La visione diretta del mondo spirituale.

O.O. 107 – Antropologia Scientifico-Spirituale Vol. II – 22.03.1909


 

Che cosa ha perduto l’uomo discendendo dal mondo spirituale?

Che cosa ha perduto impigliandosi,

• per influsso di Lucifero, nelle brame e nelle passioni,

• e poi, per influsso di Arimane, nell’errore, nell’illusione, nella menzogna?

L’uomo ha perduto la visione diretta del mondo spirituale, ha perduto la comprensione per il mondo spirituale.

 

Che cosa, dunque, deve l’uomo riconquistare?

• Deve riconquistare la piena comprensione per il mondo spirituale.

E l’azione del Cristo potrà essere compresa dall’uomo, quale essere autocosciente, solo in quanto egli giunga alla piena comprensione del suo significato.

 

Certo, la forza del Cristo esiste; non è stato l’uomo a portarla sulla Terra.

La forza del Cristo è venuta sulla Terra appunto grazie al Cristo.

Grazie al Cristo è stata data all’umanità la possibilità del karma.

Ora però l’uomo, quale essere autocosciente, deve riconoscere la natura del Cristo e il rapporto del Cristo col mondo intero. Solo in tal modo potrà operare realmente come un io.

Se ora, dopo che il Cristo è vissuto sulla Terra, l’uomo non si limita a riceverne dentro sé inconsciamente la forza, se non si limita ad essere soddisfatto che il Cristo sia venuto e a credere che Egli si curerà del suo progresso e lo redimerà, se l’uomo non si limita a ciò, ma dice: io voglio conoscere che cosa sia il Cristo, come Egli sia disceso qui, voglio col mio spirito aver parte all’opera del Cristo – così dicendo, che cosa fa l’uomo?

 

Ricordiamoci che, essendosi gli spiriti luciferici insinuati nel corpo astrale dell’uomo, questi è disceso nel mondo sensibile; e che appunto perciò, da un lato ha potuto soggiacere al male, dall’altro ha anche conseguito la possibilità della libertà autocosciente.

Lucifero sta immerso profondamente nell’essere dell’uomo, lo ha per così dire tratto giù sulla Terra, lo ha impigliato nell’esistenza della Terra.

E avendo Lucifero per primo portato sulla Terra le passioni e le brame che risiedono nel corpo astrale, anche Arimane poi ha potuto aver presa sul corpo eterico e sull’anima razionale.

Ma in Terra è venuto il Cristo, e con lui quella forza che può di nuovo ricondurre su l’uomo al mondo spirituale. E ora l’uomo, se vuole, può conoscere il Cristo.

Ora può accogliere in sé tutta la saggezza che occorre per conoscere il Cristo.

E così facendo che cosa produce l’uomo? Qualcosa di prodigioso!

 

• Se l’uomo riconosce il Cristo, se veramente accoglie in tutta la saggezza necessaria per comprendere che cosa il Cristo sia, allora, grazie alla conoscenza del Cristo, egli redime se stesso e insieme redime le entità luciferiche.

Se l’uomo dicesse solo: io mi accontento che il Cristo sia venuto, io mi lascio redimere inconsapevolmente, allora egli non contribuirebbe affatto alla redenzione delle entità luciferiche.

Queste entità che hanno donato all’uomo la libertà, ora gli offrono anche la possibilità di usare questa libertà in modo libero, per comprendere il Cristo.

Così gli spiriti luciferici vengono purificati e purgati nel fuoco del cristianesimo; e quanto di male dagli spiriti luciferici è stato arrecato alla Terra, ora viene trasformato da maleficio in beneficio.

La libertà è stata conseguita: verrà però assunta nella sfera spirituale come un benefìcio.

 

Che l’uomo sia in grado di fare ciò, che egli possa riconoscere il Cristo, che Lucifero risorga in nuova figura e possa ricongiungersi, quale Spirito Santo, col Cristo, questo lo disse il Cristo stesso, ancora come una profezia, a coloro che gli stavano intorno: voi potete essere illuminati dallo spirito nuovo, dallo Spirito Santo!

Lo Spirito Santo altro non è che colui grazie al quale anche si comprende che cosa in sostanza il Cristo abbia compiuto.

Cristo non ha voluto soltanto agire; ha voluto anche essere conosciuto, ha voluto anche essere compreso.

Perciò fa parte della realtà cristiana che agli uomini venga inviato lo spirito ispiratore, lo Spirito Santo.

La Pentecoste fa parte spiritualmente della Pasqua, non è da separarsi dalla Pasqua.

