La via della conoscenza

O.O. 108 – Risposte a enigmi della vita – 17.01.1909


 

Oggi è la prima volta che ci ritroviamo qui riuniti dopo l’apertura della Sede di Pforzheim, e il modo migliore di passare insieme questo tempo sarà quello analizzare un tema spirituale atto a palesarci il fatto che

 

• l’essere umano, con l’antroposofia,

non accoglie soltanto insegnamenti, dottrine e concetti,

perché ne trae anche un arricchimento, un rasserenamento, una rassicurazione

nella sfera dei sentimenti e delle sensazioni.

È errato pensare che gli insegnamenti, le idee, i pensieri

non abbiano importanza per la nostra vita emozionale.

 

È certo un dato di fatto, piaccia o no, che la gente, specie nel nostro tempo, la pensi in questo modo: “Di concetti, di scienza ne abbiamo abbastanza nel mondo!” Basta prendere in mano un testo di astronomia, per esempio, oppure di una qualsiasi altra disciplina, per soddisfare le esigenze scientifiche del nostro intelletto. La teosofia, invece, deve offrire qualcosa all’animo ovvero alla sfera senziente. È certo così, ed è vero che la scienza, come viene presentata nelle conferenze e nei libri di carattere divulgativo, ha poco da offrire all’animo e al cuore. Non si deve, però, trarre la conclusione che gli insegnamenti, le concezioni e le conoscenze siano del tutto privi di valore.

 

Le conoscenze scientifico-spirituali sono diverse dalle dottrine della scienza esteriore.

• Se le lasciamo agire correttamente su di noi, si trasformano

in sensazioni, in impulsi dell’animo, in modi di sentire e di pensare,

e non c’è per noi altra maniera di acquisire coraggio, sicurezza e forza nella vita,

se non quella di approfondirci in queste conoscenze.

 

La mera conoscenza degli oggetti e dei processi sensibili esteriori,

e dei modi in cui gli eventi accadono, è radicalmente diversa

da quella che perviene ai processi spirituali penetrando dietro le cose sensibili.

 

Lasciando agire sulla nostra anima i processi spirituali,

diventiamo capaci di entusiasmarci, recuperiamo la salute, acquisiamo forza,

riconosciamo la connessione tra noi e ciò che, come spirito ed anima,

compenetra tutto il mondo e da cui scaturiscono tutti i fenomeni.

 

Vogliamo dunque studiare in primo luogo l’affinità che esiste

• tra il mondo sensibile esteriore, gli oggetti sensibili,       • e la nostra anima.

 

Osservando la nostra anima, vi troveremo, per così dire,

le cose che ci riguardano più da vicino: gioie e dolori, sofferenze e piaceri;

può allora sorgere forse la seguente domanda:

• “Poiché la scienza dello spirito ci dice che nel mondo tutto è compenetrato di spirito,

potrebbe forse anche aggiungere che gioie e dolori, piaceri e afflizioni

esistono anche nelle cose che sono intorno a noi,

anche in quegli oggetti che si presentano all’uomo privi della facoltà del sentimento,

insensibili al dolore e alla sensazione?”

 

Con l’ausilio dell’antroposofia acquisiremo la capacità

di riflettere giustamente sulle cose presenti intorno a noi.

 

Osserviamo, ad esempio, le varie piante della Terra, gli animali e i minerali. Mentre riguardo agli animali nessuno dubita che essi provino come noi gioie e dolori, sofferenze e piaceri, rispetto alle piante, invece, e al mondo (apparentemente privo di vita) delle pietre, sarebbe senz’altro lecito dubitarlo.

 

Il sentimento che dobbiamo acquisire nei confronti di tutto il mondo che ci circonda

è proprio quello di riconoscere che tutti gli esseri sono uniti a noi non solo fisicamente,

e che hanno anch’essi dei contenuti animici come li abbiamo noi.

Dobbiamo solo approfondirci giustamente nelle ricerche,

nelle conoscenze spirituali che la scienza dello spirito ha da comunicare al riguardo.

