L’antica Luna

O.O. 13 – La scienza occulta nelle sue linee generali – (IV)


 

Dopo un intervallo di riposo, ciò che prima era il Sole risorge nuovamente dal « sonno cosmico », diventa cioè di nuovo percettibile alle facoltà chiaroveggenti dalle quali prima poteva essere osservato, mentre durante il periodo di riposo non era per esse più visibile.

 

Vi sono ora due fatti da notare riguardo al nuovo essere planetario che appare e che la scienza occulta chiama « Luna » (da non confondersi con quella parte di essa che è la Luna attuale). Prima di tutto ciò che si era distaccato durante il periodo solare, formando il « nuovo Saturno », si trova contenuto nel nuovo corpo planetario. Questo Saturno si è unito nuovamente col Sole durante il periodo di riposo, e tutto ciò che esisteva nel Saturno originario riappare dapprima come un solo organismo cosmico. Inoltre, i corpi vitali degli esseri umani, che si erano formati sul Sole, sono stati assorbiti durante la sosta di riposo da ciò che costituisce l’involucro spirituale del pianeta. In questo momento perciò essi non appaiono uniti ai corrispondenti corpi fisici umani, ma questi ultimi si presentano dapprima per conto loro. I corpi fisici umani contengono sì tutto ciò che era stato in loro elaborato su Saturno e sul Sole, ma sono privi del corpo eterico o vitale; né possono accogliere questo corpo eterico immediatamente, perché esso appunto ha attraversato durante il periodo di riposo un’evoluzione alla quale non si sono ancora adattati.

 

Al principio dell’evoluzione lunare, per conseguire dunque questo adattamento, si verifica anzitutto un’altra ricapitolazione degli eventi di Saturno. La vita fisica dell’essere umano percorre, ripetendoli, gli stadi dell’evoluzione saturnia, ma in condizioni molto diverse. Su Saturno agivano in lui soltanto le forze di un corpo-calore; ora agiscono anche quelle del corpo gassoso che è stato elaborato.

Queste ultime forze però non si manifestano subito sul principio dell’evoluzione lunare; anzi, sembra allora come se gli esseri umani fossero costituiti soltanto di sostanza-calore nella quale fossero assopite le forze gassose. Viene poi un momento in cui i primi inizi di queste ultime cominciano a manifestarsi, e finalmente, nell’ultimo periodo della ricapitolazione saturnia, l’entità umana presenta lo stesso aspetto che aveva nelle sue condizioni di vita sul Sole. Nondimeno anche a quel punto tutta la vita non è che parvenza di vita.

 

Si verifica allora un periodo di riposo, simile alle brevi soste verificatesi durante l’evoluzione solare; poi ricomincia ad affluire il corpo vitale che trova il corpo fisico ormai maturo per riceverlo. Come la ricapitolazione di Saturno, questa immissione del corpo vitale si svolge in tre distinti periodi. Durante il secondo di tali periodi l’entità umana si è così adattata alle condizioni nuove sulla Luna, che gli spiriti del movimento possono mettere in azione la facoltà che hanno acquisita, e cioè la capacità di riversare, traendolo dalla propria essenza, il corpo astrale nell’uomo. Essi si sono preparati a questo lavoro durante l’evoluzione solare, e durante il periodo di riposo fra Sole e Luna hanno trasformato nella facoltà suddetta ciò che avevano preparato. Questa immissione dura per un certo tempo, poi viene interrotta da uno degli intervalli di riposo più brevi, per riprendere nuovamente dopo di questo, finché entrano in attività gli spiriti della forma. Per il fatto che gli spiriti del movimento fanno fluire il corpo astrale nell’entità umana, essa acquista le prime qualità animiche.

 

I processi che si svolgono nell’uomo per il fatto di possedere un corpo vitale, e che durante l’evoluzione solare erano ancora di genere vegetativo, cominciano a essere seguiti con sensazioni accompagnate da un senso di piacere e di dispiacere. Non si tratta per ora che di flussi e riflussi interiori di piacere e di dispiacere che si alternano, finché intervengono gli spiriti della forma; allora questi sentimenti mutevoli si trasformano in modo che sorge nella natura umana ciò che si potrebbe considerare il primo indizio del desiderio e della passione. L’essere umano tende verso la ripetizione di ciò che gli ha recato piacere, e cerca di evitare ciò per cui sente antipatia. Siccome però gli spiriti della forma non cedono all’essere umano la propria essenza, ma fanno soltanto scorrere le loro forze attraverso di lui, il desiderio manca di profondità e di indipendenza: vien diretto dagli spiriti della forma, e si presenta con carattere istintivo.

 

• Il corpo fisico dell’essere umano su Saturno era un corpo di calore; sul Sole si verifica una condensazione allo stato di gas o di « aria ». Ora, durante l’evoluzione lunare, affluisce l’elemento astrale; perciò la parte fisica a un dato momento acquista un grado ulteriore di condensazione, e raggiunge uno stato che può paragonarsi a quello di un liquido dei nostri giorni. Si può dare a questo stato il nome di « acqua », ma con questa parola non si intende indicare l’acqua quale l’abbiamo oggi, ma qualsiasi forma liquida di esistenza.

Il corpo fisico umano assume gradatamente una forma composta di tre specie di sostanze materiali.

• La più densa è un « corpo di acqua »;

• attraverso di esso scorrono correnti di aria,

• e il tutto è interpenetrato di nuovo dall’azione del calore.

 

Neppure durante il periodo solare tutti gli esseri raggiungono la completa e giusta maturità.

Perciò sulla Luna esistono esseri che si trovano ancora allo stadio saturnio, e altri che hanno raggiunto soltanto lo stadio solare.

Così due altri regni sorgono a fianco del regno umano normalmente evoluto;

• uno di essi consta degli esseri che si sono fermati allo stadio saturnio, e hanno perciò soltanto un corpo fisico; anche ora sulla Luna esso non è capace di diventare il veicolo di un corpo vitale indipendente: è questo il regno più basso della Luna.

• Il secondo consta di esseri rimasti indietro al periodo solare: essi non sono perciò abbastanza maturi per potersi incorporare sulla Luna un corpo astrale indipendente. Questi formano un regno intermedio, fra quello dei ritardatari saturnii e il regno umano normalmente evoluto.

 

Ma un altro fenomeno si verifica, e cioè le sostanze dotate di sole forze-calore e quelle dotate di sole forze-aria compenetrano anche gli esseri umani. Avviene così che questi contengono sulla Luna anche una natura saturnia e una natura solare. In tal modo si è verificata nella natura umana una specie di scissione e per mezzo di questa, dopo intervenuta l’attività degli spiriti della forma, vien provocato nell’evoluzione lunare un evento molto importante.

Comincia cioè a prepararsi una scissione nel corpo cosmico lunare: una parte delle sue sostanze e dei suoi esseri si separa dall’altra; quell’unico corpo cosmico si divide in due corpi.