Lo Spirito Santo non è altro che lo spirito luciferico risuscitato ed ora assurto a più pura e maggior gloria, lo spirito della conoscenza autonoma, della conoscenza piena di saggezza.

 

Il Cristo stesso profetizzò per gli uomini questo spirito, profetizzò che sarebbe apparso dopo di lui; e noi dobbiamo proseguire in questo senso la sua azione.

E che cos’è proseguire la sua azione?

Cerchiamo di comprenderlo: è proprio la corrente universale della scienza dello spirito a proseguire la sua azione!

• Che cos’è la corrente universale della scienza dello spirito?

È la saggezza dello spirito, è quella saggezza che solleva a piena coscienza ciò che altrimenti nel cristianesimo resterebbe incosciente.

 

Il Cristo è preceduto dalla fiaccola di Lucifero risuscitato, di Lucifero convertito al bene; Lucifero porta il Cristo stesso. Egli è il portatore della luce; il Cristo è la luce. Come dice il suo nome, Lucifero è il portatore della luce.

Appunto questo ha da essere il movimento scientifico spirituale, appunto questo è da intendersi come movimento scientifico-spirituale.

• E quei maestri che hanno compreso che il progresso dell’umanità dipende dalla comprensione del grande evento del Golgota, sono uniti insieme entro la grande loggia che guida l’umanità, come “maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti”.

 

• E come un tempo le lingue di fuoco discesero aleggiando sulla comunità, quasi in un vivo simbolo universale, così quello che il Cristo stesso denominò lo Spirito Santo domina come luce sulla loggia dei dodici maestri.  Il tredicesimo è la guida della loggia dei dodici.

• Lo Spirito Santo è il grande maestro di quelli che noi chiamiamo i “maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti”.

Sono essi dunque coloro attraverso cui la voce e i contenuti di saggezza dello Spirito Santo fluiscono giù sulla Terra per l’umanità, in questa o quella corrente.

 

I contenuti di saggezza trasmessi dal movimento scientifico-spirituale, al fine di comprendere il mondo – ed entro il mondo gli spiriti – fluiscono ad opera dello Spirito Santo entro la loggia dei dodici; ed in sostanza è questo che a poco a poco condurrà l’umanità alla libera autocosciente comprensione del Cristo e dell’evento del Golgota.

Coltivare la scienza dello spirito significa dunque comprendere che il Cristo ha inviato nel mondo lo Spirito Santo; per cui al vero cristianesimo spetta coltivare la scienza dello spirito.

Ciò apparirà agli uomini sempre più evidente. E allora essi si accorgeranno di avere, nella scienza dello spirito, qualcosa che è un patrimonio positivo per la vita.

 

Ecco quanto gli uomini posseggono grazie alla scienza dello spirito: a poco a poco diverranno coscienti che il Cristo è lo spirito che illumina il mondo.

E ne risulterà come conseguenza che qui su questo nostro globo terrestre, nel mondo fisico, gli uomini progrediranno nel campo morale, nel campo dell’intelletto, nel campo della volontà.

Mediante la vita sul piano fisico il mondo si spiritualizzerà sempre più.

 

Gli uomini diventeranno migliori e più forti e più saggi, e vorranno sempre più a fondo guardare e penetrare nei profondi sostrati e nelle sorgenti dell’esistenza.

Essi porteranno nella vita sopra-sensibile i frutti conseguiti in questa vita sensibile; e sempre di nuovo, ad ogni nuova incarnazione, dalla vita soprasensibile li riporteranno qui.

Così sempre più la Terra diventerà espressione del suo spirito, espressione dello spirito del Cristo.

E a poco a poco la scienza dello spirito verrà compresa in base ai fondamenti del mondo.

Verrà compreso che essa è una potenza reale e positiva.

 

Oggi, sotto molti aspetti, l’umanità è prossima a perdere del tutto lo spirito.

Già è stato detto recentemente in una conferenza pubblica che oggi gli uomini sono afflitti dalla paura del carico ereditario. La paura delle tare ereditarie è quanto mai un frutto del nostro tempo materialistico.

Ma è forse sufficiente per l’uomo illudersi che si tratta di una paura assolutamente superflua? No, non è affatto sufficiente.