 

Oggi persino l’indirizzo di pensiero più orientato al piano sensoriale concepisce che anche le piante abbiano in sé un che di animico, e anzi la tendenza sarà quella di ammettere che anche nelle pietre apparentemente prive di vita possa esservi un elemento animico. Se però si riflette senza tener conto della scienza dello spirito, si cadrà lo stesso facilmente in errore, perché è facile arrivare a dire: “Se ferisco una persona nel corpo fisico, essa sente dolore, come lo sente anche l’animale. Ma una pianta prova dolore se la si taglia?

Continuando nel modo suddetto, si penserà che anche una pietra debba sentire dolore se la si spacca. Le persone che riflettono su queste cose, sono molto propense a credere che agli altri esseri si applichino sempre gli stessi criteri che valgono per gli uomini, ed è proprio questa convinzione a rendere loro tanto difficile approfondirsi nelle conoscenze della scienza dello spirito.

 

Sono del tutto diverse le conoscenze che la scienza dello spirito ci consente di acquisire sull’entità animica, per esempio, delle piante e delle pietre.

Se osserviamo una pianta danneggiata in alcune parti sviluppatesi dal terreno verso l’alto, non appare affatto che la pianta provi dolore; anzi, non solo non sente dolore, ma prova proprio la sensazione opposta.

Quella che è l’anima vera e propria della pianta sente piacere, addirittura gioia, quando si distruggono le parti che si trovano al di sopra della superficie del terreno. Per l’anima della pianta, il dolore comincia solo quando la strappiamo dal terreno, quando la sradichiamo, e il dolore che prova è simile a quello che una persona o un animale sentono quando si strappano loro dei capelli o dei peli. Solo chi intraprende il cosiddetto sentiero della conoscenza può vivere a poco a poco queste esperienze.

Queste esperienze si possono vivere mediante il proprio sé solo se trasformiamo la nostra anima in modo da risvegliare le autentiche forze cognitive sopite in lei. L’anima inizia allora ad avere non solo la possibilità di condividere i sentimenti degli altri esseri umani, ma anche di partecipare a quelli di tutta la natura che, allora, diventa meravigliosamente comprensibile.

 

Ora si potrebbe dire: “Ma noi che non abbiamo ancora acquisito questa facoltà del sentimento, che benefìcio traiamo dalle ricerche scientifico-spirituali?” Solleveremmo un’obiezione sbagliata, se pensassimo che l’antroposofìa sia priva di significato in assenza di quel sentimento.

Il suo valore è grande già solo come narrazione di fatti animico-spirituali.

E quando certe conoscenze parlano, per esempio, del rapporto tra gioia e dolore nelle piante, dovremmo evidentemente riflettere su di esse e fare agire questi pensieri su di noi. Già la sola riflessione su questi nessi stimola le forze insite in noi ad uscir fuori, e noi arriveremo presto a sentire che la scienza dello spirito ha detto il vero.

 

Approfondendo lo sguardo nella saggezza della natura, una nozione che noi apprendiamo è quella che ci rivela come l’anima della pianta provi piacere quando la cogliamo. Riusciamo a farcene un’idea considerando cosa avverrebbe nel caso in cui, invece, la pianta provasse dolore. Pensate solo a quanti esseri sulla Terra si nutrono di piante, e dunque a quanto dolore verrebbe causato dai loro bisogni alimentari. Ma non è così; accade invece il contrario: gioia e piacere si effondono sulla Terra, quando gli animali brucano l’erba dei prati. E chi sa queste cose, sente scorrere nei campi intensi flussi di piacere e di gioia, quando le falci tagliano gli steli del grano. Quando viviamo queste esperienze, abbiamo visione della saggezza della natura.

A ciò non è mai lecito obiettare: “Sì, ma forse è più delicato dissotterrare la pianta con la sua radice e trapiantarla, anziché strapparne il fiore”. Certo, ma ciò non modifica in alcun modo il dato di fatto per cui lo sradicamento provoca dolore all’anima della pianta.