• Uno di questi diventa la dimora di alcune entità più elevate che erano prima intimamente connesse col corpo cosmico indiviso,

• mentre l’altro vien occupato dagli esseri umani, dai due regni inferiori già accennati e da alcune entità superiori che non erano andate sul primo corpo cosmico.

• Il primo corpo cosmico, con le entità più elevate, appare come un Sole rinato, ma raffinato;

• l’altro è ormai realmente la nuova formazione, « l’antica Luna »  ossia la terza incarnazione planetaria della nostra Terra, dopo le incarnazioni planetarie Saturno e Sole.

• Delle sostanze sorte sulla Luna, il Sole rinato prende con sé soltanto il « calore » e « l’aria »; sulla Luna, cioè su quello che è rimasto, oltre a quelle due sostanze esiste lo stato liquido.

 

Per virtù di questa separazione le entità esulate sul nuovo Sole non si trovano anzitutto ostacolate nella loro evoluzione dagli esseri lunari molto più densi, e possono così proseguire indisturbate nella loro evoluzione. In tal modo esse acquistano però tanta maggior forza, da poter ormai esercitare dall’esterno, dal loro Sole, un’azione sugli esseri lunari; anche questi acquistano così nuove possibilità di evoluzione.

Con loro sono rimasti uniti prima di tutto gli spiriti della forma. Essi consolidarono la natura dei desideri e degli appetiti, e questo fatto si manifesta gradatamente anche in una condensazione maggiore del corpo fisico degli esseri umani; ciò che di questo era prima soltanto liquido, assume una forma densa, vischiosa; le parti di aria e di calore si condensano corrispondentemente. Processi simili si verificano pure nei due regni inferiori.

Come risultato della separazione del globo lunare dal globo del Sole, il primo viene a trovarsi rispetto al secondo nel medesimo rapporto in cui il globo saturnio si trovava una volta con la intiera evoluzione cosmica circostante.

Il globo di Saturno era stato formato dal corpo degli spiriti della volontà (Troni), la sua sostanza riverberava nello spazio cosmico tutto ciò che veniva sperimentato nell’ambiente circostante dalle entità spirituali sopra menzionate; e la radiazione riflessa destò gradatamente una vita indipendente mediante i processi che seguirono.

 

Ogni evoluzione è dovuta al fatto che,

• anzitutto dalla vita dell’ambiente, si separano esseri autonomi;

• poi l’ambiente si imprime come per riverbero sull’essere differenziato,

• e questo poi prosegue indipendente la propria evoluzione.

 

Così il corpo della Luna si staccò dal corpo del Sole, e per prima cosa ne rispecchiò la vita.

Se non fosse accaduto altro, si sarebbe verificato il seguente processo cosmico: vi sarebbe stato un corpo-Sole in cui delle entità spirituali, adatte a quel corpo, avrebbero attraversato le loro esperienze negli elementi calore e aria. Di fronte a questo corpo-Sole vi sarebbe stato un corpo-Luna in cui altri esseri si sarebbero sviluppati negli elementi calore, aria e acqua. Il progresso dall’evoluzione solare a quella lunare sarebbe consistito nel fatto che gli esseri solari avrebbero veduto la propria vita riflessa nei processi lunari, come da uno specchio, e avrebbero così potuto goderne, mentre ciò non era per loro ancora possibile durante l’incarnazione solare.

 

Ma l’evoluzione non si arrestò a questo stadio; si verificò un evento di profonda importanza per tutta l’evoluzione successiva.

Alcune entità adatte al corpo lunare s’impossessarono dell’elemento volontà (eredità dei Troni) che avevano a disposizione, e con questo mezzo svilupparono una vita loro propria che si foggiò indipendentemente dalla vita solare.

 

A lato delle esperienze lunari che si trovano interamente sotto l’influenza del Sole, sorgono delle esperienze lunari indipendenti, ossia degli stati di opposizione e di ribellione contro gli esseri solari.

• I vari regni che erano sorti sul Sole e sulla Luna, e primo fra essi quello degli antenati dell’uomo, vennero coinvolti in queste condizioni. In tal modo il globo lunare racchiude in sé, spiritualmente e materialmente, due tipi di vita:

• l’una che è in intima unione con la vita solare,

• e l’altra che se ne è « staccata » e prosegue indipendentemente la propria via.

Questa scissione in due vite diverse si manifesta in tutti gli eventi successivi dell’incarnazione lunare.

 

• Ciò che si presenta alla coscienza soprasensibile in questo periodo dell’evoluzione può essere espresso con le seguenti immagini. L’intiera massa fondamentale della Luna è costituita da una sostanza semi-vivente che si muove a volte adagio, a volte con vivacità. Non è però ancora una massa minerale come le rocce e il terreno sul quale l’uomo si aggira attualmente; si potrebbe chiamare piuttosto un regno vegetale-minerale; ma occorre immaginare che la base principale del corpo lunare è costituita da questa sostanza vegetale-minerale, come la Terra oggi è costituita di rocce, di terra arabile e così via.

Come oggi abbiamo delle masse torreggianti di rocce, così pure delle masse più consistenti formavano parte della massa lunare, e si potrebbero paragonare a dure strutture legnose o a forme cornee; e come ora le piante spuntano fuori dal suolo minerale, così la superficie della Luna era coperta e interpenetrata dal secondo regno, consistente in una specie di piante-animali. La loro sostanza era più molle della massa fondamentale della Luna e in sé più mobile. Questo regno si stendeva sull’altro come un mare vischioso.

 

L’uomo stesso a quel tempo può essere chiamato animale-uomo.

• La sua natura conteneva gli elementi costitutivi degli altri due regni, ma il suo essere era completamente compenetrato da un corpo vitale e da un corpo astrale, sui quali esercitavano la loro azione le forze che le entità più alte emanavano dal Sole che si era separato; la sua figura venne così nobilitata.

• Mentre gli spiriti della forma gli davano una figura per mezzo della quale egli diventava adatto alla vita lunare,

• gli spiriti solari fecero di lui un essere superiore a quella vita.

Egli aveva il potere di nobilitare la propria natura mediante le facoltà fornitegli da questi spiriti — anzi aveva anche quella di inalzare ciò che è apparentato con i regni inferiori a un livello più elevato.

 

Osservati spiritualmente, i processi che stiamo esaminando possono essere descritti nel modo seguente.

L’antenato dell’uomo era stato nobilitato da entità cadute dal regno solare.

Questo nobilitarsi si estese specialmente a tutto ciò che poteva venire sperimentato nell’elemento acqua; su questo elemento le entità solari, che dominavano negli elementi calore e aria, avevano minore influenza.

Ne risultò come conseguenza che l’organizzazione dell’antenato umano era influenzata da due generi diversi di entità:

• una parte dell’organizzazione era completamente compenetrata dall’azione delle entità solari;

• nell’altra agivano le entità lunari cadute, e perciò quest’ultima parte era più indipendente dell’altra.

