quando questa sarà giunta alla sua mèta evolutiva.

Come oggi, al momento del passaggio attraverso la porta della morte,

l’anima del singolo depone il corpo fisico ed entra in un regno spirituale,

così al momento della morte della terra il complesso delle anime umane

passerà in una sfera spirituale e deporrà come una scoria, come un guscio,

tutto quel che è oggi la parte fisica della terra.

 

Quando la terra avrà subito la propria morte, dove sarà la sostanza del Cristo?

Compenetrerà tutte le anime umane che si solleveranno dal cadavere, dalla scoria della terra.

L’entità del Cristo salirà ulteriormente con il complesso delle anime umane nelle sfere spirituali

per raggiungere più tardi la successiva incarnazione della Terra, chiamata Giove nella scienza dello spirito.

 

L’elemento essenziale dell’entità del Cristo è che essa, del tutto spiritualizzata,

conduce oltre l’umanità nel suo sviluppo e non entra in qualcosa di fisico,

ma sta accanto alla realtà fisica solo fino alla morte della terra,

compenetrando con l’eterico la realtà fisica, deponendola poi come cadavere

una volta che la terra abbia raggiunto la mèta della sua evoluzione.

 

Dal mistero del Golgota il Cristo non conserva nulla, proprio nulla,

che potrebbe riportarlo alla nostalgia di assumere un corpo fisico che si muove sulla terra;

è la rinuncia più completa a ogni materialità fisica.

 

Il grande segreto congiunto al mistero del Golgota

sta nel raggiungere, attraverso il sacrificio di tre anni passati in un corpo fisico,

che in seguito l’entità del Cristo non lasci indietro niente

in ciò che quale guscio si staccherà al momento della morte della terra.

 

Poiché dal mistero del Golgota

il Cristo compenetra le sostanze fisiche terrestri, senza però unirvisi,

nulla rimarrà nella Sua entità che potrebbe ancora avere nostalgia

del guscio terrestre deposto al momento della morte della terra.

• Il guscio verrà abbandonato in quel momento.

 

La Terra verrà vista come una stella sospesa nello spazio celeste

dai pianeti a lei esterni, popolati da esseri che guarderanno nello spazio celeste;

essa continuerà a splendere come una stella.

 

Con la stella che verrà deposta come scoria al momento della morte della terra

saranno forse ancora in relazione tutti gli esseri,

il Cristo stesso con tutto quanto gli è proprio? No.