 

Da un certo punto di vista è ovvio che sia riprovevole strappare i fiori per capriccio, e tuttavia nemmeno questo modifica il dato reale per cui lo strappo dei fiori procura piacere alla pianta. Il fatto è che ogni cosa presenta aspetti diversi secondo i diversi punti di vista. Facciamo un esempio, poniamo il caso di una persona convinta che i canoni estetici le impongano di strapparsi i primi capelli bianchi; un comportamento simile potrà anche essere pienamente giustificato, ma le farà male lo stesso. Ma ancora su altri aspetti sarà richiamata la nostra attenzione, se considereremo con serietà la similitudine fra l’estirpazione delle piante e lo strappo dei capelli.

Comprenderemo così il motivo per cui la scienza dello spirito a tale riguardo non consideri le singole piante, ma, per così dire, tutta la vegetazione della Terra. Come i capelli appartengono a tutto l’uomo, così le piante costituiscono un’unità con tutta la Terra; capiremo e immagineremo così perché ciò che riguardo all’uomo la scienza dello spirito chiama io, non sia da ricercarsi nella singola pianta bensì nel centro della Terra.

 

La pianta, perciò, non è in linea generale un essere singolo,

ma una parte di un grande essere vivente costituito da tanti singoli esseri,

i quali hanno tutti il loro io nel centro della Terra.

 

A chi fuor di proposito chiedesse: “Ma c’è posto là per tutti questi io?”, si risponderebbe: “Certo che sì, perché gli io sono spirito e, perciò, possono compenetrarsi. La nostra Terra diviene così un essere vivente. E così ogni singola pianta diviene ai nostri occhi un’entità che si sviluppa da un grande essere vivente soprasensibile e che in superficie diventa ciò che nell’uomo sono i capelli e le unghie.

Considerando seriamente quanto detto, non parleremo più della Terra solo in termini aridamente concettuali, definendola un pianeta fisico che ci serve d’abitazione, perché sentiremo che noi non siamo gli unici esseri viventi, e che siamo uniti con quel grande essere vivente che è il nostro pianeta. Impariamo ad osservare con attenzione l’elemento spirituale di quest’essere vivente e a considerare quella tra il succo che scorre nella pianta e il sangue che fluisce nel corpo umano qualcosa di più di una similitudine.

 

Comprendendo spiritualmente le cose, apprendiamo a trasformarle in nostro sentimento.

 

Toccando una pianta, ne sentiamo l’animico-spirituale, ci sentiamo al sicuro, protetti nell’animico-spirituale. E allora diverrà per noi gradualmente possibile pensare qualcosa al riguardo, quando la scienza dello spirito ci dice: “La Terra è passata attraverso molteplici trasformazioni. Risalendo ad epoche di un remotissimo passato, si constata che la Terra aveva allora un aspetto totalmente diverso da quello attuale. Si rileva, per esempio, l’assenza di masse rocciose solide come quelle attuali. C’è stato un tempo in cui la Terra era costituita inizialmente solo da aria ed acqua e da un certo stato calorico. La formazione di una massa solida dall’elemento liquido e molle si è compiuta a poco a poco”.

Considerando tutto questo processo evolutivo, tutta l’evoluzione della Terra ci si presenta realmente come un rigoglioso processo di crescita e di sviluppo. In passato la Terra è stata giovane, in futuro sarà vetusta.

 

Tutti i concetti che noi riferiamo a noi stessi possiamo applicarli anche alla nostra Terra. Comprenderemo in tal modo come nell’evoluzione terrestre vi siano stati dei momenti di particolare importanza. Potremo richiamarli davanti alla nostra anima considerando i seguenti aspetti: già prendendo le mosse dalla vegetazione terrestre abbiamo potuto riconoscere che la Terra, considerata nella sua interezza, è un essere vivente. Esseri viventi sono anche gli altri corpi celesti che sono in un certo rapporto con noi.

 

Consideriamo anzitutto il nostro Sole e la nostra Luna. Osserviamo il Sole.

Voi tutti sapete ciò che noi dobbiamo al Sole. Voi tutti sapete che dopo avere riposato la notte, dopo essere stati in quello stato di coscienza che si instaura con l’uscita del corpo astrale e dell’io dal corpo fisico, – voi sapete, dunque, che quando il corpo astrale e l’io rientrano, li aspetta, per così dire, tutto ciò di cui la Terra è debitrice al Sole.