• Nella prima potevano sorgere soltanto stati di coscienza in cui vivevano le entità solari;

• nell’ultima dominava una specie di coscienza cosmica simile a quella dello stato saturnio, ora soltanto ad un gradino più elevato.

• L’antenato dell’uomo appariva perciò a se stesso come « l’immagine dell’universo »,

• mentre la sua « parte solare » si sentiva soltanto « l’immagine del Sole ».

 

— Orbene, fra queste due entità diverse sorse una specie di conflitto nella natura umana.

Una soluzione di questo conflitto venne raggiunta per l’influenza delle entità solari, per opera delle quali l’organizzazione materiale, che dava la possibilità di una coscienza cosmica indipendente, venne resa fragile e peribile. Di tanto in tanto questa parte dell’organizzazione doveva essere eliminata. Durante questa eliminazione, e per qualche tempo dopo di essa, l’antenato dell’uomo era un essere unicamente dipendente dall’influenza solare; la sua coscienza diveniva meno indipendente; egli viveva in essa completamente dedito alla vita solare. Dopo, però, la parte lunare indipendente risorgeva nuovamente; questo processo si ripeteva di continuo dopo un certo tempo;

• l’antenato dell’uomo viveva sulla Luna in condizioni alternanti di coscienza più chiara e più oscura, e questo alternarsi era accompagnato da un cambiamento materiale del suo essere.

Di tempo in tempo egli deponeva il suo corpo lunare, per riassumerlo più tardi.

 

Sotto l’aspetto fisico, grandi diversità si palesano nei regni sopra citati della Luna.

I minerali-piante, le piante-animali e gli animali-uomini si differenziano in vari gruppi.

Ci si può spiegare questa diversità, se si tien conto che, agli organismi che erano rimasti indietro a ognuno dei diversi stadi dell’evoluzione, erano state incorporate delle forme di diversissime qualità. Si trovano organismi che ancora palesano le qualità iniziali dell’evoluzione saturnia, altri quelle del periodo medio e altri ancora quelle dell’ultimo. E lo stesso si può dire di tutti gli stadi dell’evoluzione solare.

Come alcuni organismi collegati col globo cosmico in via di evoluzione sono rimasti indietro, così è successo pure ad alcune entità che sono connesse con quell’evoluzione. Durante il progresso evolutivo che ha condotto al periodo lunare, molte categorie di queste entità si sono andate formando.

Vi sono spiriti della personalità i quali non raggiunsero il loro stadio umano neppure sul Sole; ma ve ne sono anche che hanno riconquistato il tempo perduto e raggiunto il grado dell’umanità. Un certo numero di spiriti del fuoco, che avrebbero dovuto raggiungere il grado di umanità sul Sole, sono pure rimasti indietro.

Orbene, come durante l’evoluzione solare alcuni spiriti della personalità si allontanarono dal Sole e permisero in tal modo a Saturno di rivivere come corpo cosmico separato, così anche durante il corso dell’evoluzione lunare le entità ora descritte si distaccano e formano corpi cosmici separati.

 

• Finora abbiamo parlato soltanto della separazione del Sole e della Luna, ma altri organismi cosmici, per le ragioni sopra esposte, si distaccano dal corpo lunare che è ricomparso dopo il lungo intervallo di riposo susseguente allo stato planetario solare.

Dopo un determinato tempo ci si trova dinanzi a un sistema di corpi celesti di cui il più progredito, come si vede facilmente, è il nuovo Sole. E quel medesimo legame di attrazione che abbiamo descritto per l’evoluzione solare, come esistente fra il regno saturnio ritardatario e gli spiriti della personalità sul nuovo Saturno, si costituisce fra ognuno di questi corpi cosmici e le corrispondenti entità lunari.

Non possiamo occuparci qui singolarmente di tutti i corpi celesti che si vanno formando; basta aver indicato la ragione per cui tutta una serie di corpi cosmici si è andata gradatamente distaccando dall’organismo cosmico indiviso che, all’inizio dell’evoluzione dell’umanità, si è manifestato come Saturno.

• Dopo l’intervento degli spiriti della forma sulla Luna, la evoluzione procede per un certo tempo nel modo che abbiamo descritto, finché si verifica una nuova pausa; durante tale pausa le parti più grossolane dei tre regni lunari si trovano in una specie di riposo mentre le più raffinate, e soprattutto il corpo astrale dell’essere umano, si svincolano dalle prime, e raggiungono uno stato in cui le forze superiori delle eccelse entità solari possono esercitare su di esse un’azione particolarmente forte.

 

— Dopo il periodo di riposo, esse interpenetrano di nuovo quelle parti dell’entità umana composte di sostanze più grossolane.

Per il fatto di aver accolto durante la pausa di riposo — in condizioni di libertà — tali forze potenti, esse divengono capaci di maturare quelle sostanze più grossolane, perché possano accogliere l’influenza che verrà esercitata su di esse dopo un determinato tempo dagli spiriti della personalità e dagli spiriti del fuoco evoluti normalmente.

Nel frattempo questi spiriti della personalità sono saliti a un gradino su cui posseggono la « coscienza dell’ispirazione ».

Essi sono capaci ormai non soltanto di percepire sotto forma di immagini lo stato interiore degli altri esseri, come accadeva con la precedente coscienza immaginativa, ma possono percepire l’interiorità stessa di quegli esseri come in un linguaggio di suoni spirituali.

 

Gli spiriti del fuoco sono saliti all’altezza di coscienza che gli spiriti della personalità possedevano sul Sole; queste due gerarchie spirituali possono perciò intervenire nella vita progredita dell’essere umano.

Gli spiriti della personalità operano sul corpo astrale, gli spiriti del fuoco sul corpo eterico dell’entità umana.

Il corpo astrale acquista in tal modo la caratteristica della personalità; sperimenta in sé non soltanto il piacere e il dolore, ma può riferirli a se stesso. Non ha però raggiunto ancora la completa coscienza dell’io che dice a se stesso: « Io esisto », ma si sente sostenuto e protetto da altri esseri che lo circondano. Guardando a loro, è capace di dire: « Ciò che mi circonda mi tiene in vita ».

Gli spiriti del fuoco operano ormai sul corpo eterico, e per la loro influenza il movimento delle forze in quel corpo diventa sempre più un’attività vitale interiore; ciò che ne risulta trova la sua espressione fisica in una circolazione di umori e in fenomeni di crescenza. Le sostanze gassose si sono condensate in sostanze liquide; si può ora parlare di qualcosa di simile ad un processo di nutrizione, nel senso che quanto l’essere riceve dall’esterno viene interiormente trasformato ed elaborato. Se ci si raffigura un che di intermedio fra la nutrizione e la respirazione di oggi, si ottiene un’idea di ciò che accadeva a tale riguardo.

 

L’essere umano attingeva le sostanze alimentari dal regno degli animali-piante.