L’uomo che non si cura del mondo spirituale, che non accoglie nell’anima ciò che può fluirgli dal movimento scientifico-spirituale, è soggetto alle tare che gli provengono dalla linea ereditaria fisica. Solo compenetrandosi di ciò che può provenirgli dalla corrente spirituale della scienza dello spirito, egli potrà rendersi padrone di quanto gli fluisce dalla linea ereditaria, riconoscendolo come non importante, e potrà riportare vittoria su tutto quanto nel mondo esterno gli si va accostando ad opera delle potenze ostacolataci.

 

L’uomo giunge a dominare la sfera del sensibile non con le disquisizioni filosofiche, non con le discussioni, non col dire che lo spirito esiste: bensì compenetrandosi con lo spirito, accogliendolo realmente in sé e volendo realmente imparare a conoscerlo in tutti i particolari. Allora, grazie alla scienza dello spirito, gli uomini nel mondo fisico diverranno sempre più sani. Perché la scienza dello spirito stessa diventerà il rimedio che renderà gli uomini, nel mondo fisico, belli e sani.

E la forza reale della scienza dello spirito ci risulterà anche più evidente, se considereremo la sfera in cui l’uomo entra quando varca la porta della morte. Questo però è qualcosa che l’uomo oggi può scorgere solo con grande difficoltà.

 

L’uomo pensa: perché mai devo preoccuparmi di quanto avviene nel mondo spirituale? Quando morirò, entrerò senz’altro in quel mondo; e allora vedrò e udirò bene ciò che vi si trova!

Questo atteggiamento di comodità, potrete riscontrarlo in innumerevoli varianti: perché mai mi dovrei preoccupare dello spirituale, prima di morire? Lo vedrò bene, a suo tempo; perché del mio rapporto col mondo spirituale nulla cambia, sia che me ne occupi qui, sia che non me ne occupi! Così però non è.

Chi pensa così, imparerà a conoscere un mondo fosco e oscuro. Sarà per lui come se non possa distinguere molto di quello che sui mondi spirituali si trova descritto nel mio libro Teosofia.

 

Infatti, che qui nel mondo fisico l’uomo possa congiungere col mondo spirituale anima e spirito, è proprio questo a renderlo capace di vedere, perché a questo già oggi si è preparato qui.

Il mondo spirituale esiste: ma la facoltà di vedere in esso dobbiamo acquistarcela qui sulla Terra; altrimenti nel mondo spirituale saremo ciechi.

Così la scienza dello spirito è la forza che sola, in genere, dia la possibilità di penetrare coscientemente nel mondo spirituale.

 

Se il Cristo non fosse apparso sulla Terra, l’uomo sprofonderebbe entro il mondo fisico e non potrebbe entrare nel mondo spirituale.

Invece, grazie al Cristo, egli viene innalzato nel mondo spirituale diventando in esso cosciente, riuscendo in esso a vedere.

Ciò dipende dal fatto che egli sappia anche congiungersi con colui che il Cristo ha mandato, con lo Spirito; altrimenti dovrebbe restare incosciente.

L’uomo deve conseguire l’immortalità: e un’immortalità inconsapevole non è ancora immortalità.

 

Già Meister Eckhart scrisse in proposito le belle parole: «Se io stesso fossi un re, ma lo ignorassi, non sarei un re!» Egli però intendeva dire: a che cosa servono all’uomo tutti i mondi spirituali, se egli ignora che cosa essi siano!

Solo nel mondo fisico noi possiamo conseguire la facoltà di percepire il mondo spirituale.

Ciò dovrebbe essere preso seriamente in considerazione da coloro che chiedono: perché in genere l’uomo è disceso entro il mondo fisico? L’uomo è disceso qui per poter diventare veggente nel mondo spirituale.

Nel mondo spirituale egli resterebbe cieco, se non fosse disceso sulla Terra e non vi avesse conseguito l’autocoscienza con cui poter tornare nel mondo spirituale, in modo che ora questo gli si presenti all’anima luminoso.

 

La scienza dello spirito non è dunque soltanto una concezione del mondo, bensì è qualcosa senza cui l’uomo, nella sua parte immortale, nulla potrebbe sapere dei mondi immortali.

La scienza dello spirito è una forza reale, è qualcosa che fluisce nell’anima come una realtà.

E mentre siamo qui seduti a coltivare la scienza dello spirito, noi non solo apprendiamo qualcosa, ma cominciamo a svilupparci, a diventare tali quali altrimenti non diventeremmo.

Questa è la differenza fra la scienza dello spirito e le altre concezioni del mondo.

Tutte le altre concezioni si riferiscono al sapere: la scienza dello spirito si riferisce all’esistenza umana.