 

Che cosa sarebbe la Terra senza il Sole?

È il Sole che rifornisce di luce e di calore tutta la sostanza della Terra. Noi, però, non dobbiamo pensare che una tale azione che un corpo celeste esercita su di un altro consista solo di sostanza, di materia, poiché

• deve esserci chiaro che questo Sole è popolato da entità spirituali,

non è soltanto un corpo celeste sospeso nello spazio cosmico,

e che con ogni raggio di Sole affluiscono a noi degli effetti spirituali, non solo luce fisica.

 

Uno scambio spirituale tra Sole e Terra c’è sempre stato, ma nel corso dell’evoluzione terrestre ha subito una metamorfosi essenziale. Mentre sul piano fisico non sono intervenuti per molti e molti milioni di anni dei mutamenti di particolare rilievo, sul piano spirituale si è invece verificato in questa interazione tra Sole e Terra un momento di speciale importanza.

Sono entità elevate quelle che vivono nella luce e nel calore del Sole

e che da quella sede esplicano la loro azione sulla Terra, inviandoci sia l’una sia l’altro.

 

Un’entità solare che fino ad un certo momento ebbe la sua sede d’azione sul Sole, un’entità che per lunghissime ere potè essere contemplata dalla Terra solo da coloro che erano dotati della chiaroveggenza, e che quindi erano in grado di contemplare gli spiriti solari, discese in un determinato momento dal Sole sulla Terra. È questo evento che ci permette di pervenire ad una visione profonda dell’evoluzione spirituale della Terra.

 

Mediante l’evento che noi definiamo il Mistero del Golgota,

o, in altre parole, mediante le peregrinazioni del Cristo sulla Terra,

lo spirito che fino ad allora era stato sul Sole si unì alla Terra. Egli si è unito alla Terra.

 

E se l’umanità divide i tempi della Terra definendoli “avanti Cristo” e “dopo Cristo”,

ciò è dovuto al fatto che con l’avvento del Cristo

l’essere vivente che noi chiamiamo Terra ha compiuto un’importante evoluzione.

• Colui che prima poteva essere trovato solo sul Sole, si trova da quell’evento in poi nel corpo astrale della Terra.

Il Mistero del Golgota ha trasformato il corpo astrale della Terra:

nello stesso istante in cui il sangue fluì sul Golgota dalle ferite del Redentore,

in quello stesso istante lo spirito-Cristo si sentì unito al corpo della Terra.

 

Questi nessi vanno compresi, al fine di intendere nel giusto senso ciò che la storia del cristianesimo riferisce. Ci si può chiedere: qual è stato uno degli eventi più importanti per la diffusione del cristianesimo?

Studiando la diffusione del cristianesimo, occorre dire: più di coloro che in Palestina furono fisicamente i compagni del Cristo Gesù, più di quanto essi non poterono fare, fu Paolo a portarla a compimento; quel Paolo che non era stato un compagno del Cristo Gesù sul piano fisico e che, anzi, aveva perseguitato i cristiani.

 

Paolo non divenne credente perché partecipò alla vita e alle sofferenze del Cristo,

egli divenne un combattente per il Cristo grazie all’evento di Damasco.

 

La teologia solleva un gran polverone sull’evento di Damasco, ma nessuno può arrivare a comprendere quel fatto senza la scienza dello spirito. Impegnatevi ora a conciliare quanto detto, con le poche parole che ora dirò.

 

Chi vide Paolo, nell’istante in cui la sua coscienza intellettiva venne trasformata in coscienza superiore?

In quell’istante Paolo vide nel mondo astrale quello spirito che era divenuto lo spirito della Terra,

egli vide il Cristo vivente che dall’Evento del Golgota in poi è unito alla Terra.

 

Una domanda che si pone è anche questa:

“Che luce era quella che Paolo vide, e che prima dell’evento di Damasco non sarebbe stato possibile vedere?”

 

Paolo ha conosciuto per primo quel Cristo che dall’Evento del Golgota è unito alla Terra.