Bisogna rappresentarsi questi animali-piante come fluttuanti o nuotanti nell’elemento che li circonda, o anche leggermente aderenti ad esso, come gli animali inferiori attuali vivono nell’acqua e gli animali terrestri nell’aria. Questo elemento però non è né acqua né aria, nel senso attuale di queste parole, ma qualcosa di intermedio; è come un denso vapore, in cui le sostanze più varie si trovano come disciolte e scorrono qua e là in varie direzioni.

 

Gli animali-piante appaiono soltanto come forme regolari condensate di questo elemento, e fisicamente esse sono spesso poco diverse dal loro ambiente. Il processo respiratorio esiste accanto a quello della nutrizione, ma non si esplica come qui sulla Terra: si tratta piuttosto di un’inspirazione e di una espirazione di calore.

All’osservazione chiaroveggente appare come se con questi processi si aprissero e si richiudessero degli organi, attraversati da una corrente di calore, e attraverso di essi fluissero dentro e fuori anche le sostanze gassose e liquide. E poiché l’essere umano già possiede a questo punto della sua evoluzione un corpo astrale, questa respirazione e questa nutrizione sono accompagnate da sensazioni, così che egli prova una specie di piacere quando assorbe dall’esterno le sostanze che sono utili per la costituzione del suo essere, e sente dispiacere quando delle sostanze nocive penetrano in lui, o gli si avvicinano.

Come è stato descritto che durante l’evoluzione lunare il processo respiratorio era simile al processo di nutrizione, così pure il processo rappresentativo era molto affine alla procreazione. Le cose e gli esseri dell’ambiente degli uomini sulla Luna non esercitavano azione diretta su dei sensi qualsivogliano.

 

Le rappresentazioni sorgevano piuttosto per il fatto che la presenza di tali esseri e di tali cose destava nella ottusa coscienza crepuscolare delle immagini; queste erano molto più intimamente connesse con la vera natura dell’ambiente che non le percezioni dei sensi attuali, le quali a mezzo dei colori, dei suoni, degli odori, non ci palesano in certo qual modo che l’aspetto esteriore degli esseri. Per farsi un concetto più chiaro dello stato di coscienza degli uomini sulla Luna, bisogna rappresentarsi questi come immersi nell’ambiente nebuloso che abbiamo descritto. In questo ambiente nebuloso si svolgono i processi più diversi: si verificano delle combinazioni e dissociazioni di sostanze, alcune parti di esse si condensano, altre diventano più tenui.

Tutto ciò si svolge in modo che gli esseri umani non vedono né sentono direttamente quei processi, ma questi destano nella loro coscienza delle immagini che si possono paragonare a quelle dell’attuale coscienza di sogno. È come quando un oggetto cade in terra, e l’uomo, nel sonno, non comprende il vero processo che si è svolto, ma crede di aver udito un colpo di arma da fuoco. Le immagini della coscienza lunare non sono però arbitrarie come tali immagini di sogno; sono simboli, piuttosto che copie, ma corrispondono agli eventi esteriori; difatti, a un determinato processo esteriore corrisponde una determinata immagine.

 

L’uomo lunare si trova perciò in condizione di regolare la sua condotta a seconda di queste immagini, così come l’uomo attuale la regola in base alle sue percezioni. Bisogna però osservare che la condotta basata sulle percezioni dipende dall’arbitrio, mentre l’azione determinata per l’influenza delle immagini suddette è il risultato di uno stimolo oscuro e istintivo.

Questa coscienza d’immagini permette di percepire non soltanto i processi fisici esteriori, ma a mezzo delle immagini diventano manifesti anche gli esseri spirituali, che dominano dietro agli eventi fisici, e le loro attività. Così in tutto ciò che concerne il regno degli animali-piante sono visibili gli spiriti della personalità; dietro e dentro agli esseri minerali-vegetali appaiono gli spiriti del fuoco e, come esseri che l’uomo è capace di rappresentarsi senza riferirli ad alcunché di fisico, e che egli vede in certo qual modo come forme eterico-animiche, appaiono i figli della vita.

Sebbene queste rappresentazioni della coscienza lunare non fossero copie, ma soltanto simboli delle cose esteriori, esse esercitavano nondimeno un’azione molto più importante sull’interiorità dell’essere umano di quella che esercitano le rappresentazioni attuali ottenute a mezzo della percezione; erano capaci di mettere in movimento, in attività, tutta l’interiorità umana; in ordine ad esse si formavano i processi interiori; erano vere forze formatrici. L’essere umano divenne ciò che queste forze formatrici ne fecero; in certo qual modo divenne l’immagine dei processi della sua coscienza.

 

• Quanto più il corso dell’evoluzione si svolge in questo modo, tanto più ne risulta come conseguenza un profondo, decisivo cambiamento dell’essere umano.

Gradatamente la forza che emana dalle immagini della coscienza non può più estendere la sua azione sull’intera corporeità dell’uomo. Questa si divide in due parti, in due nature. Si costituiscono degli organi che sono sottoposti all’azione formatrice della coscienza d’immagini e che divengono in sommo grado una copia della vita rappresentativa nel modo già descritto; altri organi però sfuggono a tale influenza. L’uomo, in una parte del suo essere, è in certo qual modo troppo denso, troppo determinato da altre leggi, per modellarsi in ordine alle immagini della coscienza.

Quegli organi si sottraggono all’influenza dell’essere umano, ma subiscono quella dei sublimi esseri solari. Tale gradino dell’evoluzione però è preceduto da un periodo di riposo, durante il quale gli spiriti solari raccolgono la forza necessaria per poter poi esercitare un’azione sugli esseri della Luna, in condizioni del tutto nuove.

 

Dopo questa sosta l’essere umano è nettamente scisso in due nature.

• Una di esse sfugge all’azione indipendente della coscienza di immagini, assume una forma più determinata e si trova sotto l’influenza di forze le quali emanano veramente dal globo lunare, ma nascono in questo soltanto per mezzo dell’influenza degli esseri solari.

Questa parte dell’essere umano partecipa sempre alla vita alimentata dalla influenza solare;

• l’altra invece si erge come una specie di testa sopra la prima; è in sé mobile, plasmabile e si modella quale espressione, quale portatrice della vita dell’oscura coscienza umana.

Ambedue sono però intimamente collegate e reciprocamente si scambiano i loro succhi; i loro arti si interpenetrano.

 

Un’armonia importante viene raggiunta per il fatto che, durante il tempo in cui tutto ciò si è andato svolgendo, si stabilisce anche un rapporto fra Sole e Luna conforme all’indirizzo di tale evoluzione. È già stato accennato come gli esseri progredienti attraverso i diversi gradi della evoluzione vanno separando i loro rispettivi corpi celesti dalla massa generale cosmica, e in certo qual modo emanano le forze in ordine alle quali le sostanze si organizzano.