 

Se comprendiamo le cose nel modo giusto, dobbiamo dirci: visti appunto in questa luce, il Cristo, lo Spirito e la scienza dello spirito ci appaiono in una interiore connessione essenziale. Di fronte ad una tale connessione, svanirà tutto quanto oggi può essere detto con superficialità: come, per esempio, che una corrente occidentale dell’occultismo si intromette, nemica, in una corrente orientale.

No, non ci sono due occultismi: c’è un solo occultismo, su questo non si può discutere; e non ci sono opposizioni fra un occultismo occidentale ed un occultismo orientale. Esiste un’unica verità. E se qualcuno ci chiede: bene, ma se l’occultismo orientale e quello occidentale sono la medesima cosa, perché nell’occultismo orientale non si riconosce il Cristo? Quale risposta dovremo dare al riguardo?

Dovremo rispondere che non tocca a noi rispondere su ciò. Noi non abbiamo il dovere di rispondere su ciò; perché noi riconosciamo pienamente l’occultismo orientale.

 

Se ci viene posta la domanda: riconosciamo noi ciò che l’occultismo orientale dice di Brahma, dice del Buddha? Sì, noi lo riconosciamo. Noi comprendiamo che il Buddha, in un modo o nell’altro, si è sollevato fino alla sua altezza. E non neghiamo alcuna delle verità dell’Oriente, perché sono positive. Ma perché ciò dovrebbe impedirci di riconoscere anche quanto trascende tali verità? Ciò non può esserci impedito. Noi riconosciamo quanto l’occultismo orientale afferma; ma questo non ci impedisce di riconoscere anche le verità occidentali.

Se ci viene detto che è una concezione deteriore degli orientalisti quella secondo la quale il Buddha sarebbe morto per una indigestione di carne di maiale – come affermano certi eruditi -, e se veniamo informati che tutto ciò ha un significato più profondo, ossia che il Buddha ha trasmesso ai suoi intimi discepoli troppa saggezza esoterica, per cui questo eccesso sarebbe diventato per lui una specie di karma, questo noi lo accettiamo.

Noi diciamo: dietro a tutto ciò stanno certamente le più profonde nozioni esoteriche che voi esoterici orientali trasmettete. Se poi però ci viene detto che nessuno può comprendere che Giovanni abbia ricevuto l’Apocalisse a Patmo fra lampi e tuoni, allora noi rispondiamo: chiunque sappia che cosa sia da intendersi con ciò, sa anche che si tratta di una verità.

 

Noi non neghiamo una cosa, ma non possiamo riconoscere come giusta l’altra. A noi non viene neppure in mente di obiettare qualcosa, quando viene detto che il corpo astrale del Buddha è stato conservato e più tardi incorporato in Shankaracharya. Ciò però non può impedirci di insegnare che il corpo astrale di Gesù di Nazareth è stato conservato, è apparso in un certo numero di riproduzioni ed è stato incorporato in diverse personalità che hanno operato nel senso del cristianesimo, come in Francesco d’Assisi o in Elisabetta di Turingia. Noi non neghiamo neppure una delle verità dell’esoterismo orientale; al massimo neghiamo ciò che viene negato riguardo all’esoterismo occidentale. Se dunque ci viene domandato perché qualcosa venga negato e perché esistano degli avversari, non tocca a noi rispondere. Toccherebbe a noi rispondere, se fossimo noi ad avversare qualcosa. Ma ciò non è. È chi nega qualcosa, che ha il dovere di rispondere; non chi ammette qualcosa.

 

Nelle prossime settimane, prendendo lo spunto da tutto ciò, potrà essere reso evidente il nesso fra la scienza dello spirito e l’evento del Golgota; il compito e la missione del movimento scientifico spirituale mondiale potranno così sollevarsi ad una sfera superiore, in quanto questo movimento è la realizzazione di quella ispirazione, di quella potenza, che il Cristo ha designato come Spirito.

 

Vediamo dunque che nel mondo collaborano diverse potenze, che tutto quanto in apparenza contrasta col progresso dell’umanità si rivela a posteriori in sostanza come un beneficio.

E vediamo pure che dopo Cristo, di epoca in epoca, lo spirito luciferico che ha dato all’uomo la libertà, riapparirà in nuova figura; che Lucifero, lo spirito guida portatore di luce, troverà la sua redenzione. Perché tutto quanto è contenuto nel piano del mondo è cosa buona; e il male ha una consistenza solo per un certo tempo. Perciò all’eternità del male crede solo chi scambia il transitorio con l’eterno, e non potrà mai comprendere il male chi dal transitorio non ascenda all’eterno.