• Possiamo, perciò, iscrivere nella Terra questo momento di sostanziale importanza, esprimendoci così:

la Terra si era preparata a divenire un corpo degno dello spirito-Cristo,

e quando fu pronta, lo spirito-Cristo si è unito a lei, e in lei Egli opera da allora.

 

Secondo il Vangelo di Giovanni, il Cristo ha detto:

«Chi mangia il mio pane, passa con i piedi su di me».

Camminando sulla Terra, gli esseri umani vi passano sopra con i piedi.

• «Chi mangia il mio pane, passa con i piedi su di me» esprime il Mistero

insito in quel momento di fondamentale importanza per l’evoluzione della nostra Terra.

 

Si consideri quali infinite profondità acquisti l’istituzione dell’Eucarestia,

se la si contempla dal punto di vista della trasformazione della Terra nel corpo del Cristo!

Com’è grande il valore che con quel richiamo assumono le parole: «Questo è il mio corpo»,

e quelle riferite al succo che scorre nelle piante: «Questo è il mio sangue»!

 

Impariamo a prendere alla lettera le parole che solo alla lettera possono essere intese giustamente.

La Terra, se la consideriamo viva, diviene così per noi un essere vivente

che, sviluppandosi a poco a poco, arriva nel momento giusto

a quella maturazione necessaria all’accoglimento dell’Anima-Cristo.

 

Considerato da tutti i lati, ci appare spirituale quel che si presenta a noi come pianeta fisico;

esso ci appare compenetrato di spirito.

Impariamo a comprendere il nesso esistente

tra ciò che ci viene incontro nella vita quotidiana e il sopra-sensibile.

 

E volgendo lo sguardo dal regno vegetale a quello minerale, la coscienza chiaroveggente constata che le pietre non provano dolore quando le si riduce in polvere; anzi, accade il contrario: se si spaccano i sassi riducendoli in polvere, quelle che possiamo definire le anime delle pietre provano gioia e piacere.

Chi ha la facoltà della chiaroveggenza sa che con la frantumazione del regno minerale fluisce gioia dalle pietre. Se, per esempio, si scioglie del sale in un bicchiere d’acqua, è piacere quello che si diffonde nell’acqua, perché le particelle di sale si dissolvono. Se, invece, si raffredda la soluzione, avviene il contrario, perché il sale si cristallizza di nuovo; la concentrazione delle particelle minerali causa dolore. E noi, d’altro canto, ci avvediamo dei modi in cui l’iniziato ci parla, quando vuole comunicarci fenomeni come questi.

Non è facile portare ad espressione queste cose. È necessario vivere delle esperienze spirituali, per potere arrivare a comprendere i documenti religiosi più importanti.

 

• Ho già detto che sulla Terra in origine non esisteva un regno minerale solido, la Terra era fluida.

Lo stato solido si è determinato solo con la contrazione, la solidificazione delle parti.

Che cosa devono gli uomini e gli animali a questo consolidamento?

Gli devono la possibilità di vivere sulla Terra nel modo attuale.

Senza un terreno solido, la Terra non avrebbe potuto costituire la base necessaria agli uomini e agli animali.

 

E ora sforziamoci di raffigurarci con l’anima quello che è stato in realtà un processo animico.

Scarsa sarà la comprensione di questo processo, se lo si seguirà solo con l’intelligenza dei fisici.

Solo seguendo il corso evolutivo della Terra con l’occhio e il cuore dello spirito,

si percepisce che il regno minerale si fonda su un processo animico

svoltosi durante il consolidamento della Terra.

 

È stato un processo molto doloroso,

ed è a questo che gli uomini e gli animali devono la possibilità di vivere sulla Terra.

Questa è la realtà che indusse Paolo – il quale dopo l’iniziazione

fu in grado di approfondire lo sguardo in queste cose – a pronunciare le parole:

• “Tutte le creature soffrono e gemono a causa del dolore che sentono per la progressiva solidificazione;

tutte le creature gemono in attesa della spiritualizzazione”.

 

Con queste profonde parole, Paolo indica l’interiorità, l’animo dell’essere della Terra.