Sole e Luna si sono perciò separati l’uno dall’altro, come era necessario per preparare delle dimore adatte ai diversi esseri; ma la determinazione della materia e delle sue forze da parte dello spirito va anche più oltre. Gli esseri stessi determinano taluni movimenti dei corpi cosmici, fanno sì che alcuni astri girino intorno agli altri, in modo che i corpi celesti si trovano in posizioni diverse gli uni rispetto agli altri. Quando la posizione, il rapporto di un corpo cosmico con l’altro si muta, viene a modificarsi anche l’azione che gli esseri corrispondenti esercitano gli uni sugli altri.

Così avvenne per il Sole e la Luna; a mezzo del movimento costituitosi di questa attorno a quello, gli esseri umani si trovano alternativamente, a volte maggiormente nella cerchia d’influenza del Sole, a volte possono ritrarsene, trovandosi allora più poggiati sulle proprie forze.

Il movimento è una conseguenza della sopra descritta « caduta » di determinati esseri lunari e dell’assestamento del conflitto che ne risultò; non è che l’espressione fisica del rapporto delle forze spirituali creatosi in seguito a quella caduta. Il fatto che alcuni corpi girino attorno ad altri produce negli abitanti dei corpi stessi quei diversi stati di coscienza alternantisi di cui sopra abbiamo parlato. Si può dire che la Luna alternativamente volge la propria vita verso il Sole e la distoglie dal medesimo; vi è un periodo solare e un periodo planetario, e in quest’ultimo gli esseri lunari si evolvono nella parte della Luna che non è volta verso il Sole.

 

Certamente però vi sono sulla Luna anche altri fenomeni, oltre al movimento dei corpi celesti. Quando la coscienza chiaroveggente si volge indietro verso il passato, può vedere che gli esseri lunari stessi migrano periodicamente da una parte all’altra del loro pianeta, e cercano in determinati periodi il luogo adatto per poter ricevere l’influenza solare; in altre epoche migrano nei punti dove sfuggono a tale influenza e dove, per così dire, possono raccogliersi in se stessi.

Per completare l’immagine dei processi che stiamo descrivendo, conviene tener conto che durante questo periodo di tempo i « figli della vita » arrivano al loro grado di umanità.

 

Neppure sulla Luna l’uomo può ancora utilizzare i sensi, di cui il germe già si era costituito su Saturno, per percepire direttamente gli oggetti esterni. Durante il periodo lunare questi sensi divengono strumenti per i « figli della vita »; questi se ne servono per percepire attraverso ad essi.

I sensi che appartengono al corpo umano fisico entrano perciò in una reciprocità di rapporti con i « figli della vita » i quali non soltanto li utilizzano per sé, ma anche li perfezionano.

 

Ora, come è già stato detto, attraverso i variabili rapporti con il Sole, negli stessi esseri umani si verifica un cambiamento nelle condizioni di vita: ogni volta che l’essere umano soggiace all’influenza solare si trova rivolto più verso la vita solare e i suoi fenomeni, anziché verso se stesso; egli sente durante quei periodi la grandezza e lo splendore dell’universo che si esprimono nell’esistenza solare; per così dire egli li assorbe. Gli esseri sublimi che hanno dimora sul Sole esercitano allora appunto un’azione sulla Luna; questa a sua volta agisce sull’essere umano.

Però quest’azione non si estende all’intiero essere umano, ma si esplica in special modo su quelle sue parti che si sono sottratte all’influenza della propria coscienza di immagini. Soprattutto il corpo fisico e il corpo vitale acquistano a quell’epoca maggiore grandezza e forma; diminuiscono per contro i fenomeni della coscienza. Quando l’essere umano non ha la vita rivolta verso il Sole, egli si occupa della propria natura, nella quale s’inizia un’attività interiore soprattutto nel corpo astrale, mentre la forma esterna, al contrario, diventa più insignificante, meno perfetta.

 

Durante l’evoluzione lunare sussistono dunque due stati di coscienza chiaramente distinti e che si alternano, uno più oscuro, durante il periodo solare, l’altro più chiaro, nell’epoca in cui la vita è più concentrata in se stessa. Il primo stato è più oscuro, ma è anche meno egoista: in esso la vita dell’uomo è più dedicata al mondo esterno, all’universo rispecchiato dal Sole.

L’alternarsi degli stati di coscienza si può paragonare, in certo qual modo, tanto all’alternarsi del sonno e della veglia nell’umanità presente, quanto all’alternarsi dei due periodi della vita umana, cioè fra nascita e morte e quello più spirituale dell’esistenza fra la morte e la nuova nascita. Il risveglio sulla Luna, dopo la fine del periodo solare, era qualcosa d’intermedio fra l’attuale risvegliarsi dell’uomo ogni mattina e il suo nascere nel mondo fisico. Così pure l’oscuramento della coscienza, che si verificava gradatamente con l’avvicinarsi del periodo solare, è simile a uno stato intermedio fra l’addormentarsi e il morire, perché sull’antica Luna l’uomo non aveva una coscienza della nascita e della morte come l’ha attualmente; egli si abbandonava al piacere di vivere in quella specie di vita solare.

 

Durante quel tempo era sottratto alla vita individuale, e viveva maggiormente nella spiritualità. Si può dare soltanto una idea approssimativa di ciò che l’uomo sperimentava durante quei periodi. Egli aveva l’impressione che tutte le forze dell’universo scorressero e pulsassero in lui; si sentiva come ebbro dell’armonia universale alla cui vita partecipava; il suo corpo astrale era in quel tempo come liberato dal corpo fisico; e anche una parte del corpo vitale era del pari tratta fuori dal corpo fisico.

Questa formazione costituita dal corpo astrale e dal corpo vitale somigliava a un delicato e meraviglioso strumento musicale sulle cui corde risuonavano i misteri dell’universo. Secondo l’armonia universale venivano modellati gli organi di quella parte degli esseri umani su cui la coscienza aveva minore influenza, perché in quelle armonie agivano gli esseri del Sole. La forma di quella parte dell’uomo è stata dunque scolpita dalle armonie spirituali dell’universo.

 

La differenza fra lo stato di coscienza più chiaro e questo stato più oscuro, durante il periodo solare non era così accentuata come la differenza che vi è fra la veglia e il sonno senza sogni degli uomini attuali. È bensì vero che la coscienza di immagini non era tanto chiara quanto l’attuale coscienza di veglia; ma l’altro stato di coscienza non era a sua volta così oscuro come il sonno senza sogni del tempo presente. L’essere umano percepiva così in modo attenuato l’azione delle armonie cosmiche nel suo corpo fisico e nella parte del corpo eterico rimasta collegata a quello fisico.

Durante il tempo in cui il Sole in certo qual modo non risplendeva per l’essere umano, le rappresentazioni di immagini prendevano nella coscienza il posto delle armonie; durante quel tempo si animavano principalmente le parti del corpo fisico e del corpo eterico che si trovavano in dipendenza diretta dalla coscienza. Al contrario le altre parti dell’essere umano, su cui ormai non agivano le forze costruttrici del Sole, subivano un processo di indurimento, di disseccamento. E quando poi ritornava il periodo solare, gli antichi corpi deperivano e si staccavano dall’essere umano; questo risorgeva come dalla tomba della sua antica corporeità, interiormente rinnovato, sebbene tuttavia con forma non ancora visibile. Si era verificato un rinnovamento del processo vitale.

