L’Antroposofia bussa al nostro cuore per darci il nostro vero e proprio essere

O.O. 231 – L’uomo soprasensibile alla luce dell’antroposofia – 18.11.1923


 

Se saremo in grado non solo di leggere o di ascoltare conoscenze antroposofiche,

ma se a seguito di vive considerazioni antroposofiche

sempre più riusciremo a sperimentare il contenuto dell’antroposofia con i nostri cuori e le nostre anime,

per noi si avvererà che non entrerà nelle nostre anime

solo il senso delle idee antroposofiche quando ci riuniamo nei Gruppi

e con altri ci occupiamo di antroposofia, o magari rimanendo nella nostra cameretta,

si avvererà come se nelle nostre anime entrassero viventi esseri cosmici.

 

Allora l’antroposofia stessa ci apparirà sempre più come qualcosa di essenziale e vivente.

Sapremo allora che con l’antroposofia qualcosa bussa alla porta del nostro cuore e ci dice:

• «Lasciami entrare, perché io sono te stesso, come la tua vera entità umana».

 

L’antroposofia non vorrebbe soltanto raccontare di quella vera entità umana,

ma vorrebbe colmare l’anima con quella vera entità umana.

 

Voi stessi potrete realizzare al meglio quello che oggi vi siete proposti

(lo potrete realizzare sia incontrandovi in riunioni, sia leggendo un libro,

sia iniziando qualcosa che credete possa essere utile per il movimento antroposofico),

se vi ricorderete che da un vero studio antroposofico del mondo

può sorgere in noi il sentimento che l’antroposofia bussa al nostro cuore per dare noi a noi stessi,

per darci il nostro vero e proprio essere, e così farci trovare la via del più puro amore umano verso gli altri uomini.

 

Se infatti lasciamo entrare l’antroposofia nel nostro cuore dopo che essa ha bussato,

l’antroposofia stessa ci porta il vero amore per l’umanità grazie a ciò che è.

 

Nel nostro tempo è ben necessario che noi consideriamo il contenuto dell’antroposofia in questa prospettiva.

Se ci guardiamo infatti in giro nel mondo,

il momento si avvicina in cui l’umanità sarà molto gravemente provata.

 

Perché l’umanità sarà tanto gravemente provata?

 

Pochi guardano a quanto avviene nelle profondità degli avvenimenti storici

nei quali più non penetra la coscienza umana, ma solo elementi incoscienti.

 

Oggi la maggior parte dell’umanità vive nella coscienza usuale senza pensare e semiaddormentata.

Ma mentre viviamo con la testa nella coscienza usuale,

la nostra coscienza più profonda, quella che afferra il cuore,

per la civiltà moderna passa storicamente la soglia del mondo spirituale.

 

In alto, nella testa, la gente vive con tutto quanto di cui si parla,

cioè con quanto ci si inventa in merito alle condizioni esistenti,

ma in basso tutta l’umanità passa la soglia, però senza sospettarlo, come se camminasse su un vulcano.

 

Però nel mondo spirituale l’uomo deve

• o corrompersi      • oppure procedere con buona volontà alla conoscenza del mondo soprasensibile.

 

Oggi l’antroposofia è molto legata con il vero progresso della civiltà umana,

ma la miseria che oggi si può vedere entro la stessa civiltà

dovrebbe essere un’esortazione ad avvicinarsi a un’osservazione soprasensibile dell’uomo e del mondo.

Possiamo però farlo soltanto, se abbiamo un occhio aperto per tutto quanto avviene nel mondo.

 

Considerate quindi questo giorno come un inizio non soltanto per ciò che avviene quando ci si riunisce in un Gruppo antroposofico, in un certo senso per isolarsi dal mondo, ma affinché voi guardiate a ciò che avviene nella vita.

Prendete con grande serietà la parola che oggi ho ripetutamente pronunciato in occasione della riunione di fondazione della Società Antroposofica Olandese, esortandovi a essere uomini di mondo.

Cercate di crescere assieme al mondo, e questo sarà il più importante e migliore « programma ».

 

Non lo si può inserire in uno statuto, ma dobbiamo poterlo portare come una fiamma nel nostro cuore. Io non posso aiutarvi enunciando punti di un programma, ma lo posso guidandovi al giusto sentimento che deve accompagnare la vita antroposofica. Se accoglierete con calore l’incitamento a tale giusto sentimento, si sarà realizzato qualcosa di quanto io volevo in sostanza raggiungere con le considerazioni che qui ho svolte in merito all’uomo soprasensibile e a come vada compreso alla luce dell’antroposofia.

 

Se poi crederete che qualcosa non funzioni di quanto si vuole nella Società Antroposofica secondo i programmi stabiliti, sarà sempre di aiuto ricordarsi appunto di quel che è stato detto in questi giorni in merito all’uomo soprasensibile, sia pure accennandovi in poche conferenze. Vi potrà infatti ricordare in ogni momento l’importanza dell’antroposofia. Per la diffusione e per il giusto presentarsi dell’antroposofia di fronte al mondo non si potrà in realtà fare null’altro di meglio che diventare sempre più coscienti dell’importante impulso che l’antroposofia deve essere per l’ulteriore progresso della nostra civiltà.

 

Con ciò, miei cari amici, desidero terminare questo giorno e queste conferenze, ricordando al vostro cuore la corrente di sentimenti che intendevo far scorrere attraverso le parole che appunto in questi giorni potei esporre in merito all’uomo soprasensibile. Se terremo vivi e caldi nei nostri cuori questi pensieri, potremo considerarci sempre uniti, anche se spazialmente saremo separati. Impiegheremo poi le opportunità che ci si presenteranno di essere di nuovo insieme come nuovi inizi di un’ulteriore unione spirituale. E tale incontro fisico sarà l’occasione di una reale unione spirituale. L’unione spirituale fra noi tutti possa sempre meglio essere il risultato di ciò che in questi giorni potemmo sperimentare insieme.