• Contemplate alla luce della scienza dello spirito,

tutte le cose si rivelano compenetrate d’anima, e solo scorgendo anima e spirito in ogni cosa

perveniamo a poco a poco a comprendere sempre più il mondo e tutto ciò che ci circonda.

 

• Allora comprendiamo che il mondo che abbiamo intorno a noi

è come la fisionomia, l’espressione esteriore della vita interiore.

• Impareremo così a capire che il mondo si presenta così come appare innanzitutto all’uomo.

• Impareremo anche a capire che dietro tutta la fisicità c’è lo spirituale-animico,

che è anche necessariamente all’origine di tutta la fisicità,

e che lo scienziato dello spirito, quando ci riporta al passato, ci mostra

come in tempi remotissimi tutto si sia sviluppato gradualmente dallo spirito.

 

È soprattutto l’uomo ad essere disceso gradualmente dal mondo spirituale nel mondo fisico; non si deve immaginare che questa discesa nel mondo fisico sia avvenuta nel modo grossolano concepito oggi dalla visione materialistica del mondo; occorre piuttosto chiedersi da dove provenga questo mondo materiale che si estende intorno a noi.

 

• Vi è stato un tempo in cui l’umanità era del tutto spirituale, in cui era immersa nello spirituale-animico.

• L’essere umano si è appunto sviluppato da questo spirituale-animico,

e questa evoluzione si è svolta a poco a poco.

 

Considerando restrospettivamente epoche anche relativamente vicine – lo scienziato dello spirito deve definirle così, anche se le epoche sono lunghe – constatiamo che la nostra Terra non ha avuto sempre l’aspetto che ha oggi. Il suo volto, infatti, si è profondamente modificato, soprattutto a seguito del “Diluvio universale” che la scienza dello spirito chiama inondazione atlantica. L’azione dell’aria e dell’acqua trasformò completamente il volto della Terra. Prima del diluvio gli uomini abitavano la regione della Terra in cui oggi si trova l’Oceano atlantico. Nel corso di precedenti incarnazioni su quella che allora era terra, le nostre anime abitarono in corpi atlantici. Agli albori dell’epoca atlantica, l’anima dell’uomo si manifesta all’osservazione scientifìco-spirituale del tutto diversa da quella attuale. Allora l’uomo percepiva in modo del tutto differente.

 

Oggi, durante la veglia diurna, l’uomo percepisce gli oggetti nel colore e nella luce.

La sera, quando l’io e il corpo astrale lasciano il fisico e l’eterico, questo mondo scompare.

• Si definisce questa condizione con l’espressione “stato d’incoscienza”.

 

All’inizio dell’epoca atlantica, questo stato non esisteva.

• Durante la notte, quando l’uomo era passato ad un altro stato,

non era assenza di coscienza quella che si diffondeva intorno a lui.

• A quel tempo emergeva tutto ciò che è anima e spirito del mondo fisico.

• Se prima di addormentarsi l’uomo aveva visto, per esempio, dei fiori, durante il sonno,

nel mondo animico-spirituale, egli percepiva l’animico-spirituale che era nel fiore.

 

Per altro verso, gli oggetti esterni, quelli che noi oggi definiamo fisici,

non erano così nettamente separati come lo sono oggi.

L’uomo, infatti, vedeva gli oggetti come immersi nella nebbia e orlati di colori.

 

Vediamo, dunque, come anche la facoltà visiva dell’anima sia venuta modificandosi gradualmente.

Risalendo a tempi ancora più lontani, constateremmo che l’anima aveva visione solo dello spirituale,

perché la solidificazione dell’elemento fisico dallo spirituale non era ancora avvenuta.