 

Per effetto dell’azione degli esseri solari e delle loro armonie, il corpo rinato si ricostituiva nella sua perfezione, e il processo su descritto si ripeteva. Tale rinnovamento veniva sentito dall’uomo come se indossasse un nuovo abito. Il nucleo del suo essere non aveva attraversato una vera e propria nascita o una morte, ma era solo passato da uno stato di coscienza spirituale di suono, in cui era maggiormente rivolto al mondo esteriore, ad imo stato di coscienza in cui era maggiormente rivolto verso la propria interiorità. Egli aveva cambiato pelle; l’antico corpo era divenuto inutilizzabile; veniva deposto e rinnovato.

Così viene più chiaramente caratterizzata quella specie di procreazione di cui prima si è parlato, e di cui è stato detto che era molto affine alla vita di rappresentazione. L’essere umano, nei riguardi di alcune parti del corpo fisico e del corpo eterico, ha veramente procreato un essere suo simile; ma in questo caso l’essere generatore non ha dato esistenza a nessun rampollo completamente distinto da lui, bensì l’essenza del primo è passata nel secondo. Non si tratta di un essere nuovo, ma del medesimo, sotto nuova forma.

 

Così l’uomo lunare sperimenta degli stati alternanti di coscienza; quando il periodo solare si avvicina, le sue rappresentazioni in immagini divengono sempre più deboli, un beato abbandono lo prende, e nella calma sua interiorità risuonano le armonie cosmiche. Verso la fine di questo periodo le immagini si ravvivano nel corpo astrale; l’uomo incomincia maggiormente a sentire se stesso; sperimenta allora come un risveglio dalla beatitudine e dalla tranquillità in cui era immerso durante il periodo solare. Si verifica allora però un’altra esperienza importante.

Quando le immagini della coscienza dell’essere umano si rischiarano, questi vede se stesso come avvolto in una nuvola la quale, come fosse un’entità, è discesa su di lui dall’universo; sente questa entità come qualcosa che gli appartiene, e che completa la sua natura; la sente come qualcosa che gli dona la sua esistenza, come il suo « io ». Questa entità è uno dei « figli della vita ». Rispetto ad essa l’uomo sente: ▸ « Anche quando mi ero abbandonato allo splendore dell’universo, durante il periodo solare, io vivevo in questa entità, allora essa era per me invisibile, mentre ora invece mi è divenuta visibile ». Ed è anche da questo « figlio della vita » che irradia la forza che rende l’uomo capace di esercitare un’azione sulla propria corporeità durante il periodo in cui manca il Sole; quando poi ritorna il periodo solare, l’uomo si sente immedesimato col « figlio della vita »; sebbene non lo veda, si sente intimamente imito a lui.

 

Il rapporto fra l’uomo e i figli della vita non era tale che ogni singolo essere umano avesse un proprio figlio della vita, ma un intiero gruppo di uomini sentiva un figlio della vita come ad esso appartenente.

Gli uomini sulla Luna vivevano divisi in tanti gruppi, e ognuno di questi sentiva in un determinato figlio della vita il proprio « io di gruppo ».

La differenza dei gruppi era caratterizzata dal fatto che il corpo eterico in ognuno di essi aveva una forma particolare; ma siccome i corpi fisici si plasmano a seconda dei corpi eterici, così in essi venivano impresse le caratteristiche di questi ultimi, e i singoli gruppi umani apparivano come tante differenti specie umane.

Quando i figli della vita abbassavano lo sguardo sui rispettivi gruppi umani, vedevano se stessi in certo qual modo moltiplicati nei singoli esseri umani. In questo sentivano la propria individualità. Per così dire, si rispecchiavano negli uomini. Questo era appunto il compito dei sensi umani a quel tempo. È già stato detto che essi non percepivano ancora gli oggetti, ma riflettevano l’essenza dei figli della vita.

Ciò che i figli della vita percepivano per mezzo di quel riflesso, dava loro la « coscienza dell’io ». E ciò che veniva suscitato nel corpo astrale umano, per mezzo di quel riflesso, erano appunto le immagini dell’oscura e crepuscolare coscienza lunare. L’effetto di questa reciproca azione fra gli uomini e i figli della vita determinò nel corpo fisico umano l’inizio del sistema nervoso. I nervi rappresentano appunto come un prolungamento dei sensi verso l’interno del corpo umano.

 

Da quanto abbiamo descritto risulta evidente quale sia stata l’azione di tre gerarchie di spiriti sugli uomini lunari: gli spiriti della personalità, gli spiriti del fuoco e i figli della vita. Se si osserva il periodo più importante dell’evoluzione lunare, ossia quello centrale, si potrà dire: gli spiriti della personalità radicano cioè nel corpo astrale umano l’indipendenza, il carattere personale; si deve ascrivere a ciò la possibilità che nell’epoca in cui il Sole non risplende per l’uomo, quest’ultimo possa volgere la propria attenzione su se stesso e sia capace di lavorare al proprio sviluppo.

 

Gli spiriti del fuoco agiscono sul corpo eterico, in quanto questo ha impresso in sé la formazione indipendente dell’essere umano; è per mezzo loro che, ad ogni rinnovamento del corpo, l’essere umano torna a sentirsi come se medesimo. Per mezzo degli spiriti del fuoco, il corpo eterico acquista perciò anche una specie di memoria.

I figli della vita agiscono sul corpo fisico in modo che questo possa diventare l’espressione del corpo astrale fattosi indipendente; dànno la possibilità che il corpo fisico diventi una copia della fisionomia del suo corpo astrale. Durante i periodi solari, quando il corpo fisico e il corpo eterico si sviluppano indipendentemente dal corpo astrale autonomo, agiscono su quei due corpi delle entità spirituali più elevate, e cioè spiriti della forma e del movimento; il loro intervento si esplica dal Sole nel modo già descritto.

 

Sotto l’influenza di tali avvenimenti l’essere umano matura in maniera da poter costituire in sé gradatamente il germe del sé spirituale, nel modo stesso in cui costituì il germe dell’uomo-spirito durante la seconda metà dell’evoluzione saturnia, e il germe dello spirito vitale sul Sole. In seguito a ciò tutte le condizioni sulla Luna si modificarono. Per virtù delle successive trasformazioni e rinnovamenti, gli esseri umani si raffinarono e nobilitarono sempre più, ma acquistarono anche più forza; di conseguenza la coscienza di immagini si andò affermando sempre più nei periodi solari, ed esercitò la sua influenza anche sulla formazione del corpo fisico e del corpo eterico, che prima si verificava completamente per mezzo dell’azione degli esseri solari.