 

Ora occorre rilevare che all’essere umano era stato, per così dire, riservato sulla nostra Terra un importante momento per la sua evoluzione, e questo momento ebbe luogo proprio a metà dell’epoca atlantica. Se non fosse avvenuto già prima un certo evento, alla metà dell’epoca atlantica gli uomini avrebbero continuato a vedere il mondo spirituale con la loro coscienza notturna. Se non fosse intervenuto un determinato evento, alla metà dell’epoca atlantica gli uomini, anziché vedere, per esempio, un fiore giallo, avrebbero visto lo spirito della pianta. Che l’evoluzione abbia seguito un corso diverso, è dovuto al fatto che già in precedenza l’essere umano aveva subito l’influenza di Lucifero e delle sue schiere. L’essere umano sarebbe stato, per così dire, non cosciente del mondo fisico esteriore, che gli sarebbe apparso trasparente; dietro il mondo fisico, l’uomo avrebbe sempre visto il mondo spirituale.

Quali eventi si determinarono, allora, in conseguenza del fatto che il mondo fisico non si distese sul mondo spirituale come un manto trasparente, bensì divenne impenetrabile?

 

Per effetto dell’occultamento, della copertura del mondo spirituale,

fu possibile l’esplicarsi di un altro influsso, l’influsso di Arimane – o Mefistofele, come lo chiama Goethe.

• Fu perciò possibile che lo spirito arimanico irrompesse,

aprendo la via per un certo tempo all’errore e all’illusione;

fu cioè possibile che nella concezione del mondo s’insinuasse quella che chiamiamo maya.

 

Dietro tutto ciò che sta nel mondo fisico vi è, dunque,

quello che la Bibbia chiama il principe di questo mondo. Il suo influsso è presente ovunque.

• Senza quest’influsso la materia apparirebbe trasparente e dietro si manifesterebbe lo spirituale.

Attraverso tutti questi eventi, però, s’è attuato nell’uomo

un profondissimo mutamento anche nell’interiorità dell’anima.

 

Osservando l’evoluzione dell’umanità sulla Terra, vediamo, dunque,

come in una certa epoca si sia affermata l’influenza luciferica, e in un’altra quella arimanica.

 

Se volgiamo lo sguardo al tempo in cui l’uomo era ancora spirituale,

in cui l’elemento solido non si era ancora cristallizzato dallo spirituale,

vediamo che le forze della natura e l’umanità non erano ancora separate come lo sono oggi.

• Al tempo in cui la Terra era ancora permeata dell’elemento acqueo, esse erano ancora molto più vicine.

• Quando la Terra era più molle e l’uomo più spirituale,

il pensiero e il sentimento umani esercitavano ancora un’influenza sulle forze della natura.

 

Se risaliamo oltre l’epoca atlantica, constatiamo questa realtà:

siccome la volontà umana si era incattivita, ebbe un ben determinato influsso sul fuoco;

allora gran parte della Terra perì a causa dei cattivi istinti indotti negli uomini dall’influenza luciferica,

quella stessa influenza cui l’uomo, per altro verso, deve la sua libertà e autonomia.

• Nell’epoca atlantica, dunque, quelle che noi chiamiamo forze della natura

erano connesse con il sentire degli uomini.

 

Dopo che gli esseri umani erano diventati, per così dire, indipendenti a seguito dell’influsso luciferico, venne loro tolta la possibilità di influenzare con la volontà le forze della natura. Questo influsso sulle forze della natura venne loro tolto a grado a grado. Questi eventi si svolsero di pari passo con l’influenza arimanica, che occultò agli uomini il mondo spirituale.

 

Se l’uomo potesse ancora vedere il mondo spirituale, potrebbe ancora influenzare le forze della natura.

• Quest’influsso venne sì tolto al singolo individuo umano, ma non all’umanità nel suo complesso.

• Infatti, mentre la singola individualità umana

ha anche oggi scarsissima influenza diretta sulle forze naturali,

così non è per l’umanità nella sua interezza.

 

Se ci raffiguriamo l’umanità globale, vedremo anche conseguentemente

che accanto al karma del singolo individuo deve esserci anche

un karma di tutta la Terra, della complessiva umanità della Terra.

Questa è una conseguenza del fatto che una volta vi fu l’influenza luciferica e una volta l’influenza arimanica.

 

L’essere che noi chiamiamo Arimane è infatti connesso, per via di un misterioso rapporto,

con le potenze ignee della Terra che si sono sottratte alla diretta influenza del singolo individuo.

• Queste potenze ignee della Terra sono un elemento vitale degli spiriti arimanici,

e attraverso l’influsso di Arimane, tutto il karma del complessivo genere umano

è connesso con il karma di Arimane.

 

Se oggi subentrano nell’evoluzione dell’umanità certi orientamenti ed eventi dell’anima,

torna a farsi valere anche il nesso tra gli uomini e Arimane,

• e l’influsso sui fenomeni naturali che un tempo esercitò l’uomo stesso,

avviene oggi per mezzo di Arimane e dei suoi accoliti.

 

Quando Arimane si muove, è sempre un segno del fatto che nella storia dell’umanità è avvenuto qualcosa che lo ha attratto, che ne ha scatenato le ire.

Nelle anime degli uomini avvengono dei processi; avviene, per esempio, che una gran parte dell’umanità cada in preda del materialismo: ciò fa sì che Arimane possa muoversi nel proprio elemento, che disponga cioè di un elemento vitale – perché è a lui più gradito il materialismo umano che non la spiritualizzazione dell’umanità. Arimane scatena uragani, eruzioni vulcaniche e terremoti. Vediamo, dunque, anche qui come natura e uomini siano fra loro connessi.

Non accade nulla in Terra che non sia congiunto con lo spirito.

 

Con le sue azioni buone e cattive, la nostra anima si congiunge con quanto avviene nella Terra.

• Quando la Terra scatena il suo furore con i terremoti, dobbiamo guardarci bene dall’affermare che a causarli è il karma di singoli esseri umani, perché alla loro origine è il karma dell’intera umanità.

Appellandosi al proprio cuore, ognuno di noi può dire:

• “Questo è anche karma mio; qui alcune individualità sono dovute perire, perché la valvola della Terra doveva aprirsi proprio in questo luogo; in futuro coloro che sono periti saranno ricompensati”.

 

Una visione materialistica del mondo direbbe che questa è superstizione.

Ma chi dice così, ignora come siano puerili le sue parole.

 

Come non cresce una sola pianta senza una base spirituale, senza che sia espressione di spirito ed anima, così non c’è terremoto né eruzione vulcanica che non abbiano una motivazione, una causa spirituale. Se noi, come ho detto, teniamo presente il karma, esso si affermerà in tutta la vita umana.

 

Gli insegnamenti scientifico-spirituali potranno apparire freddi e rivolti esclusivamente all’intelletto

solo se non infonderemo in loro slancio e movimento.

 

Se, invece, compenetreremo della dottrina scientifìco-spirituale i nostri sentimenti, le nostre idee e le nostre sensazioni, vedremo che la Terra è un essere vivente, permeato di anima e di spirito, vedremo le svariatissime entità spirituali connesse con il corpo della Terra, e vedremo che si è compiuto un evento essenziale i cui effetti sono solo all’inizio: la comparsa del Cristo in Terra.

 

Solo ed esclusivamente il Cristo dissolverà le conseguenze del potere di Arimane.

Per il fatto che la scienza dello spirito compenetrerà dello spirito del Cristo i cuori umani, quello spirito complessivo dell’umanità che si effonderà sulla Terra potrà esso stesso fare in modo che la Terra sia condotta alla pace e alla concordia anche nei suoi elementi naturali.

 

Se tutti i cuori umani sperimenteranno nel vero senso lo spirito Cristo,

la forza che ne effluirà sarà di tale potenza da placare il fuoco e le acque.

• Allora lo spirito Cristo infonderà pace e concordia negli elementi naturali,

e la Terra stessa sarà espressione dello spirito.

Il corpo della Terra, che è un essere vivente, diverrà mite e soave,

per ascendere alla propria spiritualizzazione insieme allo spirito e all’anima degli uomini.

 

La Terra s’innalzerà ad un’elevata esistenza spirituale.

Si potrà indicare questo come un ideale elevato e lontano,

ma noi possiamo compenetrarcene in ogni istante.

 

Per l’evoluzione dell’umanità non è perduto nemmeno un attimo che sia volto

a compenetrare gli uomini delle conoscenze e degli impulsi volitivi dello spirito.