Ciò che succedeva sulla Luna, per mezzo degli esseri umani e degli spiriti con loro uniti, andò sempre più assomigliando all’azione svolta antecedentemente dal Sole e dalle sue entità superiori. Ne venne di conseguenza che tali entità poterono sempre più dedicare le loro forze alla propria evoluzione; in tal modo la Luna divenne dopo qualche tempo matura per poter di nuovo essere riunita al Sole. Considerati spiritualmente, questi eventi si svolsero nel modo seguente: gli « esseri lunari caduti » sono a poco a poco vinti dagli esseri solari e devono quindi subordinarsi a questi ultimi e sottomettersi alle loro leggi, uniformando a quelle il loro lavoro.

 

Questo accadde però soltanto dopo che attraverso lunghe epoche i periodi lunari erano diventati sempre più brevi, e i periodi solari più lunghi. Si verifica allora di nuovo un’evoluzione durante la quale Sole e Luna costituiscono un solo corpo cosmico, e in cui il corpo fisico umano è divenuto completamente eterico. Non bisogna però immaginarsi, quando si dice che il corpo fisico è divenuto completamente eterico, che per tali stati non si possa più parlare di corpo fisico; ciò che si era costituito come corpo fisico durante il periodo saturnio, quello solare e quello lunare esiste tuttavia. Si tratta di riconoscere il fisico non soltanto dove esso si manifesta esteriormente come tale; esso può sussistere anche assumendo verso l’esterno la forma eterica e perfino quella astrale.

È necessario distinguere con cura l’apparenza esteriore dalla legge interiore. Il fisico può eterizzarsi e astralizzarsi, pur rimanendo costituito secondo leggi fisiche, e così appunto succede allorché il corpo fisico dell’uomo, dopo aver raggiunto sulla Luna un dato grado di perfezione, acquista forma eterica.

 

Quando però la coscienza soprasensibile che lo può vedere rivolge la sua attenzione su tale corpo di forma eterica, questo non gli si palesa come compenetrato da leggi eteriche, ma da leggi fisiche; l’elemento fisico viene in tal caso accolto da quello eterico per riposare in esso e per esserne curato come fosse nel grembo materno. Più tardi l’elemento fisico ricompare anche in forma fisica, ma ad un gradino più alto.

Se gli esseri umani della Luna avessero conservato il loro corpo fisico nella sua forma fisica grossolana, la Luna non si sarebbe mai potuta riunire al Sole. Assumendo la forma eterica, il corpo fisico diventa più affine al corpo eterico e può quindi anche compenetrarsi più intimamente con quelle parti del corpo eterico e del corpo astrale che avevano dovuto allontanarsi da esso durante le epoche solari dell’evoluzione lunare.

 

L’uomo, il quale durante la separazione del Sole e della Luna sembrava un essere duplice, ridiventa una creatura unitaria. La parte fisica diventa più animica, ma quella animica a sua volta si unisce più strettamente a quella fisica.

Su questo essere umano unitario che è penetrato nella sfera d’azione diretta degli spiriti solari, questi possono esercitare ormai un’azione del tutto diversa da quella che esercitavano prima sulla Luna dall’esterno.

L’uomo si trova ormai in un ambiente più animico-spirituale, e gli spiriti della saggezza possono perciò esercitare su di lui un’azione molto importante. Essi gli trasfondono la saggezza, gli inoculano la saggezza, per modo che in certo senso egli diventa un’anima indipendente. All’influenza di queste entità si aggiunge ora anche l’azione degli spiriti del movimento; questi agiscono in special modo sul corpo astrale in modo che, sotto l’influenza delle suddette entità, esso riesce a costituire in sé un’attività animica e un corpo vitale colmo di saggezza.

 

Il corpo eterico compenetrato di saggezza è il principio di quella che in precedenza abbiamo chiamata anima razionale dell’uomo attuale, mentre il corpo astrale, stimolato dagli spiriti del movimento, è il primo germe dell’anima senziente. E siccome tutto ciò viene effettuato nell’essere umano, quando esso ha raggiunto una condizione d’indipendenza più elevata, i germi dell’anima razionale e dell’anima senziente si manifestano come espressione del « sé spirituale ». Non bisogna però cadere nell’errore di raffigurarsi il sé spirituale in questo periodo dell’evoluzione come qualche cosa di separato dall’anima razionale e dall’anima senziente. Queste ultime sono soltanto l’espressione del sé spirituale, il quale a sua volta rappresenta la loro unità e armonia superiore.

È importante il fatto che gli spiriti della saggezza intervengano in quest’epoca nel modo sopra descritto; la loro azione non resta limitata al solo essere umano, ma si estende agli altri regni che si sono venuti formando sulla Luna. Con la riunione di Sole e Luna, questi regni inferiori vengono attirati nella sfera solare, e tutto ciò che in essi era fisico viene eterizzato. Sul Sole vi sono perciò tanto i minerali-piante, quanto le piante-animali, oltre all’essere umano; però questi altri esseri rimangono costituiti in base alle proprie leggi, e si sentono per tal ragione come stranieri in quell’ambiente pel quale posseggono una natura poco adatta; ma essendosi eterizzati, l’azione degli spiriti della saggezza può estendersi anche su di loro. Tutto ciò che è venuto dalla Luna sul Sole viene ormai compenetrato dalle forze degli spiriti della saggezza; si può dunque chiamare « cosmo della saggezza » ciò che l’assieme Sole-Luna è divenuto entro questo periodo di evoluzione.

 

Quando, dopo un intervallo di riposo, il nostro sistema terrestre compare come successore di quel cosmo della saggezza, tutti gli esseri che, sbocciati dai loro germi lunari, rivivono ormai sulla Terra, si palesano pieni di saggezza. Questa è la ragione per cui l’uomo terrestre, quando osserva le cose che lo circondano, scorge tanta saggezza nella loro natura. Si può ammirare la saggezza che si palesa in ogni foglia, in ogni osso animale o umano, nella mirabile struttura del cervello e del cuore. Se l’uomo ha bisogno di saggezza per comprendere le cose, se egli ne attinge saggezza, ciò dimostra che esse contengono la saggezza, e per quanto l’uomo si possa arrabattare per mezzo di rappresentazioni piene di saggezza per comprendere le cose, egli non potrebbe trarne alcuna saggezza, se questa in esse non fosse già stata riposta. Chi a mezzo della saggezza vuol comprendere cose che ritiene non abbiano già accolto saggezza, potrebbe anche credere che sia possibile trarre acqua da un recipiente in cui questa non fosse già prima stata versata. La Terra, come sarà mostrato più oltre in questo libro, è « l’antica Luna » risuscitata, ed essa ci si presenta come un corpo cosmico pieno di saggezza perché, nell’epoca ora descritta, fu penetrata dalle forze degli spiriti della saggezza.

 

Si comprenderà facilmente che, in questa descrizione delle condizioni lunari, si è potuto tener conto soltanto di alcune forme transitorie dell’evoluzione. Era necessario fissare alcuni eventi nella concatenazione dei fatti, per farli emergere nella descrizione. Questo modo di esporre dà certamente solo delle singole immagini, e gli si potrà rimproverare di non aver inquadrato il corso dell’evoluzione entro un sistema di concetti ben determinati. Di fronte a tale addebito si potrà far osservare che di proposito si è evitato di dare alla descrizione una forma così precisa, poiché non importa esporre qui dei concetti speculativi e delle costruzioni ideologiche, ma piuttosto dare un’idea di che cosa si può veramente presentare allo sguardo soprasensibile rivolto a quei fatti. Nei riguardi dell’evoluzione lunare questi non si presentano con contorni netti e precisi, come si presentano le percezioni terrestri. Durante l’epoca lunare si tratta piuttosto di impressioni mutevoli e alternantisi, di immagini fluttuanti e mobili, e delle loro trasformazioni; oltre a ciò bisogna tener conto che una evoluzione abbraccia lunghissimi periodi di tempo, e che di essa non possiamo cogliere e fissare nella nostra descrizione se non alcune immagini momentanee.

 

Nel momento in cui il corpo astrale inoculato nell’essere umano ha portato quest’ultimo a tal punto di evoluzione che il corpo fisico umano dà la possibilità ai figli della vita di raggiungere il loro gradino di umanità, ci si trova al momento culminante dell’epoca lunare; allora anche l’essere umano ha conseguito tutto ciò che quell’epoca può offrirgli, per la sua interiorità, sulla via del progresso. Quella che segue, cioè la seconda metà dell’evoluzione lunare, si potrebbe chiamare una fase discendente; si può osservare però che in rapporto all’ambiente dell’uomo, e anche per lui stesso, si verifica appunto in quest’epoca qualcosa di molto importante: la saggezza viene inoculata nel corpo del Sole-Luna.

Risulta che durante il corso di questa fase discendente sono stati costituiti i germi dell’anima razionale e dell’anima senziente. Essi però si svilupperanno soltanto durante il periodo terrestre insieme all’anima cosciente, a cui seguirà la nascita dell’« io », della libera autocoscienza. Sul gradino dell’evoluzione lunare, l’anima senziente e l’anima razionale non si palesano ancora come se l’essere umano si esprimesse per loro mezzo, ma piuttosto come strumenti di quei figli della vita che sono in rapporto con l’essere umano.

Se si volesse caratterizzare il sentimento che l’uomo prova a quel riguardo sulla Luna, bisognerebbe dire che egli  sente così: « In me e attraverso di me vive il figlio della vita; per mezzo mio egli vede l’ambiente lunare e pensa in me sugli esseri e le cose dell’ambiente circostante ».

 

L’essere umano lunare si sente adombrato dal figlio della vita, sente di essere uno strumento di questo essere più elevato. Durante la separazione del Sole dalla Luna, l’uomo sentiva maggiore indipendenza quando non vi era il Sole; sentiva però anche come se l’« io » di sua pertinenza, che sfuggiva alla coscienza di immagini durante il periodo solare, diventasse allora per lui visibile. L’uomo lunare sperimentava un alternarsi degli stati di coscienza, per modo che egli aveva questo sentimento: ▸ « Il mio io si innalza con me durante il periodo solare in regioni più elevate presso esseri sublimi, e quando il Sole scompare, discende con me in mondi più bassi ».

 

L’evoluzione lunare propriamente detta fu preceduta da una preparazione. In certo qual modo ebbe luogo una ripetizione dell’evoluzione saturnia e di quella solare. Dopo il ricongiungimento del Sole con la Luna, nel periodo discendente, si possono pure distinguere due epoche diverse in cui si verificano, fino a un determinato grado, perfino delle condensazioni fisiche. Si alternano cioè condizioni spirituali-animiche dell’organismo Sole-Luna con condizioni fisiche.

 

Durante tali epoche fisiche gli esseri umani, come pure quelli dei regni inferiori, si palesano con forme rigide e non indipendenti, quali prototipi di ciò che dovranno diventare più tardi, con maggiore autonomia, nel periodo terrestre. Si può parlare perciò di due epoche di preparazione dell’evoluzione lunare e di due altre epoche durante il suo periodo di decrescenza. Si può dare il nome di « cicli » a queste epoche. Nel periodo che segue le due epoche di preparazione e che precede quelle della decrescenza, cioè durante il periodo della separazione lunare, si possono pure distinguere tre epoche, o cicli. L’epoca centrale è quella in cui i « figli della vita » raggiungono il loro stato umano.

 

Quest’epoca è preceduta da un’altra in cui tutte le circostanze convergono a quell’avvenimento principale, ed è stata seguita da un ciclo di adattamento e di elaborazione delle nuove creazioni. In tal modo il periodo centrale dell’evoluzione lunare si scinde in tre epoche che con le due di preparazione e le due epoche decrescenti formano sette cicli lunari. Si può dire dunque che la intera evoluzione lunare consta di sette cicli; ognuno di questi è separato da una sosta di riposo cosmico di cui abbiamo già parlato nella descrizione precedente. Non bisogna però rappresentarsi delle transizioni subitanee ed accentuate fra i periodi di attività e gli intervalli di riposo. Per esempio: gli esseri solari ritirano gradatamente la loro attività dalla Luna, e incomincia per loro un periodo che all’esterno si manifesta come il loro periodo di riposo, mentre sulla Luna stessa regna tuttavia un’attività intensa e indipendente; così l’epoca di attività di una categoria di esseri si estende per lo più nella sosta di riposo dell’altra.

Se si tien conto di questo fatto, si può parlare di un’ascesa e di una discesa ritmica delle forze dei vari cicli; anzi, si riscontrano tali divisioni anche nel corso d

ei sette cicli lunari di cui abbiamo trattato. Si può poi chiamare l’assieme dell’evoluzione lunare un grande ciclo, un corso planetario, e le sette suddivisioni di esso dei « piccoli cicli », e le diverse parti in cui questi ultimi sono divisi dei « cicli minori ». Questa divisione in sette volte sette si nota già nell’evoluzione solare ed è accennata anche in quella saturnia. Bisogna però tener conto che le demarcazioni fra le varie suddivisioni sono poco accentuate durante l’evoluzione solare, e ancora più sfumate durante quella saturnia, ma vanno diventando sempre più definite a misura che l’evoluzione procede verso l’epoca terrestre.

 

• Nella Terra ignea sono primi gli spiriti della personalità ad assumere importanza per l’uomo; mentre l’uomo vien destato alla vita dal calore terrestre, la sua anima senziente si dice: « Questi sono gli spiriti della personalità ».

• Così pure si manifestano nel globo aereo-gassoso le entità che abbiamo chiamate « Arcangeli » (secondo il termine esoterico cristiano); la loro azione è quella che l’uomo sente in sé come suono quando l’aria lo avvolge; l’anima razionale si dice allora: « Questi sono gli Arcangeli ».